lunedì 23 luglio 2012

SUNRISE - CAPITOLO N. 159

Capitolo n. 159 - sunrise


Lula rincorse il suo nuovo modellino telecomandato, lungo il corridoio degli arazzi, incrociando Jared, che stava cercando Colin.
“Ciao tesoro …”
“Zio!!” – e gli volò al collo.
Leto si inginocchiò, stringendolo sul cuore e cullandolo – “Come stai soldino di cacio?”
Lula sciolse il loro intreccio, iniziando a fissarlo.
Gli diede una delle sue carezze, diventando triste, gli occhi lucidi.
“Lula …?”
“Perché hai ancora tanta paura? C’è papà accanto a te, zio Jared, con lui io non ce l’ho più” – disse intenso.
“Papà …?” – Jared tremò – “Glam è un uomo davvero buono, con noi amore mio … eppure io non riesco … io non ci riesco a” – si rialzò, soffocato dall’emozione.
Lula fuggì via.
“Mio Dio …” – sussurrò Jared, spaventato da qualcosa che non sapeva spiegare.


Un’enorme torta fece la sua comparsa nel salone.
Lula teneva per mano Violet e magicamente le candeline si accesero.
Glam le spense, poi le stesse ripresero vigore, con fiammelle di mille colori.
“Lula …”
“Sono candele magiche papà!!” – e scoppiò a ridere, saltellando con gli altri bimbi intorno a Geffen.
Carmela scrollò il capo – “Ecco, ve lo dicevo, sono solo scherzi” – e sorrise.
Jared le era accanto e non capì.
Colin notando la sua perplessità, lo tirò da parte per dargli le dovute spiegazioni.
Quando rientrarono per avere la loro porzione, Jared era senza fiato.
“Lo so Jay è … incredibile …” – mormorò Colin, ancora scosso, ma unicamente per la telefonata con Jude.
“Lula è speciale … non credevo a tale punto …” – e guardò Glam, che distolse immediato le proprie iridi velate di malinconia verso un’altra direzione, scontrandosi con il sorriso di Kevin.

“Auguri daddy …” – lo abbracciò, dandogli un bacio.
“Tesoro … dovremmo tornare di là”
“Tra un attimo …” – e prendendogli con accortezza il polso sinistro, Kevin accompagnò la mano di Geffen al di sotto della propria camicia, altezza cuore.
Il capezzolo del giovane reagì a quel tocco, in maniera naturale, come il resto del suo corpo, incollato a quello di Glam, costretto in un angolo in penombra.
Il chiarore lunare sembrava ondeggiare sugli zigomi di Kevin – “Ti adoro daddy … per come stanno andando le cose tra noi, per il nostro bambino … Per la tua approvazione verso Tim”
“Mi … mi confondi in questo modo Kevin … E’ un’intimità inopportuna, credimi” – ma non pensava a ciò che diceva, sembravano frasi dette da un altro, oltre sé stesso, che avrebbe voluto baciarlo, per come lo sentiva in adorazione, senza più livori: era terribilmente bello sapere che Kevin non aveva mai smesso di amarlo, ricordando il disagio nell’affrontare la sua astiosità non molto tempo prima.
“Kevin andiamo … per favore”
“Certo daddy” – indietreggiò, baciandogli le dita, poi i palmi – “Ti amerò sempre Glam”
Geffen gli segnò le sopracciglia, con i pollici – “Ti amo Kevin”
“Lo so … Anche se la nostra occasione è stata rovinata da un mare di problemi ingestibili … Ma ora mi sento realizzato e sono felice, come tu volevi daddy”
“Non smetterò … di volerlo”


“Non vedevo l’ora di andarmene, grazie per il passaggio Scott”
Il suo tono era distrutto, come il resto di ciò che gli rimaneva: una manciata di rimpianti, così gravosi da sovrastare tutto ciò di cui poteva andare fiero.
“Di nulla … Ti ho visto in difficoltà, con Jared, con Kevin, persino verso Colin, velatamente … Ti sei scopato il suo uomo in qualche anfratto di villa Meliti?”
Geffen rimase in silenzio e non era buon segno.
Scott era abituato alle sue reazioni, anche smodate, quindi provò un disagio sinistro.
“Per l’ultima volta: Jay ed io facciamo l’amore quando decidiamo di stare insieme.”
“E non vi fate problemi”
“Se pensi che sia accaduto durante la festa”
“Certo che lo penso, cazzo Glam!!” – ed inchiodò il suv, ad un centinaio di metri dalla residenza di Geffen a Palm Springs.
“Ok, chiudiamo qui questa agonia Scott, tu ed io non riusciamo più a ragionare con calma, ne ho abbastanza delle tue scenate nemmeno stessimo insieme!!” – gli urlò scendendo.
Scott stritolò il volante, poi si precipitò fuori dall’abitacolo, inseguendo l’amico a grandi passi – “Fermati accidenti!!”
Glam si voltò, infuriato – “Se non riesci a controllare i tuoi isterismi dottore, stammi alla larga perché di problemi ne ho già a sufficienza, hai capito??!”
“Io mi preoccupo della tua salute imbecille, dei capillari che ti si frantumano nel collo e sulle guance quando soddisfi i capricci di quella cagna in calore di Jared!!”
Fu uno schiaffo, soltanto uno schiaffo, ma talmente forte, che Scott, seppure ben piazzato, cadde rovinosamente sul marciapiede come se fosse un fantoccio.
Geffen lo agguantò per il bavero, scrollandolo ed inveendo- “Ripetilo!! RIPETI QUELLO CHE HAI DETTO E TI AMMAZZO VA BENE!!??”
La sua collera era esacerbata, il suo respiro gli si arroventò in gola e Scott comprese immediatamente la gravità della situazione.


“E’ davvero carino …”
“Pensavi di avere l’esclusiva dei fidanzati bellissimi Tomo?” – Shan rise solare, mentre sorseggiava l’ultimo drink, dopo avere dato la buona notte al figlio, insieme all’ex.
Denny e Josh erano giù nel salone, con chi si era attardato quanto loro.
“No, assolutamente …” – replicò il croato, con pacatezza.
“Ho sempre avuto ragazzi fantastici … anzi … ne avevo scelto uno che superava il resto del mondo in tante cose …” – divenne serio.
“Shan …”
“Lasciami finire”
“Sì … sì certo” – balbettò.
“Dovevo capire che sarebbe stato sempre un casino con te, a partire da Vicki, ma non volevo arrendermi, sapevo che saremmo stati felici … tu ed io Tomo” – ed i suoi occhi caddero su di una foto, raggruppata con altre, raffiguranti i vari genitori di tutti i cuccioli, che spesso rimanevano da Antonio a dormire, come in quell’occasione.
“Cavoli, credevo che non avrei mai più rivisto questa immagine Tomo, sai?” – disse dolce: ed era l’essenza di quel fotogramma, in cui il batterista guardava l’amico e collega dei Mars, con aria sognante ed innamorata.
Tomo perse un battito.
“Eri … eri l’unico uomo sul pianeta che mi azzerava i pensieri … e mi riempiva il cuore di lacrime … e di gioia, per quanto mi sentivo realizzato con te, Shan” – ribatté sincero.
“E’ andata così … Vorrei conservare solo il meglio di ciò che è stato”
“E … ed Owen?”
“Owen? …” – rise mesto – “Lui vive per July, mi tiene lontano da lei e farà il possibile per punirmi” – disse con un distacco insolito, per come stava soffrendo.
“Fa … fa troppo male Shan?”
Leto annuì – “Lei aveva scelto noi due Tomo, ricordi?”
Scivolarono l’uno nelle braccia dell’altro, come due correnti che andavano ad incontrarsi in un punto preciso dell’oceano: era quello il luogo dove si erano davvero amati.
Apparteneva unicamente a loro.
Per sempre.



“Mi dispiace … scusami … scusami”
Glam non lo aveva mai visto così.
Scott piangeva come un bambino, mentre lo tamponava con pezze gelide e gli iniettava uno dei farmaci, che solitamente somministrava ai malati di cuore.
“Prima mi uccidi … poi mi salvi …” – tossì sorridendo – “Ora mi allagherai la casa … Sei proprio un disastro”
Allungato sul divano, Geffen gli accarezzava il viso, mentre il medico stava seduto sul bordo, segnato dall’angoscia per avergli causato quel malore.
Gli scoprì il busto completamente, auscultandolo con l’orecchio direttamente sul petto, mentre verificava i linfonodi.
“E’ una tua abitudine visitare i pazienti così doc …? Rischi una denuncia …” – Geffen rise.
“Sei un cretino …” – disse piano, per poi abbassargli i pantaloni e ripetere l’operazione nel suo inguine.
“Ora esageri Scott …” – proseguì scherzoso, per poi chiudere le palpebre – “Sono stanco …”
“Cerca di arrivare al letto Glam … lì starai meglio.”


Colin stava consumando il tappeto della camera d’hotel, dove avrebbe incontrato Jude.
Il suo UK buddy gli aveva fatto quella richiesta ed il primo posto venuto in mente ad entrambi era il resort dove solitamente gli attori facevano riunioni con i vari registi.
Un sms lo avvisò finalmente che il taxi era partito dal Lax: Jude stava arrivando.




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