lunedì 12 settembre 2011

GOLD - CAPITOLO N. 254

Capitolo n. 254 - gold


“Se non ti piace, puoi ordinare un’altra cosa Justin …”
La voce di Farrell era piuttosto distante dai pensieri del ragazzo, che annuì, guardando la lista delle bevande.
“No, va bene questa … Senti, cosa ci facciamo qui Colin?”
“Beviamo qualcosa e facciamo due chiacchiere, cos’altro?” – rise imbarazzato, poi abbassò lo sguardo – “Non so esattamente chi, in questa vita, sia riuscito a farmi sentire così … coglione.”
“Veramente una volta credevo di farti stare bene e non vuole essere un doppio senso.” – puntualizzò Justin, guardando nervosamente il cellulare.
“Problemi?”
“Brian mi chiede dove sono e cosa sto facendo, devo dirglielo?”
“Non stai facendo nulla di male.”
“Questo lo dici tu, non conosci Brian e di come soffra per la nostra amicizia, quindi se sapesse, sai che paranoie?”
“Lavoriamo insieme, dovrà farci l’abitudine …” – e tossì, prendendo a propria volta il palmare, per avvisare Jared che sarebbe rientrato tardi.
L’esito di quel loro appuntamento era sconosciuto ad entrambi, mentre il disagio cresceva nei rispettivi toni.
“Colin senti noi abbiamo sempre collaborato alla grande almeno finchè …” – fece un lungo respiro, cercando un punto altrove, dove distrarre i propri occhi già lucidi.
“E se resettassimo tutto Justin, sai che io … io ci tengo a te e …” – “Peggiori le cose, cazzo!” – ribattè deciso.
“Abbiamo i nostri compagni Justin, siamo felici, ne sono certo anche per te, quindi dovremmo superare le nostre difficoltà, non credi?” – domandò con una vena di dolcezza.
Justin sorrise – “Tu non hai idea dell’effetto che mi fa la tua voce ed il modo che hai di interagire con gli altri … Non posso frenare le mie emozioni Colin, nemmeno se lo volessi e purtroppo devo riconoscere che l’amore, la presenza e la passionalità di Brian non mi bastano per dimenticarti. Dovrei essere onesto con lui e questo incontro mi sta spingendo a prendere decisioni precise.” – concluse mestamente.
“Non essere precipitoso Justin, sarebbe deleterio fare soffrire Brian, non se lo merita … seppure io non lo conosca a fondo …” – e gli prese un polso, per poi intrecciare le loro dita.
Justin sorrise – “E cosa mi dici di Jared …?”
“Lo amo, ma questa mancanza di serenità tra te e me, non aiuta il nostro rapporto.”
“Non sarò mai una minaccia per voi.”
“Forse potevi diventarlo, se non avessi avuto l’ictus, non lo scoprirò mai.”
“Posso averne un altro?”
“Certo, aspetta chiamo la cameriera.”
Erano talmente immersi nel loro scambio di opinioni, da non rendersi conto che un paio di ragazzi, seduti poco distanti, stavano riprendendo con una videocamera l’intera sequenza, trasmettendola in tempo reale su You Tube e poi su Twitter, oltre che su di un paio di diti a pagamento, dove lucravano inserendo foto e brevi clip sulle celebrità, permettendo a chi fosse on line, persino di localizzarle.


Jared sentì il suono, che lo avvisava dell’arrivo di un video messaggio.
Glielo stava postando Kevin, con una frase ambigua – § Cosa cavolo combina Colin? Ciao, un bacio K §
Quando aprì il file, sentì un battito andarsene per conto proprio, nel suo petto tremante.

Colin salì nella loro camera, facendo piano.
Vide la boccetta di sonniferi sul comodino di Jared, che stava dormendo profondamente, il viso segnato da lacrime, che si erano cristallizzate: le aveva lasciate scendere, senza asciugarle o meglio, senza nessuno che lo facesse.
Farrell si sentì colpevole.
Si rifugiò nel bagno, per mandare un sms a Jude, ma ne trovò uno non letto, da parte di Geffen.
§ Kevin mi ha mostrato questi scatti. Preparati una buona spiegazione per Jared, non voglio vederlo soffrire e penso neppure tu. Grazie, GG §
Deglutì a vuoto, pensando di svegliare Jared e spiegarsi subito con lui, ma poi pensò che quel confronto rischiava di degenerare, quindi avrebbe atteso il mattino.
Suo malgrado, Colin dovette ingerire i farmaci previsti dalla sua terapia.
Cadde in un sonno artificiale, così che al suo risveglio si ritrovò da solo.
Si alzò con uno scatto repentino, tanto da avere un capogiro.
Urlò un’imprecazione colorita: doveva assolutamente trovare il compagno al più presto.


La Ferrari aveva un suono inconfondibile, sembrava librarsi nell’aria, come i gabbiani, che Jared stava osservando da venti minuti.
Geffen sbuffò, dirigendosi verso di lui, che rimase seduto.
“Ehi, la mia segretaria dice che da queste parti girano bei ragazzi disperati …” – disse sorridendo.
“Se guardi bene, ci sono anche casalinghe, venditori di pop corn, avvocati …” – replicò, chinando il capo sulla sua spalla, dopo che Glam si fu accomodato al suo fianco, proteggendolo sotto al suo braccio.
“Avvocati con completi da tremila dollari, che si stanno stropicciando sulla sabbia umida.”
“Devi lavorare …?” – chiese timidamente.
“Più o meno … sì, avevo un appuntamento per una fusione societaria, ma non ci capisco nulla, quindi Thomas mi aspetta sotto al palazzo Fukami …”
“E chi sarebbe Thomas?” – finalmente lo fissò, rivelando quanto fosse triste.
Geffen si sentì frantumare il cuore – “Jared …”
“Lui non sa … non capisce che … io non dovrei fargli prediche, visto che tu ed io ci incontriamo ogni tanto, ma tu … sei tu, mentre Justin è … ecco, non so neppure chi o cosa sia per Colin … ho il terrore di scoprirlo e da quando è apparso, mi sento stupido ed insicuro …”
“Allora chiediglielo …”
“Eh …?”
Colin aveva appena parcheggiato.
Si diresse veloce verso di loro.
“Grazie Glam.”
Jared si scostò irritato – “Ma … ora vi coalizzate!!” – gridò esasperato.
“Se puo’ servire a salvaguardarti e risolvere i tuoi dubbi, SI’, lo abbiamo fatto.” – replicò Geffen, che si scrollò i granelli dalle scarpe, provando ad andarsene.
“Hai fatto il tuo lavoro quindi, hai finito qui, vero Glam??!” – incalzò rabbioso Jared, evitando lo sguardo di Colin, che si sentiva escluso dalla loro dimensione.
“Non farei mai nulla per danneggiarti ed anche se ora sei furioso con me, so che mi perdonerai. Ci sentiamo …”
“Jared … dobbiamo … dovremmo parlare … anche se sembri più in pena per ciò che fa o non fa Glam con te …” – disse Farrell con una rassegnazione amara.
“Voglio … voglio andare a casa …” – disse ricominciando a piangere piano.
Colin lo strinse forte – “Ti prego … fammi sentire che anche tu lo vuoi Jared … non respingermi e smettila di vedere ciò che non esiste!”
“JUSTIN ESISTE DANNAZIONE!!!”
Sembrò che il cielo si sciogliesse, mescolandosi all’oceano, riflettendosi nelle iridi di Jared, iniettate di delusione.
“Sei tu l’uomo che amo, sei tu la persona che voglio ritrovare sul cuscino ad ogni risveglio e non come all’alba, quando mi sono sentito schiacciare dal mio fallimento, nel non averti rassicurato a sufficienza, per evitare questi equivoci.”
“Ti amo Colin … ti amo così tanto …” – sussurrò fremendo, in preda ad una debolezza improvvisa.
Aveva camminato sino a lì dalla End House, senza né bere e neppure mangiare qualcosa a colazione.
Farrell se ne accorse in tempo, facendolo stendere sul sedile posteriore del suv.
Accese il condizionatore, passandogli una bottiglietta di acqua minerale fresca e qualche biscotto di miss Wong.
“Riprendi fiato ed energie, sei davvero uno stupido Jay … fammi spaventare ancora ed io ti rinchiuderò in una torre insieme a me e non ne usciremo se non alla fine del mondo.” – e sorrise, baciandogli le tempie, mentre i suoi palmi correvano in arabeschi caldi sulla schiena del cantante.
“Magari …”
Farrell sospirò.
“Un giorno sarà così Jared … ho sempre pensato che era l’unico modo per preservarci dal dolore, che gli altri possono provocare, danneggiando la nostra unione.”
“Non è … fattibile … non credo Cole …”
“Evidentemente non ti rendi conto di cosa possa fare, per compiacerti e per dimostrarti quanto è sincero e totale il mio amore per te Jay …”
Si riabbracciarono.
“Ti adoro Cole …”
“L’ho sempre saputo … sempre.”
Fecero l’amore, spogliandosi solo a metà, ritrovandosi in una simbiosi di sensi, che non si sarebbe mai spenta.

Nessun commento:

Posta un commento