giovedì 29 settembre 2011

GOLD - CAPITOLO N. 266

Capitolo n. 266 - gold


Colin stava divorando con i propri passi il percorso che lo separava dalla propria auto.
L’aveva parcheggiata lontana dalla zona in cui la festa si stava animando di musica e risate.
In un angolo scorse Justin e Brian, che stavano discutendo.
Ascoltò solo un “Just non la vuoi capire che questi tuoi atteggiamenti mi danno fastidio!!?”.
Cambiò direzione, piombando su di loro: Justin aveva gli occhi lucidi, ma non si rese conto della mossa repentina dell’attore, che lo afferrò per un polso, portandolo via.
Brian rimase attonito, il tutto si svolse in pochi istanti.
Il suv partì sgommando, dopo che Farrell aveva messo le sicure: “Allaccia la cintura e vieni con me adesso!”
Justin era senza parole, ma non si oppose a quel rapimento a sorpresa.


Shannon chiuse la porta con calma, posando poi lo sguardo sulla schiena del fratello.
Jared era chiuso in un mutismo doloroso, da quando avevano lasciato la Joy’s House, dirigendosi a Los Feliz, per passare la notte a villa Rice.
“Ti preparo un bagno caldo … poi se te la senti parliamo …” – mormorò il batterista, dandogli un bacio tra i capelli.
Il cantante dei Mars era ricurvo su sé stesso, accartocciato sul letto, le iridi vitree.

Glam e Kevin avevano provato a rianimarlo da quello stato catatonico, ma era stato inutile.
Hopper si isolò, provando a capire cosa fosse accaduto: fu Glam a spiegargli l’accaduto.
“La nostra è una famiglia piena di casini, drammi, ma anche tanta gioia, il che si sta dimostrando un evento piuttosto raro Marc.” – disse sconsolato.
“Mi dispiace per Jared, sentirsi dire quelle cose … cioè se il suo compagno era tanto furioso devo pensare che ci fossero degli arretrati di incazzatura …”
“Simpatico definirli così …”
“Ho visto nel tuo studio degli scatti di Jared …”
“Lui è stato il mio primo amore, immenso, difficile ed impossibile. Ci siamo dati un’occasione ad Haiti, ero lì per la mia fondazione e lui volontario, in fuga da Colin, dopo un anno in cui questi lo aveva trascurato in modo estremo … E’ una storia lunga Marc, ma ci siamo fatti del male a vicenda, perché tanti anni fa io stesso ho avuto una … una sbandata per Colin appunto …”
“Miseria Glam, ora inizio ad inquadrare il problema di fondo … un’autentica collezione di rancori e recriminazioni …”
“Kevin e Jared si sono semplicemente consolati, del resto mi amano entrambi, non posso negarlo, ma nel mio cuore ora c’è posto solo per il mio sposo, per il padre del nostro Lula … a proposito, i bambini sono stati sistemati?”
“Sì, credo pensino sia un gioco, anche se il maggiore dei figli di Jared … cavoli non ricordo mai i nomi!” – “Yari ...” - “Sì, a lui Kevin ha detto la verità. Robert e Jude si sono occupati di Isotta, così come di Violet e Rebecca, sono stupende …”
“Sì ed ora hanno perso nuovamente un genitore … Colin è andato via con Justin, se Brian li trova prepariamoci al peggio.”
“Non dire assurdità Glam, non penso faccia dei gesti estremi … o sbaglio?”


Justin stava appoggiato alla parete dell’ampio living, in quella suite enorme, dotata di piscina panoramica, a picco sull’oceano: non era mai stato in posti simili, eccessivamente lussuosi per il suo target, ma non per quello di Farrell, che non si stupiva più di nulla in certi contesti.
L’attore irlandese era seduto su di un divano angolare, davanti ad una parete a vetri all’inglese celesti, profilati di bianco.
“Cosa ci facciamo qui Colin …? Perché non torniamo a casa?”
“Io a casa non ci torno. Non ho più una casa dove tornare … detesto ogni cosa mi ricordi Jared. Anzi … mi viene il vomito al solo pronunciare il suo nome!” – ruggì stravolto.
“Temo non faccia bene alla tua salute adirarti in questo modo … in auto mi ha spiegato il motivo di questa tragedia, ma cosa pensi di dimostrare trattenendomi qui con te?” – chiese mantenendo un’apparente tranquillità.
“Nessuno ti costringe Justin, vattene pure se vuoi.” – replicò risoluto.
Il giovane scivolò sino a sedersi – “Francamente non ci tengo dopo l’ennesima scenata di Brian … mi soffoca appena parlo con qualcuno, stasera con Marc ad esempio.”
“Marc chi?” – domandò sommesso.
“Hopper, l’amico di Geffen … credo tu l’abbia conosciuto nel modo peggiore.”
“Cazzo è … era lui … ma non mi importa! Si fotta anche questo Hopper, sarà della stessa stirpe di Glam.”
“E quale stirpe sarebbe?”
“Dire stronzi è un eufemismo Justin. Ho un mal di testa che mi sta uccidendo, ha un’aspirina?”
“No, ma ne ho viste nell’armadietto dei medicinali, in bagno … Te ne prendo subito una.”
“Grazie … sei davvero gentile.”
“No, sono pazzo a rimanere, ma sei in uno stato tremendo e non voglio mollarti proprio adesso Colin.”
“Ho voglia di bere, ecco … potrei ordinare qualche bottiglia … oppure …”
“Oppure niente: prendi due di queste e fila a dormire, io mi piazzo sul divano, tanto è comodissimo.”
Farrell sorrise a metà – “Mi stai salvando la vita una seconda volta? Forse era meglio se ti risparmiavi il disturbo, sarei già in un posto migliore adesso.” – ed inghiottì un singhiozzo amaro.
“Chi è lo stronzo adesso? … Hai dei figli, pensa a loro, accidenti …”
“Li rivedrò presto, ma non alla End House. Glieli strapperò dal cuore, i bambini non devono restare sotto allo stesso tetto di quel bastardo!”
Justin fece un passo indietro, con aria sbigottita: “Stai dando i numeri Colin??”
“No!! Anche Isotta verrò con me, mi trasferirò in Irlanda se necessario!!” – inveii, alzandosi bruscamente.
“Non puoi farlo … Jared ne morirà …”
“A proposito di avvocati, devo scegliere un nuovo legale!” – disse cercando qualcosa sul pc in dotazione.
“Colin va a dormire, ci penserai domani e vedrai le cose in modo differente, ne sono sicuro, adesso sei troppo sconvolto per …”
“Tu non hai idea di quello che una persona come Jared puo’ spingerti a fare, probabilmente neppure lui lo sa … già, neppure lui.”


Il mattino seguente Justin si svegliò di soprassalto, a causa della vibrazione del proprio palmare.
Era Brian.
“Ti ho lasciato decine di messaggi, posso sapere dove siete?”
“Il mio sms non era abbastanza chiaro?”
“Hai scritto di non preoccuparmi e che era tutto a posto, ma come posso crederlo??!”
“Brian ascoltami. Qui non è successo nulla di quello che avrai pensato, ma il punto è un altro: tra noi non funziona, inutile prendersi in giro.”
“Justin …”
“Justin cosa?? Sei ossessionato dalla gelosia, tanto vale che mi legassi ad una catena, perché non posso ridere o parlare o fare un cazzo con qualcuno che non sia tu, che esplodi!”
“Io ti amo … ho provato a cambiare, ma non ci riesco, perdo il controllo con te … non ragiono …”
“Diamoci del tempo, ammesso che serva … mi sento svuotato e vorrei dirti cosa sento per te, ma appena ci penso, sento che hai rovinato la nostra storia Brian … Ti … ti telefono al più presto, tanto non posso rimanere qui …”
“Dove sei, vengo a prenderti!”
“Non occorre … ti abbraccio, ora riattacco.”
Qualcuno suonò alla porta.
“Marc …?!”
“Ciao Justin, perdona l’improvvisata, ma stavo cercando Colin …”
“Non ho idea di dove sia, forse è uscito per tornare da Jared …”
“Non credo, la sua auto è nel parcheggio. Vi ho trovati grazie ad un paio di telefonate ad amici nella polizia, non volermene, lungi da me interferire in questo macello, ma … non so, forse un estraneo come me potrebbe convincerlo a riappacificarsi.”
“Dai entra, faccio portare la colazione, vuoi qualcosa?”
“Solo caffè …” – disse, dirigendosi sul balcone.
“Io ho fame, nonostante lo stress …”
“Capisco … ah, guarda, Colin è in spiaggia …”
Justin si sporse, vedendolo, senza che lui si accorgesse di loro.
“Ieri sera era fuori di sé … Non so se potrai aiutarlo Marc.”
“Lasciami almeno un tentativo, a volte ho convinto giurie davvero ostiche.” – e rise in modo simpatico.

Farrell rientrò dopo venti minuti, ritrovandoli a chiacchierare del più e del meno.
“E tu cosa ci fai qui?”
Hopper si alzò, dandogli la mano – “Salve Colin … a parte bere questa brodaglia, vengo in segno di pace …”
“Ti manda Jared?”
“Assolutamente no. Credo sia con Shannon a villa Rice.”
“Vada a crepare dove meglio crede. Cosa vuoi?”
“A questo punto … un miracolo …” – rispose allargando le braccia.
“Hai sprecato il tuo tempo, adesso vattene e portati via anche Justin, ha già dovuto sopportarmi abbastanza.”
“Strano che ci lasci andare, ora che ben due testimoni sanno dove ti stai nascondendo. “ – disse in modo provocatorio.
Colin strinse le palpebre – “Tu … tu forse pensi che sia un gioco oppure un capriccio … ma quella a cui hai assistito per caso l’altra sera, era la fine della mia esistenza, provocata dall’unica persona che ho amato, con la quale ho desiderato dei figli, sperando di invecchiare insieme, senza più permettere a nessuno di infangare questo sogno. E sbagliavo … mentre altri sapevano, forse ridendo di questo coglione che hai davanti … Pazienza, saprò cavarmela. Ora sparite …”


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