martedì 20 marzo 2012

SUNRISE - CAPITOLO N. 71

Capitolo n. 71 - sunrise


Quando la End House si svuotò di voci, risate, allegria, rimasero Colin e Jared a cullare Isotta, nella sua cameretta.
Il resto dei bimbi era nell’ala opposta, ad ascoltare favole, giocare alla play station, mangiare gelato, mentre Yari ed il suo Misaki erano andati al cinema.

“Bella festa Jay …” – disse Farrell impacciato, prendendo una tutina pulita.
“Vuoi cambiarla ora amore?” – replicò assonnato Jared.
“Tu stai crollando … come ha fatto la nostra cucciola mezz’ora fa …”
“Ti amo Cole …” – aggiunse con aria sognante, prima di socchiudere le palpebre appesantite ancora dai farmaci.
L’attore si protese per custodirli, provando a cancellare i rimorsi, che puntuali si riaffacciavano al suo cervello alienato.


Kevin mise a nanna Lula e poi corse da Glam, che stata già preparando i bagagli per Haiti.
“Daddy mancano tre giorni …”
“Sì lo so piccolo, ma già che c’ero.”
“Ti annoiavi?” – e rise, nel vano tentativo di sdrammatizzare i suoi stessi toni.
“Ovviamente vieni anche tu, vero Kevin?” – chiese improvviso, senza voltarsi verso di lui, allungato sul letto.
“Veramente … preferivo restare qui con soldino di cacio …”
“Puo’ tenerlo Tomo.”
“Lui viene con noi, per Chris …”
“Già … allora andrà da Owen e Shan, si trova benissimo a villa Rice, ci sarà per forza Josh, se Tomo si assenterà come noi.” – e sorrise sereno.
Kevin inspirò – “Sarà bello accompagnarti daddy.”
“Sarà un viaggio particolare … Per certi versi temo che Steven e Chris non siano ancora pronti.”


Boydon spense le luci del living, raggiungendo il cantante dei Red Close tra cuscini e libri sulla prima infanzia.
“Tesoro ti stai documentando?” – chiese dolce, baciandolo poi sul collo, distraendolo.
Chris rise.
“Tu hai fatto pratica con i nipoti, da tua sorella, ma io sono alle prime armi.” – e sospirò.
“Preoccupato?”
“Trepidante Steven … e … terrorizzato.”
“Ci aiuteremo a vicenda Christopher.”
“Lo so, però una nuova vita da crescere ed accudire è una sfida assoluta … Robert e Jude ad esempio hanno la costante apprensione per la salute di Camilla … Shan poi mi raccontò di Josh, quasi moriva, quando poi scoprirono che lui e Lula erano fratelli e si salvò.”
“Comprendo le tue incertezze Chris e se vuoi rimandare …”
“No Steven … Facevo la chioccia in anticipo.” – e si rannicchiò sul suo cuore saldo.
Boydon gli accarezzò le ciocche castane, baciandogli la fronte – “Gli daremo il meglio di noi Christopher, te lo prometto.”
“Oppure le daremo … una bimba …”
“Già chissà …”


Tomo stava pulendo casa, per smaltire la mezza teglia di pasta alle melanzane, che Pamela aveva preparato per la festa di Isotta.
Quando suonarono, pensdò fosse Shan, ma trovandosi di fronte Denny, reagì con estremo stupore.
“Cosa fai con lo strofinaccio ed il mocio a quest’ora, antipatico!?” – e scoppio’ a ridere.
“E tu … cazzo entra.”
“Volentieri, è avanzato qualcosa dall’Isy party?”
“Come mai non sei venuto Denny?”
“Dovevo vedere degli amici di New York e poi, ammettiamolo, le riunioni della big family sono abbastanza pallose, poi succede sempre qualcosa ahahah Spero non abbiano stirato il mio capo sotto l’hummer nuovo di zecca oppure che Jude abbia rovesciato il Martini addosso a Colin!” – e quasi saltellando, al ritmo della musica, che Tomo stava ascoltando, si buttò sul divano, dopo essersi tolto le scarpe sportive.
“Io mi sono divertito …”
“Come no, hai pomiciato con il tuo ex, Tomo?”
“Smettila di fare lo stronzo Denny …”
“Tra voi finisce sempre così … e tu sei uno straccio, peggio di quello che hai appena gettato nello sgabuzzino.” – disse serio, fissandolo.
Tomo era in poltrona e sbuffò – “Ok, l’ho capita la similitudine genio … Hai mai amato qualcuno?”
“Discorso già fatto honey …” – e si passò la lingua sul labbro superiore, per poi sorridere – “Ho avuto anch’io i miei bei calci sui denti, lo sai uomo di Croazia.”
“Sì, lo so. A proposito, ho fatto … pace con Chris, mi ha perdonato insomma.”
“Ma dai, senti senti … Un’altra scopata a sorpresa?”
Tomo si rassegnò – “Pensi solo al sesso? Da quanto tempo non lo fai??”
“E tu?”



Una lunga doccia insieme, abbracciati, era un piacere così intimo per entrambi.
“Sei stanco daddy?”
Le mani di Kevin erano scivolate tra le gambe di Geffen, che riaprì gli occhi.
“Sì … cioè no … perdonami se ti sto trascurando ultimamente …” – sembrò giustificarsi, baciandolo sulla tempia.
“Non importa …” – e si raggomitolò, dandogli le spalle.
“Kevin …”
“Non sono arrabbiato Glam.”
“Lo vedo e … mi sembra strano.”
Kevin si sentì pietrificare, da quella che era una battuta, ma che sentì come una pungente allusione.
Si girò di scatto – “Non … non devi fare l’amore con me, se”
Quella che probabilmente era una sciocchezza, morì sul nascere, nella bocca di Geffen, pronto ad impadronirsi con essa, di ogni parte pulsante di Kevin, in crisi di ossigeno dopo pochi istanti.
L’uomo si spinse in lui con vigore e risolutezza, dopo averlo lubrificato parzialmente: Kevin sembrò non volere aspettare oltre, attirandolo a sé, senza lamentarsi per quelle fitte iniziali.
“Kevin asp aspetta tesoro …” – gli ansimò nel collo Glam, incapace di fermarsi, per quanto stava godendo di lui.
Rallentò il ritmo, ritraendosi ed affondando nuovamente, lento, sino al centro del bassista, sudato e tremante, per gli spasmi procuratigli dal membro dell’altro, che andava ingrossandosi ad ogni suo singulto.
“Daddy …” – le palpebre traboccanti di lacrime, il suo cuore in mille pezzi, che nessun orgasmo avrebbe ricomposto.
Geffen gli sollevò le cosce, arpionandole ai propri fianchi, poi le braccia, oltre la testa di Kevin, che raccoglieva i suoi baci, come una pioggia ristoratrice.
Colpì tanto duramente, che la testata del letto iniziò a battere contro la tappezzeria: con un gesto fulmineo, Glam la bloccò, senza smettere di venire, inondando la prostata di Kevin, i cui sensi di colpa avevano come anestetizzato la sua libido, in modo irreparabile.


I capelli di Tomo gli pungevano il petto, ma a Denny non importava.
I suoi capezzoli erano talmente turgidi da fare male, ma sentirselo dentro, quel suo amico dal cuore in bilico, era come un’ambizione che si stava realizzando per il giovane avvocato.
Gli piaceva baciarlo, le labbra di Tomo, generose e morbide, che si contorcevano con quelle di Denny, impedivano ai rispettivi ansiti di propagarsi per la stanza.
Il chitarrista si staccò per ammirarlo, sotto di lui, madido e straziato dall’eccitazione: Denny si stava masturbando, per compiacerlo di una visione lasciva e torbida.
Si inondarono a vicenda, capovolgendo poi le posizioni, per rinnovare quel connubio di sensi e di corpi, che li stava appagando oltre ogni limite, sino all’alba.





DENNY

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