One shot – Chiedi alla luna
“Un bel bambino, complimenti Rob, ma per fortuna somiglia a Susan.”
Jude lo dice giocherellando con i pennarelli di Downey, seduto rigido sopra ad uno sgabello, al tavolo da disegno, dove l’americano si diverte a tracciare caricature, in una strana analogia con la propria vita o per ciò che essa è divenuta.
Robert che si tormenta i gomiti, con le dita ghiacciate, dall’indifferente insolenza di Jude.
“Hai … hai una nuova fidanzata …” – Rob lo mastica, con l’aria e le schegge dagli sguardi di Jude, che lo fissa interdetto.
“Chi scusa?”
“La … sì insomma Ruth … ho letto un articolo …” – e la sua voce, un tempo brillante e scanzonata, diventa flebile, fino a spegnersi nelle pozze cristalline di Law, che esplode a ridere, piuttosto sguaiatamente.
“La mia amica, che …” – e sbircia oltre la balaustra, dal soppalco dove si trova con Robert –“… sta tentando di cambiare il tuo rampollo, è una semplice collega. Doveva fare un provino e si è aggregata al mio viaggio, ci sembrava una buona idea.”
“Ok.”
“Ok? Ma ti importa davvero qualcosa, Rob?”
Ora i suoi occhi lo stanno uccidendo, ora Jude è davvero arrabbiato, ma il suo cellulare lo distrae, come d’incanto.
“Ewan … Ewan ciao! Dove diavolo sei?”
Ewan Mcgregor è l’enigma personificato, per Robert.
Ascoltare la loro conversazione è peggio che discutere con Jude: Robert vorrebbe andarsene, ma è come inchiodato a quella sedia.
“Sì, conosco il posto … riaccompagno Ruth in hotel e ti raggiungo … cosa? Lei ha la sua suite ed io la mia, non dire le solite stronzate!” – e poi le risa, anche dell’altro, che sembrano esplodere da quel minuscolo aggeggio elettronico.
Riattacca.
Anche la sua comunicazione con Downey, liquidandolo.
“Ok, il pupo l’ho visto, mi sono congratulato con tua moglie, ora tolgo il disturbo.”
§ Ti prego rimani Jude … no, portami via con te. §
Robert vorrebbe urlarglielo, ma è come interrotto.
“Grazie per … essere passato … mi …” - § Mi telefoni? § e per dirsi cosa?
Mentalmente Rob finisce od inizia nuove frasi, senza esprimerle.
“Ti, cosa Rob?” – chiede secco il biondo.
“Nulla.”
“Appunto, il nulla Ewan … non è rimasto nulla di noi.”
Jude inspira e cerca la mano dell’amico.
“Quest’auto è fantastica …”
“Anche ai miei figli piace Jude.”
Stesi sui sedili reclinati, il cielo di stelle nitido oltre il cristallo temprato, messo al posto del tettuccio, per l’intera ampiezza.
Le loro dita, ora, si intrecciano.
Le lacrime scendono.
Unicamente da Jude.
Ovvio, Ewan è sereno, anche se vederlo in quel modo lo lacera.
“Te lo avevo detto che …”
“Che era uno stronzo, sì, certo Ewan, tu me lo avevi detto.” – e sospira.
Parcheggiati su di una terrazza naturale, lo spettacolo delle luci dei quartieri bene di quel nido di serpi, come lo definisce Mcgregor, è qualcosa di incredibile.
“E poi ti fa un effetto Jude … ma come ti vesti? Ti hanno paparazzato a Venice beach e …”
Law ride – “Sembravo un rapper rincoglionito!” – e la sua ilarità diviene singhiozzante, mentre l’abbraccio di Ewan totale.
Lo bacia, senza sapere se è stato lui a cominciare oppure Ewan.
Jude se lo trascina sopra e vuole soltanto che Ewan lo faccia, lo faccia e basta.
Lo scozzese lo calma, baciandogli le tempie, asciugandogli gli ultimi rivoli di quella pioggia inutile – “Lui non merita il tuo dolore Jude …”
“Io non voglio più amarlo Ewan … non chiedo altro.”
“Bevi qualcosa Ewan?”
“Sì una tonica e … anche tu!” – esclama, buttandosi sul divano.
“D’accordo, se proprio insisti.” – e lo accontenta.
“Originale questa camera … un tantino esagerata … Jude l’hai prenotata tu?”
“No, è stato Ben, forse pensava che avessi bisogno di un ambiente kitsch …”
“E come sta il dolce Ben?”
“Piantala.”
“L’hai di nuovo” – “No Ewan!”
“Gli spezzerai il cuore, prima o poi …” – enfatizza e miagola, ritrovandosi un cuscino sul naso, da parte di Jude, che sorride finalmente.
“Sei brutale Jude!”
“E tu sei una checca quando fai così!”
“Ma mi adori Judsie …”
“Vaffanculo!”
“Questa me l’hai servita su di un piatto d’argento Jude …”
Ridono, da sfinirsi.
Liberi.
Tra le gambe di Jude, adesso, Ewan ha un dubbio.
“Non mi sembri convinto Jude.”
“Allora convincimi tu.”
“E di cosa? Fare l’amore per noi due non è mai stato un problema.” – sorride, si abbassa, era puntato sulle ginocchia ed il palmo delle mani, ai lati del torace di Jude, quindi lo bacia, intenso, avvinghiandosi a lui, ma con una sorta di tenera contemplazione.
Si addormentano quasi subito: Jude per il jet lag, Ewan per il buon senso.
In accappatoio bianco ed infradito, Ewan fischietta sulla terrazza di quella reggia.
“Jude vieni qui un attimo.” – lo chiama, sornione nella voce.
“Che succede?” – arriva sbadigliando Law, dopo una doccia solitaria.
“Lo vedi quel cencio sulla panchina? Non è Robert? Vestito peggio di te a quanto pare …” – e ridacchia.
“Rob …”
I battiti di Jude sembrano accalcarsi nel suo petto villoso e solido.
“Credi ci abbia dormito?”
“Rob …” – lo ripete, chiudendo le palpebre, come svuotato da quella sua ostinazione melodrammatica.
Downey è come cristallizzato, compostamente e li sta puntando.
Certo la distanza non è indifferente, ma i due spiccano, con quelle spugne candide addosso, chiunque li noterebbe.
Solo gli occhiali scuri nascondono la sua afflizione: deduce e costruisce nel cervello la notte brava che probabilmente il suo Jude ha consumato con quell’imbecille di Ewan, perché lui lo odia, lo odia, lo odia da morire.
Ritrovarselo a fianco, con un bicchiere del caffè preferito di Downey, a quest’ultimo non pare vero.
“Tieni.”
Il tono di Jude è appeso alla sua medesima malinconia.
A spasso per Malibu, verso le cinque di mattina, lui e Jude si fermavano sempre ad un chiosco per comprarne un paio, di quei beveroni alla caffeina diluita, negando la propria identità – “No, lui è Watson ed io Holmes!”
Forse sarebbe stato meglio.
Indossare gli abiti di scena, andare sul set, immedesimarsi nei personaggi, scherzare e giocare sull’ambiguità del loro rapporto e poi fermarsi.
Fermarsi lì, senza innamorarsi.
Perdutamente.
“Ti sei lavato via l’odore del sesso che hai fatto con lui?”
La domanda è dura e diretta.
Jude ora gliela rovescerebbe sui capelli spettinati quella melassa liquida e bollente, come gli occhi di Robert, spaventati da una conferma, che non avrà mai.
“Come hai fatto tu Rob? Un colpo di spugna e”
Downey lo bacia, disperato quanto folle.
Jude cerca di staccarsi, ma le sue mani stritolano la nuca di Robert e quelle di Robert fanno lo stesso con la sua, le rispettive bocche sembrano calamitate ed inseparabili.
Ewan arride e poi applaude, da lontano, non possono sentirlo.
“Bella la macchina del tuo … amico.”
“Ewan me l’ha prestata solo per stasera e se gli macchiamo i sedili ci ammazza.”
“Veramente non abbiamo ancora fatto niente Jude …” – sorride.
“Per ora Rob.” – sorride.
Ancora un bacio.
“Sei smagrito Rob … ed … in forma.” – i suoi polpastrelli corrono lungo i muscoli delineati dalla palestra per interpretare Iron man o meglio Tony Stark.
Downey gli accarezza lo zigomo destro, con le labbra e poi il pollice sinistro.
“Mi sento vecchio da quando sei andavo via Jude”
“Tu sei” – ma il palmo sempre sinistro di Rob impedisce quella battuta.
Le iridi di Jude ridono.
Downey molla la presa.
Jude è di nuovo serio, all’improvviso.
“Non riesco più ad essere felice, da quando non sono più tornato da te, Robert.”
Silenzio.
Una pausa intervallata dai loro respiri.
Per poco.
“Sposami.”
“Sai Rob, potrei persino offendermi e” - “Sposami!” – insiste.
“Peccato non ci siano testimoni per immortalare questo fotogramma Robert …”
“Sbagli.” – ed indica qualcosa nel cielo stellato.
Jude scrolla le spalle.
“Chiedi alla luna di sposarti allora Rob … avresti più successo.” – lo canzona.
“Credi?” – lo provoca.
“Ci logoreremo sempre così Rob?”
“Per tutta la vita. Te lo prometto.”
Lo ribacia.
Senza risolvere, ma non è più necessario ormai.
THE END
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