Capitolo n. 188 – gold
Quando Jared si sveglò, Shannon era sotto alle coltri insieme a lui, sorridente, anche se con gli occhi lucidi: “Fratellone… ma…?”
“Ciao disgraziato, mi farai prendere un accidente prima o poi!”
Si strinsero forte.
“Quando siete arrivati? Dove sono gli altri?”
“Fuori a sfruttare l’ultima ora di luce, con quell’ammasso di neve senza forma, hanno fatto un pasticcio ahahhah…”
“E Colin?”
“E’ andato in paese a fare provviste con Glam… Devo ringraziarlo perché risolve sempre i casini che fai!” – disse falsamente arrabbiato.
“Non lo faccio apposta …”
“Lo so tesoro… mi sei mancato Jay…”
“Anche tu zuccone! … E Tomo?”
“Un po’ triste… lui e Chris si sono lasciati male, Owen invece mi ha liquidato con una lettera, ma non ha colpe, anzi, devo chiedergli scusa ancora una volta. Ho fatto un casino Jared, non volevo ferirlo…” – mormorò visibilmente turbato.
“Credo che avesse ragione Cole su di voi, cioè su di te e Tomo… era solo una crisi la vostra.”
“Puo’ darsi, ma ha lasciato cicatrici profonde, purtroppo.”
Jared si rannicchiò sul cuore di Shan, rilassandosi in un dormiveglia, sorvegliato ed accudito da uno dei tre uomini più importanti della sua vita.
Gli altri due erano al supermercato, con una lista, che Geffen definì apocalittica.
“Germogli di soia… salsa di soia, tofu, speculoos…? Spe cosa??!”
“Sono biscotti al miele Glam ahahahah… lo sai che Jared mangia così… Io invece ho visto certe bistecche al banco macelleria yumm!”
“Oh bene, con te si ragiona Colin, andiamo a sceglierne qualcuna, poi penseremo a quel mascalzone del tuo ragazzo americano.” – e rise divertito.
Colin si fermò, a guardarlo.
“Che c’è …?” – domandò perplesso l’avvocato.
“Trovo… Lo trovo incredibile, tu ed io qui, a scherzare e fare la spesa…”
“Avresti preferito un duello…? All’ultima palla di neve?”
“No Glam… no, lo sai, poi tu sei sempre l’uomo giusto al momento opportuno…”
“L’avrei fatto per chiunque Colin.”
“Ma per Jared faresti qualsiasi cosa, anche la più estrema… lasciarlo tornare da me, ad esempio.” – disse emozionato.
“O morire… il che credo, anzi temo, sia la stessa cosa, sai? … ma la vita continua ed in questa, Jared ha sempre un posto, se usiamo il buon senso. Lui ti ama così tanto Colin, non dimenticarlo.”
Farrell abbassò lo sguardo, sospirando piano – “Jared ti ama ancora Glam e… e soffre per questo, anche se con me ha ritrovato la gioia di un tempo. Gli sto vicino, lo rassicuro e sembra guarire a poco a poco, ma poi, pensandoci, non sei una malattia, anzi, il vostro legame non lo era e non lo sarà mai. Se io pretendessi tanto, sarei davvero un idiota.”
Geffen era assorto, nell’ascoltare quelle riflessioni di uno che poteva considerare antagonista, invece sentiva solo come ottimo amico.
“Io ti voglio bene Colin e non penso debba chiederti scusa in eterno o chissà cosa, perché… francamente, ho accantonato Haiti e la storia con Jared, cioè mi sono sforzato di guardare al futuro con Kevin, poi, però, sono successi altri casini, lo sai vero?”
Colin annuì, pensando a Kevin e Chris, visto che era all’oscuro dell’incontro tra Glam e Xavier.
“Siamo esseri fragili e forse, a volte, non all’altezza dei sentimenti che proviamo Glam.”
“Una volta mi hai detto che speravi in un ritorno alle origini della nostra famiglia, a quell’armonia che ci univa saldamente.”
“Sì Glam, io lo spero ancora.”
“Allora ci stiamo lavorando bene, direi…” – sorrise.
“Lavori in corso, hai ragione.” – e ricambiò quel sorriso, finalmente sereno.
Nonno Antonio si mise ai fornelli, con grande gioia dei presenti.
Era un ottimo cuoco, quindi si occupò di un sugo piccante, dell’arrosto, di un contorno di patate squisito, oltre al brodino per Jared, che protestò caldamente.
“Non rompere ragazzo, ordini del medico!” – lo zittì Meliti, ricoprendolo poi di attenzioni.
“Ti ho fatto il budino con quel latte puzzolente…” – gli bisbigliò.
“La soia non puzza Antonio!”
“Aveva anche uno strano colore ahahahah”
“Grazie… di tutto, anche per essere qui con i ragazzi e Josh.”
“Se non decollavamo, tuo fratello mi avrebbe fatto fuori con una delle sue bacchette da batterista!”
“Che ne pensi del suo ritorno con Tomo?”
“Uhm… ho qualche perplessità, sai? Non li vedo convinti, forse si sono maltrattati troppo e sono strangolati dai rimorsi verso Owen e Chris…”
“E Xavier? Pensavo venisse con voi…”
“No Jared, Xavier ha preferito restare in disparte e dedicarsi a Robert e Jude o viceversa, lo hanno adottato in pratica ahahahah”
“Meglio così.” – e sorrise, divorando la seconda porzione di dolce alla vaniglia.
Downey si era iscritto ad un centro benessere, per riprendere vecchi allenamenti, in vista di un copione dove si richiedeva una certa fisicità.
“Il canto del cigno!” – esclamò alla cena della sera prima, con Jude e Xavier, in un ristorante francese di Los Angeles.
“Maddai Rob, sei un uomo in forma!” – disse il giovane convinto.
“Dici… mmm troppo buono.”
“Xavier ha ragione e poi io posso testimoniarlo!” – intervenne Jude, solare ed innamorato come sempre.
Il personal trainer era bulgaro, un colosso di due metri per due, che Rob guardò dal basso in alto, sentendosi davvero un nanerottolo.
“Salve… io sono Robert.”
“Buongiorno mr Downey, Gregory piacere!” – e gli stritolò una mano.
Mentre stava annaspando sul tapis roulant, scorse poi una rivista, con un trafiletto dedicato a Law ed al “suo nuovo amico. Occhio Rd!” – con degli scatti rubati sulla spiaggia di Malibu, in un pomeriggio della settimana precedente: Xavier spalmava la crema solare sulla schiena del biondo e c’era uno scambio di sorrisi molto complice.
Robert sbuffò, pensando che fosse il solito gossip spazzatura, ma, una volta rientrato all’attico, parlò con Jude della faccenda.
“Non mi sono accorto dei paparazzi, perdonami Rob, l’ultima cosa che voglio è offendenti…” – e cercò il suo generoso abbraccio, che Downey non gli negò affatto – “Non ti sto rimproverando amore… è solo che dobbiamo stare attenti, perché questi cani rognosi non fanno altro che tormentarci con le loro falsità.”
“Hai ragione, forse sperano di farci litigare…”
“Non accadrà mai Judsie, lo sai benissimo.” – e gli sorrise, baciandolo, mentre lo toccava dappertutto.
Jude gemette, togliendo a Downey la camicia scura – “Voglio… sentire la tua pelle Rob…”
“Sei così caldo… asp… aspetta cucciolo…” – e si slacciò i pantaloni, lasciandoli scivolare, per poi scalciarli via, con i piedi giù nudi.
Jude si accorse che non indossava l’intimo e si morse il labbro inferiore, reclinando la testa a sinistra ed umettandosi quello superiore un attimo prima di riprendere a baciare Robert con veemenza.
Law aveva appena fatto una doccia, quindi doveva solo lasciarsi sfilare l’accappatoio, cosa che Downey fece con una mossa veloce, senza staccare le loro bocche.
Lo spinse poi sul tappeto nuovo del living, morbido e soffice, a disegni futuristici, aprendogli le gambe e contemplandolo per un istante, che sembrava non finire mai.
“Gregory mi ha regalato questo, per scaldare i miei muscoli prima dell’allenamento…” – e gli mostrò un flacone, contenente un unguento ambrato.
“Chi è Gregory…?” – chiese Jude, ansimando.
“E’ un mio nuovo conoscente… che mi palpeggia ovunque…”
Le iridi di Law si infiammarono: sapeva che Downey aveva assunto un trainer, ma la sua mente era annebbiata dalla gelosia pura – “Bastardo… cosa… cosa ti farebbe questo stronzo?!” – e si sollevò, per essere spinto a terra nuovamente, dal palmo di Robert sul petto fremente.
“Lo fa per il mio bene.” – e sgranò i suoi quarzi, corrugando la fronte, mentre iniziava a stimolarlo, partendo dal sesso, già eretto, fin giù nella sua fessura invitante – “Sei bagnato Judsie… che ragazzaccio cattivo… e dispettoso… ma sempre pronto per me, vero?”
“Cosa aspetti a sbattermi…? Sei crudele…!” – ed inarcò i fianchi, permettendo alle dita di Robert di arrivare sino al fondo di lui, che urlò maggiormente.
Downey si sentì scoppiare i sensi, in uno spasimo che dall’inguine gli arrivava sino al cervello: deglutì, serrando le palpebre ed insistendo in quella prima penetrazione, fatta solo dalle sue falangi, tumide e lubrificate.
Le sostituì con il proprio membro, dopo minuti estenuanti, colpendo Jude in un unico movimento, colmo di un ardore compulsivo e quasi straziante.
Afferrò i suoi polpacci, avvolgendoseli intorno ai fianchi, ormai impazziti in quella cavalcata inebriante.
Jude si aggrappò al suo collo, serrando Robert in una morsa totale, ma senza ostacolare il suo ritmo forsennato.
Le loro bocche si riunirono di nuovo, consacrando quell’amplesso travolgente.
Downey si liberò a fatica, rimettendosi in ginocchio e brandendo la vita di Jude, per bloccarlo, nel continuare in quell’azione, che lo stava frantumando senza alcuna remora.
Le lacrime rigavano i visi di entrambi, ma i loro ansiti erano colmi di appagamento.
Robert impedì a Jude un gesto di autoerotismo, incastrandolo per i polsi, sotto ai glutei e spingendosi brutalmente in quel canale stretto, che gli stava facendo perdere anche la cognizione del tempo, trasportandolo in un’estasi assoluta.
L’orgasmo fece tremare i loro corpi, che si sigillarono per altri baci, con i quali Robert scivolò, per succhiare e leccare il compagno, ubriaco di endorfine come non mai.
“Scopami fino in gola Judsie…”
Lui si girò su di un fianco, con un’espressione lasciva – “Puoi scommetterci Rob…”
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