Capitolo n. 256 - gold
Empathy
Shannon stava riordinando l’armadio, nonostante una delle domestiche avesse protestato con Owen.
Rice le aveva chiesto gentilmente di non interferire, visto che poi lei avrebbe di certo riordinato il disastro lasciato dal compagno.
Certe attività venivano puntualmente lasciate incompiute, ma quel giorno il batterista si era procurato degli scatoloni, dove riporre gli abiti ormai inutilizzati, che avrebbe portato personalmente ad un centro sociale nella valle.
Un leggero bussare, lo distrasse – “Chris … ciao.” – gli sorrise, ricordandosi solo in quel momento che il cantante dei Red Close era passato a prendere July, per un pomeriggio sulla spiaggia.
“Ciao Shan, sono in anticipo?”
“No sono io che divento sempre più rincoglionito … mi sono perso qui …”
“Ehi che bella t-shirt dei Queen, ma la butti?”
“Veramente passo tutto al Gladis, sai dove c’e’ la mensa per i poveri e l’ambulatorio …”
“Sì lo conosco. Comunque quella è davvero …”
“Ti piace? Ora che ci penso, era stato un regalo di Tomo e non trovo giusto darle questa destinazione, quindi se la vuoi …”
Il ragazzo si grattò la nuca – “Era qualcosa di speciale … meglio che la tenga tu.” – e sorrise imbarazzato.
“Andiamo da July?”
“Ok … è già pronta?”
“Owen l’ha cambiata e vestita venti minuti fa, quindi dovrebbe essere una … meraviglia …” – mormorò quando la vide sgambettare nel trasportino.
“Dio come sei bella … che cucciola adorabile … sai io vorrei …”
“Cosa Chris?”
“Vorrei tanto un bimbo con Tomo, credo te ne avrebbe parlato, visto che avete già due figli …”
“E’ un’idea magnifica … per me non ci sono problemi.” – e ricambiò il sorriso di Chris, che sembrava raggiante all’idea.
“Senti, quasi quasi vengo con voi …” – “Ok Shan, andiamo … ah buongiorno Marta.”
La governante porse la borsa da viaggio della piccola – “Signorino Chris, è tornato!”
“Ehm … a prendere la bambina … usciamo, con Shan …”
“Capisco.” – ed inarcò le sopracciglia – “Buona giornata, allora.” – e sparì nel corridoio.
“Non mi ha mai sopportato … pazienza! Tu invece devi esserle sembrato il principe delle favole, cosa che capisco perfettamente, al fianco del suo Owen, visto che l’ha praticamente cresciuto …” – osservò tranquillamente.
“E’ una signora gentile, forse la spaventano i tuoi tatuaggi e la tua voce …”
“Cos’ha la mia voce?” – domandò incuriosito.
“E’ … sì insomma, calda e profonda …” – replicò arrossendo.
Shan lo scrutò per un lungo istante, cercando di capire quanto fosse angelico quello splendido giovane di fronte a lui e quanto diabolico e sensuale, almeno da ciò che aveva appreso da voci differenti.
“Mi metterò a strepitare come una gallina allora ahahahah Oddio andiamo …”
“D’accordo … accidenti questa casa è come la ricordavo … soffocante.”
“No Chris, penso solo che l’abbiamo vissuta così per il senso che ci trasmetteva Owen … temo che i nati ricchi abbiano la convinzione di riuscire a possedere chiunque, grazie al denaro … Ops anche tu vieni da una famiglia benestante.”
“Mai quanto quella di Owen, ti rendi conto della vastità del suo patrimonio? I genitori frequentano la corte di Inghilterra, ha portato anche me …”
“Sì, io ho solo rimandato il tour … approfitto del viaggio in Europa di Jared, per andarci insieme ad Owen dopo domani …”
“Una bella avventura …”
Ormai erano in auto.
“Shan hai saputo di Brian e Justin?”
“Più o meno … da mio fratello … c’è di mezzo Colin o sbaglio?”
“Sì, a me l’ha raccontato Kevin, ieri sera sono andato a trovare Glam.”
“A proposito come sta?”
“E’ dimagrito, ma nel complesso sta bene, le terapie sono terminate, l’ultima è stata massacrante … Kevin è straordinario.”
“E paziente. Jared continua a vedere Geffen in qualche modo, non so come, ma so che si incontrano.”
Chris rise – “Oh mamma, non si nasconderanno mica in qualche motel?!”
“Semmai in qualche resort di lusso, ma è solo un dettaglio … siamo arrivati … Tomo sta già impazzendo dietro a Josh e Lula, guardalo ahahahh!”
“E’ … adorabile … farei qualsiasi cosa per Tomo …” – disse spontaneo e sereno.
Chris era incantevole, toglieva il fiato e per un breve istante Shannon si sentì avvampare nell’ammirarlo.
Lo aveva detestato così tanto, da non guardarlo veramente mai per ciò che era, rifiutando non solo l’esteriorità di Chris, ma soprattutto il carattere pulito e sincero.
Scesero in fretta, soccorrendo il chitarrista dei Mars, che ringraziò tutte le divinità possibili, per non essere più da solo a gestire quei due monelli.
“Ci farà bene questa trasferta in Austria …”
“Lo pensi sul serio Cole?”
“Certo Jay … dove sono i miei boxer?”
Leto era seduto sul letto, mentre Farrell armeggiava con i bagagli.
“Quelli portafortuna del 1890? Aahhahaha nel primo cassetto del settimanile …”
“Giusto! Se non ci fossi tu amore …”
“Ci sarebbe un maggiordomo a darti le dritte!”
“No per carità … La tua valigia è pronta Jared?”
“Sì, l’ho già caricata sul suv di Simon … mi mancheranno i nostri cuccioli …” – disse improvvisamente ansioso, ma non era il solo pensiero triste, che lo stava tormentando dalla notte precedente.
Aveva scritto una breve e-mail a Geffen per salutarlo, ma si era ripromesso di farlo personalmente in qualche modo.
Farrell sentì il peso del suo silenzio, quindi decise di essere comprensivo: aveva fatto una scelta, per permettere ad entrambi di non cadere in inutili momenti di gelosia logorante.
“Sei passato da Glam?”
Jared ebbe un sussulto – “Co-cosa?”
“Non credo che verrà, a meno che la produzione non ne richieda la presenza, quindi pensavo passassi da lui per un ciao.” – Colin sorrise, aspettando la reazione di Jared.
“Senti Cole … mi dispiace per Justin e Brian, non credi sia meglio risolvere questa cosa, magari parlando con lui …?”
“Con Brian?”
“Certo.”
“Per dirgli cosa Jared?” – si stava innervosendo, ma voleva capire il motivo di quella sua proposta.
“La verità e cioè che non deve preoccuparsi di nulla, che ha equivocato e che …”
Colin si mise in poltrona, inspirando.
“Ascoltami Jared … Justin quando abbiamo parlato, mi ha detto che avrebbe preso delle decisioni riguardo a Brian ed al loro rapporto … io gli ho detto di non essere precipitoso, ma lui, a quanto pare, voleva essere onesto con lui …”
“Voleva lasciarlo …” – la sua voce si spezzò.
“Era in piena confusione …” – sembrò giustificarlo.
“Lui è innamorato di te …”
“Jared io questo non posso impedirlo, semmai ho provato a convincerlo di non fare una cosa del genere, che Brian non lo meritava e che entrambi abbiamo una vita privata felice …”
“Ed incasinata …” – rise colmo di amarezza nello sguardo lucido.
“Tesoro esistono molte persone che possono provare sentimenti importanti per noi, è un qualcosa fuori dal nostro controllo …” – disse raggiungendolo e stendendosi insieme a lui, che lo avvolse intensamente: non aggiunsero altro.
Kevin aprì piano la blindata.
“Sta dormendo …?”
“Ciao Jared … da mezz’ora e per almeno altre tre non si riprenderà, temo … Vuoi aspettare?” – e gli sorrise.
“Certo … vuoi fare un giro Kevin?”
“No preferisco restare qui, magari si sveglia ed ha bisogno di qualcosa. Mettiti comodo.” – e passarono nel living.
“Come sta?” – chiese con una punta di ansia.
“Ha ripreso un chilo, ma ieri sera ha vomitato … Non doveva mangiare certe cose e se ne è dimenticato … una reazione al componente del farmaco …”
“E cos’era?”
“Pomodoro, per un paio di settimane, ma Lula voleva la pizza e daddy non ci ha più pensato.”
“Mi dispiace …” – e le sue pozze turchine si accesero.
“Anche a me Jared, vorrei vederlo sempre forte ed in salute, come quando l’ho conosciuto … sono passati tanti anni … sono successe troppe cose …” – e si rabbuiò, per poi tornare a sorridere – “Ti faccio un caffè?”
“Ok … vada per il caffè.”
Kevin aveva un buon profumo, diverso da quello che usava Geffen.
Jared si sentiva inebriato da quella fragranza fresca, ma maschile.
Lo seguì in cucina, dopo un paio di minuti.
“Vuoi una mano …?”
“No grazie …”
Kevin gli dava le spalle, mentre preparava la macchina espresso, sistemata sulla lunga penisola attrezzata.
Jared si rese conto di non respirare regolarmente, talmente era concentrato su di lui.
Lo cinse da dietro, lentamente, posando le sue labbra sulla porzione di pelle, che dal principio intravedeva oltre il colletto della camicia bianca, che il bassista indossava.
Era abbronzata, liscia, perfetta.
La sua bocca carnosa incontrò velocemente quella di Jared, così le sue mani vennero avvolte, ma poi subito liberate, perché le dita di Leto fremevano per insinuarsi sotto al sottile indumento, scontrandosi dapprima con i pettorali, poi con l’erezione di Kevin, facilmente raggiungibile sotto ai pantaloni di cotone, chiusi da un elastico.
Jared non li abbassò nemmeno, mentre Kevin iniziò a premere sui suoi glutei, attirandolo a sé maggiormente.
Jared lo girò, per baciarlo completamente, ma Kevin lo spinse verso la porta, chiudendo a chiave – “Daddy … daddy è di là … siamo dei pazzi …” – gemette, ma non era preoccupato, bensì sovraeccitato e sconvolto dalla sorpresa.
Slacciò velocemente i jeans di Jared, ricambiando la masturbazione feroce, che lo stava esaltando.
Iniziarono a leccarsi, poi a mordersi, dapprima superficialmente, poi sempre più a fondo, madidi di sudore.
Kevin tolse la t-shirt a Jared, che gli strappò di rimando la casacca di dosso, per spargere altri baci sul suo busto scolpito.
“Voglio … voglio che mi vieni dentro Jay … ti prego … ti prego …”
L’altro annuì, spingendolo in ginocchio – “Ingoialo allora … fallo e basta Kevin!” – e soffocò un grido, quando lui gli obbedì, pompando il suo sesso fino alla gola, lasciando che lo inondasse, senza staccarsi.
Jared si accasciò, in preda a spasmi incredibili, scivolando poi tra le gambe di Kevin per finirlo nello stesso modo.
L’orgasmo che ne seguì fu ancora più appagante, tanto che Kevin iniziò a piangere silenziosamente.
Jared lo strinse, cullandolo.
“Va tutto bene …” – mormorò, accarezzandogli la schiena.
“Sì … tutto bene Jared … ti amo …”
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