lunedì 13 giugno 2011

GOLD - Capitolo n. 190

Capitolo n. 190 – gold





Chris girovagava in boxer per i corridoi della villa di Rice, a Los Feliz.

Era in splendida forma, si sentiva bene in quel contesto lussuoso, soprattutto perché Owen si era dimostrato molto dolce e premuroso con lui, senza essere mieloso.

Lo aveva svegliato ricoprendolo di baci e facendo di nuovo l’amore, prima di andare al lavoro.

Gli aveva lasciato un vassoio colmo di cibo e bevande, un biglietto ed una gardenia bianca, il suo fiore preferito.

§ Sei a casa tua Chris, ma stavolta davvero. Le cose che accadono così in fretta, a volte possono essere le migliori. Ti bacio, Owen. §



Robert stava leggendo un copione del regista emergente francese, in voga da quasi due anni, un certo Phil Derado, che il jet set di Los Angeles corteggiava a feste e programmi tv di primo piano.

Con un occhio seguiva il filo logico di quella trama intricata, mentre con l’altro sbirciava Jude e Xavier, che sul divano del living guardavano abbracciati un film di Colin.

Il ragazzo era assonnato: “Non riesco a stare sveglio …”

“Allora dormi …” – gli sussurrò il biondo, accarezzandogli i capelli e posandovi un bacio.

Xavier crollò dopo due secondi, Robert sorrise.

Anche Jude non riuscì a resistere a lungo e si assopì, chinando il proprio capo su quello del giovane.

Downey si avvicinò, dopo avere preso una coperta: li avvolse con cura, per poi accorgersi che Jude stava sorridendo.

“Ehi bel ragazzo …” gli bisbigliò, tendendogli la mano destra, affusolata e candida.

“Ehi splendore …” – replicò di rimando Robert, affondando la propria bocca nella sua.

Tornarono a scrutarsi – “Vi lascio soli Jude, ho da fare delle compere per Natale e voi non potete esserci.”

“Ti amo Rob …” – disse l’altro, aumentando di poco il respiro e cercando nuovamente un bacio, che non si fece attendere, profondo e caldo.



La gioielleria era animata dalla presenza di molti personaggi famosi; Downey fu accolto con molta deferenza dal responsabile, abituato ai gusti eccentrici della star, nel selezionare creazioni originali per i propri doni ad amici e parenti.

Questa volta Robert cercava un anello per Jude ed un bracciale per Xavier, oltre a qualche pensiero prezioso per assistenti e segretarie di produzione.

“Niente pietre, vorrei una forma essenziale, ma unica, cosa mi consiglia Paul?”

“Ho un plateau appena arrivato dall’Italia, glielo mostro, sono fedi forgiate a Firenze.”

“Splendido, vediamole tutte.” – e sorrise, senza accorgersi proprio di Chris, arrivato da poco, per acquistare una catenina per Owen.

“Chi si vede, il mio papi.” – disse nel salutarlo, con un vago sarcasmo.

“Chris … cosa ci fai tu qui?”

“Shopping, come te.”

“Ok … stai bene?”

“Mai stato meglio Rob.”

“Lo vedo. Ne sono felice.”

“Sul serio? Dici le cose tanto per dirle, in realtà non te ne frega niente.” – replicò con noncuranza impostata, mentre visionava delle piastrine in oro bianco.

Paul tornò, ritrovando Downey palesemente infastidito, senza capirne il motivo.

“Mi scusi Paul, torno tra un minuto. Chris posso parlarti?”

“Che onore.” – e piantò le sue iridi gelide in quelle di Robert.

Una volta raggiunto un salottino, Downey chiuse la porta, domandando del caffè ad un’avvenente commessa.

“Ora calmiamoci e vediamo di fare chiarezza Chris.” – disse con rabbia sottile.

“Su cosa?”

“Su quello che stai diventando Chris!”

“Mmm uno stronzo, forse?”

“Mi chiedo come siamo arrivati a questa tensione.”

“La domanda è lecita Robert, ma perfettamente inutile. Comunque voglio risponderti: tu non hai semplicemente la forza necessaria ad affermare la scelta delle tue amicizie e dei tuoi affetti con Jude il magnifico.”

“Non tirare in ballo l’uomo che amo!” – ribattè stizzito per quell’aspra critica.

“Invece lui è il centro del problema.”

“Mi dispiace Chris, stai parlando solo di te stesso.”

“Come no, Jude è la perfezione fatta persona. Dov’è ora? In qualche centro massaggi con quella puttana di Xavier?”

Robert chiuse i pugni – “Ora è chiaro, sei solo incarognito con noi, con chiunque forse e sputi veleno gratuitamente e senza senso.”

“Da come ti incazzi non sto sparando a vuoto le mie cartucce Downey.” – ed iniziò a camminare per la stanza, fischiettando.

“Ti auguro buon Natale Chris, qui sto solo perdendo tempo.”

“Non si perde mai tempo quando si impara qualcosa, tipo, che so, sulla generosità del proprio uomo.” – e sottolineò le ultime due parole.

“Cosa stai farneticando?”

“Parlo di Colin, ad esempio: ma quanto sono carini quei due insieme, come del resto Jude con Xavier, ha ottimi gusti e lo stesso stratagemma per fartela sotto il naso, caro Robert ahahahh”

“Le tue sono solo illazioni.”

“Forse … o forse no!” – e fece spallucce – “Magari ho visto cose, che tu neppure immagini, un abbraccio troppo caloroso, un bacio … Judsie, l’adorabile Judsie, in ginocchio a curiosare tra le gambe dello splendido irish buddy.” – e si bloccò, sferrando quello che apparì a Downey come una sorta di colpo da maestro per ferirlo irrimediabilmente.

“Tu sei pazzo Chris!” – protestò, prendendolo per il colletto della camicia e girandolo verso uno specchio antico: “Guardati! Stai degenerando verso una china senza ritorno e ti ritroverai solo come un cane!”

“Io non sono più solo! E lasciami, bastardo!! Guarda invece quanto mi stai credendo, perché ho dato voce ai tuoi legittimi sospetti!”

“Jude non mi ha mai tradito.” – affermò convinto.

Chris indietreggiò, ridacchiando: “Contento tu … contenti tutti.” – e se ne andò.



Downey chiuse la blindata, dopo un lungo giro in auto.

Aveva rimandato i propri acquisti, stressato per quello scontro con Chris.

Sentiva Jude canticchiare sotto alla doccia: strizzò le palpebre, dopo essersi reso conto che Xavier non era nella sala e tanto meno in cucina.

Ebbe un timore sordo.

Saliva dal petto sino alla gola, soffocandolo: non poteva crederci.

Si sporse finalmente per vedere se fosse con Jude, ma nel box c’era unicamente Law. Si sentì sconfitto, per averlo solo pensato, il suo compagno con Xavier, dopo un rapporto sessuale imprevisto, travolti da un’improvvisa estasi.

Jude prese l’accappatoio, accorgendosi di Robert, appoggiato alla parete.

“Tesoro! Sei già tornato …” – esclamò soddisfatto, volandogli al collo.

“Jude ascoltami …”

“Sssst dobbiamo cogliere il momento al volo.” – mormorò, leccandogli le labbra.

“Dov’è Xavier?”

“Appunto, nostro figlio è andato a prendere delle cose per i bimbi di Colin e noi abbiamo la casa libera …”

“Nostro … ? Jude devo dirti una cosa.” – e si divincolò con calma, senza riuscire a nascondergli la propria frustrazione.

“Che succede Rob, hai visto forse un fantasma?” – chiese con un sorriso tirato.

“Assolutamente. Ho visto Chris.”

“Capisco. Devo a lui dunque il fatto che stai rovinando questo momento tra noi.” – e nel dirlo fu lui questa volta ad appoggiarsi al muro piastrellato di mosaici.

“Chris è in uno stato pietoso e mi sento responsabile.”

“Non dire cazzate Rob! Il tuo amico è andato a letto anche con Rice, se proprio vuoi saperlo, una notizia fresca fresca, dopo che ha sedotto Kevin.”

“Come lo sai?”

“Owen l’ha confidato a Xavier, ma per lui la cosa è seria, povero illuso!”

“Lo stai facendo di nuovo Jude, tu … giudichi, tanto tempo fa Jared, adesso Chris.” – disse astioso.

Law rimase impietrito da quella veemenza, quindi si alterò maggiormente.

“Ti ho detto solo la verità.”

“E non ti viene il dubbio che quella di Chris sia solo disperazione? Xavier non è immacolato, se proprio volessimo essere onesti!”

“Non paragonare Xavier a Chris!”

“Perché cazzo non dovrei farlo?!”

“Xavier ci vuole bene e non ha mai tentato di sedurmi!”

“Ti sta sempre addosso!!”

“E’ come un bambino, ha bisogno di essere protetto e … “ – “E Chris è stato stuprato, ha avuto un momento di debolezza con me, dopo avermi dato piena fiducia ed affetto ed io come l’ho ripagato??! Voltandogli le spalle e spingendolo tra le braccia di questo o di quello!!” – urlò disperato.

Lo sguardo di Jude si fece liquido ed angosciato – “Perché gli permetti di farci questo Rob …?” – domandò tremante.

Downey si prese la testa, piegandosi fino a sedersi sul pavimento – “Perché l’ho abbandonato … io so come ci si sente e gli sbagli che si accumulano per recuperare autostima, mentre invece gli altri ti usano e poi ti buttano, come un rifiuto.”

Jude corse a prenderlo sul petto, condividendo un pianto liberatorio – “Robert io ti amo e non capisco questo rancore verso di me …”

Downey lo fissò, sfiorandogli con gli indici gli zigomi arrossati – “Ma io ti adoro Jude, non potrei mai … Jude perdonami, perdonami.”



Xavier li ritrovò tra le lenzuola disfatte, sfiniti da un amplesso ripetuto ed intenso.

“Oh mamma!” – e fuggì in quella che era diventata la sua camera.

Jude aprì un occhio – “Amore … il piccolo è tornato …”

Downey bofonchiò qualcosa, per poi accoccolarsi di nuovo, baciando Jude con trasporto e tenerezza.

“Rob andiamo da lui, lo abbiamo sconvolto ahhahhah”

“Ok … dov’è finito?”

“Sono qui!!” – gridò, tornando da loro – “Copritevi!! Sto tornando!” – disse allegro, portando quello che sembrava un quadro.

“Ciao Xavier, cos’hai lì?” – disse curioso Jude.

“Un dono per voi …” – e lo scartò – “Eccovi qui.” - e sorrise mostrando loro la sua opera, che li ritraeva.

“Dio, mio è splendido Xavier, grazie …” – disse Downey.

“Siete un po’ come ora Rob … Tu custodisci Jude, guardando verso l’orizzonte, mentre lui riposa sul tuo cuore, sicuro del vostro amore … l’ho intitolato § indissolubili § … Vi piace allora!”

“Sì tesoro lo appendiamo subito … certo che per avere solo ventitre anni, hai davvero una tecnica notevole.”

“Grazie Rob, anche se l’arte realista assoluta non è la mia passione e comunque sono ventiquattro … da oggi …” – disse quasi imbarazzato.”

“Accidenti Jude, il nostro cucciolo ha fatto gli anni e noi siamo stati così ignoranti! Vi porto fuori a cena!”



Xavier era così felice di festeggiare con loro, che si accontentò di una pizza.

Robert e Jude avevano ritrovato l’armonia di sempre e parlarono di svariati argomenti con l’artista.

“Ok cosa ne dite di andare a nanna ragazzi?”

“Ok Rob, ma io torno dal nonno, anche se non è ancora rientrato dai monti, starà rincorrendo qualche pastorella.”

“Oppure un muflone lo starà tampinando ahahahah …”



Villa Meliti era immersa nel silenzio.

Xavier salutò i body guard, facendo strada a Jude e Robert, che avevano chiesto un digestivo alla frutta, liquore gelosamente custodito da Antonio, preparato con una ricetta centenaria dei suoi bisnonni.

“E’ proprio vuota questa casa senza il mio …” – Xavier non riuscì a terminare la frase, mentre accendeva le luci dell’immenso ingresso, che una cascata di coriandoli dorati e palloncini lo investì: “SORPRESA!!!”

Quell’esclamazione traboccante di gioia lo travolse – “Oddio, ma …”

Era rimasto basito: la sua nuova famiglia era lì, al completo.

Il piano di Jude, Robert, Colin ed Antonio era riuscito alla perfezione.

I bimbi assalirono il festeggiato, in lacrime.

“Mi state facendo venire un infarto … siete meravigliosi …”

Glam, Kevin e Jared spinsero un carrello pieno di pacchetti e Xavier saltellava euforico.

“Volevi che non mi ricordassi il b.day del mio pestifero?!”

“Nonno …! Sei grande, fichissimo! E voi due siete … ah non so neppure come definirvi … vi voglio troppo bene!” – ed avvinghiò a sé Downey e Jude, estremamente emozionati.

Carmela portò la torta e Xavier fece le parti, distribuendola ai presenti, chiassosi ed abbronzati – “La montagna vi ha fatto bene!” – disse osservandoli.

“Ci siamo divertiti …” – disse Jared.

“Come stai? Ti vedo in forma …”

“Ancora un po’ a pezzi, ma me la sono cavata, grazie Xavier.”

“Grazie a te Jared …” e gli sorrise sereno, mentre Geffen li scrutava poco distante, con in braccio Lula, che aveva entrambe le mani impegnate con il dolce alla panna e cioccolato.

Colin telefonò per la terza volta ai Wong per sapere se Isotta avesse mangiato e se la serata procedesse tranquilla, facendo sorridere amorevole Jared, che lo cinse da dietro – “Lo sai che sono pazzo di te amore …?”

“Ed io di te e dei nostri angeli …”

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