Capitolo n. 59 - sunrise
Sveva sorrise.
“Dio quanto è piccino …”
“Direi un fagiolo …” – mormorò Glam, sfiorandole la porzione di pelle sotto ai seni, coperti da una casacca di seta verde smeraldo, che le donava parecchio, sulla carnagione abbronzata.
Geffen pensò all’effetto che avrebbe avuto quel gesto su Kevin, quindi ritirò la mano, mascherando la propria incertezza con un’ulteriore battuta scherzosa.
“La gravidanza procede alla perfezione. Ci vediamo il mese prossimo.” – sentenziò la ginecologa, congedandoli.
Lula era rimasto nella sala d’aspetto, insieme a Vassily.
“Papà!! Come sta il mio fratellino?” – chiese volandogli in braccio.
“Sta bene amore … saluta Sveva …”
“Ciao signora maestra …” – e si schernì in modo buffo.
“Buongiorno Lula … come sei elegante oggi.” – disse con dolcezza.
“Sono regali di papà Kevin, che ci sta aspettando per la pizza!” – esclamò allegro.
“Sì, ma ora torni con Vassily ed accompagnate Sveva, devo sbrigare ancora due commissioni …”
“Okkei!!”
“Ciao Glam …” – disse lei serena.
“Ciao cara, ti telefono domani, passa una buona serata. A proposito e tua sorella?”
“E’ qui da ieri, si ferma tre settimane, poi andrò con lei nel Maine, dopo il prossimo controllo, come ti avevo anticipato … per le feste insomma, sino a Capodanno …”
“Manca molto ...” – replicò grattandosi la nuca, rendendosi conto che ormai anche ottobre volgeva al termine.
“Meno di quanto credi, sai?” – disse lei solare, allontanandosi poi definitivamente.
“Non mi capacito di questo figlio in arrivo Marc.”
Glam aprì un’altra birra, mettendo i piedi sulla scrivania di Hopper.
“Forse perché non state insieme …”
“Sì, certo … è come un avvenimento successo ad un altro e non a me …”
“Con Jamie invece siamo in fibrillazione.” – disse trepidante.
“Come procedono le pratiche?”
“Siamo in uno stallo tecnico. Hanno chiesto certificati medici, a causa della siero positività di Jamie, senza molto tatto ad essere sinceri.” – affermò sconfortato.
“Se posso aiutarvi in qualche modo, non hai che da chiedere Marc.”
“Lo so Glam, per noi sei come … un angelo custode.” – e brindò al domani, cullando il sogno di avere Julian entro il Natale.
Jamie durante la notte spesso si svegliava, scrollando Marc e spostando Ball dal suo cuscino, coinvolgendolo nell’immaginifico mondo di fantasia, nel quale Julian giocava con le decorazioni e li faceva impazzire con risatine e pannolini da cambiare.
Hopper nascose una lacrima, riconcentrandosi poi sui fascicoli lasciati in sospeso per quella chiacchierata con Glam, che decise di tornare alla Joy’s house.
Guardarlo mentre Sam si immergeva tra le sue gambe, era per Dean l’ennesima conquista.
“Lo faccio perché ti amo.” – gli aveva detto Sammy, dopo avere acceso svariate candele ed una nuova lampada a led, tempestata da decine di luci bluastre, con la possibilità di spegnerle progressivamente.
Dean aveva cercato di resistere alla tentazione di smorzarne il più possibile, cedendo infine a quel radicato senso di vergogna nel godere liberamente sia delle sensazioni tattili che visive, sacrificando queste ultime, quasi totalmente.
Sam risalì, dopo avere succhiato e pompato il sesso del compagno con trasporto e premura, la stessa che gli trasmise baciandogli le palpebre chiuse, senza imporgli il suo sapore, in un contatto che forse Dean non era pronto ad accettare.
Lo finì masturbandolo, rinunciando alle sue attenzioni senza inutili paranoie.
Dean venne riempiendogli la mano, mentre la sua bocca, ansante ed umida, si schiudeva sul capezzolo sinistro di Sam, aspirando il tessuto turgido in un’apnea devastante.
Tomo riordinò velocemente gli spartiti ammucchiati sul tappeto, di fronte al caminetto acceso.
Avevano suonato e se era Shan con Josh, non voleva che l’ex constatasse quel disordine, divenuto una costante nell’esistenza del croato.
Quando invece si ritrovò di fronte Chris, perse un battito.
Il sorriso del giovane era disarmante e bellissimo.
“Ciao Tomo … ti disturbo? Avrei dovuto avvisarti …”
“Ciao … no, no, entra pure, accomodati … che bella sorpresa.” – e rise imbarazzato.
“Stavi pranzando …?”
“No Chris, è presto, aspettavo Josh, oggi non hanno scuola e ieri sera si è fermato a villa Rice con … con Shannon.”
“Certo.” – ed annuì, mordendosi il labbro inferiore.
“Mi … mi fa piacere vederti Chris, come vanno le cose?”
“Bene … ah, vedo che stai componendo …” – ed andò a sedersi sul parquet, curiosando tra quei fogli scarabocchiati.
“Più o meno … due canzoni, le ho in testa da settimane … le avrei proposte a Jared anche se … direi che sono più adatte a te, magari fate un duetto!” – scherzò in preda ad un’agitazione incontrollabile.
Chris lo fissò con uno sguardo affettuoso – “Perché non ti metti qui accanto a me e parliamo Tomo …? Ne ho bisogno …” – disse fievole.
“Ok … ok. Ti ascolto.”
“Si tratta del bambino, che volevo … io lo volevo con te.” – inspirò greve.
Tomo provò uno smarrimento lacerante.
“Posso … potrei abbracciarti Chris?”
Il ragazzo rispose rifugiandosi lento tra le ali di Tomo, che lo baciò tra i capelli.
“Ho rovinato il tuo sogno Chris … il nostro sogno.”
“Lo era sul serio, nostro intendo?”
“Te lo giuro … anche se è tardi.”
Chris si scostò di poco, per incrociare i loro occhi – “E’ come se questo mi bloccasse Tomo … Ora che sono qui con te mi sembra chiaro … finchè proverò questa rabbia, il nodo che mi opprime qui” – ed indicò lo sterno –“non si scioglierà mai.”
“Se riuscissi a perdonarmi Chris … forse …”
“Io voglio perdonarti e voglio … voglio avere un figlio con Steven, sapendo che potrò averti vicino, in qualche modo Tomo.” – rivelò convinto.
“Io ci sarò sempre per te Chris e non sai quanto mi stai rendendo felice.” – gli sorrise illuminandosi.
“Vorrei andare ad Haiti … se tu potessi guidarci, essendoci già passato …” – chiese esitante.
“Lo farò, contaci.”
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