Capitolo n. 253 - gold
In the morning
Le labbra morbide di Colin salirono dall’incavo alla base del collo di Jared, sino alla sua fronte, per poi ridiscendere alla bocca, che lo accolse generosa.
L’aria aveva un sapore diverso, quando si perdeva nei cristalli screziati di cobalto, che lo stavano scrutando innamorati.
“Cosa devi farti perdonare Colin James Farrell …?” – chiese con un lieve affanno, mentre i rispettivi corpi nudi, sembravano stritolarsi.
“Nulla …”
“Hai corso dietro alla costumista …?” – e sorrise dispettoso.
“Con … con tutta la stima per Ester … non è il mio ti-tipo!” – un gemito si strozzò tra quelle parole divertite.
“Non toccarmi Ester, mi porta sempre le frittelle di soia …”
“E chi te la tocca … appunto … oh cazzo!” - ma ormai era tardi, Colin stava venendo copiosamente nel palmo destro di Jared, quindi si abbandonò a tutte le sue attenzioni, mentre sentiva la punta bagnata del suo sesso molestargli dispettosamente la fessura, dove Jared aveva dapprima infilato la lingua, per prepararlo frettolosamente.
Lo fece gridare, spingendosi voracemente in lui, che non smetteva di dirgli “… Ti amo … ti amo da morire Jay …”
“Lo so Cole … per questo ti amo anch’io … per sempre.”
Camilla rideva da circa quindici minuti, vittima del continuo solletico da parte di Robert, che la baciava sui piedini, dopo averla cambiata.
“Allora questa colazione Judsie!?”
“Un attimo! Il latte non è ancora in temperatura … e neppure le uova direi …”
“Cami cosa dici, andiamo al bar qui sotto?” – e ridacchiò sottovoce.
“Ahhh simpatici!! Ecco, venite, è pronto …” . e sorrise, accogliendo tra le sue braccia la figlia ed i baci amorevoli di Robert, che si soffermò sulla tempia destra del compagno, sospirandogli, con intensità “Ti amo Jude … ti amo per come riesci a rendermi felice in mille modi, di cui neppure ti accorgi …”
Law sistemò la piccola nel seggiolone e tornò a stringerlo, accarezzandogli gli zigomi – “Siete così preziosi … a volte penso di essere stato un pazzo a …”
“Non dirlo, è passato, non importa amore …” – e si baciarono.
Solo un tiro perfetto di Camilla, che li centrò con un biscotto, riuscì a staccarli.
Xavier si era imbrattato di un colore rosa chiarissimo, mescolato a chiazze bianco latte.
“Il cavallo potrebbe essere anche marrone, anzi, direi proprio marrone!” – esclamò saltando sul letto, dove Phil stava ancora riposando, abbracciato al cuscino ed ad una t-shirt del suo giovane amante.
“Vieni qui monello …”
“No devo finire, mancano i capezzoli!!” – e ripassò, facendo lo stesso percorso.
“I capezzoli!!?”
“Certo, Jared li ha mi sembra ahahhaha”
“Ah … mai è già pronto …?”
“SONO già pronti, fronte e retro, le prospettive contano Phil … se vuoi curiosare … accomodati!”
Lo seguì nello studio, notando i due cavalletti e le tele, dove Xavier aveva dipinto una sequenza del film, che Derado aveva bene nitida nella mente.
“Perfetto … il caro Federico II, che cavalca nudo nel parco … Se Jared non vuole dare un bacio a Brian, come faccio a convincerlo a fare questo??!!”
“Senti, ma cosa indosserà, un perizoma?”
“Certo, anche una protezione, comunque essendo tutto trasparente le inquadrature da dietro non ne risentiranno … Non è mica una pellicola pornografica, non ci serve anche il davanti ahahhah”
“Peccato, infatti ero indeciso se disegnarlo o meno … ehm …” – ed arrossì, cercando le mani avvolgenti del regista, che si presero immediatamente cura di lui.
“Ti voglio così bene … sei tutto per me Phil …” – e lo baciò, soffermandosi poi sul suo petto, a marcarlo di ghirigori sinuosi di saliva, che lo fecero eccitare nuovamente.
“Se continuo così Xavi … non arrivo vivo sul set!” – e nel sollevarlo, arrise a quella loro sintonia completa.
Il briefing per gli attori era stato fissato poco prima dell’ora di pranzo.
Meliti osservava l’arrivo alla spicciolata del cast, salutandoli dal terrazzo, dove con Pamela stava ascoltando dei vecchi dischi, con un antico grammofono di famiglia.
Owen e Shannon si erano aggregati, occupandosi dei bambini.
Lula e Josh approfittavano di quelle ore per stare con la sorellina July: Geffen li aveva prelevati da Tomo, che con Chris era andato per il fine settimana a Miami.
La presenza di Glam era richiesta anche dal segretario di produzione, desideroso di ricevere alcuni chiarimenti sugli estremi dell’assicurazione, che avrebbe tutelato le riprese.
“Bene, ci siamo tutti … ok, parto subito da Jared, che penso sia stato aggiornato sul nostro precedente incontro.”
“Sì Phil e chiedo scusa per l’assenza … inoltre volevo dirti che sono d’accordo sulla scena in cui bacio Brian, ci ho riflettuto e mi sono sentito davvero …”
“Non dirlo! Ahahhah non farlo, perché adesso devo esporti un altro passaggio e forse mi mangerai!”
I presenti si lanciarono occhiate perplesse, mentre Leto era attento e partecipe “Nessun problema, sentiamo.”
“Già che ci sono, big Geffen vero che le corse su vivaci destrieri sono coperte dalla compagnia, che ci hai indicato?”
L’avvocato inarcò le sopracciglia, poi replicò – “Ovviamente, ma esistono delle limitazioni, ad esempio sui percorsi, che non devono essere scoscesi oppure dissestati oltre misura …”
“No qui si tratta di un bel prato, nel parco del palazzo reale … Ecco, si tratta di un momento onirico, una fantasia di Colin, ops del maresciallo francese … Il suo sovrano che percorre … nudo … sul proprio ronzino …”
Jared sbarrò gli occhi – “Cosa??!!”
“Ecco … lo sapevo … Xavier ha preparato due tavole! Scusaci Justin, ma lui l’ha fatto per donarle a Jared …”
“Nessun problema.” – ribattè il grafico, con voce incolore.
“Le volete vedere?!”
Scoppiò un applauso di assenso.
“Prima io, se permettete.” – ringhiò Farrell, andando a sollevare i drappi, messi a protezione dei dipinti di Xavier, che lo aiutò, seguito a ruota da Jared, incuriosito ed ancora stupito per quella richiesta.
Colin deglutì a vuoto – “Sono … splendidi … tu sei splendido amore …” – e lo baciò, incurante degli sguardi, che li circondavano.
In quelle due immagini non c’era nulla di volgare: erano bellezza pura, soprattutto nei tratti del viso di Leto, che avevano qualcosa di indefinibile.
Un’estasi, densa di passione ribelle, così provò a descriverla Derado, mostrando poi il lavoro di Xavier anche al resto dei presenti.
“Ok … temo diventerà una scena cult …”
“Direi proprio di sì Jared … ma mai quanto quella di sesso tra te e Colin!” – e con un sorriso tirato, cercò l’approvazione almeno dell’irlandese, presagendo l’ennesima contestazione da parte del cantante dei Mars.
“Nessun problema … vero Cole?”
“Verissimo Jay … sono anni che aspettiamo di farla.” – e tornarono ad accomodarsi su di un divano a due.
Downey alzò la mano – “Io e Jude vorremmo fare altrettanto!”
“Aspettate, non andrà proprio così, ma avrete il vostro spazio di effusioni … lo prometto!”
“D’accordo Phil, ma esigo che Xavier lo riproduca, secondo la sua fantasia e non esagerare, ok nino?!” – “Sì papà Jude … farò il bravo, fidati!”
Jared rimase da solo con Geffen per qualche minuto, mentre gli altri si preparavano per andare a tavola.
“Davvero notevole … quel pestifero sa il fatto suo …”
“Credi Glam? … Xavier è un artista di enorme talento, ma io non ho questo neo sulla schiena …”
Geffen rise – “Veramente è una mosca, rimasta appiccicata alla tempera ahahahh”
“Oddio … mi sta calando la vista!!”
“Meglio, così non vedrai le mie rughe …”
“Ma se non ne hai Glam …”
“Sono i solchi della vita … senti, volevo ringraziarti per l’altro giorno, sono stato bene con te e … e con Isotta, lei è una gioia immensa, così come avervi al mio fianco, anche se sporadicamente Jared …”
“Tu sei parte di noi … hai … hai visto per primo Isy con … con Syria …” – una lacrima gli scese, nel ricordarla.
Glam lo abbracciò teneramente – “Manca anche a me … credimi.”
Justin fece un paio di telefonate e poi si diresse verso la terrazza, dove pensava di intercettare Brian, invece si trovò davanti Colin.
“Ehi ciao …”
“Ciao Justin. Hai appetito?” – domandò con un certo imbarazzo.
“Sì, insomma … Colin volevo scusarmi per …”
“Lascia stare. Temo di averti dato troppa confidenza. La colpa è mia.”
Justin rimase allibito da quell’affermazione: era secca e definitiva, come a volere incidere una linea di demarcazione tra loro.
“Ho capito … Sì Colin, anzi, signor Farrell, non appartengo al suo mondo, al vostro mondo, Brian aveva ragione … che imbecille sono stato, ma si puo’ sempre rimediare.”
“Justin …”
“Me li saluta lei gli altri? Grazie.” – e si allontanò velocemente, avvisando con un sms Brian, che si stava intrattenendo con Jared, nell’ala opposta della residenza.
“Che succede?” – “Justin si è ricordato di un impegno …”
“Ok … dunque come ti dicevo Brian, io farei fare queste modifiche per il tuo personaggio, così avresti più spazio nel girato, cosa ne pensi?”
“Penso che sei molto gentile e che non so se sono all’altezza di questo ruolo, hai davanti un principiante …” – e sorrise simpatico.
“Un principiante che ha colpito il mitico Derado, ma hai idea di quanti nuovi attori sono emersi grazie a lui?” – ribattè sorridente.
“Veramente non so se potrà essere il mio futuro … mi spaventa …”
“Lo so, ma hai la fortuna di avere Justin nell’ambiente, così potrete condividere gli stessi psicodrammi ahahhah”
“Ok, mi hai convinto. Lo vuoi un aperitivo? Mi sembra che Carmela stia distribuendo una strana pozione …”
“Andiamo pure ad intossicarci … ma dove è finito Colin?”
Farrell si stava tormentando la faccia, chiuso in un bagno, dove si era rinfrescato, provando a calmarsi.
“Ma sono impazzito … dirgli quelle cazzate, Cristo!!”
Uscì frettolosamente, scontrandosi con Jude, che lo stava cercando.
“Sei qui, finalmente Colin!”
“Che succede?”
“C’è da perdersi in questo mausoleo, Jared mi ha spedito a vedere dove ti fossi intanato ahahahah”
“Ci sono, ci sono … accidenti …”
“Cosa ti prende irish buddy?”
“Ho detto una stronzata a Justin, l’ho offeso!”
“Che tipo di stronzata …?”
Farrell gli spiegò l’antefatto e quella sua reazione inconsueta.
“Colin ascolta, io temo che tu e Justin abbiate come un conto in sospeso, quindi o vi chiarite oppure continuerete questo stillicidio!”
“Ma quale conto in sospeso, di cosa parli Jude?!”
“Non ti rendi conto, quando lo osservi o gli dici certe cose … io … io l’ho notato.”
“E’ una … farneticazione!”
“Assolutamente no Colin … se Jared se ne accorgesse ne soffrirebbe. Tu hai un debole per Justin, ma non è solo questo … ci hai fatto l’amore e se è successo, nel pieno di un periodo di armonia di coppia, allora nel tuo cuore c’è una risposta, che tu non vuoi conoscere.”
“Io non sono innamorato di lui, se è questo che intendi!” – protestò, mentre le sue iridi scure iniziarono a pungere di sale e rabbia.
“Forse parlare di innamoramento è eccessivo, ma queste storie sono fatte di chimica, tensione erotica, attrazione ed intesa, quindi o le si doma razionalmente oppure ci si lascia andare …”
“Ed io mi sono lasciato andare …” – sussurrò, andando verso una finestra.
“Purtroppo sì … ma appartiene al passato, questo errore di … di valutazione.”
“No Jude … non riesco a scrollarmi di dosso questo disagio … o meglio, questo sentimento che provo per lui.” – disse mesto, uscendo dalla stanza senza aggiungere altro.
La pioggia scivolava sul finestrino, al quale la testa di Justin era appoggiata da alcuni minuti.
Avrebbe voluto non piangere, non arrendersi al disastro emotivo, che sentiva farsi spazio dentro di sé.
Prese dal porta oggetti una pastiglia di acido.
Le aveva acquistate molto tempo prima in quella discoteca gay, prima di incontrare Brian.
Era una stupidaggine allora ed adesso gli appariva anche peggio, ma voleva stordirsi in qualche modo e le sbornie erano troppo deleterie per il suo organismo: sarebbe stato male per giorni, mentre con quella pasticca, avrebbe volato solo per poche ore, beatamente.
Inspirò, cercando il coraggio di essere stupido, poi le gettò nel tombino sottostante la sua vettura, parcheggiata in una piazzola, poco distante da casa.
Ebbe un sussulto, quando sentì un’auto frenare.
Quando si rese conto che era Farrell, provò a mettere in moto per andarsene, ma lui lo bloccò, salendo dalla parte del passeggero.
“Ok, adesso parliamo Justin! E … e poi perdonami, ho staccato il cervello dicendoti quelle fesserie!!”
Lui ebbe un tremito, poi abbassando lo sguardo cercò di dire qualcosa: “Ho provato a tenere la distanza di sicurezza Colin … anche chiedendoti di non chiamarmi come fa Brian … forse sono stato io il primo a dire fesserie, non trovi?”
“No, anzi, esistono dei gesti precisi, tra le persone che si amano, che non vanno presi a prestito da chi non centra nulla con il nostro privato.” – disse risoluto, ma senza avere la forza di reggere quei due fanali azzurri.
“Prima mi hai umiliato … hai toccato quel tasto, che mi ha fatto sentire inadeguato, come è avvenuto dall’istante in cui ho detto al mondo chi ero e cosa volevo fare …”
“Mi dispiace Justin …”
“Era solo per farti capire quanto puoi farmi male … quanto conti per me Colin …” – e ricominciò a piangere.
“Cosa posso fare per rimediare? Cosa? Dimmelo ed io …”
“Niente! Era destino che finisse così tra noi, una parte di me si era illusa, poi è arrivato Brian ed io ho ricominciato a credere in qualcuno … E’ difficile dimenticarti Colin, pensavo fosse meno dura, ma ti assicuro che è un’esperienza logorante.” – disse avvilito, per poi scendere a riprendere fiato.
Colin lo seguì, togliendosi la giacca, posandola sulle spalle del biondo – “Prenderai freddo, risali, per favore Justin … Andiamo a berci qualcosa, ti va? Guido io … ” – ed abbozzò un sorriso.
Il ragazzo annuì, seguendolo sul suv, che ripartì sgommando.
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