Capitolo n. 148 - sunrise
Camminare a piedi nudi sulla sabbia, alle sette della mattina: Geffen adorava farlo, in solitudine, dopo avere detto a Lula di non svegliare Kevin e di riposare ancora insieme al peluche Brady.
Il broncio di soldino di cacio era stato esaustivo: gli ci voleva una bella mezz’ora e qualche biscotto al cioccolato per riprendersi, quindi, in mancanza di ciò, preferì raggomitolarsi nel lettone, con il suo amico di pezza.
Fissava l’orizzonte, immobile, il b-berry nella tasca posteriore dei pantaloni bianchi arrotolati sopra le caviglie, la camicia azzurra aperta completamente, il colorito ambrato, di chi ama il sole e crogiolarsi ai raggi primaverili.
Guardarlo, per Kevin, restava un’emozione unica.
Bruciò passi veloci, per giungere a lui, con un sorriso – “Buongiorno Glam.”
“Tesoro … ciao, passata bene la notte?”
“Sì … forse ti abbiamo disturbato, Tim ed io …?” – domandò arrossendo.
Geffen lo scrutò, turbato da quella sua innata sensibilità.
Gli accarezzò il volto – “Siete giovani e dovete cogliere il meglio dalle vostre vite.” – affermò sereno.
“Daddy ascolta … è stato generoso ospitarci … volevo ringraziarti … anche Tim.” – e rise nervoso, respirando il profumo lasciato dal palmo di Geffen, sul suo collo, dove quella carezza andò a spegnersi.
“Non ce n’è bisogno, desidero armonia intorno a te ed a me Kevin, con nostro figlio in cima ad ogni nostra scelta. Sai che sono contento per come stiamo parlando, ora?”
“Anch’io lo sono daddy …”
“Perfetto” – sorrise – “è un progresso notevole, nel nostro interagire o, detto con il cuore, è un volersi bene rinnovato per noi” – a quel punto gli si parò davanti, posando le mani sulle spalle di Kevin, che ebbe un tremolio percettibile.
“Glam ci sto provando … con tutto me stesso”
“E ci riesci alla grande Kevin. Ti sei comportato in maniera speciale, anteponendo il mio benessere a qualsiasi tua esigenza. Seppure io abbia ricambiato in minima parte, con sincerità, è un nulla in confronto alle tue dimostrazioni di amore e conforto”
“Così mi farai commuovere” – ribatté schernendosi.
“E’ la verità, nessuno potrebbe sfuggirle, tanto meno io, che mai ti ho meritato: ho preso decisioni per entrambi, negandoti il mio appoggio nel momento più buio, parole tue Kevin, sacrosante, credimi, però confermo che era necessario … Ora, vedendoti con Tim, so di avere fatto, finalmente, una scelta per te … Tu mi manchi, non dubitarne e non farlo nemmeno per l’amore e l’affetto, che ci uniscono, ma devi guardare avanti, insieme a lui” – lo strinse – “… Fallo per me Kevin, un’ultima volta … E sarò felice”
“Jude non ti alzi …? Io devo uscire”
“Dove vai?”
“Da Chris, te l’ho detto ieri sera”
Law rise malizioso – “Veramente hai detto altre cose, irripetibili, mentre ti prendevo sul davanzale del soggiorno” – e si nascose sotto al guanciale in damasco verde.
Downey fece la sua classica smorfia alla Kermit – “Sì, in effetti …”
“Ok, preparo la colazione a Camilla, tu la farai con Christopher?”
“E Steven, mi auguro, oltre a Clarissa … Sicuro di non volerti aggregare?”
“Sì Rob … Preferisco aspettare la cena di domani con loro, a villa Meliti”
“Hai notizie di Colin e Jared? Ci saranno?” – domandò distrattamente l’americano, allacciandosi la polo.
“Probabile … Volevo appunto sentirmi con Cole … Ti dispiace?”
Robert lo puntò, con piglio severo – “Se fa riemergere ricordi spiacevoli e ti disturba, non farlo Jude: per il resto non ho niente contro la vostra amicizia, però vedo che stai … guarendo” – sorrise amorevole, sedendosi con lui, contro la testata e baciandolo sulle tempie – “Piuttosto vuoi parlare con Brandon?”
“Magari da Antonio … o forse no Rob” – disse mesto.
“Non sentirti forzato in alcuna direzione piccolo … Torno per pranzo, magari andiamo in spiaggia, da Lennox, che ne pensi, prenoto?”
“Ok … Camilla ed io saremo pronti” – e lo baciò, mozzandogli il fiato.
Una Londra piovosa accompagnò i giorni di Shannon.
Aveva visto la figlia in presenza di Owen e la sua eccentrica famiglia: i loro sguardi, che mai si erano convinti della loro convivenza, adesso gli pesavano come macigni.
Finì la seconda birra, al pub dove Josh gli aveva dato appuntamento: erano andati al cinema la sera prima, continuando ad alloggiare sotto il medesimo tetto, esplorandosi a distanza.
Il carattere di Austin era di mille colori e sfumature: il primo aggettivo, che poteva venirti in mente, era “educato”, anzi, “garbato”.
Josh sembrava abitualmente riflettere prima di affrontare anche la più innocua delle conversazioni: era simile ad un ombrello, protettivo ed abbastanza grande per ripararcisi anche durante la tempesta peggiore.
La litigata con Rice non si poteva definire diversamente.
Shan era esausto: gli insulti si erano accavallati alle sue proteste, concretamente limitate, per convalidare i propri diritti su July.
Owen la considerava una sua proprietà e, tra loro, l’unico ad essere degno di farle da padre: un’assurdità.
Leto provò l’impulso di cercare Tomo, per una minima consolazione, anche se a distanza: sapeva che ne sarebbe rimasto deluso.
L’ex e Denny erano volati in Egitto per una luna di miele lampo: anche Tomo e Shannon aveva visitato quei luoghi, in diverse occasioni, costantemente ricche di emozioni, agli albori del loro rapporto e della piena consapevolezza riguardo ad esso.
“Dimmi come posso aiutarti e lo farò”
“Josh … da quanto sei lì …?”
“E tu da quanto hai questa faccia triste? Mi distrugge saperti disperato e sconfitto … ti ho sentito piangere all’alba …” – disse prendendo posto al suo fianco.
Shannon lo osservava, stupito.
“Perché stai cambiando, con me, Josh …?”
“Forse il motivo è che non desidero altro” – replicò istintivo, ma con pacatezza nel tono.
Al batterista dei Mars sembrò che la scena fosse irreale: Josh era bellissimo, Shannon si sentiva inadeguato eppure quello splendore si era accorto di lui.
“Siamo lune troppo distanti” – disse mesto, prendendosi la faccia tra le mani.
“Eppure sembriamo andare nella stessa direzione Shan” – mormorò Josh, sciogliendo quella difesa, impadronendosi dei suoi polsi, ritrovandosi bocca a bocca con lui, che, nonostante l’esperienza, provò come un mancamento.
Sarebbe rimasto, nei ricordi di Leto, come il bacio più inatteso e, probabilmente, più bello della sua esistenza.
“Scott su quale pianeta stai vegetando?”
La risata della collega di cardiologia, lo riportò al tavolo del locale in centro, dove solitamente invitava le sue conquiste.
“Perdonami Gloria … ho dei … problemi”
“Se non ti conoscessi alla perfezione, penserei che sei innamorato”
Il medico fece spallucce – “Figurati … Sei di turno?”
“Sì … ci speravi?”
“No Gloria”
“Bugiardo!” – rise di nuovo, rassegnandosi alla mancata occasione con Scott, che stava perdendo la sua aura di conquistatore impenitente e, soprattutto, superficiale.
“Papà!!”
“Christopher, mio Dio sei davvero qui …”
Si strinsero così intensamente, che se non fosse stato per i vagiti di Clarissa, niente avrebbe potuto separarli.
“Vieni … ti presento la tua nipotina, se posso definirla tale, Robert”
“Certo che puoi tesoro …” – e si diressero nella cameretta nel soppalco del loft.
“Dovremmo comprare una casa più spaziosa papà … eccola qui”
“Stupenda … vieni qui cucciolina … Somiglia a Camilla” – e la avvolse amorevole, cullandola.
“Vero? E’ una bambola …”
“Già la amo … e Steven?”
“In ospedale, a riorganizzarsi, ha preso un caffè al volo, rinunciando al nostro lauto pasto … Ti fermi anche per l’aperitivo?”
“Porto Jude fuori, magari un’altra volta … Poi ci vedremo da Antonio …”
“Ok papà … fatti guardare … Accidenti che fisico, ma quanta ginnastica fai?”
“Parecchia … sai una parte nel nuovo film di Kolian … Stiamo girando in Francia”
“Me lo hai scritto. Le diamo il biberon?”
“Provvedo io … mi sento molto nonno ahahhah”
“Un nonno fantastico” – ribatté Chris ispirato.
“Faccio il possibile. Hai progetti?”
“Ho scritto delle canzoni, poi sono in contatto con Jared e Kevin, forse faremo qualcosa, anche con Shan e Tomo …” – si rabbuiò un minimo.
“Hai … hai saputo di lui e Denny?”
“Sì, w gli sposi, ci siamo congratulati con Steven … Noi abbiamo la nostra strada segnata e senza ostacoli: lo amo papà ed ho archiviato il passato” – disse convinto.
“Ne vado fiero Christopher, hai superato i tuoi incubi, sei proiettato verso il futuro e sarai appagato con il tuo dottore” – sorrise, dandogli una carezza sulla fronte, dove posò un bacio.
Chris si rannicchiò sotto alla sua ala, mentre al lato opposto Downey sosteneva Clarissa, che beveva tranquilla, sorridendogli con gli occhi scuri ed immensi.
Robert si sentì in pace con sé stesso, dopo un lungo periodo, che voleva dimenticare, per sempre.
IAN SOMERHALDER is Chris
JOSH DUHAMEL is Josh
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