Capitolo n. 157 - sunrise
La direttrice dell’orfanotrofio sembrò in principio riluttante, ma l’insistenza di Geffen la fece crollare.
Erano collegati in video chiamata, in presenza di Kevin e Tim.
Nel frattempo Lula giocava con Vassily, rientrato velocemente dopo avere riaccompagnato Sveva.
“Si tratta della madre di Lula e Josh …”
“Morì nel terremoto, giusto?”
“Sì mister Geffen … Lei era una sorta di fattucchiera, per i bianchi profani, ma per noi dell’isola, un’autentica sacerdotessa di magia bianca” – ed inspirò.
“E cosa centra il nostro Lula?!” – domandò innervosendosi.
“Ecco vede … E’ una leggenda, ma pare che i poteri di un genitore, di una mamma specialmente, si trasmettano ad uno o più figli … In questo caso Lula”
“Poteri … pericolosi?” – domandò inquieto Kevin.
“No, assolutamente, però possono variare in intensità, durante la crescita e Lula è davvero piccolo … Una volta diventato adulto, di questo passo, potrebbe realmente stupirvi”
“Ho capito …” – disse sommesso Glam – “Non voglio che si sappia, questa telefonata non è mai avvenuta, ok?” – disse perentorio.
“Certo mister Geffen … buona serata.” – e chiuse, intimorita dai toni dell’uomo, che si strofinò la faccia, appoggiando i gomiti sulla scrivania e chiudendo il portatile con un movimento brusco.
“Accidenti … cazzo!” – e battendo un pugno sul ripiano si alzò.
“Glam perché ti alteri in questo modo …?”
“Ma non capisci Kevin? Nostro figlio potrebbe essere isolato, discriminato!”
“Non lo credo affatto!” – protestò, mentre Tim restava in piedi, pallido, in un angolo.
“La diversità spaventa … Kevin … perdona il mio sfogo … ho solo tanta paura per il nostro bimbo …” – e lo abbracciò.
“Calmati … Si può sapere cos’hai visto?”
Glam sprofondò in poltrona, poi spiegò i fatti.
“Era lei … era la madre di Lula … Una visione, pensavo di essere impazzito, ma i giochi che volavano, lui che le sorrideva …”
“E con Sveva?”
“Credo che con lei, Lula abbia messo in atto una sorta di incantesimo: le ha cantato una ninna nanna, lei l’ha imparata immediatamente, poi ha visto il bambino e … Ed ha deciso di essere operata a Boston, senza più esitazioni.”
“Questo è un bene …” – mormorò Tim.
“Sì, ma non voglio che lei sia condizionata da qualcosa di irrazionale!”
“Glam non credo che Sveva sia impazzita tutta di colpo … Non quanto te, almeno, che le hai chiesto di sposarti” – e sorrise, senza astio.
Geffen scrollò il capo – “Non mi avrebbe mai dato retta ...”
“Si è salvata” – Kevin rise, per sdrammatizzare il momento.
“Comunque … Per Lula, avete mai notato qualche anomalia?”
“In che senso?”
“Come è successo a me Kevin … Niente di niente?”
Tim ebbe un’esitazione.
“Sinceramente … due giorni fa, alla Joy’s house … Ho assistito ad una serie di fatti, ma credevo di avere frainteso …”
“Spiegati tesoro” – lo invitò dolcemente Kevin.
“Sì, insomma … Lula aveva fatto il sonnellino pomeridiano, tu stavi telefonando, io ciondolavo per i corridoi e lo vedo spuntare, con quell’aria imbronciata e Brady stretto al petto”
“Sì è adorabile quando fa così” – lo interruppe Glam.
“Gli ci vuole un po’ prima di ravvivarsi, ormai l’ho capito, però lo seguo, sono curioso, lui brontola e non si accorge di me. Entra nel bagno rosso, quello tecnologico, avete presente? Ok … Si lava i denti e poi parla con Brady, gli dice che è sporco, deve farsi un bagno in sostanza “ – rise, quindi proseguì – “Detto fatto il rubinetto della vasca si attiva ed io penso che Lula avesse schiacciato un comando a distanza, ma poi … Poi Brady vola letteralmente nell’acqua schiumosa e Lula esce dalla stanza, fischiettando. Ho pensato lo avesse lanciato, ma stava lottando con spazzolino e dentifricio …”
“E poi per l’acqua, i sensori sono sotto i rubinetti … Non può averla aperta dal lavabo, è troppo lontano” – disse Kevin.
“Io ero altrettanto perplesso, così esco sul balcone a fumarmi una sigaretta, ma la spengo praticamente subito, ritorno verso la cameretta di Lula e lo vedo sul piumone, riabbracciato a Brady … pulito e profumato … le macchie che aveva sul fiocco erano sparite e poi c’era questo aroma di orchidea nell’aria …”
“Oddio …” – inspirò Geffen.
“Daddy non ricominciare, nostro figlio è normalissimo, ok?”
“E chi dice il contrario? Ma si renderà conto di questi … poteri?” – chiese esausto.
“Parliamone a Brandon, domani sera a cena dal nonno, ci saremo tutti … Ed è meglio che la famiglia venga informata di questo … segreto.”
Kevin sollevò Tim per le cosce, appoggiandolo delicatamente alla lastra in granito, sovrastante il tavolo ovale della sua cucina.
Il giovane ebbe un lieve sussulto, appena le sue parti intime aderirono a quel materiale liscio e fresco, quanto la pelle dei suoi glutei, che i palmi di Kevin sembravano assaporare, nel tocco scabroso, almeno quanto stava facendo la sua lingua con quella di Tim, con le sue labbra, massaggiate da baci intensi, con i quali il bassista le schiudeva progressivamente.
Si guardarono per un istante interminabile, le ali di Tim appese al collo di Kevin, nel cui collo scesero due gocce di sudore, precipitando dalla sua fronte: la posò contro quella del suo compagno, sorridendo e spingendo la propria erezione verso la sua fessura.
“Sei … bagnato …” – sussurrò il biondo, deglutendo e serrando le palpebre, in coincidenza con lo sforzo di risalire nel canale stretto del ragazzo, che sorrise.
“Mi sono … preparato …” – e si umettò, con sensuale innocenza.
Era ciò che Kevin aveva imparato ad amare, con ingordigia.
La foga, invece, la liberò con un colpo di reni più deciso dei precedenti, esplorativi e più cauti.
“Ahhh Kevin …!”
I gemiti di Tim esplosero, ad ogni spinta.
Con forza, Kevin fece salire entrambi su quel rigido giaciglio, aprendogli oscenamente le gambe: Tim si portò le mani al petto, non riuscendo più a cingere l’altro, in una posizione di abbandono lascivo, in cui si sfiorava a tratti i capezzoli, turgidi e pronti per essere tormentati e succhiati.
Kevin non lo lasciò attendere oltre.
Gli permise di cinturargli la vita, stringendo i polpacci al suo bacino, mentre colpiva ed ansimava: aderirono il più possibile con i busti madidi, baciandosi e leccandosi, in estasi pura.
Il sesso di Tim grondava, ma l’intenzione di Kevin era di finirlo nella propria gola.
Uscì da lui, ingoiando e pompando magistralmente; non pago, Kevin lo penetrò con due dita, per dargli un doppio orgasmo.
Le pareti sembrarono vacillare, le essenze si mescolarono, Tim dilagò.
Kevin lo riprese, inclinandolo di lato e toccando quel frammento di carne, più ricettiva di qualsiasi altro muscolo o fibra.
Kevin fu talmente copioso, che continuò a venirgli anche fuori, nell’attimo in cui il proprio membro tornò a lambire la sua fessura pulsante.
Glam condì l’insalata, aiutato da Lula, che osservava le bottiglie di aceto.
“Questo è bal … balsamico papà?”
“Sì, un regalo del nonno, insieme a tante altre delizie, che tra poco mangeremo” – e gli sorrise.
“Le due bisteccone?? Se lo sapesse zio Jared” – e rise dispettoso.
“Senti tesoro … Oggi mi hai detto quelle cose su zio Jared …”
“Sì sì!”
“Tu credi che tra noi, la situazione sia quella di cui parlavi … cioè che lui ed io siamo sposati?”
“Infatti! Se sposavi Sveva eri bigamo, un fuorilegge!”
“Hai ragione … E … e la tua mamma cosa ne pensa?”
Lula fece una smorfia simpatica – “E’ una cosa che non si può dire …” – si schernì.
“E’ tanto grave?”
“Nooo … lei dice che … siete due estipid … due stupidi!” – e rise ancora.
“Sembra l’idioma della tua ninna nanna …”
“Creolo haitiano!”
“Ok, le verdure sono pronte, passiamo alla griglia amore mio”
“Lè renmen manyen syèl la ou bliye respire ... jis tankou de estipid!”
“Lula, ma …?”
“Quando l'amore tocca il cielo ci si dimentica di respirare ... proprio come due stupidi! Ahahahahh”
“Grazie per la traduzione soldino di cacio …”
“Ti voglio bene papà …”
“Anch’io cucciolino …” – e lo prese in grembo – “Abbi pazienza un secondo, devo accendere il fuoco”
“Faccio io!” – e con un gesto, la carbonella sembrò incendiarsi.
Geffen perse un battito.
“Lula non viverlo come un rimprovero, ma non devi più fare questa cosa, ok? Le fiamme sono pericolose” – disse severo.
“Okkeiii!! Però è divertente! Prendo il brontosauro!” – e si defilò, con la solita vivacità amorevole.
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