Capitolo n. 267 - gold
Jude raccoglieva rose nel parco di villa Meliti: la residenza di Antonio era stata designata come zona neutrale, dove Farrell avrebbe incontrato i figli; ormai succedeva da una settimana e Law spesso gli teneva compagnia.
Robert preferì occuparsi di Jared, che non voleva parlare a nessuno, ma con lui almeno trovava la forza di pronunciare monosillabi e non piangere per almeno dieci minuti consecutivi.
La notte assumeva sonniferi per dormire ed a tavola era praticamente assente da giorni.
Si stava riducendo uno scheletro, sopperendo alla mancanza di energia con decine di pasticche vitaminiche.
Una situazione che doveva cambiare subito.
“Sai cosa mi sono inventato per fare mangiare Camilla? Il mago degli hamburger!” – e rise, mentre gli preparava un panino con una bistecca di soia ed insalata.
“Mi sono portato il kit: ecco vedi Jared, questo berretto, che la fa ridere, non so perché …” – era un buffo copricapo, a strisce bianche e rosse, con due manine ai lati giallo vivo, collegate ad una cordicina, che le faceva battere sopra alla testa di Downey.
Jared sorrise, poi rise proprio, coprendosi la bocca con la mano destra.
Robert sgranò gli occhi profondi – “Sei come un bambino …” – mormorò, per poi stringerlo, accogliendo i suoi singhiozzi – “Non so perché Colin l’ha presa tanto male, ma proverò a parlargli, vuoi …?”
Jared fece di no con il capo, staccandosi piano da lui – “Non serve Rob … questa volta ho fatto del mio peggio … gli ho mancato di rispetto, mentre lui dava il massimo per la nostra relazione, con pazienza ed amore assoluti … Non merito il suo perdono e non merito più Colin nella mia vita.”
Miss Wong e Simon scortavano i bimbi di Colin ad ogni visita.
“Dov’è Isotta?”
“E’ rimasta a casa, ha una leggera febbre, il pediatra l’ha visitata ed ha detto che si tratta soltanto di una colica.” – rispose la governante, intimorita dal tono dell’attore, freddo e severo.
“Dovreste avvertirmi quando mia figlia ha un problema di salute.”
“Lo faremo la prossima volta …” – replicò lei esitante.
“Forse non sarà necessario.” – e si allontanò per raggiungere Rebecca e Violet, che stavano giocando con Lula.
Kevin era in visita ad Antonio, per una faccenda legale, legata al testamento.
“Come vanno le cose ragazzo?”
“Nonno io non so quanto potrà reggere Jared … è uno straccio.”
“Si sta ammazzando, vero? Tuo marito cosa pensa di fare? E tu? Non vi sentite responsabili quanto Jared?”
“Certo … certo, io ho provato a parlare con Colin, ma lui non mi saluta neppure più e per quanto riguarda Glam, ha ricevuto stamani le pratiche dal legale di Farrell, per il divorzio e l’affido esclusivo dei figli …”
“Cosa?!!” – tuonò voltandosi verso di lui.
“I nostri matrimoni sono legali, lo sai, ormai non ci sono più differenze …”
“Conosco la legge e ne sono felice, per i diritti parificati, ovvio, ma al di là della forma, la sostanza è un vero disastro Kevin!”
Geffen parcheggiò l’auto oltre il cancello ed entrò a piedi, dirigendosi con una busta azzurra verso Colin, che appena lo vide, chiese alle bambine di andare in casa con Lula, per fare merenda insieme a Carmela.
“Papa’!! Noi andiamo a mangiare!” – “Ciao soldino di cacio … ciao Becki, Violet …”
“Ciao zio Glam!!” – e gli volarono tutti al collo, dandogli dei sonori baci.
“Andate, svelti! A dopo …” – disse loro sorridendo.
Appena furono distanti, tornò a fissare Farrell, ormai seduto su di una panchina.
“Che diavolo sono questi??!!”
“Buongiorno Glam.” – disse guardando altrove.
“Colin noi dobbiamo parlare e dobbiamo farlo subito!” – ringhiò.
“Di cosa? Ero stato chiaro, non faccio scenate qui, ma le nostre comunicazioni devono avvenire solo per via legale.” – ribattè calmo.
“Non ti permetterò di portare via i bambini a Jared, sappilo!”
“Lo so che farai il possibile, ma dovresti scegliere una strategia diversa e concentrarti su come spiegargli che è la cosa migliore per lui e per tutti noi.” – si alzò, inforcando gli occhiali scuri – “Così avrà tempo per sé stesso, le sue stronzate, i suoi amanti, avrà tempo anche per te, tanto siete un bel trittico, anzi, chiamerete persino quel tuo amico, è perfetto, suppongo.” – concluse serafico, salutandolo senza ascoltare repliche.
Geffen era impietrito.
“Abbiamo un’intervista con Derado, ci vieni Colin?”
“No Jude, ho già spiegato a Phil che andrò alla prèmiere di New York a settembre e nulla di più.”
Erano in auto, diretti agli studi di una rete televisiva.
“Ok … volevamo invitarti a cena, Robert ed io.”
“Ti ringrazio, ma preferisco starmene per conto mio.”
“Forse pensi che vogliamo tenderti una trappola …” – sorrise.
Farrell rimase serio, accostando – “So che non lo fareste mai. Comunque meglio evitare, poi ho altri programmi per la settimana, grazie Jude, salutami Derado.”
“Va bene … abbi cura di te e chiama ad ogni ora, se hai voglia di parlare o sfogarti …” – accennò timidamente.
“L’ho fatto già abbastanza, adesso vorrei occuparmi di me stesso.”
In quell’istante il suo cellulare suonò.
Farrell sembrò temporeggiare nel rispondere, così Jude scese in fretta, lasciando, però il finestrino abbassato.
“Ciao Sonia … sì sono in giro … ok, ti passo a prendere.”
Law ascoltò quelle poche parole, prima che Colin ripartisse: ebbe come una morsa allo stomaco.
“Sonia chi?” – domandò Downey, mentre vestiva Camilla per andare a nanna.
“L’unica Sonia che conosca è quell’attrice che lavorava con noi a Vienna, una delle cortigiane, era irlandese, scherzava spesso con Colin, concentrati Rob!”
“Mi concentro, ma non … aspetta, sì, la ragazza con gli occhi verdi!”
“Giusto, proprio lei, ma abita qui?”
“Sì, non era proprio nella zona sud? Francamente non ho presente i loro discorsi Jude, ma tu pensi che Colin abbia una storia con lei …?!”
“Diciamo che il tono era … sai, insomma, un attimo prima acido e corrosivo, poi lei telefona e Colin cambia espressione …”
“Non ci credo, sarà una semplice amicizia.”
Il giorno dopo, alcuni siti riportarono delle immagini di Farrell all’uscita di un noto locale, con al braccio la collega Sonia Dunst.
Shannon le vide prima degli altri, quasi per caso.
“Owen dovresti venire qui … cosa ne pensi?”
“Che succede tesoro?”
“Mio cognato … ex cognato … sì insomma Colin, qui dicono che esce con questa tizia.”
Rice fissò il monitor – “Credo che abbia il diritto di andarsene a cena con chi gli pare, ma da qui a dire che ha una relazione ce ne passa.” – disse convinto.
Shannon strizzò le palpebre, massaggiandosi la nuca – “Purtroppo le apparenze a volte feriscono più di qualunque verità amore … cazzo, speriamo che Jared non veda questa roba, Colin è davvero impazzito …”
“Forse lo fa per il giudice e l’affido … propone una coppia classica … Finge di avere una compagna e magari spera in una corte di retrogradi …”
“Vado da Jared, vieni con me?”
“Certo, preparo July ed usciamo, dammi dieci minuti.”
Jared si era isolato dal mondo, ma il contatto con i pochi amici in giro per il mondo, con cui non aveva mai perso il dialogo, lo manteneva attraverso Twitter, dove spesso pubblicava immagini buffe o curiose, spesso scattate in viaggio.
Quando qualche fan gli postò quelle del compagno, ebbe un senso di smarrimento e poi diede di stomaco quel poco cibo assunto a colazione, con fatica e solo dietro le insistenze di Rebecca e Violet, che iniziavano a notare i suoi sbalzi di umore, collegandoli alla lontananza di Colin, motivata con scuse ormai banali e scarsamente credibili.
Shannon lo trovò coricato e tremante, il cellulare a pezzi in un angolo ed una bottiglia di gin vuota a metà.
“Jay!!”
“L’ho perduto … l’ho perduto Shan …”
“Non dire stronzate … adesso ti fai una doccia ed andiamo a farci un giro, ma soprattutto devi mangiare qualcosa, avanti!!”
Justin era tornato da Brian, chiedendogli semplice ospitalità finchè non avesse trovato una sistemazione altrove.
“Puoi restare fin che vuoi … ma io speravo che …”
“Non adesso Brian e non farmi pressioni, diversamente tolgo il disturbo e ci lasciamo in pace a vicenda.” – disse risoluto.
“Colin come sta …?”
Justin lo folgorò con lo sguardo, stupendosi di quell’interessamento inconsueto, ma poi riprese il controllo delle proprie emozioni – “E’ come … spezzato … Jared lo ha tradito con Kevin, non conosco i dettagli e non mi interessano, ma ormai è evidente che quei due si sono sparati a vista come cecchini, buttandosi tra le braccia di altri, senza … senza un motivo apparente, visto che si amavano … forse era troppo questo amore per due persone, ingestibile …”
Brian si avvicinò cauto – “Esistono relazioni in cui si ha paura di essere felici e ci si complica l’esistenza in modo assurdo …”
“Hai ragione, quando si potrebbe essere sereni, la mancanza di fiducia rovina il dialogo.”
Brian tirò su dal naso, senza nascondere la sua commozione – “Muoio dalla voglia di baciarti Just … è così difficile starti vicino, ma … voglio lasciarti respirare …” – disse smarrito.
Justin lo abbracciò, dandogli un lungo bacio.
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