domenica 29 luglio 2012

SUNRISE - CAPITOLO N. 163

Capitolo n. 163 - sunrise


Shannon non avrebbe voluto spiarli, ma vedere come Jared si sentiva al sicuro, tra le braccia di Geffen, era l’ennesima esortazione per convincerlo ad affrontare il fratello e fargli capire quale fosse il suo posto.
Il cantante si era sbarbato ed ora rimaneva disteso, tra lenzuola pulite e cuscini, mentre Glam al suo fianco, lo contemplava, spostando le ciocche di capelli ancora umide, per posare baci leggeri sulle tempie e sugli zigomi di Jared.
Le sue dita correvano sul petto di Geffen, in un contatto perpetuo e necessario a tranquillizzarlo.
“Non lasciarmi …”
“Come potrei Jared?” – mormorò sconsolato.
Si baciarono, trasmettendo a chi li guardava, la loro singolare simbiosi d’amore.
Il cellulare di Jared vibrò.
“E’ Colin … Dio non l’ho più richiamato …”
“Rispondi, avanti …”

“Sì … ciao Cole”
“Tesoro, finalmente” – sorrise – “Com’è andata con i boss della Lithium?”
“Be-bene … sì insomma, c’è stata qualche perplessità”
“Ti dispiace?”
“No Cole … affatto”
“Hai mangiato?”
“Poco … sono molto stanco, vorrei fermarmi qui a dormire” – disse flebile, ma emozionato.
Nel frattempo Geffen si era già rivestito, senza che Jared se ne accorgesse, troppo preso dal proprio interagire con il marito.
“Sono d’accordo, vengo subito da te, dammi l’indirizzo” – propose con trepidazione Farrell.
“Qui …?”
“Voglio abbracciarti angelo mio … sto malissimo”
“Cole”
“Ti amo Jay … ti amo, devo averti con me …”
“Sì te lo invio con la mappa, è uno dei quartieri nuovi, ma ci arrivi facilmente …”

Geffen passò oltre Shan, celato da un tendaggio, come se entrambi fossero fantasmi su quella scena già vista.
Quando Jared riattaccò, Shan piombò nella stanza.
“Cosa ti dice il cervello cazzo!!” – sbottò livido.
“Dov’è Glam …?” – domandò allarmato.
“Dov’è Glam?? Ed hai il coraggio di chiedermelo?!! Ok, Colin te lo sei sposato, continui a correre da lui, lo perdoni per qualunque stronzata, ma allora finiscila, FINISCILA una volta per tutte di tormentare e prosciugare il cuore di Glam!!”
“Shan … ma cosa ti prende?”
“Cosa mi prende??? Io ti prenderei a schiaffi!! Glam è generoso, presente, disponibile ad ogni tua paturnia e tu, come se avessi ancora sedici anni, lo esaurisci e lo consumi senza alcun ritegno! E’ un insulto al suo amore, lo capisci o no??”
Jared era ammutolito e quasi spaventato dalla reazione di Shannon.
“Non è un uomo perfetto, ma ti ama, ti ama da impazzire, da morire, letteralmente … e tu non gli dai tregua, come una sanguisuga, appena ti volta le spalle, appena rivolge la sua attenzione altrove, gli fai scenate vergognose e poi …” – prese fiato – “E poi, per tanto che lui possa alterarsi con te, gli apri le gambe e risolvi anche i casini peggiori!!”
“Io amo Glam … lui lo sa …” – provò a difendersi debolmente.
“Il tuo Jared è un sentimento non solo malato, ma incancrenito in un problema esistenziale talmente irrisolto da non capire dove abbia inizio e dove finisca …” – disse stremato.
“Lui … lui è tutto per me …”
Shan crollò sulla poltrona, prendendosi la testa – “Lo vedi, anzi lo vivi e lo adori come un padre, ma pretendi ogni sua goccia, di sangue, di pianto, di … E’ … ‘è il sesso a sancire questa vostra unione incestuosa, paradossalmente incestuosa, ma che tu assorbi e rimandi a Glam come qualcosa di vostro, un circolo chiuso e vizioso, dove non fate che perdervi e ritrovarvi senza soluzione … E’ assurdo, lo ucciderai ed ora comprendo come mai Scott ce l’abbia con te Jay” – e si sollevò, tornando in corridoio, dopo avere sentito il campanello.

Colin varcò la soglia di quella camera avventandosi su Jared, con dolcezza ed impeto, sbiadendo i suoi pensieri su Glam e la conversazione avuta o meglio subita da Shannon.
“Non potevo rimanere senza di te Jared”
“E’ successo qualcosa …?”
“No … No, io sto bene, adesso” – e sorrise, baciandolo e spogliandosi.
Leto spense la luce centrale, restando nel buio completo.
Sentì il corpo di Colin dapprima avvolgerlo e poi scivolargli dentro con una naturalezza sublimata da innumerevoli baci e gemiti, che sembrarono macinargli il cervello, perché il cuore, quello, era già a pezzi da un tempo immemore.


Tim quasi stritolò le lenzuola, tra le sue falangi sottili ed imperlate di sudore.
Kevin gli morse la nuca, senza abbandonare i suoi polsi, mentre si svuotava con colpi secchi, in quell’orgasmo, che li stava stordendo di piacere.
Seppure già incollato alla figura di Tim, a Kevin sembrò di svenirgli sopra la schiena, nell’uscire da lui.
“Scusa …” – ansimò.
“Per cosa …?” – chiese il giovane, restando immobile, sotto quel peso gradevole.
“A volte mi sento egoista” – e nel sussurrarlo felice, Kevin intrufolò una mano sotto la pancia di Tim, che si erse di pochi centimetri, così da facilitargli quella manovra d’amore, attenta e capace.
“La notte è lunga …”
“Hai ragione tesoro” – e lo girò a sé, facendogli avvertire il proprio membro nuovamente eretto e pronto a ricominciare.
“Cavoli Kevin …” – inspirò fissandolo ed alzando le braccia, come in una resa senza condizioni.
“Il merito è solo tuo …” – gli soffiò sui capezzoli, mordicchiandoli e succhiandoli dispettoso.
Un rumore sospetto li distrasse: erano i passi veloci di Lula oltre la porta.
“Tuo figlio si è svegliato …”
“Aspetta c’è un’auto … E’ Glam” – disse stupito Kevin, affacciandosi alla finestra.
Tim scattò a sedersi – “Te lo dicevo che non dovevamo farlo quando Lula è qui … qui con noi”
“Amore …” – si affrettò a rassicurarlo, stringendolo – “Tu fai parte della nostra famiglia ormai, non farti questi problemi, non facciamo nulla di sbagliato.”
“Sì, ma … Glam?”
“Ah questo non so spiegartelo, vado a vedere, non mi aspettavo piombasse alla Joy’s House”
“Forse l’ha cercato Lula”
“Non ne vedo il motivo” – sorrise – “Ora indago” – ed indossando la vestaglia, scese al piano inferiore.

“Ciao Kevin … abbi pazienza, ero in città e”
“Daddy ciao … Lula tutto a posto?”
“Sì papi” – rise, allacciato al busto di Geffen, piazzato sul sofà in alcantara rossa, davanti al caminetto spento.
“Sveva sta bene?”
“Sì è da Antonio …” – replicò imbarazzato.
Kevin prese Lula con delicatezza – “Campione che ne dici di tornare a nanna?”
“Così tu torni da Tim e vi date le coccole??!” – ribatté allegro il bimbo.
“Accidenti Kevin, sono un autentico”
“Sei il papà del nostro Lula e questa è sempre casa tua, ok?” – disse dolce.
“Papà nanni con me??”
“Sì … magari tra un po’ Lula … vorrei parlare con Kevin, se non ti disturbo” – disse triste.
“Figurati … dai Lula fila” – e lo ricoprì di baci, prima di scortarlo verso la scala.

“Ti preparo un caffè …?”
“No Kevin, bevo un cognac, se me lo versi”
“Certo …”
“Sei un tesoro … ed io ti rubo del tempo, a te ed a Tim”
“Stavamo facendo l’amore …” – disse sedendosi sul poggiapiedi, piazzandosi di fronte al suo ex.
Glam deglutì a vuoto, scrutandolo, senza bere.
“Per la seconda volta … ti ricordi daddy quando lo facevamo tu ed io? Ripetutamente …” – e rise pulito.
“Sì, non potrei mai scordarlo”
“Tim mi fa scalpitare e dà un senso ed una forma a tutte le mie sensazioni”
“Lo ami, vero Kevin?”
“Sono innamorato di lui e sì … sì, io lo amo daddy”
Geffen gli diede una carezza.


Tim era raggomitolato e silenzioso.
“Ehi …”
“Come sta Glam?”
“Non molto bene, è preoccupato per il bambino e per Sveva”
“Ah”
Kevin si infilò sotto la coperta, cercando di abbracciarlo, ma il giovane si scostò, dandogli poi le spalle.
“Cosa ho fatto stavolta …?” – domandò con un mezzo sorriso.
“Niente”
“Adoro quando fai il geloso, ma non ne hai motivo Tim”
“Tra qualche tempo lo porterai nel nostro letto e mi chiederai di accontentarlo” – disse con rammarico.
Kevin lo costrinse a guardarlo – “Ma dico scherzi!?”
Tim sgusciò via, alzandosi per appoggiarsi allo stipite della finestra – “Mi sembrate talmente complici ed io diventerò la vostra marionetta, anzi il vostro giocattolo!”
“Tesoro …”


“Tim e papi stanno discutendo …”
Lula si accucciolò meglio sotto l’ala di Geffen, quasi assopito.
“Cosa soldino …?”
“Tim si è offeso … pensa che tu e papi lo stiate prendendo in giro” – spiegò assorto.
“Come fai a … Ok, non voglio avere i dettagli Lula, ma la situazione è seria?”
Lula arricciò le labbra, poi rise – “Naaa … hanno ricominciato a darsi le coccole!”
“E’ come … un film per te?”
“No … è come una finestra aperta su di una scena papà”
“Allora chiudila!” – e sorrise, procurandogli un po’ di solletico, che lo distrasse abbastanza dalla sua visione di Tim e Kevin, che avevano fatto pace, finalmente.






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