Capitolo n. 150 - sunrise
“Perché non li metti mai …?”
Kevin sfilò la mano, dal retro dei jeans di Tim, allacciato a lui ed appoggiato al bancone della cucina, dove stavano al buio, causa il black out improvviso.
Glielo chiese a bassa voce, leccandogli lento il contorno delle labbra, in attesa della sua risposta.
“Sono tutti in asciugatrice” – soffiò il giovane, sussultando appena Kevin si intrufolò nuovamente, ma sul davanti stavolta.
La tensione della stoffa, lo costringeva a palpeggiare cauto il sesso di Tim, ormai eretto ed ultra sensibile a quei tocchi scabrosi.
“Questa è una bugia … Te ne ho comprati una decina ieri” – e gli morse il mento, consolandolo subito con un bacio.
“Durante lo shopping? Sai, ogni tanto mi dimentico che sei milionario Kevin” – e rise, sfuggendogli con uno scatto felino.
La corsa di Tim durò pochi secondi, il tappeto persiano della biblioteca era pronto ad accogliere il loro amplesso, intriso di erotismo puro.
Kevin lo costrinse in ginocchio, tormentandolo con la lingua, tra i glutei sodi, che stringeva con le unghie, poi, dilatandolo, arrivò al centro di Tim con un’unica spinta febbrile: i gemiti di entrambi salirono convulsi, mentre si consumavano in ogni modo, fino a svuotarsi della loro acerba essenza.
Hopper chiamò Foster, ma nella via sottostante il suo palazzo, incontrò Brandon e Kurt, diretti all’appartamento di Dean.
Cody avvisò Sammy ed anche la coppia si precipitò da Jamie.
Lo trovarono riverso e sfinito, ma accanto a Julian: lo cullava nel suo trasportino, sforzandosi di sorridere, mentre gli cantava una ninna nanna.
“Amore!!”
Marc non voleva commettere errori: Kurt e Dean pensarono al bimbo, mentre lui e Sammy, sollevarono attenti il ballerino, usando una tavola da surf.
Brandon aggiornava Foster, in arrivo con un’ambulanza.
Quando il medico lo visitò, la situazione sembrò stabilizzarsi, grazie ad un’iniezione antidolorifica.
“Un probabile schiacciamento di vertebre, forse un movimento a freddo, cosa stavi facendo Jamie?”
“Ballavo … per piedini ciccioni …” – disse avvolto da Hopper, che continuava ad accarezzargli i capelli, condividendo con lui un mezzo sorriso ritrovato.
“Le terapie che hai fatto a suo tempo, purtroppo logorano tessuti e cartilagini, oltre ad infiammare i muscoli. Per tranquillità generale, faremo una tac al cervello, così da fugare ogni dubbio.” – spiegò con pacatezza.
“Potrebbe essere un tumore … nei centri nervosi?” – chiese nuovamente ansioso Jamie, mentre Hopper scuoteva la testa.
“Prepara una borsa con il necessario, andiamo in clinica e sapremo quello che ci serve, non avere paura, ok?”
“Ok … potrei chiamare anche Scott, le dispiace …?”
“Assolutamente, ho stima per il suo lavoro, ci sarà di conforto anche il suo parere.”
Geffen riattaccò, scuro in volto.
“Che succede Glam?”
“Dobbiamo andare … era Marc, il suo Jamie ha avuto una paralisi temporanea agli arti inferiori, ora Foster gli farà degli esami, anche se sta meglio, però reclamano la tua presenza …”
“Accidenti … ok mi vesto …” – disse frettoloso, cercando la sua biancheria.
Geffen sorrise.
“E’ nel soggiorno … ti accompagno.” – e gli sfiorò le spalle con un bacio: Scott lo abbracciò forte, ricambiando, ma con ardore, quel suo gesto delicato.
“Vi dispiace restare con Julian …?”
“Non preoccuparti, Dean ed io ce la caveremo. Poi resta anche Brandon …”
“Sì, sì certo … in frigo c’è il necessario per una grigliata di pesce … dovevamo mangiarla con Jamie …” – ed un nodo gli si strinse in gola.
Kurt lo abbracciò – “Ehi … Jam è un combattente e questo solo un intoppo, se la caverà, ok?”
Hopper annuì, ma si sentiva sconvolto come non mai.
Avrebbe scordato difficilmente il terrore, letto nelle iridi di Jamie, appena lo aveva raggiunto per prestargli i primi soccorsi.
Gli sembrò di vivere un incubo.
Colin si illuminò, quando vide la sua chiamata.
“E’ Jude … scusami Jared, faccio due passi mentre chiacchieriamo, pensi tu ai gemelli?”
“Sì … sì certo Colin, salutamelo …” – replicò il cantante poco convinto.
Il parco era silenzioso ed imperlato dalla pioggia appena caduta copiosa.
Le lampade sparse per il tracciato, che portava alle scuderie, illuminavano siepi e roseti, oltre al laghetto, di fronte al quale Farrell si fermò, sedendosi su di un muretto in pietra.
“Quindi verrete da Antonio, ne sono felice Jude” – disse emozionato.
“Robert è d’accordo … Adesso siamo da Steven e Chris, abbiamo portato un regalo a Clarissa, è una principessa … Pensavamo di salutare Dean e Sammy, ma non ci sono …” – e durante la conversazione, l’inglese spostò i tendaggi della sala, affacciandosi.
Notò gli amici in strada e capì che stava accadendo qualcosa.
“Colin ci sono Marc e Jamie … lui è in barella, non capisco … C’è anche Kurt.”
“Jamie? Sta male?”
“Parla e sorride ad Hopper … non sembra grave, ma c’è Foster.”
“Dovresti informarti, io provo a telefonare a Kurt.” – replicò risoluto l’attore.
“D’accordo … avviso Rob e gli altri, speriamo non sia nulla di grave.”
“Sì … senti Jude … a domani allora …”
“Ok …”
“Ti abbraccio”
“Anch’io Colin … ciao.”
“Dov’è Lula?”
“Da Pamela, aveva la cena messicana stasera con le sorelle ed il resto della tribù” – ribatté sorridente, mentre guidava verso Los Angeles.
“E Kevin …?”
“Insieme a Tim, nel suo attico, non si è ancora trasferito alla Joy’s house, ma presto lo farà.”
“Tu lo speri, Glam?”
“Mi auguro il meglio per Kevin: i nostri rapporti si sono mitigati, ieri sera erano da ma per la pizza, con soldino di cacio ovviamente, hanno dormito alla villa, hanno fatto l’amore … rumorosamente”
Scott rise, stupito – “Lo racconti proprio come …”
“Un padre? Sì, può darsi Scotty” – e gli prese la mano.
“Io non potrò mai definirti tale … semmai un fratello … anzi, l’ho sempre pensato di noi”
“Amici per la pelle, io preferivo definirci così doc.”
Scott inspirò.
“Cosa capiterà, da stanotte in poi …? Forse non lo voglio nemmeno sapere Glam”
“Tra noi?”
“Domanda stupida la mia?” – sbottò risentito.
Geffen lo fissò.
“Io ti voglio bene Scott”
Lui si addossò alla portiera, riprendendosi la mano – “Per la serie, le cose che non volevo ascoltare”
“E cosa vorresti sentirti dire?” – bissò serafico.
Scott guardò fuori dal finestrino – “Ti ricordi le ragazze con cui ci divertivamo? Le loro facce, dopo che … sì insomma, provo più o meno la stessa frustrazione post scopata, dove lei si prende una cotta e lui non vede l’ora di togliersela dai piedi: vendetta postuma del destino beffardo” – e reclinò il capo, verso il cristallo.
“Sbagli in due dettagli”
“Quali Glam?”
Geffen parcheggiò, girandosi poi verso di lui – “Noi non abbiamo scopato. Io non desidero che tu sparisca.” – disse serio.
“Tu sai giocare con le parole, sei un avvocato, usi i termini consoni al momento, è un classico”
“Sei traumatizzato dall’esperienza, dici sciocchezze come un tredicenne, quindi passiamo oltre e vediamo cosa è capitato a Jamie, ok?” – e fece per scendere, ma Scott lo bloccò, pretendendo il suo sguardo sul proprio dolore.
“Guarda che ho affrontato situazioni veramente drammatiche e scioccanti nella mia esistenza Glam, da un cuore che avrebbe smesso di battere se facevo la scelta sbagliata a persone saltate sopra ad una mina e ridotte a brandelli! Non trattarmi come un idiota! Non farlo più perché non lo sopporto, è chiaro!? Tu non calpesterai la mia dignità, anche se sono innamorato di te, sappilo!”
Geffen rimase cristallizzato, Scott aprì lo sportello e divorò i pochi metri fino alle porte scorrevoli della struttura di Foster.
MARC AND JAMIE
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