martedì 28 giugno 2011

GOLD - Capitolo n. 200

Capitolo n. 200 – gold

Colin si stava tormentando le mani, nella sala d’attesa al Lax, riservata a chi come Meliti, utilizzava un jet privato.
Jude e Robert parlottavano su come sarebbe stato quel progetto di adozione, così desiderato quanto colmo di incognite.
Jared aveva una felpa, con il cappuccio alzato, le dita avvinghiate all’avambraccio del compagno, la testa china sulla sua spalla destra, come se dormisse.
“Come stai?” – sussurrò all’improvviso.
Farrell trasalì – “Le partenze mi mettono sempre ansia.”
“E da quando Cole?” – sorrise, baciando la stoffa del pullover in cotone, di una tinta tra il bianco e l’avorio.
“Non lo so.” – replicò, strizzando le palpebre e pensando – § Non so più niente. §
“E’ arrivato Glam.” – li interruppe Shannon, molto rilassato accanto a Tomo.
Geffen trascinava un trolley mezzo vuoto, come la sua testa.
Era pallido, la barba lunga, occhiali scuri e capelli rasati.
“Buongiorno a tutti, sono in ritardo?”
“No, tu arrivi sempre puntuale.” – ribattè Colin, fissandolo.
Jared si alzò – “Ciao Glam, non decollate senza di me, vado in bagno.”
“Vengo con te.” – disse Shan, seguendolo.
Glam si accomodò accanto a Colin, che sembrava sul punto di scoppiare.
“Sei in uno stato pietoso.”
“Anche tu non scherzi Colin.”
“Ok … dimmi una cosa, avrà mai un epilogo tutto questo schifo?”
Geffen si massaggiò le tempie – “Se vuoi salire su quell’aereo con questo spirito, io me ne vado subito.”
“Tu che scappi, incredibile.” – sibilò, stritolando un depliant, che non aveva neppure letto.
“Ho avuto una notte di merda, Colin, adesso sto per avere anche una giornata di merda, a quanto pare. Perfetto.”
“Sì, perfetto.” – ribattè duro.
Jude si rese conto del suo disagio e sembrò trascinarlo via da quell’imbarazzante discussione.
Si rifugiarono in un’altra stanza.
“Cosa succede Colin?”
“Nulla … proprio nulla Jude, perché è così, non so che cazzo sia successo tra Jared e Glam ieri!” – disse rabbioso.
“Perché non ti sforzi di capire quanto sia complicato per loro tornare ad Haiti?”
“Tu sei … comprensivo Jude, la cosa la vedi dal di fuori e non stai affogando nell’incertezza come me.”
“Invece so cosa provi, ma non cambierai le cose con questo rancore Colin.”
Si abbracciarono.
“La mia espiazione non è mai abbastanza … Se non fosse per Isotta io …”
“Tu cosa … cosa mio dolcissimo amico?” – disse Law, sorridendogli.
“Io … io lo amo Jude … più di prima.” – e si tuffò nel suo petto, provando una costernata arrendevolezza agli eventi.

“Potevi restare a casa, con i tuoi figli accidenti Jared!”
Shan sembrò ringhiare, ma Jared non faceva altro che accarezzare i suoi capelli, perdendosi tra le sue braccia forti.
“Stai un po’ zitto … voglio ascoltare i battiti del tuo cuore … So che siete emozionati per questa meravigliosa volontà di adottare una sorellina per Josh.”
“Sì, terribilmente. Tomo scalpita dalla notte di Natale, quando ci siamo decisi. Non volevamo smettere di fare l’amore, come se …”
“Ora ragioni come Colin … e sei meraviglioso. Come lui Shan.”

Le nuvole erano soffici, come le labbra di Jared.
C’era una camera matrimoniale, creata al centro della carlinga, un angolo lussuoso quanto inconsueto.
Colin le lambiva, carezzevole ed intenso, mentre il suo tocco diventata sempre più spinto, sotto ai vestiti di Jared.
Si spogliarono con calma.
Le dita di Farrell erano dispettose, così come i morsi che Jared stava spargendo sul suo addome teso e disegnato da ore di palestra.
“Sei una meraviglia Cole …”
“Perché … perché non mi regali un attimo di pace … forse è questo il segreto della nostra unione.” – e lo penetrò deciso.
Il fiato di Jared fu mozzato da un singulto carnale:le sue iridi si caricarono di lacrime, che Colin asciugò con altri baci.
“Non me ne andrò via da te, Jay … tu non sai cosa sono disposto a fare per averti nel mio cuore e nel mio letto per sempre …” – le sue parole si arricchivano di ansiti e gemiti, soffocati nella gola di Jared, che si apriva ancora di più a lui, masturbandosi, mentre i colpi di Colin diventavano sempre più invadenti.
“Ora … ora smettila Jay … voglio che il tuo sapore inondi la mia anima … che poi è tua e dei figli che mi hai dato …”
“Cole … Cole io …”
Farrell si fermò.
“Vuoi regalarmi l’illusione di essere soltanto mio, Jared?” – e poi ricominciò, facendoglielo sentire troppo largo e duro, per non ottenere spasimi e contrazioni in lui, che reclinò il volto madido ed in affanno – “Ti sei preso tutto di me, Colin, dal nostro primo incontro … e non me l’hai mai restituito.” – ed aggrappandosi al suo collo iniziò a venire, all’unisono con lui, che non smetteva di baciarlo, ripetendogli quanto lo amasse.

Geffen aveva ingurgitato un paio di sonniferi, chiedendo di essere svegliato dieci minuti prima dell’atterraggio.
Dormì infatti per tutto il tempo, anche se ogni tanto le sue palpebre venivano assalite da un lieve tremolio.
Robert lo scrutava, riflettendo sul suo stato d’animo, palesemente turbato, almeno quanto quello di Jared, che era sparito immediatamente con Colin.
“Stanno facendo l’amore …” – disse Jude, rispondendo alla curiosità di Downey.
“Davvero?”
“Sì. Colin aveva questa intenzione, approfittando della stanza che c’è in fondo al corridoio: Meliti ci dorme durante i lunghi spostamenti.”
“Ah ecco … peccato non averlo saputo prima.” – e sorrise, sforzandosi di essere rilassato, ma provava mille sensazioni controverse.
“Hai paura Rob?”
“Paura? Terrore puro … Eppure sento un amore fortissimo salire da qui.” – ed indicò lo stomaco.
“Io l’amore lo sento dappertutto.” – e sorridendo lo baciò fortemente.

Tomo si era accoccolato sul cuore di Shannon, che gli sfiorava la fronte con baci leggeri ed i capelli con le dita, in continui gesti di tenerezza.
“Ti amo … sono così felice Shan.”
“Anch’io mofo papi … forse siamo dei pazzi …”
“Voglio credere che stiamo facendo la cosa giusta, per salvare una piccola da quell’inferno.”
“Lo faremo tesoro. Lo faremo.” – disse deciso Shannon, sospirando poi, nel cercare la sua bocca, sollevandogli il viso dal mento, per poi perdersi in lui, ad occhi aperti.

Camilla aveva appena compiuto tre mesi.
Sembrava spiare gli adulti, che si avvicendavano tra la sua culla e le scrivanie, dove miss De Santo compilava moduli, archiviava dossier e rispondeva a brevi telefonate.
Sorrise quando sentì la voce di Glam, che la avvisava del suo arrivo, con una delegazione di potenziali genitori.
“Mr Geffen molti piccoli hanno trovato famiglie amorevoli, più che altro … tradizionali.” – e sorrise.
“Lo so Lisa, ma anche le persone che sto per accompagnare da te sono all’altezza, te lo posso assicurare.” – rise amaro, appoggiandosi al muro, davanti al rullo che distribuiva i bagagli.
Colin aiutò Jude a sistemare l’occorrente per la bimba su di un carrello, mentre Jared era andato a prendersi qualcosa da bere con Robert.
Tomo e Shan cercarono un taxi, per non perdere tempo.
Erano impazienti di raggiungere l’orfanotrofio, tornando con la memoria a quando adottarono Josh.
Downey zuccherò il tè di Jared, che sembrava pensieroso.
“Come andiamo bel ragazzo?”
“Insomma … sembra di non essere mai andati via, ora che siamo di nuovo qui.”
“Volevo ringraziarti per il sostegno.”
“State facendo la cosa giusta e Colin non voleva mancare …”
“Per Jude è importante ed anche per me Jared.”
“Bene … vi cambierà la vita e sarete ancora più uniti, ammesso che sia possibile, siete meravigliosi.” – e si massaggiò le tempie.
“Sei stanco?”
“Sì Robert … di essere così stronzo.” - ed inforcò i ray ban a goccia.
“Jared …”
“Colin prima o poi mi lascerà, anche se sembra legarsi maggiormente, ogni volta che io lo maltratto, anche senza volerlo, senza cattiveria, ma lo faccio, lo faccio e basta e non riesco a …” – una lacrima scivolò, rimbalzando poi tra la lente e lo zigomo.
Robert lo strinse – “Lui sa quanto lo ami.”
“Non è sufficiente, non mi salva da questa colpa … è come un cappio, quando si sentirà soffocare sul serio, se ne andrà ed io me lo sarò meritato.”
Alle sue spalle, Colin aveva sentito quello sfogo.
Cinse la sua vita con cura, sciogliendo l’abbraccio tra lui e Robert, che se ne andò.
“Cole …”
“Ehi … vieni qui e smettila di dire certe stronzate.” – lo rimproverò, cullandolo, come a rassicurarlo.
La gente, intorno, scorreva come un fiume colorato.
Loro si respiravano, in un luogo che restava altrove, rispetto a tutte quelle anime estranee al loro mondo unico ed irripetibile.

“Buongiorno Lisa, come stai?”
“Salve, molto bene e voi?”
Glam fece le presentazioni, ma Robert e Jude furono distratti immediatamente dalla neonata, a pochi passi da loro.
“Ciao principessa …” – disse spontaneo Law, sfiorandole i piedini.
Lei sorrise.
Robert era rapito dagli occhioni scuri e dalle ciocche morbide, che sistemò, ai lati di quell’ovale incantevole.
“Sei bellissima …”
“Camilla, si chiama così mr Downey.” – intervenne l’assistente sociale.
“Stupenda … Posso prenderla in braccio?”
“Certo.”
Lei rise, erano perfetti.
“Ciao splendore … sei davvero un amore … il nostro.” – mormorò, come ipnotizzato dal suo sguardo curioso e vivace.
Law li avvolse da dietro, come ad unirsi in quella simbiosi affettuosa e traboccante di tenerezza.
“Devo dirvi una cosa, comunque …”
“Quale cosa miss De Santo …?” – domandò distrattamente Jude.
“Camilla ha … un problema.”
I presenti sembrarono concentrarsi su di lei, all’improvviso, per comprendere quell’affermazione.
“Un problema?” – disse Robert perplesso.
“E’ affetta da una sindrome. Di Angelman, la conoscete?”
Colin andò accanto a Jude, che sembrò saldarsi a Robert ed a Camilla: “Noi l’ameremo ancora di più, vero Rob?”
“Verissimo.” – disse deciso, baciandola sulle guance paffute.
A quel punto anche Farrell si aggregò a quel patto simbiotico – “Mio Dio Jude … Rob …”
“La nostra famiglia oggi si arricchisce.”
La frase di Jude sembrò una dichiarazione di intenti gioiosa, nel suo sorriso, in quello di Robert ed infine di Jared, che consolidò la volontà collettiva con un – “Colin ed io vi aiuteremo e faremo il possibile per rendere speciali i giorni di Camilla. Benvenuta.” – ed arrise a quella concentrazione d’amore.




Camilla

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