Capitolo n. 251 - gold
“E poi ha appeso quelle lanterne … cioè no, penso che Colin le abbia fatte appendere!” – e scoppiò a ridere.
Stava a gambe incrociate, seduto al centro del materasso, un enorme secchiello di pop corn intrappolato in quell’intreccio, così come lo sguardo di Geffen, che scrutava sorridendo, ogni sua espressione di gioia, allungato poco distante da lui.
“Poi siamo entrati in casa e c’erano due futon, orchidee ovunque, il caminetto acceso ed abbiamo … sì abbiamo fatto l’amore …” – e tirò su dal naso, prendendo un’altra manciata di quel delizioso cibo salato.
Dall’occhio sinistro di Glam scese una lacrima.
Allungò la mano, sfiorando gli zigomi di Jared – “Sei davvero tornato da Colin … questa volta l’hai fatto sul serio piccolo …”
“Non volevo rattristarti Glam …” – e gli andò vicino, cercando il suo abbraccio, che ancora una volta l’avvocato non gli negò.
“Ma io sono felice, credimi … anche se oggi si sta spezzando un equilibrio, un qualcosa che noi … cioè non so più nemmeno quello che sto dicendo Jared, forse è la terapia …”
Erano completamente vestiti, non c’era l’intimità degli incontri precedenti, uno stato di cose, un traguardo, che avevano raggiunto, era mutato.
Geffen si distaccò lentamente, rialzandosi – “Devo andare …”
“No, non è vero, è … è ancora presto Glam …” – protestò debolmente.
“E’ tardi invece Jay … Tardi per me, che alla mia età non dovrei più giocare con questi equilibrismi del cuore.”
“Ti ho spiegato i miei sentimenti e sei intervenuto, hai … hai aiutato Colin e soprattutto hai avuto cura di me … Glam te ne sono grato e volevo condividere con te la mia ritrovata serenità.”
Geffen lo fissò, sfiorandogli i capelli con il palmo aperto, caldo e paterno – “Tu meriti il meglio e … e vederti così, è il migliore ringraziamento, credimi. Ci vediamo Jared, torna a casa.”
“Ti ha fatto impressione rivederlo Chris?”
“Owen è cambiato, mi ha sorriso in un modo incerto, ma poi è andato tutto bene Tomo …”
“Hai ragione … è migliorato” – e sorrisero, stringendosi mentre passeggiavano sulla spiaggia.
“E tu gli hai fatto un dono, con July, incredibile … sei un uomo buono e generoso … ti amo da impazzire e …” – ma esitò.
Il croato gli diede un bacio leggero sulla fronte, spostando ciocche di capelli ribelli in quel vento di primavera – “E …?”
“Vorrei darti anch’io un bimbo …”
Tomo lo baciò appassionatamente, sentendosi come in paradiso.
“Scusate il ritardo!”
Jared entrò trafelato nel giardino d’inverno, costruito a villa Meliti, dove Derado aveva riunito tutto il cast del film, per un incontro speciale.
Avrebbero analizzato i copioni, discutendo sulle parti assegnate, cosa consueta per Phil, che non voleva tensioni successive sul set: preferiva confrontarsi con schiettezza con gli attori, lo sceneggiatore ed anche i costumisti.
C’era un’allegra confusione e l’arrivo di Leto alimentò saluti e battute.
Farrell lo travolse di baci ed attenzioni.
“Amore da dove arrivi con la bici ahahahah?”
“Ero in giro … mi ero quasi dimenticato, sono imperdonabile …”
“Ma no, figurati, vediamo se questo esperimento funziona.” – ed andarono ad accomodarsi.
Phil era un turbinio di idee, mentre Xavier disegnava con Justin altre tavole, evidenziando la bellezza degli abiti di scena.
“Ok, partiamo proprio da Jared, il principe Federico II di Prussia: avrai, almeno in questa mia interpretazione dei fatti, una storia d’amore con il maresciallo Belleisle, interpretato proprio da Colin … Partiremo da un quadro generale dei due protagonisti, il sovrano considerato all’epoca molto … ecco questa è storia, lui scriveva per diletto, era istruito e cresciuto con un’educazione francese, la sua immagine era un tantino effeminata, amava l’arte, ma poi, arrivato alla resa dei conti, ovvero la battaglia di Mollwitz, il 10 aprile 1641, si dimostrò abile stratega, coraggioso ed intelligente, impressionando specialmente il bell’ufficiale transalpino … Che tra l’altro odiava gli intrighi di corte, gestiti da diverse figure femminili, che letteralmente detestava … Ho una lunga lista di interpreti, ma la vediamo dopo … Dunque, il nostro Federico ha una travolgente storia d’amore con lui, un pessimo rapporto con il proprio padre, rigido e spietato, molto tedesco, mentre l’animo dell’erede al trono ha uno spirito raffinato, molto distante dalla disciplina ferrea del suo ambiente di origine, insomma un cuore ed un’anima spezzata, tra il rigore del suo destino ed il suo desiderio del bello, di creare, infatti scrive poesie splendide, ma tutto questo non gli impedisce di comandare con fierezza e capacità i propri soldati, che devo dire sono innamorati di lui in qualche modo … e mi pare il minimo!”
Tutti risero, rapiti da quel racconto.
Jared era come incantato.
“E mio padre, chi sarà?”
“Ruolo aperto … se hai qualche idea Jared … Ora concludo velocemente e spiego i restanti personaggi … Il principe ben presto viene incastrato nelle manovre della corte di Londra, qui ritroviamo Robert e Jude, anche loro amanti segreti, sposati con figli, persino delle amanti, ma insomma due figure un pochino losche, mentre dalla parte opposta c’è la corte di Vienna che scalpita … Ah, Brian sarà il sotto ufficiale tutto fare di Jared, insomma un braccio destro, consigliere devoto, amico intimo, molto … intimo direi, sì insomma Federico non lo considera, ma poi ci sarà un bacio che …”
“Quale bacio?!” – esclamò Jared.
“Un bacio, che innescherà una forte rivalità con Colin … cioè il maresciallo Belleisle …”
“Non se ne parla, io non bacio nessuno, a parte Colin!”
Brian, seduto al lato opposto della sala ebbe una strana percezione – “Ma sarà un bacio finto … si dice così, vero Phil?”
“Sì … cioè no, ma Jared, sei un attore e …”
“No! Si vede che sono arrugginito, non farmi fare cose che non voglio, usa una controfigura o elimina questa parte …” – disse imbarazzato, scattando in piedi.
Farrell lo fece risistemare al proprio fianco, accarezzandogli la schiena – “Tesoro, io ti appoggerò sempre, ma se hai letto il copione, avrai capito che è un passaggio fondamentale, che innesca una serie di conseguenze e …”
“Non ne voglio sapere di baciarlo, ok?” – gli sibilò veemente.
Phil sorrise – “Ok, ok, vedete, questo è lo scopo dei meeting, oltre a gustare le deliziose tartine di Pamela. Vero cara?”
“Olà! Assaggiate e rilassatevi!” – la sua travolgente esuberanza era contagiosa.
“Sentite la storia è interessante e sono certo che Jared riconsidererà l’impostazione di Phil …” – disse con tono pacato Robert.
“Vi chiedo scusa, soprattutto a Brian, io non me la sentirei con nessuno, credo sia chiaro …”
“E’ tutto a posto Jared, sul serio …” – replicò educatamente Brian, scambiando alcune occhiate con Justin, che sembrava quasi più turbato di lui dalla reazione di Jared.
“Xavier hai fatto un ritratto dell’originale? Eccolo qui, vedi Jared, dovrai essere biondo, capelli lisci, pettinati all’indietro e raccolti in una coda …”
“Sì, li farò crescere nessun problema …”
“Sarai uno splendore cucciolo … ora andiamo, abbiamo un impegno …”
“Ci rivediamo qui tra un paio di giorni, a fine mese gireremo gli interni in Austria, anzi, credo che festeggeremo là il tuo b.day Colin …”
“Sì Phil, ci divertiremo …” - ed uscirono.
“E il mio bolide a due ruote …?”
“Lascialo qui da nonno Antonio, ho il suv …”
“Ti offro la cena, in cambio del passaggio …”
“Mi piace l’idea straniero … ciao, io mi chiamo Colin …”
“Io … io mi chiamo Jared …” – e sorrise timido.
“Dove posso portarti Jared?”
“Ho … ho come la sensazione che in qualunque luogo tu vorrai portarmi, noi saremo comunque felici … Colin.”
“E’ ciò che sento anch’io … vediamo se abbiamo ragione entrambi.” – e ridendo mise in moto, partendo verso destinazione ignota.
Geffen buttò la valigetta sulla poltrona, appoggiandosi poi al mobile dell’ingresso, dove c’erano alcune foto di famiglia.
Quella preferita restava lo scatto fatto insieme a Lula, ad Haiti: il bimbo appeso al suo collo, i loro sorrisi radiosi.
“Amore mio …” – sussurrò, appoggiandosela sul petto.
Si sentì mancare il fiato, poi una vampata di calore: era un effetto collaterale dei farmaci, ormai l’aveva imparato.
Prese dell’acqua ed una bustina, contenente granuli rosati.
Inspirò, tranquillizzandosi immediatamente.
Kevin entrò dopo cinque minuti, ritrovandolo coricato sul divano.
“Daddy … ehi …”
“Ciao scricciolo, da dove arrivi?”
“Dal market, ho fatto compere per stasera … sei rosso in faccia, un altro incendio?” – lui lo definiva così, per poi tamponarlo velocemente con una pezza bagnata e fresca, come le sue mani.
“Ti amo Kevin …”
“Lo so … però ripetimelo ogni tanto, la tua voce ha un suono bellissimo quando lo dici …” – e lo baciò con tenerezza.
Quando si staccò, Glam provò una sorta di rabbia – “Hai baciato anche lui in questo modo, quando …?”
Kevin strabuzzò le iridi profonde – “Co-cosa … daddy …”
“Mioddio … scusami … scusami …” - e singhiozzando lo riaccolse, con maggiore intensità, tra le sue braccia.
“Glam … posso aiutarti?”
Geffen annuì, portandolo in camera.
Fecero l’amore tutta la notte, sembrava non finire mai.
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