giovedì 8 settembre 2011

GOLD - CAPITOLO N. 252

Capitolo n. 252 gold


Era una mattinata fresca e la sabbia leggermente umida.
Kevin sorrise, prendendo la mano di Jared.
“Ti dispiace?”
“No, assolutamente. Come ti dicevo non mi va di baciarlo …”
“Brian deve esserci rimasto male.”
“Non credo, non gli importa niente di me, figurati … per lui esiste solo Justin, come è giusto ed ovvio.”
“Sì, giusto ed ovvio … Devo sedermi un po’, stanotte daddy mi ha distrutto.”
Jared ebbe la solita fitta, tra lo sterno e lo stomaco.
Ora sembrava acuita.
Si allungarono, affiancati, ma poi Kevin si rilassò sotto al braccio di Jared, che lo accolse, accompagnando il gesto con un affettuoso bacio tra i suoi capelli biondi.
“E non sei contento?”
“Di cosa Jared?”
“Per Glam … vuole dire che sta bene.” – e sorrise, osservando dei gabbiani allineati sul corrimano della scaletta, che portava alla torretta di salvataggio.
“Non ci sono surfisti oggi …”
“Perché cambi discorso, Kevin?” – chiese calmo.
“A parte la battuta, mi destabilizza parlarne oltre, con te.” – replicò mesto.
“Il motivo?”
“Dipende Jared …”
“Da cosa?”
“Da questo …” – e con un gesto a sorpresa lo baciò intensamente.
“Ke-Kevin …” – ansimò distaccandosi.
Jared sentì il sangue ribollire e poi ritornare a fluire normalmente, come una marea improvvisa, simile a quell’assalto appassionato.
“Scusami Jay …”
“Non importa …” – e lo baciò a propria volta.
Si separarono di pochi millimetri, permettendo ai loro sguardi di investigare curiosi nelle reciproche sensazioni.
“Ti … ti ha fatto male …?”
“Chi, daddy …?!”
Jared annuì, Kevin rise piano – “Dio mio no … come potrebbe?”
“Ore di sesso a volte sfiniscono …” – bisbigliò, con un’aria buffa e stranita.
Scoppiarono a ridere, rialzandosi.
“Glam era nervoso, arrabbiato direi … Cerca di rassicurarlo Jared, se questo non influisce negativamente sul tuo rapporto con Colin.”
Jared fece un’espressione perplessa – “Tu continui a lasciarmi spazio nella sua vita Kevin … sei incredibile … oppure …”
“Ingenuo? Stupido? Un coglione, forse, ma non mi importa di essere giudicato da chi non sa davvero cosa provo per Glam, ma tu sai cosa vuole dire sentire il proprio cuore fermarsi ogni volta che ti stringe, che ti accarezza, che ti antepone al resto dell’universo. Tu lo sai Jared, quindi …”


“Il cuore è a posto … come andiamo con la dieta che ti ho prescritto Glam?”
“Insomma … troppe verdure lesse, mi sento gonfio …”
“Ma se sei dimagrito tre chili.”
Il dottor Mitchel conosceva Geffen dall’università, facoltà diverse, stessa compagnia di simpatici svitati.
“Già … ho fatto un altro buco nella cintura … ed il sangue?”
“Alcuni valori sono ancora un po’ alti, ma nulla di preoccupante. A proposito, come va l’attività sessuale?”
Glam rise – “Anche troppo bene … avevi ragione su quell’effetto collaterale …”
“Di solito è il contrario, ma questo preparato ha qualcosa di unico.”
“Il mio ragazzo ti ringrazia.”
Il medico lo squadrò divertito – “Se qualcuno mi avesse detto venti anni fa che …”
“Incredibile lo so …”
“Kevin è una persona straordinaria, lo stimo per molti motivi, pur non conoscendolo bene, sai Glam? E’ stato il primo?”
“Primo?”
“Il tuo primo compagno, sai, magari è speciale e solo con lui …”
“No Scott, non è stato il primo e neppure l’unico, sono diventato molto gay!” – e mimò un gesto isterico e ridicolo.
“Ok, ok, ho capito …”
“Perfetto …” – mormorò, riflettendo su alcuni ricordi, mentre si dirigeva alla finestra dell’ambulatorio, che affacciava sul parcheggio dell’ospedale.
Ebbe un sussulto: Jared era appena arrivato.
Stava prendendo il trasportino con Isotta, dopo essersi accorto che la Ferrari parcheggiata davanti a lui era quella di Geffen.
Il cellulare di Glam vibrò: non rispose.
Voleva evitarlo, ma sembrò inutile, quando uscendo dallo studio di Mitchel, lo vide nella sala di aspetto.
Jared gli sorrise, avvicinandosi a lui ed al cardiologo – “Ciao …”
“Jared …”
“Ehi che bella bambina!” – disse Scott oltrepassandoli.
Il cantante si voltò ed istintivamente disse – “E’ nostra … è … è mia figlia.”
Geffen arrossì.
“Stupenda, che occhioni … uguali ai suoi signor Leto … eh già.”
“Già … ho sei figli, ma Isy è …”
“Sì certo. Ok Geffen, non strapazzarti. Ci vediamo la settimana prossima. Arrivederci.” – e sparì nel corridoio.
Jared e Glam si fissarono.
“Isotta deve fare una visita?”
“No … eravamo … ecco noi volevamo trascorrere la giornata con te.” – e deglutì, prendendo in braccio la bimba, come ad essere più convincente.
“Con me? …”
“Certo … prendila, vuole le tue coccole …”
Isy sorrideva, tendendogli le piccole dita, che Glam baciò, socchiudendo le palpebre, con estrema dolcezza.
“D’accordo … cosa facciamo?”
“Andiamo sulla scogliera, in quel ristorante, mangiamo e poi ci prendiamo la camera, così Isotta dorme e noi parliamo un po’.”
“Parliamo un po’ …” – e si massaggiò la cervicale indolenzita.
Jared lo sostituì – “Lascia, ci penso io … come stai Glam?”
“Adesso andiamo. La bambina deve rispettare i suoi orari.”
“Sì hai ragione … andiamo.”


Il pranzo fu arricchito dalle smorfie e dai gridolini di Isotta, che non apprezzava i passati di verdura, che Jared si era portato nel mini frigo.
Quando furono nella stanza, la cambiò, cullandola per diversi minuti.
“Fa caldo … accendi la ventola Glam, per favore?”
“Sì, certo … hai sete?”
“Sto sudando … faccio una doccia appena si sarà addormentata …”
“Ok … vado a fumarmi una sigaretta sul terrazzo.”
“Come una …?” – “Jay non rompere …” – e rise.
Isotta crollò dopo pochi minuti, permettendo al padre di lavarsi.
Quando tornò, Jared era avvolto da un asciugamano ai fianchi: controllò che non ci fosse troppa luce, accostando maggiormente i tendaggi, mentre ammirava la serenità della figlia.
Sorrise.
Geffen lo stava seguendo con attenzione.
Si appoggiò allo stipite, inclinando la testa – “Io ti amo Jared.”
“Glam …” – gli corse incontro, aggrappandosi al suo collo.
“Mi corri ancora incontro, nonostante tutto … Jared tu sai come rendere felice questi giorni in cui io provo soltanto rimpianti … inutili, come essere qui, ora.”
“Perché dici questo? Tu sai quanto io sia legato a te e pensarti fuori da ciò che faccio, distante da noi, è terribile per me!” – disse, afferrandogli il viso.
“Da noi … Non esiste più alcun noi Jared!” – ribattè amaro.
“Anche … anche se non facciamo l’amore, possiamo viverci ugualmente … non siamo due amanti, ma due anime e due cuori che si amano …”
Geffen andò a sedersi sul letto – “Il punto non è il sesso! Jared mi manchi … sono anche geloso di Colin, questo è ovvio …”
“Ho … ho sbagliato a confidarti le mie emozioni per lui, quello che … Perdonami Glam …”
“Non c’era bisogno, vedevo e capivo anche senza le tue rivelazioni … Vado a farmi una doccia.” – disse aspro, allontanandosi.
Quando rientrò, Jared era rannicchiato dalla parte in cui Geffen dormiva sempre.
Stava piangendo.
L’avvocato si distese, raccogliendolo con cura, contro al proprio petto.
“Glam … se vuoi …” – sussurrò tremante.
Geffen posò un bacio sulla sua bocca umida, senza fare altro.


“Jared cambierà idea, vedrai.”
“Cosa stai facendo Colin?”
“Correggo le battute che non mi piacciono Justin, me lo ha chiesto Phil … ha davvero un modo originale di lavorare.” – e sorridendo tornò a prendere appunti.
Erano seduti in un bar, per un ulteriore incontro con Derado, Robert e Jude.
“Brian non doveva venire qui con te?”
“Sì, ma aveva una forte emicrania …”
“Scommetto che è una scusa Justin.”
Il ragazzo divenne paonazzo – “Ecco …”
“Accidenti, a volte sei così limpido Just, che …”
“Perché mi chiami così, Colin?”
“Ma veramente ho sentito Brian farlo e … non dirmi che non è permesso ad altri che a lui ahahahh …”
Il suo silenzio fu esaustivo, quanto severo.
“Non accadrà più, Justin.” – disse serio Farrell, ma quel momento di imbarazzo fu interrotto dai saluti vivaci di Jude.


Chris stava cucinando per Tomo.
“Sicuro di non volere una pizza?” – domandò il croato con una esilarante boccaccia.
“Simpatico, davvero simpatico!” – e nel dirlo fece il giro della cucina, mostrandosi com’era nudo e coperto da uno strofinaccio.
Il chitarrista quasi si strozzò.
“Allora cosa dicevi?” – disse Chris, iniziando a sfilargli la t-shirt, passando poi ai pantaloni.
“Non … non lo so tesoro …” – balbettò, lasciandosi trascinare sul parquet lucido.
“Ma come …? Sembravi convinto di non volere assaggiare il mio gulash …” – e salì a cavalcioni sulle gambe di Tomo, che iniziò ad ossigenarsi, estasiato da quella visione del compagno così sensuale.
“Gulash …? Per farti contento mangerei anche una scarpa adesso … oh cazzo …”
“Dovresti farmi e basta Tomo … non chiedo di meglio …” – ed inghiottì il suo sesso, facendolo urlare.
Pompava con una foga, che sembrava non esaurirsi mai.
Tomo lo penetrò dopo averlo fatto mettere a carponi – “Scopami … voglio solo questo … scopami forte …!” – gemette, sentendo il sesso dell’altro arrivargli a fondo nelle viscere, senza che ciò gli bastasse.
Chris iniziò a toccarsi, arcuando la schiena per il piacere sordo, che sentiva sotto la pelle madida di sudore caldo.
“Dimmi quello che vuoi, Tomo …” – disse fremente.
“Fotterti … fotterti fino a domani … non smetterò prima …!”



IAN SOMERHALDER is CHRIS

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