giovedì 12 luglio 2012

SUNRISE - CAPITOLO N. 152

Capitolo n. 152 - sunrise


Jared lesse il messaggio appena arrivato sul cellulare.
“E’ di Cole … mi aspetta al Green Bar per un aperitivo …” – disse frastornato.
Geffen era riverso tra i cuscini, dai quali Jared si era appena spostato, per sedersi sul bordo del letto.
“Arriverai in ritardo” – disse apatico.
Il cantante prese fiato – “Detesto questa situazione”
“Quale?”
“Questo … imbarazzo tra di noi, adesso Glam”
L’uomo si sollevò a propria volta, cercando i boxer, che infilò nervosamente.
“Siamo soltanto nella fase due o tre, non saprei.”
Jared ebbe come uno scatto – “Cosa stai dicendo?” – e per poco non stritolò il bberry intrappolato nel suo palmo sinistro.
“Fase uno: ci siamo messi insieme. Fase due: ci siamo sposati. Fase tre, ecco è questa, tu sei tornato dal tuo primo marito ed io sono stato relegato al ruolo di amante … Fa un po’ ridere!” – e con un’espressione da canaglia, irritante e dolorosa al tempo stesso, lasciò la camera, per andare nel salone.
Accese la tv e prese del cognac dal mobile apposito.
Jared lo rincorse, ancora nudo.
“Che stai facendo Glam?” – chiese preoccupato.
“Voglio ubriacarmi, non ho programmi per la serata, i precedenti sono stati annullati, quindi ora vestiti e corri a Los Angeles, è là il tuo posto!” – sbottò, senza guardarlo.
“Se sono queste le conseguenze … non ti disturberò più”
Geffen scagliò il bicchiere contro la parete, spaventando Jared, che si pentì subito per quella frase.
“Vorresti crescere, anche per soli cinque minuti!!?” – gli urlò contro.
Jared rimase immobile, gli occhi come spiritati.
Glam si avvicinò e lui si addossò alla parete, inerme.
L’avvocato inarcò un sopracciglio – “Cosa stai pensando? Che voglia alzarti le mani, eh Jared?! Ma sei impazzito!!?”
“Non ho idea di cosa tu voglia fare … so soltanto che non sei la persona che ho sposato …”
In quell’istante Geffen si accorse della fede all’anulare di Jared, la loro fede.
Un pianto terribile, investì i suoi occhi celesti – “Jay …”
Leto lo abbracciò forte, ricambiato a pieno da lui.
“Volevo stare con te … io volevo unicamente vivere insieme a te Jay …”
Il suo sconforto si sciolse in quelle parole, non riusciva a dirgli altro.
“Mi dispiace … mi dispiace Glam” – gli singhiozzò nel collo.
Era così tardi.


Colin si aggiustò la giacca scura, controllando il palmare.
Sorrise.
“Sta arrivando, ora ci faremo offrire da bere da Jared”
Jude e Robert annuirono, guardandosi di sfuggita, come imbarazzati dalla presenza di Farrell.
“Eccolo” – disse Law, indicando un suv.
Jared scese, in un completo scuro, preso nel suo armadio di Palm Springs.
Faceva parte di una serie di doni ricevuti da Glam, che lo scelse insieme a lui, dopo una lunga doccia, dove non fecero altro che baciarsi.
In silenzio, Geffen lo vestì, accarezzandolo tra i capelli, sulla nuca, dove posò altri baci, stringendolo a sé il più possibile, prima che andasse via.
“Ti … ti chiamo domani mattina … tornerò qui presto Glam … Se non vuoi io”
Geffen lo baciò con l’ultimo slancio di energie rimaste, rispondendo nella sua bocca – “Ti vorrò per sempre”
Erano una coppia, in un’anomalia d’amore, che nessuno avrebbe tollerato e perdonato.
A loro non importava, non più.

“Dove sei stato?”
“Ciao Colin … ero a Palm Springs a prendere questi, per Chris” – e mostrò degli spartiti, con dei cd.
“Le tue nuove canzoni?” – chiese lui sereno.
“Sì, vogliamo farci un disco, con Kevin, Shan e Tomo, sempre che accettino … Chris me l’ha chiesto …”
“Me ne ha accennato, progetto interessante” – intervenne Downey, distribuendo le ciotole di salatini, appena posati sul tavolino dalla cameriera.
Law non parlava.
“Jude come stai?”
“Meglio Jared, grazie” – e fece un sorriso di circostanza, tracannando il primo cocktail analcolico.
“Ok, allora brindiamo a questo album … ed ad un nuovo gruppo musicale?” – propose Farrell.
“Sarà una collaborazione … i dettagli prenderanno forma giorno dopo giorno, spero …” – abbozzò Jared.
“Purché tu sia felice Jay” – e lo travolse con un bacio, incurante dei presenti.


Glam si sentì osservato.
Strizzò le palpebre, prima di riaprirle ed accorgersi che sulla poltrona, c’era seduto Scott.
“Dormito bene?”
“Ehi … come sei entrato?”
“Qualcuno è andato via di corsa ed ha lasciato il cancelletto sul retro aperto. Ti dispiace?”
“No … no affatto” – e si erse, raccogliendo le gambe, stropicciate al lenzuolo.
Il medico notò i segni del passaggio di Jared.
“Oltre ad essere sbadato, il tuo … come definirlo? Sì insomma, il signor Leto è anche molto generoso, con te ovvio” – disse sarcastico.
“Se avessi saputo della tua visita, avrei cambiato la biancheria.” – ribatté Geffen piuttosto acre.
“Ops, sorry, per avere sparlato del tuo … eppure ancora non mi sovviene come classificarlo” – e lo fissò, accusatore.


Kurt preparò una limonata e la portò a Jamie.
Brandon era rimasto in cucina con Marc, che faticava a mangiare.

“Posso …?”
“Sì, entra … Sono crollato, nemmeno avessi preso un sonnifero Kurt”
“E’ lo shock … Domani vedrai le cose sotto ad un’altra luce Jam, credimi.”
“Non me ne farò una ragione, come vorrebbe Foster e tutti quanti voi!” - protestò vivace.
Kurt gli accarezzò i capelli, poi lo abbracciò.
“Io sono qui … Sfogati, incazzati, strepita, andiamo alla spiaggia e corriamo finché non ci scoppia il cuore” – tornò a guardarlo –“Questa, per te, è un’autentica tragedia Jamie, ma non sei da solo ad affrontarla. Quando torneremo, Marc e Julian saranno qui, pronti ad amarti ed a dipendere dal coraggio che hai sempre dimostrato … Coraggio, è segnato sulla tua pelle, ma soprattutto è indelebile nel tuo carattere, ok?” – ed indicando il tatuaggio, sulla schiena del ballerino, Kurt fu molto convincente.
“Ok … ma Marc voleva un altro bambino … come posso darglielo?” – si schernì, poi rise amaro –“Dio, ne parlo come se fossi io a concepirlo”
“Ed è così Jam!” – Kurt prese fiato – “Ascolta: il vostro proposito, l’amore che ci metterete in questo progetto, sarà proprio come una gestazione, fino a quando lo concretizzerete, dando una sorellina od un fratellino a piedini ciccioni” – e sorrise radioso.
“Tu … tu credi …?” – balbettò, tremando.
“Certo.”
Jamie riaffondò nella spalla di Kurt, piangendo piano – “Ti voglio bene” – mormorò con timidezza.
“Io ti adoro Jam” – e lo baciò sulla tempia, paterno.


“Passerai la tua vita incazzato con me Scott?”
Passeggiavano sulla sabbia.
“Può darsi”
“Tempo sprecato, come quello che io, secondo te, trascorro con Jared, così siamo pari” – e rise svogliato.
“Stiamo diventando due estranei Glam” – disse fermandosi.
“No, non credo”
“Sei ottimista”
“No, ribadisco il concetto iniziale: tu mi massacri ed io cerco di recuperare la nostra amicizia ed era lì che avremmo dovuto fermarci Scott” – ribatté pacato.
“Appartieni a lui? E’ questa la realtà Glam? Se solo osi avvicinarti ad un’altra persona, Jared corre qui, si fa scopare ed ogni cosa torna al suo posto?!”
Geffen ebbe l’impulso di schiaffeggiarlo, poi si sentì orribilmente stupido.
Riprese a camminare.
“Per quanto gli ho promesso, io sono impegnato con Jared, argomento chiuso!” – sembrò ruggire, allontanandosi.
Scott tornò all’auto, mise in moto e si diresse sul lungo mare, senza meta, anche quella notte.


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