martedì 21 giugno 2011

GOLD - Capitolo n. 196

CAPITOLO 196 – GOLD





“Are you readyyyyyy??? Jumppp and touch the skyyyyy!!!”

Era una vita che Jared non si sentiva così bene, entusiasta e scatenato di fronte a migliaia di persone, intervenute al concerto di beneficienza per Haiti.

Da dietro le quinte Geffen stava guardando Colin, Jude, Robert e Xavier saltare come pazzi sulle note dei pezzi dei Mars, mentre Owen e Phil erano scioccati quanto lui, che doveva fare un discorso molto serio nella pausa imminente, prima che venisse eseguito un altro pezzo molto rock.

Si tolse la giacca, gettò la cravatta a Flora, che si muoveva in mossettine esilaranti, seguendo il ritmo più coordinato dei bambini della famiglia, unendosi poi agli altri pazzi.

Quando Jared lo chiamò sul palco, era piuttosto stravolto e tutti scoppiarono a ridere.

Sibilò un “La colpa è tua Jay! Sei irresistibile …” – e rise, andando ad abbracciarlo.

“Ok gente, quest’uomo ha fatto cose straordinarie sull’isola, lo sapete, vero?!” – chiese il cantante, facendo esplodere il pubblico in un “sì” corale ed intenso, tanto da commuovere Geffen.

“Vi ringrazio, per essere intervenuti e per sostenere un sogno, che ha restituito il sorriso a molti bambini ed alle loro famiglie disperate dopo il terremoto di molti anni fa, lo ricorderete, le cui conseguenze si ripercuotono sulla comunità ancora oggi.”

Nel frattempo scorrevano sui mega schermi le immagini della fondazione e poi un filmato, con dei messaggi da parte di alcuni bimbi.

Fu emozionante.

La musica ripartì, Chris si aggregò a Jared ed eseguirono un altro pezzo esaltante.

Shannon e Tomo diedero il meglio, il croato suonò anche il violino, mentre Kevin fu straordinario, anche nei pezzi acustici.

Xavier aveva curato le coreografie, mettendo poi all’asta una serie di dipinti, della collezione “H vision”.

Nonno Antonio era molto orgoglioso e dalla platea riservata ai vip, applaudiva come un forsennato, offrendo sigari a tutti.

Kurt e Brandon scortavano le gemelle Geffen e Pamela, seduti accanto a Meliti.

Erano arrivati anche Vassily e Peter, che si aggregarono alla comitiva di Colin, facendo tremare la struttura – “E chi glielo dice di stare fermi?” – sussurrò Robert – “Io no!” – replicò Colin ridendo.

Al termine Jared chiamò il compagno al microfono, baciandolo con intensità: un boato salutò quel gesto a sorpresa, mentre qualche miliardo di coriandoli luccicanti invadeva ogni angolo del teatro in cui si stava svolgendo la manifestazione.



Nei camerini c’era una confusione totale.

Tomo si ritrovò per sbaglio in quello di Chris, che entrò trafelato per cambiarsi la camicia madida di sudore.

“Cavoli ho sbagliato?”

“Chris ciao … no, mi sa che sono io ad avere preso una cantonata, me ne vado subito.”

“No resta, mi prendi quella t-shirt per favore Tomo?”

“Certo …” – e gliela passò, notando il suo busto sempre scolpito da palestra e nuoto.

“Grazie … bella serata, vero?”

“Sì, un delirio Chris … hai cantato alla grande.”

“Sono in forma … ehi, ma quelle …” - il cantante rimase stupito nel vedere che Tomo portava al collo le loro due fedi in oro rosa. Le sfiorò con la punta delle dita, esitanti, come la sua voce a quel punto – “Perché?” – domandò rabbuiandosi.

“Fanno parte di me Chris … io sono stato felice con te e non voglio … non posso cancellare quei momenti.” – disse abbassando lo sguardo, turbato.

“Ed a Shan non dà fastidio vederle?”

“Lui rispetta questa … cosa …” – e tirò su dal naso, facendo un passo indietro.

“Ok, di cosa mi stupisco, i fratelli Leto sono piuttosto eccentrici in amore ed in guerra.” – disse risoluto, prendendo del gel, sistemandosi i capelli, con finta noncuranza, trattenendo a stento le lacrime.

“Sarà come dici tu, Chris …”

“D’accordo, adesso esci da qui Tomo, devo telefonare.”

Era una balla, ma il moro non esitò a sgattaiolare nel corridoio come un ladro, senza aggiungere altro.



Owen si sentiva spaesato in quel bailam, inciampava in cavi e persone, alla ricerca di Chris, che era invece già tornato dai giornalisti, per una breve conferenza stampa.

Shannon stava facendo la doccia e quando sentì aprire la porta, pensò fosse Tomo o Jared, che lo stavano sollecitando per intervenire al messaggio di auguri per i fan.

“No Shan, sono io … scusa, non trovo Chris …” – disse Rice, controllando il respiro: non voleva discutere con Shan, non la vigilia di Natale.

Il batterista si avvolse con un telo dai fianchi in giù, raggiungendolo – “Chris è con gli altri per le interviste … se aspetti un minuto mi vesto e ti ci porto.” – disse imbarazzato.

Owen si sentì avvampare nel vederlo gocciolante e con qualche traccia di schiuma tra i capelli; gli diede le spalle, istintivamente – “Ok mettiti qualcosa addosso, per favore.”

Shan rise piano, voltandosi e gettando la spugna sul divanetto, dove c’erano spartiti ed una chitarra, dimenticata da Kevin.

Rice lo poteva ammirare riflesso nello specchio davanti a lui e Shan lo sapeva.

Infilò i boxer e poi dei jeans strappati, completando il tutto con una canotta larga con il logo degli Iron Maiden.

“Fatto? Possiamo andare Shan?” - lo sollecitò impaziente.

“Sì ok, sono pronto Owen... E dopo cosa fate, tu e Chris?”

“Partiamo per Londra, voglio presentarlo a mio padre e poi torneremo tra un paio di giorni, per il trentuno siamo con Kevin e Glam, non so in quale locale di preciso, hanno fatto tutto i ragazzi …”

“I ragazzi … già, Kevin e Chris.”

“So di loro due, non temere, appartiene al passato.”

“Passato prossimo Owen.” – asserì Shan, con malizia, per poi chiedersi mentalmente il motivo di quell’aria provocatoria, che sentiva salire dallo stomaco, aggrovigliato in una morsa insopportabile.

“Pensa alle stronzate che hai fatto tu, credi di essere meglio di Chris o di me? O anche di Kevin? Assurdo.” – ribattè ostile.

“Perdonami, non so cosa mi sia preso Owen.” – disse Shan con sincerità.

“Se vuoi te lo dico io. Ti stai pentendo di avermi preso per il culo e di avermi perduto di conseguenza.”

“Non ti ho mai preso per il culo Owen!” – protestò, avvicinandosi a lui.

“Qualunque cosa tu abbia fatto Shan, dovrei ringraziarti: diversamente adesso non sarei con Chris, felice ed appagato, come mai prima d’ora. Gli ho chiesto di sposarmi e lo renderò fiero di noi, senza dubbi o ripensamenti del cazzo, come hai avuto tu.” – e se ne andò, decidendo che avrebbe trovato il suo adorabile ragazzo da solo.



Kevin stava baciando Glam, in quell’angusto spazio, fatto di strumenti, abiti e specchi.

Jared li stava cercando, ma quando li vide così in intimità, si bloccò sulla soglia, dove solo un tendaggio ed un paio di metri lo separavano da loro.

“Grazie per avermi rivoluto nella tua vita Kevin …” – disse Glam, staccandosi lentamente da lui.

Il bassista sorrise sereno – “Non potrei mai farne a meno daddy … Io non sono perfetto e …” – “Sssttt … tu sei così unico, che puoi permetterti anche di sbagliare Kevin.”

“Glam io volevo dirti che …”

“Non importa.” – e lo baciò di nuovo, con maggiore intensità.

Jared tornò verso l’uscita di sicurezza, una limousine lo stava aspettando.

Farrell lo accolse sul proprio cuore, dopo avere incrociato i loro sguardi colmi di sogni – “Portami a fare l’amore Cole …” – glielo domandò affondando nel suo collo, nascondendogli quanto fosse scosso, ancora una volta.



Nessun commento:

Posta un commento