martedì 17 luglio 2012

ONE SHOT - FRAMMENTI

One shot > Frammenti


“Non si tratta di sesso”
Le parole di Jude sembrano prudere, sulla sua lingua, come le nocche, che si ostina a tormentare, mentre parla con Ewan.
“Ok allora di cosa si tratta, esattamente?”
La voce dell’amico si indurisce, Jude ne conosce il motivo, ma lo evita, elegantemente.
“Lui è incasinato forte” – sospira, Ewan ridacchia nervoso – “Conosci la sua storia, vero?”
“Le avventure del tuo americano”
“Robert non è mio” – puntualizza Law, quasi inacidendosi: non desidera che Ewan giunga a conclusioni affrettate.
“Ok … Quindi cosa o chi sarebbe, di grazia?” – e simula un inchino, restando seduto al loro tavolo del pub di Tom, un ex compagno di scuola di Jude.
“E’ Robert Downey Junior, è molte persone, da quando è al mondo, però quando parliamo … sì, insomma, succede sul set, visto che in camera succede ben altro”
Ewan prova ad analizzare le sfumature nel tono del suo interlocutore, per carpirne i segreti, che Jude gli nega.
“Scopare non vuole dire amarsi” – esordisce Mcgregor, tanto vale parlare chiaro, visto che Law si ostina a non farlo.
“Noi”
“Voi non scopate?!” – lo interrompe, ne ha abbastanza, fa caldo, anche se sono a novembre e fuori nevischia.
Londra è assurdamente grigia, uggiosa, pesante ai suoi occhi, che conservavano la gioia della California assolata, almeno finché non si era accomodato per una birra, convocato da Jude.
“Sì …” – Law è stranamente imbarazzato.
“Come se tu ed io non l’avessimo mai fatto, cazzo!” – ringhia, ora lo prende a schiaffi, sì, sì, certo, non può trattenersi, ma lo fa, per evitare spettacoli vergognosi, specie per il suo orgoglio.
“Adesso cosa centra quello che abbiamo fatto, tu ed io, Ewan?!” – sibila, fissandolo.
“Sembra tu stia parlando di cose aliene, Jude, mentre invece c’era confidenza, tra noi, intimità …” – quindi vorrebbe morire, anzi, spostarsi, con un incantesimo, direttamente a Malibu o New York, dove ha conosciuto un ragazzo molto interessante, fisico asciutto, occhi verdi, studente a tempo perso e nel letto di Mcgregor a tempo pieno.
“Mi scopo un tizio …” – vuole raccontarlo a Jude, anzi, vuole fargli rodere quello stesso tarlo, che sta consumando lui, da quando è iniziata quella tortura.
“Bella notizia”
“Ti importa?” – sta arrossendo, peggio di così, solo correre in mutande intorno all’isolato, con una serie di barattoli attaccati alle chiappe, stile auto degli sposi.
Law si chiude nelle spalle – “Sono preso da lui Ewan, mi sto innamorando”
Finalmente lo ha ammesso.
“E non potevi più tenerlo per te, quindi mi hai interpellato, giusto?”
“Pensavo che non ti desse fastidio Ewy”
“Non chiamarmi in quel modo …!” – è un ruggito da topolino, però lo infastidisce sul serio, quel nomignolo storpiato, come è stata in fondo la loro relazione, a ripercorrerla adesso o meglio, ad evitarla.
“Ne discutiamo come se fossimo stati una coppia!” – sembra una protesta quella del biondo.
“Ah non la eravamo? No, spiegami, convivere per due anni, fare l’amore tutte le notti, le mattine, i pomeriggi, Jude, cosa doveva essere o sembrare??!”
Gli occhi di Ewan vengono invasi da un pianto, tanto inopportuno, quando sincero.
Jude si sente un verme.
Un dettaglio: non è la prima volta che accade, a proposito di Ewan.

L’imprevedibile.
Robert Downey Junior ha sete; Robert Downey Junior entra nel locale di Tom.

Appena vide Jude, sembrò precipitarsi da lui.
“Il mio Watson! … Jude, ti ho cercato ovunque” – manco si accorge di Ewan.
“Oh … salve …” – impallidisce, ma i suoi occhi guizzano nuovamente sulle gote vermiglio di Law, accarezzandone la destra, con il dorso della mano sinistra.
E’ affettuoso, quasi paterno – “Jude, scusami, non sapevo fossi impegnato, il separé …”
“Sì Rob … non hai visto che non ero da solo …”
Glielo dice in una maniera così dolce, che ad Ewan viene voglia di fuggire, perché ormai siamo alla soglia dell’umiliazione.

“Ragazzi, ho interrotto qualcosa di speciale?”
Downey lo chiede senza nessun astio: lui rispetta Jude, forse i due non si incontravano da molto, avevano cose da dirsi, tematiche da affrontare, ormai gli risultò palese, viste le emozioni dipinte sul volto di Mcgregor, che lui conosceva appena, ma stimava parecchio come attore.
Ewan si alzò – “Ho un aereo tra due ore, devo lasciarvi.” – dice trafelato, quindi puntò Jude – “E poi sono di troppo, vero?”
Silenzio.
“Robert è stato un piacere rivederla, ci siamo incrociati a Los Angeles, a giugno, durante quel noiosissimo festival”
Downey annuì – “Già, infatti … magari gireremo insieme, ne abbiamo parlato … non ci davamo del tu, Ewan?”
“Sì, forse … Ok, vado, arrivederci, buon film, Holmes”
“Ciao Ewan … ti telefono …” – intervenne Law, flebile.
Nessuna risposta.
Altro silenzio.
Più greve, rispetto al precedente.
Ora Jude poteva parlare solo alle spalle di Ewan, ma era troppo lontano perché lo ascoltasse.
Robert conquistò il posto sul divanetto, che era stato dello scozzese.
“Posso rimanere, Jude?”
“Certo …” – abbozzò un sorriso.
Il moro gli prese i polsi, accarezzandoli e poi baciandoli, complice il famoso separé.
“Mi mancavi … non riuscivo neppure a ragionare, dovevo trovarti Jude”
Così tornò a guardarlo, rendendo liquidi i pensieri di Law.
“Temo che … temo che sarò una pessima compagnia Rob …” – e chinò la testa, dove Downey si affrettò a posare un ulteriore bacio, senza sciogliere l’intreccio delle loro dita.
“Posso aiutarti, Jude?”
“A fare cosa Robert?” – chiese, ancora debole.
“A togliere i frammenti di lui, rimasti nel tuo cuore …”
Si scrutarono, Downey sorrise, sereno.

Jude adesso piange, con una calma spontanea e complice, nell’abbraccio di Robert, che consola il suo cuore ribelle, lo definisce in quel modo dal primo bacio, dal primo frammento di vita insieme, dall’aurora di una storia d’amore, che può portare solo i loro nomi, da questo istante in poi.
Per sempre.

THE END







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