domenica 18 settembre 2011

GOLD - CAPITOLO N. 258

Capitolo n. 258 - gold


Il set si rivelò immediatamente un vero caos.
Derado era in simbiosi con un mini megafono, che alterava la sua voce calda, facendola persino gracchiare a tratti.
Xavier si era defilato, nonostante il regista gli avesse chiesto di fare almeno da comparsa in alcune scene, mentre il resto del cast era attento alle sue direttive.
I primi giorni di girato si concentrarono su Robert e Jude, che, nonostante agissero da Londra nella trama, vennero inseriti in un contesto locale per alcune sequenze, legate ad un loro passaggio presso la corte austriaca, in visita al sovrano, per perfezionare il complotto ai suoi danni.
Ormai era chiaro che l’immagine dei due era prettamente libertina e provocatoria, per cui i vizi dei rispettivi personaggi superavano le virtù pubbliche, con cui ingannavano famiglie e collaboratori politici.
La cosa, invece, che nessuno sapeva, era un ricatto al quale venne proprio inchiodato Phil, nella scelta di alcune avvenenti amanti, sia per Downey, che per Law: quest’ultimo, senza altri preavvisi, si ritrovò davanti Sienna Miller, che aveva preteso una parte nella pellicola, onde evitare pericolose azioni legali, per via della dichiarazione pubblica del suo ex e conseguente cattiva pubblicità al progetto.
“Tu dovevi dirmelo, avrei gestito io la cosa, sia con lei, che con il suo agente!!”
“Jude non volevo stressarti e poi è comunque un’attrice di richiamo …” – provò a giustificarsi Derado, ma sembrava tempo perso, Jude era furente e minacciava di lasciare Vienna insieme a Robert, che invece si dimostrò più comprensivo, anche se con un nodo allo stomaco.
“Tesoro è solo lavoro ... quante volte ci siamo ritrovati a dovere digerire certe situazioni?”
Downey era in costume, bellissimo, spettinato e con una camicia bianca leggermente aperta, sopra a dei pantaloni piuttosto attillati.
Jude perse un battito nell’ammirarlo – “Amore io …”
“Andrà tutto bene.” – e gli sorrise, posando un bacio rassicurante sulle sue labbra.
Robert lo sentì tremare, quindi lo strinse maggiormente – “Dopo faremo un lungo discorso, nella nostra suite cucciolo …” – e gli morse piano il lobo sinistro.
Jude annuì, sospirando calmo – “Ok, torniamo di là … lo spettacolo deve continuare, giusto?”
“Giusto!” – esclamò Phil, ritrovando un puro entusiasmo.

Il copione prevedeva, quasi a volere giocare un ulteriore scherzo, che Sienna facesse parte del nutrito gruppo di amanti di Robert.
L’interno era quello di una casa borghese, lei era una contessa e Downey era in visita, per un sordido appuntamento.
In effetti non doveva succedere niente a livello sessuale, anzi, Robert era preso da troppi pensieri legati al suo patto per sollevare dal trono Federico II, per cui le moine della donna lo infastidivano e distraevano.
L’attore americano si concentrò sulla professionalità che da sempre lo contraddistingueva, ma ad un semplice strattone, mirato ad allontanare Sienna da sé, aggiunse uno schiaffo, non previsto.
Accadde un parapiglia.
La Miller che urlava dicendo che non doveva farlo, Robert che affermò il proprio diritto di improvvisazione, una specialità che nessuno poteva non riconoscergli come dote eccelsa, ma, in sostanza, gli animi si surriscaldarono.
Jared e Colin seguivano l’intera vicenda da dietro alle quinte, senza intervenire, Brian era già stanco di quella situazione, così Justin, con il quale non scambiava neppure una minima parola.
C’era tensione, ma mai quanta tra la bionda artista, Derado e Downey, che dopo pochi istanti venne supportato da Law.
Jude si intromise, dando le spalle a Sienna e appoggiando i palmi sicuri alla base del collo del suo uomo.
“Per oggi può bastare, vero Rob?” – disse con estrema dolcezza.
“Io sto bene Judsie …” – replicò sommessamente.
“Il tuo mal di testa …?” – ed iniziò a massaggiarlo lungo la cervicale.
“E’ tornato … purtroppo …”
“Sai che esiste un unico modo per fartelo passare, vero Rob?” – e nel sussurrarlo complice, ma sempre senza enfasi, lo baciò teneramente.
Erano come in un’altra dimensione, tanto da avvolgersi l’un l’altro, in una posizione naturale e perfetta.
Un equilibrio inattaccabile.
La Miller gettò la propria parrucca in un angolo, richiamando la sua assistente.
Le intimò che doveva prenotarle il primo volo per Los Angeles senza aspettare un minuto di più.
Ugualmente Rob e Jude non attesero oltre, allontanandosi, tranquilli e sereni come non mai.


“Potevamo prendere un aereo di linea daddy …”
“No, meglio un jet privato, solo che quello di Antonio era in uso ai soliti noti, mentre quello di Owen, serviva a lui e Shan … Insomma non restava che il noleggio di questo … ti piace Lula?”
“Sì papà!” – disse con gioia, tornando a prendersi le loro coccole.
“Siamo quasi arrivati … sei stanco Glam? Continuo a chiedermi se potevi affrontare questo viaggio …” – disse preoccupato.
“Ho parlato con il cardiologo e l’oncologo, non temere, sono pazzo, ma so quello che faccio …” – e gli diede un bacio.
“Era ciò che volevo, andare nel nostro chalet … ci sarà ancora neve?”
“Puo’ darsi, ma ormai è primavera inoltrata anche in Svizzera … Il soldino di cacio non vede l’ora di giocare con il suo pony, giusto Lula?” – e rise.
“Sìììì!!!”
L’ennesimo regalo per quel suo amore infinito, fatto di risate e gesti traboccanti di gratitudine ed ammirazione.
Geffen li custodiva nel suo abbraccio e non esisteva un altro luogo, dove sia Kevin che il bimbo, si sarebbero sentiti più al sicuro.

Quando arrivarono, trovarono la casa in ordine, il caminetto acceso, il frigorifero pieno di provviste ed un simpatico biglietto da parte dei custodi.
Lula correva per le stanze, con il suo bradipo di peluche, alla ricerca dei giocattoli lasciati in soffitta ed i colori, per disegnare fiori e mucche, che aveva visto pascolare durante il tragitto in taxi.
“Preparo la cioccolata daddy?”
“Sì Kevin, ma dovresti anche rilassarti … sto bene …”
“Ok, ok, la smetto di fare il guastafeste …” – e rise nervosamente.
Geffen andò a stendersi.
Le fitte alla schiena lo stavano tormentando, così come i rimproveri del suo medico, che gli aveva consigliato di evitare voli internazionali e sbalzi di pressione ambientale.
Si era quasi convinto a lasciarlo partire, senza ulteriori prediche, solo dopo avere parlato con l’equipe della clinica, dove Kevin venne seguito durante la riabilitazione.
L’avvocato ingerì le pillole per attenuare quegli spasmi muscolari, addormentandosi dopo cinque minuti: era sfinito, ma felice di avere raggiunto quell’oasi di pace, dove aveva trascorso dei momenti unici con il suo Kevin: non voleva più amareggiarlo, dopo avere ottenuto il suo perdono incondizionato.
Quando lui lo raggiunse con la bevanda calda, si destò quasi di soprassalto.
“Hai preso le medicine Glam? Perdonami, non volevo disturbarti …”
“Tu porti solo il bene del mondo nei miei occhi e nel mio cuore … Ti amo Kevin, ti amo davvero, non dubitarne più.” – e lo baciò con intensità, mentre al di là delle vetrate, gli ultimi raggi del sole accarezzavano le loro figure, che andavano riunendosi in un’unica forma compiuta.



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