Capitolo n. 156 - sunrise
Scott lesse con attenzione i referti, che Sveva aveva lasciato a Geffen.
“Lei dov’è ora?”
“A casa sua … Con la sorella, la madre, credo” – rispose afflitto.
“A proposito … Buon compleanno Glam” – e sorridendo gli porse un pacchetto.
“Ti ringrazio Scott … sono un pessimo festeggiato, ma sono in ansia per Sveva ed il bimbo, non riesco a pensare ad altro”
“Lo so. Come avete interagito?”
“Con la massima calma e … disperazione da parte mia … così Sveva, certo”
“Devo parlarne con Tyron, ma io tenterei, i suoi valori sono ottimi, è una donna in piena salute”
“Non può morire per …” – Glam strizzò le palpebre – “E’ successo … poteva diventare qualcosa di meraviglioso, un bimbo, ma con chi, con me!”
“Solo perché non avete un contratto che vi lega”
“Appunto Scott!”
“Non dire cretinate, non vorrai mica … sposarla?!”
“Ciao Jared … Come sta Glam?”
“Hai saputo Colin?”
“Sì … Ho ricevuto un’e-mail da Kevin”
“Anch’io … Non so cosa pensare”
Farrell si strinse nelle spalle, accomodandosi accanto a Leto, sopra al muretto, che circondava la loro proprietà: “Pessimo b-day” – sussurrò l’irlandese, fissando il vuoto.
Vassilly fece accomodare con estrema gentilezza Sveva sull’hummer, per poi scortarla sino al living di Palm Springs, con una contrastante galanteria, se paragonata alla sua mole.
Lula era già in piscina a fare tuffi insieme a Tim e Kevin, che seguivano la scena oltre le vetrate.
Tyron parcheggiò la sua Porsche nel viale e Scott gli andò incontro, ringraziandolo per la celerità.
Geffen ricevette Sveva, con un sorriso.
“Ciao cara, come andiamo oggi?
“Buongiorno Glam … Sto bene, ho preso le vitamine, non smetterò finché” – si interruppe.
“Accomodati, ti porto una bibita fresca …”
“Auguri Glam …” – disse timidamente, porgendogli un cofanetto.
“Non dovevi Sveva … anch’io ho un dono per te, ma ne parleremo dopo, quando i dottori se ne saranno andati … ed anche il mio ex, con il suo ragazzo” – disse scrutandola.
Tyron aggrottò la fronte, poi si strofinò il mento.
“I miei colleghi sono ottimi professionisti, ma non hanno preso in considerazione la nuova apparecchiatura, progettata nel Medical Center di Boston.
“Non me ne hanno parlato …” – disse Sveva perplessa.
“E’ un aggeggio fantastico, per dirla in parole povere rispetto a tutti questi termini scientifici, che leggo qui signora … Funziona ad ultrasuoni, niente di invasivo, a parte un liquido, che viene ingerito due ore prima dell’operazione e che rende malleabili i tessuti del nascituro a questa modifica necessaria al suo cuore, per funzionare perfettamente.”
“Non ci sono rischi …?”
“Diciamo che occorre verificare la compatibilità del suo sangue al farmaco reagente, si procede con un prelievo e semmai, in un range del 3% il massimo che le può capitare è un’orticaria post operatoria, curabile con del semplice cortisone in pomata.” – sorrise.
“E se … fosse oltre il 3%?” – si intromise Scott.
“Allora occorrerà una pre-terapia al cortisone, tramite iniezioni, con verifica dei valori glicemici: si rischia il classico diabete da gravidanza, ma oggi niente insulina, solo qualche flebo di Xintin … Certo sono effetti collaterali sgradevoli, magari li evitiamo, non dobbiamo essere pessimisti.”
“E se l’operazione non riuscisse?” – chiese Sveva, ancora dubbiosa.
Tyron abbassò la testa – “Premesso che dobbiamo agire entro i prossimi quindici giorni, lei verrà monitorata fino al decesso del bimbo, dopo di che si procederà all’aborto chirurgico … a meno che lei non voglia farlo immediatamente, nel caso in cui io fallissi.”
“Devo … devo pensarci … Non è semplice essere motivati nella mia situazione.”
Geffen la cinse per le spalle, erano entrambi sul divano.
“Sveva ora abbiamo le idee chiare, quindi se volete lasciarci soli, ne parliamo, tu ed io … Grazie infinite Tyron, entro domani avrai la nostra risposta”
Lei ebbe un tremito, Scott puntò severo Glam, che li congedò, senza fretta.
Uscì per dire a Kevin e Tim cosa fosse accaduto, mentre Lula correva tra la doccia e lo scivolo, per poi sparire in casa.
“Ehi soldino torna qui!” – gli urlò dietro Glam, ma fu inutile.
“Forse prende dei giochi … noi aspettiamo qui daddy”
“D’accordo, a dopo …”
“Ti dispiace se andiamo al piano di sopra, Sveva?”
“No, affatto …”
“Bene … I tuoi familiari sono al corrente?”
“No Glam, solo mia sorella.”
“Ok … Mettiamoci qui” – ed entrarono in un salottino vista oceano, molto accogliente.
“Carino … e quelli?”
“Uno spuntino, sono salatini che compro qui all’angolo … C’è del sidro di mele, so che non bevi alcolici”
Sveva sospirò – “In effetti c’è poco da festeggiare … però ho molta fame!” – e sorrise.
“Buon appetito allora … a tutti e due” – e le accarezzò la pancia, un gesto per lui usuale.
“Sei un uomo premuroso … Non mi hai abbandonata durante questi mesi Glam” – disse serena.
“Tu sei generosa e senza secondi fini, una persona in gamba, che ha tutto il diritto di scegliere, senza rendere conto a nessuno.”
“Ero … felice di diventare mamma … forse non sembra, ma …” – si commosse.
Geffen la strinse sul petto – “Tesoro non lo metto in dubbio … Solo che ognuno di noi ha bisogno di presenza, di appoggio, di … incentivi, per affermare i propri desideri”
“Sì … è vero …” – replicò lei smarrita.
“E’ …” – deglutì – “E’ per questo che …” – prese un astuccio in velluto – “Sveva io vorrei … vorrei sposarti” – ed aprendolo, svelò un anello in brillanti e smeraldi, in stile con i gioielli, che l’insegnante indossava, lontana dal lavoro.
“Glam … Mio Dio …”
“Non darmi una risposta subito … pensaci … entro domani comunque” – e rise nervoso.
“Mi hai … spiazzata … Posso avere un po’ d’acqua?”
“Sì, sì certo, torno subito”
Al di là della porta, Geffen ebbe una sorpresa.
“Ciao papà”
“Lula …?!”
“Che pensi stia succedendo Kevin?”
“Non ne ho idea … Di sicuro Glam non lascerà niente di intentato”
“Scott e Tyron sembrano ottimisti”
“Sì, ma la vita in gioco è quella di Sveva, oltre ad un figlio, che dovrà crescere da sola, come single insomma”
“A meno che” – Tim lo fissò.
Kevin prese fiato – “Andiamo in spiaggia … So a cosa stai pensando”
“Ti dà fastidio l’idea?”
“Per me è stato terribile scoprire il tradimento di Glam, con una donna per lo più, senza contare i miei sentimenti quando abbiamo scoperto che era incinta” – spiegò secco.
“E’ stato umiliante, Kevin?”
“E’ stato troppe cose … Ma quel cucciolo non potrebbe avere padre migliore di Glam, credimi.”
C’era tensione, che Tim sentì vibrare nel tono di Kevin e nel proprio stomaco.
Si alzò prendendo per mano Kevin: lui gli diede un bacio e poi gli sussurrò un “Perdonami …”
Geffen aprì il frigo, recuperando una bottiglietta di Evian.
“E così potrei avere una mamma?!”
“Lula … sì, in un certo senso …”
“Maddaiii!!” – e scoppiò a ridere, rincorrendo Glam intorno alla penisola della cucina.
“Lula ne parleremo più tardi …”
“No!” – affermò serio, bloccandosi davanti a lui.
Glam si accovacciò.
“Soldino …”
“Ma tu sei già sposato con zio Jared!! E tu ami zio Jared! Negalo!” – e gli puntò l’indice, corrucciando le labbra carnose.
Geffen strabuzzò gli occhi, poi incrociò il sorriso di Sveva.
“Lula ha ragione Glam …” – disse lei, con un misto di rassegnazione, ma senza alcuna tristezza.
Lula arrise alla sua comparsa, dirigendosi da lei e prendendole le mani.
“Ciao signora maestra!” – e fece un saltello.
“Ciao angelo mio …”
Lula inclinò il capo, poi sfiorò la rotondità di Sveva, che ebbe un sussulto.
“Tu non lo sai, ma qui c’è l’amore più grande di papà Glam …”
“Sì Lula, ma …”
Lui le riprese i polsi, iniziando a cantare una nenia sconosciuta.
Sveva era come ipnotizzata da quella musica, Geffen immobile nell’osservare le gesta del figlio.
“Ti piace …?”
“Sì … è molto dolce Lula …”
“La cantava mamma, quando io dormivo in lei, respiravo, sorridevo …”
“E la ricordi …?!” – chiese piano.
“Chiudi gli occhi … l’hai già imparata e non lo sai” – e Lula riprese a modulare la melodia, mentre Sveva ripeteva le strofe.
Improvvisamente le sembrò di vedere il bimbo, dentro di sé.
Lula sorrise – “Non è stupendo il mio fratellino …?” – bisbigliò.
Lei ebbe come una scossa – “Dio … devo sedermi”
“Sveva …!?”
Lula non lasciò la presa, piazzandosi al suo fianco.
“Signora maestra, non dimentichi … Sarà l’amore più grande per papà Glam”
“Sì … sì lo so Lula … Farò l’intervento, a Boston.”
Lula le si appese al collo – “La mia mamma non ti lascerà da sola” – le sussurrò, per poi scivolare via, verso la sua cameretta.
Glam le porse il bicchiere – “Sveva, ma …”
“Adesso non ho più paura.”
Geffen arrivò sulla soglia e lì rimase, come cristallizzato.
Lula era sul tappeto dei giochi, avvolto in una luce dorata, le sue costruzioni giganti roteavano intorno ed una figura femminile gli scompigliava i capelli.
Lui sorrideva, annuendo a lei, che dopo alcuni istanti svanì.
“Lula …”
I cubi, le sfere, le piramidi, rimasero in aria per un minuto circa e poi caddero sul pavimento.
Lula rise allegro.
“Ciao papà …”
LULA
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