lunedì 20 giugno 2011

GOLD - Capitolo n. 194

Capitolo n. 194 – Gold



Xavier si svegliò da solo, con uno strano senso di disagio.

Aveva dormito tutta la notte tra le braccia di Phil, affettuoso e vigile su ogni sua esigenza, in un modo che il ragazzo non conosceva.

Appena lo vide spuntare dal bagno, si tranquillizzò.

“Buongiorno piccolo, ti sei riposato?”

Il suo sorriso, la sua voce, tutto rassicurava Xavier, che gli tese le braccia – “Ho bisogno di te Phil …” – disse con voce tremante.

Il regista annullò la distanza tra loro in un attimo, che Xavier percepì luminoso e complice.

Si strinsero forte.

“Ti voglio bene Phil … io …”

L’uomo lo guardò – “Dillo se lo senti, come sta succedendo a me …” – e gli posò il palmo della mano sinistra sul proprio cuore: stava battendo intensamente, come quello di Xavier – “Ti amo Phil …”

Il giovane sgranò gli occhi, fondendoli con quelli dell’altro, che avvicinò la fronte alla sua – “Anch’io ti amo Xavier.” - e si baciarono a lungo, molto a lungo.



Jude si rannicchiò accanto a Colin, nella loro stanza alla End House.

“Ho fatto la cosa giusta, vero irish buddy?”

“Sicuramente …” – replicò sorridente Farrell, accogliendolo sotto la propria ala, baciandolo tra i capelli – “Tu e Robert sarete fantastici con il vostro bambino o bambina, ci avete pensato?”

“No … sarà nostro figlio, suo e mio, è questo che conta.” – replicò sereno.



Jared eseguì la versione acustica di Gold.

Kevin seguiva gli accordi con precisione, usando la chitarra classica, un esperimento ben riuscito, almeno da come applaudivano Tomo e Shan, sorridenti dalla platea.

Il cantante dei Mars fece l’occhiolino al fratello, che corse ad abbracciarlo – “Ottimo lavoro mascalzone!”

Quel termine lo usava spesso Geffen, contagiando chi lo ascoltava, pensò Jared, cercandolo con lo sguardo, pur sapendo che era in tribunale.

“Telefono a daddy e torno subito.”

“Ok Kevin …”

Shannon notò qualcosa nel suo sguardo – “Ehi tutto a posto campione?”

“Sì, non vedo l’ora di esibirmi … tre giorni, non passeranno mai.”

“Sarà una vigilia in famiglia, dopo … come piace a nonno Antonio.”

“E’ vero Shan. Tomo sta meglio, vero?”

“Stanotte è stato bellissimo con lui … Josh era da Glam, con Lula, sai avere la casa libera è molto salutare per due genitori come noi ahahhah …”

“Io e Colin abbiamo risolto insonorizzando la nostra stanza …” – e rise, accorgendosi poi dell’arrivo del compagno, insieme a Jude e Robert.

Andò loro incontro, saltando al collo di Farrell, che lo baciò intensamente.

“Devo seguirti più spesso ai concerti se l’effetto è questo Jay …”

“Ci puoi scommettere Cole …” – ribattè allegro, trascinandolo in camerino e chiudendosi a chiave.

“Che intenzioni hai …?”

“Pessime Colin!”

“Bene … io dovrei dirti una cosa che …”

“Dopo! Non può essere più importante di questo …” e si spogliò completamente – “E di noi …” – quindi fece altrettanto con gli abiti di Colin, spingendolo sul divano dietro di lui.

Iniziò a baciarlo ovunque, facendo ansimare il suo ragazzo venuto di Dublino, per renderlo felice: glielo diceva spesso in Marocco, sul set di Alexander, nelle giornate migliori.

“Ti voglio dentro di me Cole …”

“Mioddio Jay, ma cosa ti prende oggi, sei una meraviglia …” – e gemette penetrandolo, mentre lo bloccava sotto di sé, ormai distesi tra cuscini colorati ed accoglienti.

Jared piegò la testa da un lato, cercando ossigeno, strizzando le palpebre, nel sentirlo troppo: la virilità di Colin a volte era devastante per lui, fino a renderlo inerme e sconvolto, incapace di sfuggirgli, anche se non ci avrebbe mai provato.

Colin continuava a spingere, lasciando un minimo spazio tra i loro busti, necessario per toccare il compagno, brandendo la sua erezione ed accompagnandolo verso un orgasmo straordinario.



Chris trovò diverse scatole e borse davanti all’armadio vuoto della camera dove dormiva con Rice, andato alla galleria piuttosto presto.

Il suo cellulare vibrò: “Ciao splendore, spero di non avere sbagliato taglia.”

“Owen … ciao, ma cosa …?”

“Volevo fare shopping con te tesoro, ma spero che la mia sorpresa ti piaccia.”

Il cantante dei Red Close sbirciò velocemente, trovando capi firmati, nei colori preferiti – “Riesci sempre a stupirmi amore …” – disse eccitato come un bimbo.

“Dillo ancora Chris …” – sussurrò Owen, chiudendo gli occhi ed immaginandolo.

“Amore. Sei un amore di uomo e mi fai impazzire …”

“Anche tu Chris …” – e sorrise.

“Allora torna qui subito.” – disse deciso ed invitante.

“Veramente ho due appuntamenti e … oh al diavolo, arrivo.”



Kevin rientrò all’attico, dopo avere fatto la spesa all’emporio sotto il palazzo dove abitava con Geffen.

Lui era a letto, dormiva, mezzo vestito e con il portatile acceso al proprio fianco.

Il bassista notò che era pallido, quindi si precipitò da lui, preoccupato.

“Daddy … daddy!?”

Glam si destò, fissandolo – “Kevin …”

“Stai bene?”

L’avvocato si stiracchiò – “Certo, ma cos’hai?”

“No, nulla … hai un colorito spento e …”

Geffen scoppiò a ridere, riprendendo vigore.

“Pensavi fossi morto?”

“Smettila accidenti, mi sono spaventato!” – e lo prese a sberle sul petto, mettendosi a piangere.

“Kevin … cazzo, vieni qui …” – e lo avvolse, baciandolo sugli zigomi e poi sulle labbra incerte – “Mi dispiace di averti spaventato, ma stavo solo dormendo …” – sembrò giustificarsi, cullandolo.

“Tu devi stare bene!”

“Se mi metti questo broncio Kevin, giuro che una bella sculacciata non te la nega nessuno!” – e sghignazzò, sollevandolo, per poi portarlo sotto di sé.

“Magari …” – disse Kevin, umettandosi la bocca sensuale.

“Ti amo …” – disse scrutando ogni dettaglio del suo viso.

Kevin arrossì.

“Ti amo da morire Glam …”

“Lo so … vieni, ti porto in un posto …” e gli afferrò i polsi sottili.

“Dove andiamo daddy?”



Quando arrivarono, Kevin sorrise, scendendo dall’auto.

“Ma … qui avevi forato quando ci siamo conosciuti.” – disse con aria sognante.

Sembrava che i ricordi lo travolgessero, come un vento tiepido e gradevole.

“Vedo che hai buona memoria.”

“Come potrei dimenticarlo Glam?”

Si appoggiarono alla macchina, senza sciogliere l’intreccio, in cui si erano riuniti.

Kevin affondò le iridi lucide, nel cuore di Glam.

Piangeva silenziosamente, ma era felice.

“Kevin …?”

“Sto bene daddy … davvero.”



“Un’adozione, ad Haiti? O mio Dio Colin!”

“Sì Jared, finalmente Jude si è deciso, visto che Robert lo voleva da tanto un figlio con lui …” – disse accarezzandogli la schiena.

“Lo capisco …” – e rise, giocando con il pizzetto di Colin.

“Jared volevo parlarti anche di un’altra cosa.”

“Ti ascolto.”

“Jude mi ha chiesto di assisterlo in questa avventura, cioè ci vorrebbe lì con lui e Rob.”

“Ad Haiti? … sì è logico …”

“Logico?”

“Sì siete così uniti, è ovvio che Jude voglia il tuo appoggio Colin.” – disse sereno.

“Hai ragione, ma te la senti?”

“Quale è il programma?”

“Prendiamo il jet di Antonio, ovviamente con Glam.”

“E Kevin?”

“Lui resta a Los Angeles, con i bambini. Si pensava di andare il ventisette dicembre.”

“Ah ok … ok, ci sarò.” – disse sospirando.

“Grazie Jared … Grazie.”



Tomo stava guardando le riprese del dietro le quinte delle prove: avrebbero creato un dvd, per raccogliere ulteriori fondi, inserendo anche interviste.

Quella di Chris era già stata registrata.

Dalle sue iridi azzurre, traspariva una gioia nuova, Tomo non poteva non vederla ed il nodo alla gola, che lo stava soffocando, era così opprimente, da indurlo a comporre il numero di telefono di Chris.

Era in auto, doveva sbrigare una commissione importante, il regalo di Natale per Owen.

Quando vide il nome di Tomo sul visore, ebbe un sussulto.

Avrebbe evitato di rispondergli, se solo la curiosità di scoprire cosa volesse non azzerasse i suoi pensieri di rifiuto.

“Ciao Tomo …” – disse esitante.

“Ciao Chris, ti … ti disturbo?”

“Ho da fare in effetti.”

“Ok, volevo solo farti un saluto e sapere come stavi.”

“Sto bene. Grazie.”

Tomo trattenne a stento le lacrime, poi non le ricacciò indietro, era davvero troppo lacerante farlo.

“Stai … stai piangendo, ma Tomo …”

“Credimi … per il bene che ci siamo voluti Chris, l’ultima cosa che volevo era di farti soffrire …”

Lui fermò la vettura – “Tomo calmati, ti prego.”

“Perdonami …”

“L’ho già fatto … Voglio andare avanti Tomo.”

“Con Owen …”

Chris sorrise – “Sì … penso sia la cosa giusta, mi ha messo al primo posto nella sua vita.” – disse senza enfasi, ma convinto di avere conquistato qualcosa di prezioso.

“Te lo meriti Chris.”

“Avrei voluto scoprirlo con te, questo … merito. Probabilmente non doveva andare in questo modo, anche se ci ho creduto.”

Tomo non riusciva più a dire nulla.

“Sei … sei felice con Shan?”

“Ci provo.” – rispose con sincerità.

“Buona fortuna.” – e sorridendo riattaccò, riprendendo fiato.

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