Capitolo n. 68 - sunrise
Jared era immobile, sulla sedia a dondolo, Isotta sul petto, addormentata con il suo ciuccio a forma di rana.
Il volto del cantante, rigato da una lacrima, che nessuno aveva ancora asciugato.
“Jay …?”
“Ehi … ciao Cole.” – e si passò veloce la mano sulla guancia, come a nascondere quel suo momento di commozione.
C’erano delle foto sparse sul tavolino a lato di lui, che Farrell notò, mentre andava ad abbracciarlo con tenerezza ed estremo timore.
“Che succede tesoro?”
“Nulla … stavo … stavo solo mostrando queste polaroid ad Isy … della sua mamma … me l’hai insegnato tu Colin, in fondo.” – e sorrise, lasciando che la luce zampillasse dalle sue iridi di zaffiro e sale.
Colin gli accarezzava i capelli, dolcemente, baciando la fronte di Isotta, incantevole nella salopette verde bosco ed una camiciola a quadretti in tono.
Aveva delle buffe ciabattine, con il logo dei Mars, un vecchio regalo di zio Shan.
“Fai bene … lei deve sentirla nel cuore … come succede a te.” – e gli diede un bacio casto sulla tempia, respirandogli poi nel collo, affranto dal senso di colpa.
“Syria vedi … lei era innamorata di Glam … anche se aspettava un figlio da me.”
“Non ne abbiamo mai parlato Jared.”
“C’è poco da dire … In realtà non l’avevo mai illusa e tu lo sai, però credo che lei avrebbe preferito dare a lui questa principessa … Non so neppure perché faccio certi discorsi ora Cole, perdonami.”
“E per cosa amore?”
“Tiro in ballo costantemente Glam, sono inopportuno … e stupido. Scusami.” – e si alzò, provando ad andarsene.
“Jared senti io …”
“Cosa tesoro?”
Fu il modo in cui glielo disse, come lo stava guardando, con l’amore autentico che Jared sentiva per lui, che fece smorzare in Colin il desiderio di dirgli la verità su lui e Kevin.
Avrebbe voluto confidarsi, comprendere i propri sentimenti, che lo stavano spaventando, anche se Kevin non lo cercava e di sicuro avrebbe respinto qualunque altro approccio o discussione sentimentale ed approfondita sul nuovo tradimento, consumato in un momento di delusione reciproca.
Farrell si sentì abbietto, oltre il dovuto, non soppesando i torti reciproci, che a causa di Jared avevano contribuito spesso a materializzare gli errori dell’attore.
Colin pensò a Brandon, come riferimento e soluzione al suo disagio e la festa per Julian poteva essere l’occasione ideale per avere il suo aiuto.
“E questi piedi super ciccioni di chi sono?”
Jamie rideva allegro, mentre stava preparando il piccolo per il party a lui dedicato.
Hopper ogni tanto sbirciava dal suo studio, adiacente la cameretta di Julian, cosa stessero combinando, arridendo a quel clima di gioia.
“Siamo pronti!” – esclamò il ballerino.
“Siete … bellissimi … venite qui.”
“Di corsa da papà Julian!” – e si lasciò avvolgere dalle sue ali protettive, mentre ascoltava il battito di Hopper, celato dalla camicia azzurra, aderente e sensuale.
“Ti amo Marc … vorrei che ogni cosa rimanesse così … in eterno.”
“Faremo il possibile Jamie … puoi giurarci.”
Geffen si era addormentato di nuovo.
Avevano fatto tardi, dopo essere rientrati dall’ospedale con Lula, che venne accolto dalle coccole di Peter e Vassily, oltre che da una montagna di nuovi giochi.
Kevin rientrò nella stanza, notando che Glam si agitava nel sonno.
Pensò subito che stesse sognando Jared, dandosi poi dell’idiota nel momento in cui Geffen pronunciò il suo nome, cercandolo al proprio fianco.
“Kevin …”
Sembrava agitarsi per qualcosa, poi spalancò le palpebre, ritrovandosi il compagno in ginocchio al centro del materasso.
“Glam stai bene?”
“Accidenti stavo … ero in auto ed avevamo un incidente …”
Kevin si strinse a lui, tremando.
“E’ stato un incubo daddy … noi siamo qui.” – ed inspirò, cercando la sua bocca.
Si baciarono, intensi, ma Glam, quando si scostò piano da lui, aveva un’aria perplessa: “Stai bene Kevin?”
Il bassista annuì, nascondendosi poi nel suo collo, come spesso faceva Lula, per improvvisi attacchi di timidezza di fronte ad estranei.
“E’ tardi vero? La festa comincia tra poco Kevin …”
“Sì, dobbiamo andare.”
“Come sto?”
Sam rise.
“Smettila di agitarti Dean, è un evento informale, mica la notte degli Oscar!”
“Sì, sì, ma voglio farti fare bella figura …” – disse sgranando gli occhi, di giada ed ora, irresistibili.
Sammy lo prese in braccio, portandolo sul letto.
“Nooo, così mi stropicci Sammy!”
“Ora ti spoglio, perché sei impresentabile ahahahah Camicia bianca, pantaloni grigio scuri, poi vediamo cosa c’è qui sotto … Boxer coordinati con i calzini!!”
In pochi attimi Dean fu nudo, ma con una mossa repentina si rannicchiò coperto dal cuscino contro la ringhiera imbottita.
“Dove scappi?” – proseguì Sam, facendogli il solletico.
Dean si arrese dopo un bacio e poche carezze.
Sammy sapeva cosa fare per farlo sentire a proprio agio ormai.
“Arriveremo per ultimi Sammy …” – gemette, vedendo che armeggiava con un gel, dopo avere abbassato quasi completamente le tapparelle.
Dean interruppe quell’operazione – “Voglio guardarti Sam …” – disse, recuperando fiato e sicurezza.
Il compagno gli delineò zigomi e sopracciglia, con l’indice, baciandolo poi con ammirazione e gratitudine.
Scendere in lui fu sconvolgente, per quanto Dean fosse ricettivo e caldo.
A Sam sembrò di impazzire, nel colpirlo, serrato dalle sue contrazioni bagnate ed incitato dagli ansiti di Dean.
Gli venne dentro, succhiandogli i capezzoli, mentre le dita di Dean ingabbiavano la sua nuca: per completare il suo orgasmo, Sam scese al suo sesso, pompandolo osceno, inghiottendolo sino alla fine.
La sua energia sembrò inesauribile, così che fu semplice per Sammy afferrarlo per i glutei, portando Dean contro alla parete, dove risalì nel suo canale grondante di umori.
Lo fece urlare, pensando all’insonorizzazione di quell’alloggio moderno e sperando che l’agente immobiliare non avesse raccontato loro una balla su quell’optional.
Una sola parola andava aggrovigliandosi nella gola e nello stomaco del broker, mentre si aggrappava a Sam – “Ancora …”
La ripeteva, mescolandola a quel “Sammy”, come la più ipnotica delle cantilene.
Gli ardori di entrambi culminarono in un secondo orgasmo, più vigoroso del precedente: scivolarono lungo il muro, esausti, ma appagati come mai prima.
Meliti fece gli onori di casa, assistito da Carmela, perfetta e solare.
“Ci sono tutti cara?”
“Non credo Antonio … ah ecco Colin … senza Jared?”
“Forse arrivano separati, vado ad informarmi.”
Farrell scese insieme a Becki e Violet, oltre ad Isotta, che scalpitava per fare i suoi primi passi.
“Buongiorno Colin, dove hai lasciato la tua dolce metà?”
“Ciao boss … La mia metà arriva tra poco, è passato a prendere Shannon.”
“Ma se è già qui.” – disse lui perplesso.
In quel momento il fratello del cantante arrivò, salutando il cognato – “Ehi scusa Colin, non sono riuscito ad avvisare Jared, vero che sta andando da noi?”
“Così mi ha detto … aspetta lo chiamo.”
Glam e Kevin parcheggiarono, facendo scendere con cautela Lula.
“Non correre soldino di cacio, hai ancora i punti.” – disse premuroso Geffen.
“Okkei! Posso andare da Violet?”
“Certo … sei innamorato cotto!” – e rise, con Kevin, che cambiò espressione alle sue spalle, appena si accorse di Colin, non visto.
“Ci sposeremo ed avremo tanti Lulini! Yeahhh!!” – e si avviò verso la bimba, che lo accolse con un bacio a stampo, premurandosi che avesse subito da bere e che si sedesse ai bordi della piscina.
“Accidenti il nostro Lula sa come farsi corteggiare dalle donne.” – disse Kevin nuovamente distratto.
Farrell riattaccò.
“Non c’è campo … sulle colline capita.”
“Sì è una zona dove il segnale non arriva costante. Andiamo a prenderci una birra Cole?”
“Ok andiamo.”
Jared stava imprecando per l’identico motivo.
“Miseria … niente carro attrezzi, Colin non raggiungibile …”
Il suo suv era in panne.
“Eppure benzina l’ho fatta …” – brontolava, selezionando il numero di Shan, inutilmente.
Provò quindi con Glam.
Il suo telefono sembrava funzionare.
Era in modalità vibrazione e quando Geffen vide il nome di Jared, preferì non rispondere.
Kevin era accanto a lui e gli sembrò fuori luogo turbarlo ulteriormente.
Rifiutò la chiamata e spense l’apparecchio.
All’altro capo, Jared non si stupì, pensando che ci fossero problemi anche con lui.
“Cazzo, non ne vuole davvero sapere … ma non passa nessuno di qui?!” – ed alzò lo sguardo, provando una strana sensazione.
Scott venne loro incontro dal fondo del reparto di pronto soccorso.
Colin, Glam e Kevin erano in fibrillazione.
“State calmi, lui è in condizioni buone!” – li stoppò, provando a tranquillizzarli.
“Dov’è??” – chiese ad alta voce Farrell, agitato e rosso in viso.
“Sta riposando, ha soltanto un paio di tagli sul volto, per i vetri del suo finestrino … qui c’è l’agente della pattuglia, che l’ha … salvato insomma.”
“Grazie Scott … possiamo sapere cosa è successo a Jared, ora?!” – disse concitato Geffen, rivolgendosi al poliziotto.
“Certo, accomodiamoci.” – disse lui calmo.
Kevin era come corroso dalla tensione, specialmente dopo che Glam gli aveva confessato di avere ricevuto quella telefonata da Jared.
Era stato un gesto gentile nei suoi confronti, inconsapevole che il marito di Colin fosse in imminente pericolo.
“I soliti teppisti signor Farrell: tre balordi, armati di mazze da baseball. Hanno sfondato il parabrezza, poi il resto … Noi facevamo la ronda delle dodici e siamo sopraggiunti mentre quello più grosso aveva preso per un braccio suo …”
“Noi siamo sposati … come lei credo …” – e lanciò un’occhiata sofferente all’anulare di quel giovane.
“Sì … sì, certo, come … come le stavo dicendo il signor Leto credo abbia bloccato le portiere, ma è stato inutile …”
“Se aveste tardato … loro lo avrebbero … lei crede che …”
“Colin non pensare a questo!” – intervenne Glam, abbracciandolo.
Farrell si sentì mancare.
Scott gli diede dell’acqua, chiedendo all’ufficiale di fare una pausa.
L’infermiera li avvertì che Jared si era svegliato e chiedeva di Colin.
“Avanti andiamo, uno alla volta per favore …”
Geffen strinse a sé Kevin, ringraziando l’amico per l’assistenza a Jared.
“Dopo ti faccio entrare Glam … Aspettatemi qui.”
Steven era al capezzale di Jared.
“Colin ciao, vieni, mi hanno avvisato in reparto e sono subito sceso.” – e gli sorrise.
“Tesoro … mioddio Jay …” – e crollò su di lui, che sembrava pronto a confortarlo.
“Cole sto bene … solo pochi graffi … ed un livido sul braccio …”
Farrell piangeva a dirotto, disperatamente.
“Vado dal resto della truppa, ciao Jared.”
“Ciao Steven grazie … anche da parte di Colin, sai sta affogando …” – e rise piano, tossendo per delle fitte allo sterno.
“Ehi re d’Irlanda non sei leggerissimo …”
Farrell si sollevò, baciandolo ovunque non ci fosse un cerotto od un livido.
Quando Glam approdò alla stanza, seguito da Kevin, Jared stava spiegando a Colin cosa fosse successo.
“E poi i vostri cellulari erano muti o cascava la linea …”
“Jared …”
“Ciao ragazzi, volevano farmi fuori, ma ho sette vite, come i nostri gatti!”
Farrell guardò Kevin, inspirando – “Andiamo a prenderti da bere cucciolo … Glam accomodati …” – disse gentile.
Jared fu quasi sorpreso, ma quando Geffen gli andò vicino, ritrovare il suo petto dove rifugiarsi gli sembrò un ulteriore sollievo, dopo le attenzioni di Colin.
“Tesoro perdonami …” – mormorò l’avvocato, cullandolo.
“Di cosa Glam?”
“Io … io ho …” – ed iniziò a singhiozzare.
“Glam …?”
“Non ti ho risposto, per non ferire Kevin … mi dispiace … è colpa mia.”
Jared gli accarezzò gli zigomi, scuotendo la testa sorridendo – “Queste sono assurdità, non avresti potuto fare niente e …”
“Non è vero Jared! Avrei avvisato il 911, perché se quei” – “Zitto!” – lo interruppe brusco – “Stai zitto …” – e sereno riprese posto sul suo cuore – “Kevin merita la tua devozione, hai preso la scelta giusta Glam … Ed io sono fortunato a sapere che ci sei. Sempre.”
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