Capitolo n. 264 - gold
Lula correva per il vasto parco intorno alla villa, che Geffen stava valutando di acquistare insieme a Kevin, impegnato a controllare il sistema di sicurezza, con Vassily e Peter.
Meliti li aveva accompagnati, sarebbero diventati vicini di casa.
“Insomma hai deciso di assoldare i due armadi per proteggere la tua famiglia … approvo!” – e sghignazzò, giocherellando con l’ennesimo sigaro ancora spento.
“Quella roba ti ucciderà vecchio …” – disse Glam, scrutandolo divertito ed affettuoso.
“Anche i tuoi puledri, i miei figli diciamo adottivi, faranno lo stesso con te, mio caro e stimato avvocato. Come sta Jared? Perché Kevin lo vedo che sta alla grande da quando siete tornati dalla montagna.”
“Jared è con Colin e lì deve restare.”
“Sai Glam, ho sempre pensato che quel dannato ragazzo non avrebbe mai trovato pace ed un unico porto dove approdare quando le sue paure avessero preso il sopravvento in quella testa matta, che si ritrova, per nostra immensa fortuna.”
“Forse hai ragione, ma io, pur continuando a volergli bene, ho preso decisioni irrevocabili sul mio futuro.”
“Glam penso tu l’abbia fatto almeno una decina di volte, con … ottimo successo!” – e gli fece l’occhiolino – “D’accordo, posso anche crederti, per compiacere la buona volontà che stai dimostrando, ma hai mai visto estirpare le radici di una quercia o di una sequoia? Tu sei la terra e Jared un albero nato prima che potessi rendertene conto, cresciuto a velocità smisurata nel tuo cuore, fino a farlo scoppiare o sbaglio?”
Geffen si fermò davanti a lui – “Sei un poeta, da quando Xavier e Phil si sono trasferiti da te … complimenti.” – e non aggiunse altro, tornando dal compagno, che stava coccolando il piccolo Lula.
“Home sweet home … penso di averlo stampato in faccia Colin …”
La voce di Jared era un suono piacevole e denso, che avvolgeva ogni fibra di Farrell, intento ad ammirarlo, mentre si allungava sul letto, stiracchiandosi come un gatto.
“Sì … non ne potevo più di sacher e roseti … cosa faccio preparare alla Wong per cena amore?”
“Salmone al vapore e patate lesse, non mi va altro, con litri di salsa al limone …”
“Sa di buono … ma mai come te …” – e gli volò addosso, facendolo ridere, tra solletico e baci dispettosi.
“Facciamo una doccia campione … non siamo proprio freschi come gigli Cole aahahaha!”
“Non sarebbe la prima volta che ci ritroviamo sporchi e cattivi Jay …” – e sinuosamente cominciò a leccarlo nel collo e sul viso.
“Almeno chiudi le finestre … e le persiane …” – ansimò, spogliandolo con vivace entusiasmo.
“Hai galoppato nudo in quel parco, su di un cavallo imbizzarrito davanti a decine di persone ed ora ti vergogni di me Jared ahahahha?!!”
“Assolutamente … ma preferisco accendere qualche candela, sai che adoro vedere la tua pelle sudata illuminarsi di mille riflessi dorati, dove sono appena passato con la mia lingua … Oppure dove passerò … molto presto …”
Justin posò i bagagli nell’ingresso, riattivando i contatori di gas e luce – “Pensi tu all’acqua Brian?”
“Certo tesoro … andiamo a fare spesa?”
“No, ordino qualcosa dal cinese, se ti va.” – replicò calmo, visionando la posta accumulata.
“Ok … ci sono delle birre in frigo, penso saranno perfette per stasera.” – disse esitante, aspettando che Justin gli dicesse qualcosa di rassicurante.
L’esito del colloquio che avevano avuto, dopo avere lasciato Colin e Jared, non era stato molto esaustivo per lui: Justin gli aveva semplicemente chiesto di terminare il lavoro con Derado e di tornare a vivere nel loro alloggio.
Brian aveva acconsentito, dividendo poi la suite con Justin, dormendo abbracciati, senza più fare l’amore.
“Vado a lavarmi, sono a pezzi … mi tieni compagnia Brian?”
“Sì … ok, alla lavatrice penso dopo.”
“E da quando fai il bucato?” – gli chiese sorridendo.
“Sono abituato a certe faccende domestiche, se tu non mi precedessi sempre.” – ribattè sereno, accostando i loro visi per poi baciarlo con delicatezza.
Si strinsero l’uno all’altro, iniziando a piangere silenziosamente.
Justin quasi cadde sul parquet, portandosi dietro anche Brian, che non smetteva di segnargli zigomi e fronte, per poi distribuire baci leggeri, ma continui.
“Non voglio più lasciarti Brian … non voglio …” – e si appese al suo collo, denudandosi con l’urgenza di appartenergli.
Brian si tolse la t-shirt ed abbassò appena i jeans, seguiti dai boxer, per prenderlo senza alcuna preparazione, ma trovandolo così caldo e bagnato, dal lubrificarlo ugualmente.
Un’unica spinta suggellò quel loro ritrovarsi febbrile ed agognato, tanto da stordirli di gioia.
La Ferrari scivolava veloce sul lungo mare di Malibu.
Geffen aveva appena firmato il contratto per acquisire quella proprietà, che Lula ribattezzò Joy’s House, saltellando davanti al caminetto in marmo rosso di Carrara.
La musica di un vecchio pezzo di Adele, Set fire to the rain, accompagnava quella sua corsa verso l’ufficio, dove avrebbe trovato solo grane e lavoro arretrato.
Sbuffò scendendo, togliendosi la cravatta ed afferrando la valigetta.
Salutò Flora e colleghi con un bel sorriso, per poi accogliere con una smorfia i primi clienti, una coppia in fase di litigio per un divorzio milionario.
Ad un certo punto, ubriacato dalle chiacchiere dei due, passò lo sguardo oltre loro, andandolo a posare sulle fotografie allineate sulla mensola in fondo alla stanza.
Ritraevano tutto il bello della sua vita.
Ce n’erano tre con Jared, molto intense per espressività ed emozionanti, ogni volta che le guardava.
“Avvocato Geffen, ma mi sta ascoltando!?!”
“Eh? … Certo miss Cliverland … i due bassotti li vuole tenere lei?”
“Certo!! Mustafà e Maurice!!”
“Ovvio, con due nomi così …” – mormorò sconfortato.
“Prego??!!” – disse acida, mentre il coniuge la prendeva a gomitate.
“Ok, ho raccolto abbastanza elementi, ma devo invitarvi ad una riflessione sulla possibilità di riconciliazione.”
“Escluso!!” – tuonò lui e lei di rimando gli fece una boccaccia.
Glam sprofondò nella poltrona, pensando che fosse un miracolo il suono del cicalino – “Sì Flora!” – disse speranzoso.
“Mi scusi, c’è qui il signor Marc Hopper, voleva salutarla è di passaggio …”
“Marc? … Marc!! Ma non è possibile, certo un minuto e mi libero … Tanto qui abbiamo finito.”
“Ma come finito?!! Non dovevamo valutare di fare pace …?” – disse la donna spiazzata dai modi risoluti di Geffen.
Glam non credeva ai propri occhi.
“Marc Hopper … sono anni che non ci vediamo!”
“Bastardo di un Geffen, se non muovo il culo io da Boston per venirti a fare un saluto! Come stai? Ho saputo da Richard che sei stato male …”
“Dai andiamo a pranzo che ti racconto … A quale moglie sei arrivato?”
“Dopo la quinta, mi sono dato ad una fase alternativa, come … te … infatti volevo qualche consiglio.” - e rise, salendo sull’auto di Glam, spiati senza saperlo da Jared e Kevin, appena arrivati sul suv del primo, per portarlo fuori a pranzo.
“E quello chi è?” – disse il cantante.
“Mai visto Jay … seguiamoli …”
“Bell’uomo.” – aggiunse, sorridendo, ma con una vena di gelosia nella voce.
Kevin fece spallucce – “Sarà un collega.”
“Fase alternativa?? No, ma mi prendi in giro?”
“Come no Geffen, quasi come te quando me lo hai scritto in quella e-mail, invitandomi al tuo matrimonio con … come si chiama?”
“Kevin.”
“Ecco, appunto … io non riesco a sistemarmi, faccio solo casini, prima con un ragazzino di vent’anni, che mi ha lasciato a pezzettini dopo che … Ok, troppo giovane, quindi sono passato ad uno di trentadue, del resto io ne ho dieci di più, ma insomma neppure con lui ha funzionato.”
“Motivo?”
“Troppa insicurezza e gelosia … da parte del sottoscritto! Con le mie ex mai avuto certi problemi, ma se ti metti con un poppante, vedi fantasmi dappertutto e non puoi condividere con lui un bel niente, mentre con l’altro c’era anche competizione, del resto è un penalista come me, ci siamo incontrati in aula e la sera stessa abbiamo scopato come conigli … Mio Dio … ti ho scandalizzato?”
“No Marc aahahahh ma ti vedessi … perché non provi con un ultra cinquantenne, escludendo i presenti ahahahahh”
“Senza offesa, ma qualcosa mi dice che sarebbe anche peggio … nel senso che subirei lo stesso trattamento soffocante da parte di un uomo maturo, anche se tu saresti uno schianto.” – e lo guardò per un secondo di troppo, una volta usciti dalla vettura, per dirigersi ad un locale, dove anche Jared era un cliente fisso.
Insieme al bassista dei Red Close, infatti, si intrufolò dal retro, salutando quelli della security, amici anche del fratello Shannon.
“Ora vediamo dove si piazzano e poi facciamo la nostra apparizione Kevin.”
“Sì ma sa di … non so Jared, come se stessi spiando mio marito, io mi fido di Glam, se tu poi sei qui con me … ahahahahh” – iniziò a ridere come un pazzo, mentre Jared strabuzzava le iridi cobalto, assecondandolo un istante dopo.
Geffen si accorse di loro – “Ma cosa … Vieni Marc, ti presento due mascalzoni. Ehi voi due!”
Kevin gli volò tra le braccia, baciandolo allegro – “Ciao daddy …”
“Ciao amore … Ciao Jared … cosa state combinando?”
Hopper era piuttosto imbarazzato, specialmente dalla bellezza di Jared, tornato quasi castano.
“Dolcetto o scherzetto Glam?!”
“E’ un po’ presto per Halloween non credi? … ok, vi presento un carissimo amico, Marc Hopper, questo è Jared Leto e questo è Kevin, il mio sposo …”
“Salve, piacere di conoscerti, daddy mi ha raccontato qualcosa su di te, ora che ci penso …”
“Daddy?”
“Sì lui mi chiama così, sai, con vent’anni di meno ci si sente liberi di farlo ed io ne sono felice.”
“Jared Leto, l’attore …? Ho visto qualche film … con …”
“Colin Farrell, il MIO sposo … ehm … a proposito, dobbiamo girare la scena di sesso stasera, agli studios, volete venire??”
Geffen ed Hopper divennero paonazzi, mentre Kevin gli fece segno che lo avrebbe strozzato una volta usciti da lì.
“Sarà un accoppiamento fantastico, ma adesso tu ed io dobbiamo scappare, vero?!!” – concluse, facendo una piroetta e, brandendo il polso di Kevin, si dileguò in pochi secondi.
Marc si mise su di un divanetto, riprendendo fiato – “Accidenti, ma fanno sempre così?”
Geffen si grattò la nuca – “Temo proprio di sì.”
CHANNING TATUM special guest is Marc Hopper
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