lunedì 19 settembre 2011

GOLD - CAPITOLO N. 259

Capitolo n. 259 - gold


Robert guardava il soffitto, con la testa appoggiata al ventre di Jude, che stava dormendo profondamente.
Lo tormentava il pensiero di quanto accaduto, quindi decise di contattare l’assistente di Sienna, per scusarsi, visto che non aveva altri recapiti.
Brenta era un’amica comune, ma al messaggio dell’attore, rispose con un semplice § Mandale dei fiori Rob, rose gialle, le sue preferite §
Il consiglio non lo tranquillizzò, visto che la sua più viva preoccupazione era legata ai problemi che la Miller poteva creare al suo ex, soprattutto strumentalizzando il figlio di Law.
Tornò dal compagno, che solo allora si destò a fatica.
“Non dormi amore …?”
“E’ complicato con questo peso … non dovevo darle quello schiaffo, è la madre del tuo bambino e …”
“Riconosco che non è un gesto accettabile, soprattutto da un uomo corretto come te, ma eri sotto stress e lei ha alimentato il tuo rancore … forse avresti dovuto darlo a me quel ceffone Robert …”
“La violenza è sinonimo di stupidità, avrei dovuto affrontarla invece, dicendole quanto avevo accumulato anche a causa sua … peraltro sei tu il mio uomo, mio marito sottolineo, quindi le spiegazioni ce le dobbiamo dare noi, all’interno del nostro rapporto, i terzi sono soltanto in parte responsabili.” – disse convinto.
“La penso anch’io così e temo che anche il nostro matrimonio abbia avuto un effetto deleterio sull’autostima di Sienna, del resto non l’ho mai voluta sposare …”
“Le scriverò una e-mail Judsie, ce l’hai l’indirizzo, vero?”
“Certo, mi ha mandato delle foto del piccolo il mese scorso … ok, prima di andare al lavoro potrai scriverle ciò che senti, ma adesso torna qui, torna da me, Rob …”


“Che situazione imbarazzante … sapevo che i film di Derado sono sempre fonte di gossip e scandali, ma Robert ha sbagliato Colin …”
“Vedrai che rimedierà … io sono già stanco di questo lavoro, ci sono troppe tensioni …”
Leto si stiracchiò, rannicchiandosi sotto l’ala di Farrell, che lo baciò tra i capelli. Era molto presto ed il fuso orario disturbava ancora i loro ritmi.
“Ti riferisci a Brian e Justin?” – domandò incerto sul volere affrontare sul serio quel campo minato.
“Sinceramente loro due si evitano educatamente, ma capisco che non è semplice, Brian è molto innamorato di Justin e questi dovrebbe concentrarsi sui sentimenti che provava per lui …”
“E non per te Cole, è questo che intendi?”
“Ovvio Jay, ma non puoi dire che Justin si sta comportando male con noi …”
“In effetti … Tu sai quanto gli sono riconoscente, anche se il contesto è stato assurdo e fortemente inaccettabile, ma Justin ha salvato la vita alla persona che amo di più sul pianeta, il padre dei miei figli … Sarei morto senza di te Colin.” – affermò fissandolo, per poi baciarlo appassionato e puro.
Su quella dichiarazione a Farrell saltò il cuore in gola, ma anche un flash nella mente, ovvero l’immagine di Glam: in certi momenti avrebbe giurato a chiunque di essere convinto che fosse Geffen l’amore assoluto per Jared, ovviamente con amarezza e disperazione.
“Io voglio te … Jared … voglio unicamente te …” – e lo portò sotto di sé, aprendolo con vigore al proprio desiderio, pronto a sfogarsi tra le sue membra accoglienti.


Glam osservava le evoluzioni dell’aquilone manovrato da Lula, sul pendio sottostante una baita, dov’erano saliti per mangiare insieme a Kevin.
Il giovane corse da lui ridendo – “Daddy come va il mal di testa?”
“Passato, ho preso la pastiglia per la pressione … non ho mai ingurgitato tanti farmaci come quest’anno … sto bene, torna pure dal nostro soldino oppure siediti qui e vediamo cosa combina …” – e rise, dandogli un bacio leggero.
“Vado a convincerlo che è quasi ora di pranzo, così prendiamo un aperitivo, cosa ne pensi?”
“Penso che sia perfetto.”
Appena si allontanò, il cellulare di Kevin iniziò a vibrare; lo aveva lasciato a Glam, che lesse il nome di Jared.
Richiamò la sua attenzione inutilmente, quindi si decise a rispondere.
“Glam, sei tu? Scusa, ma ho provato sul tuo, ma era spento …”
“Ciao Jared, sì l’ho dimenticato a casa …”
“Ok, ma dove siete, se non sono indiscreto e come state?” – chiese fintamente sereno.
“Tutto a posto, siamo partiti, c’è anche Lula con noi, facciamo una vacanza.”
“Ah … noi invece lavoriamo a Vienna per un paio di settimane, ma non è proprio il massimo … “
“Mi dispiace, Colin dov’è?”
“Al trucco, io sono nel parco, accanto ad una fontana gigantesca, senti il rumore dell’acqua? …”
“Sì, lo sento Jared … Ora devo andare, mi aspettano a tavola, grazie per la telefonata.” – disse calmo, ma con una vaga freddezza, che ferì Jared.
“D’accordo, salutami tutti … ciao Glam …”
Il suono di quella chiusura del contatto, fece sentire a disagio il cantante dei Mars: si mise seduto sul bordo di granito, gelido ed umido.
La stretta allo stomaco lo mise di cattivo umore, poi pensò a quelle parole – “A tavola … a quest’ora? … ma … che siano in Svizzera?” – pensò ad alta voce, per poi decidere come averne una conferma.
Doveva escogitare qualcosa, però a quale scopo, non smetteva di domandarselo.


“Tesoro troverai una chiamata di Jared, ho risposto io, voleva salutarci.”
“Va bene daddy …” – disse tranquillo, sistemando il tovagliolo a Lula – “Come se la cavano con Phil?”
“Pare ci sia qualche problema, ma non ho approfondito … oh guardate, c’è la pasta al forno, ce ne facciamo portare una teglia, ho una fame …”
“Davvero?! Meraviglioso, ottimo segno …” – disse entusiasta, stringendogli la mano calda, mentre la sua era gelida – “Kevin smettila di agitarti per me, lo vedo che sei sempre teso ad ogni mio passo, ma dovrai fare molta fatica per sbarazzarti di me …” – gli sussurrò teneramente, ritrovandosi la sua fronte affondata nel collo e poi il solletico bagnato delle sue ciglia.
Kevin si era commosso, così si defilò in bagno, per non farsi accorgere da Lula, che non doveva essere turbato dai suoi malesseri.
“Papà posso avere anche le patatine?”
“Ovviamente sì … ti adoro angelo mio …”
“Anch’io papi! … Anche senza patatine!” – e scoppiò a ridere, colorando della propria allegria tutto il ristorante.


Sienna non era partita.
Aveva accettato di incontrare Robert per un tè, in una caffetteria del centro, dove servivano un’ottima sacher.
Lei scrutava il piatto con le fette tagliate con precisione chirurgica dal pasticcere, molto orgoglioso della propria opera, che illustrava gli ingredienti ed il sapore, il tutto in tedesco, che, né lei né Downey comprendevano.
Quando finalmente se ne tornò in cucina, non riuscirono a trattenere una risata, specialmente per le espressioni buffissime dell’attore.
“Temevo che non ci lasciasse più, Dio che fanatico … incomprensibile!” – sbottò, versando il latte nella tazza della collega.
“Grazie Robert …”
“Figurati ... dunque …”
“Mi sono piaciuti i fiori, sei stato molto carino … scommetto che Brenta ti abbia elargito un suggerimento …” – e sorrise.
“In effetti, la conosco da quando aveva i calzini corti … Sienna non credo che basti una corbeille e questa colazione per sanare la mia posizione, quindi volevo rinnovarti il mio rammarico, sono davvero mortificato …”
“Ed io potrei dirti la stessa cosa … per non avere respinto Jude o meglio, per avere gestito le cose con lui, permettendo che la situazione trascendesse … non c’era premeditazione, ma avevo una ferita profonda ed inguaribile, ma quella non era la soluzione, anche perché se lui avesse voluto tornare a casa …” – trattenne un singhiozzo.
Robert le sfiorò il braccio – “So cosa vuole dire perderlo … lo amo da quando lo conosco, di un sentimento, che ha dovuto affrontare molti ostacoli Sienna, probabilmente non finiranno mai, ma so di potercela fare, se lui mi sostiene, se Jude c’è … Quando vi ho visti … è stato come morire, come se fossi precipitato di nuovo in una cella oppure in una gabbia della clinica di disintossicazione …”
“Robert commettiamo errori di continuo, ma siamo adulti ed abbiamo dei … dei figli con Jude … Vorrei che Camilla venisse da noi più spesso, si diverte con il fratellino, sai?”
“Si adorano, è stupendo … Allora voltiamo pagina?”
Sienna annuì.
Uscirono e furono investiti da un’ondata di flash.
I paparazzi li stavano seguendo da ore e le immagini finirono on line in pochi minuti, condite da didascalie di ogni tipo.
Derado accolse la richiesta di Downey di riprendere la Miller, anche se lei era poco convinta, ma Jude le fece ulteriori rassicurazioni, sollecitato da Robert.
Il set divenne blindato, ma chi sponsorizzava il regista si esaltò di fronte a tanta pubblicità gratuita, che alimentò una curiosità morbosa sia per le vicende familiari dei protagonisti, che per la trama dell’opera di Phil.
Fu annunciato un party sfarzoso per festeggiare il compleanno di Farrell: tutto tornava utile per amplificare l’interesse mediatico, ma certe iniziative destarono un certo malumore, che difficilmente la parlantina di Derado avrebbe dissipato.
Si annunciava una serata speciale, in ogni senso possibile.




LULA

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