Capitolo n. 197 - gold
Colin e Jared si rifugiarono in una suite, del resort a pochi isolati dalla End House, dove in serata avrebbero festeggiato la vigilia insieme al resto della famiglia.
Si spogliarono forsennatamente, raggiungendo il letto ormai nudi ed avvinghiati nel baciarsi, per appartenersi con urgenza.
“E’ il tuo regalo di Natale Jay?” - ansimò Colin, bloccandolo tra le proprie gambe.
“Mi vuoi davvero dolce ragazzo?”
“Da morire …”
Jared si bloccò, affondando le dita tra le ciocche brune di Farrell, tirandogliele indietro e scoprendo il suo viso in estasi: “Ti amo Cole … ti amo oltre la vita …” - e riprese possesso della bocca dell’altro, invadendolo con il proprio sesso, in un modo così irruento ed improvviso da farlo urlare per il dolore.
Jude cambiò il pannolino ad Isotta, assistito da Robert e Claudine, divertiti dalle smorfie dell’attore di fronte alla neonata.
“E’ adorabile … vero zia?”
“Sì Jude, mio cognato ha fatto un ottimo lavoro.” - replicò sorridente la sorella di Colin.
Arrivarono tutti per un aperitivo, prima dei padroni di casa, che sopraggiunsero con un’aria stranita.
Colin sparì nella propria stanza, per farsi una doccia veloce insieme al compagno, senza dare troppe spiegazioni, anche se le occhiate degli invitati erano inequivocabili.
“Dio abbiamo esagerato questa volta Jay …” – disse ridacchiando, stringendolo sul petto e mordendogli il mento.
“E’ una nostra specialità Cole …” – ed iniziò a leccarlo e succhiarlo, per ogni centimetro, scendendo sino al suo inguine, per farlo venire di nuovo.
“Oh ti prego Jared … tu non puoi … non … non devi …” – ma l’ossigeno sembrava bruciare intorno a quell’immagine di loro così armoniosa e sensuale.
Fu bellissimo e se avessero potuto scomparire, sarebbero apparsi da qualche parte in Marocco, in quei luoghi che mancavano ad entrambi.
A Jared sembrava di avvertirne i profumi ed i suoni, rivivendo la scena di un amplesso in un bagno turco, piuttosto che nel box di Colin, dove si gettava tra le sue braccia ogni notte, per mesi quando giravano.
Quando il cantante dei Mars si sentiva in preda alla nostalgia più profonda per Glam, si immergeva in quel passato ormai lontano, che aveva segnato la sua esistenza, per sempre, salvandolo e rendendolo libero, nell’amare Colin e nel decidere cosa fosse meglio per loro.
La cena fu un momento di raccoglimento e chiacchiere in allegria.
Mancavano solo Chris ed Owen, ormai in volo verso Londra sul jet privato di Rice.
Aveva ceduto un raro Picasso ed aveva deciso di convertire quell’ingente somma di denaro con quell’acquisto: “E’ il nostro dono speciale Chris, così potremo sempre fuggire dove vogliamo …” – disse pacato, avvolgendo il sembiante dell’altro, in trepidazione perché avrebbe conosciuto la famiglia del suo promesso sposo.
“Sei sicuro che mi accoglieranno bene?” – domandò esitante.
“Ti adoreranno Chris, non si puo’ fare diversamente con te, credimi.” – e lo baciò dolcemente.
“E così gli ho detto un mare di stronzate Jared …”
Shannon si era rintanato con il fratello nella sala dei doni, accucciolandosi con lui sulla poltrona dove si facevano spesso le coccole.
“Io invece sono scappato come un ladro … loro si baciavano ed erano splendidi.”
“Sei ancora geloso di Glam?”
“Non si tratta di gelosia nei confronti di Kevin, io lo adoro quel ragazzo, lo sanno anche le pietre … ma per Glam, io … eppure con Colin dovrei sentirmi completo, invece il distacco da Geffen è qualcosa di inconcepibile per il mio cuore …”
“Owen dice di essersi realizzato con Chris ed io voglio crederci, devo crederci, ma mi ha dato fastidio acquisire il concetto.”
“Per essere una ripicca verso te e Tomo, mi sembra che abbia dato ottimi frutti.” – e sorrise, baciandogli la fronte spaziosa.
Shannon ricambiò, mordendogli il lobo dell’orecchio destro, per poi posare un bacio sul petto scolpito di Jared, che rise cristallino e stupendo – “Ti amo Jared …”
“Anch’io ti amo Shan … per sempre.”
Geffen stava ammirando le luminarie installate come tradizione dal signor Wong nel vasto parco della residenza, animata dal vocio dei bimbi, esaltati dai numerosi pacchi da scartare.
Pamela, fasciata in uno splendido abito lungo di colore rosso, gli andò vicino.
“Ehi bell’uomo, auguri!” – ed alzò un calice di champagne, offrendone un secondo all’ex, che arrise e ricambiò – “Auguri cara, sei splendida questa sera.”
“Anche tu non sei male, Los Angeles ti ha rinvigorito maldido!” – e rise solare.
“Devo dire che New York non è stato da meno con te, nina.” – e le cinse le spalle.
Lei si alzò sulle punte dei piedi, dandogli un bacio a stampo, imprevisto quanto vivace, anche alla vista di Kevin, che stava cercando Glam, per stare con Lula, mentre esultava nello scoprire che la sua letterina era stata ampliamente esaudita.
Si gelò dietro ad una colonna, ma non accadde altro, visto che Pamela fu distratta da una telefonata e Glam tornò inconsapevole verso di lui, dopo avere posato il bicchiere vuoto su di una mensola.
“Tesoro hai bisogno di me?” – chiese al compagno, accorgendosi della sua presenza.
“No.” – ribattè secco, chiudendo i pugni.
Geffen gli si fermò davanti – “Ho capito … senti è stato …”
“Cosa cazzo è stato?!”
“Kevin abbassa la voce … dai entriamo qui.” - e lo spinse in una camera, alle sue spalle.
“Non toccarmi Glam!!”
“Smettila di fare l’adolescente cazzo!” – protestò, irritato nel vedere Kevin tanto sconvolto.
“E tu smettila di fare il puttaniere!!” – gridò, prendendolo a schiaffi.
Glam gli afferrò i polsi, sbattendolo al muro – “Pamela è la madre delle mie figlie e non è una … Cristo Kevin!!”
“Ti si struscia sempre addosso!” – e gli si riempirono gli occhi di lacrime.
“Sei assurdo a volte sai? Non sei geloso di Jared e mi fai certe scenate per Pamela che …” – “Non paragonarla a Jared!!”
Si liberò, prendendolo letteralmente per il collo e capovolgendo le posizioni: ora era Glam con le spalle contro la parete, le iridi spalancate davanti a tanta furia del giovane: “Ok Kevin … uccidimi … in fondo me lo merito, per tutto il male che ti ho fatto, giusto?” – disse con la voce sommessa, ma non vinta.
Il bassista dei Red Close ebbe un tremito, che gli percorse la schiena: indietreggiò, come terrorizzato dalla propria reazione sconsiderata ed eccessiva.
“Kevin …”
“Tu sei bravissimo a farlo … a farmi male da morire daddy …”
Il suo sguardo si cristallizzò su quelle poche parole: Glam corse a sorreggerlo, portandolo sul lussuoso giaciglio a baldacchino, che troneggiava davanti alle ampie vetrate all’inglese.
“Ehi piccolo … calmati, calmati Kevin …”
Iniziò a baciarlo, togliendogli il maglione e poi il resto di quei vestiti acquistati insieme il giorno prima, a Rodeo drive.
“Daddy … non lasciarmi … non permettere che accada ancora …”
“Te lo prometto Kevin …” – disse sconfortato.
Voleva solo amarlo, vedere i suoi sorrisi accendersi, godere del suo corpo giovane e di quelle emozioni pure, che Kevin riusciva a trasmettergli da quando si erano conosciuti.
Kevin gli piacque da subito: il primo bacio, in auto, sulla scogliera, dopo poche ore dal loro strano incontro: “Rammento ogni singola cosa di noi cucciolo … tu mi hai fatto rinascere e ti sei sacrificato troppo per me … per noi …” – Glam piangeva, mentre il suo sesso si impadroniva dell’innocenza dell’altro, che si aggrappava a lui, come un sopravvissuto ad una lunga estenuante guerra.
Il pianto traboccò anche dalle palpebre di Kevin, che annuì, tornando a baciarlo profondamente.
Lula e Josh composero il trenino elettrico, che il nonno aveva preso in Italia, durante l’ultimo viaggio.
Carmela distribuiva caramelle insieme a Pamela, Vassily e Peter portavano in giro Rebecca e Violet sul dorso, come cavalli di razza, mentre i commensali sorseggiavano un gustoso caffè alcuni, una cioccolata fumante gli altri.
Jared osservava la gioia sui volti di Colin, Jude e Robert: erano una triade quasi sacra, con le battute, gli aneddoti, l’affetto sincero che li univa.
Il progetto dell’adozione, poi, sembrava avere saldato quella fratellanza assoluta.
Era incuriosito da Phil, con cui aveva scambiato poche battute, notando che era proprio innamorato di Xavier, raggiante e cordiale con i presenti come non mai.
Tomo si trattenne con Vicki, prendendosi cura di Steven, che adorava.
Parlottavano, forse scavando nella memoria.
Sembrava un’altalena quella notte magica, fatta di colori e luci, a volte accecanti.
Kurt e Brandon erano meravigliosi: la loro famiglia, con Martin, bellissimo come il padre, gli dava l’idea di essere equilibrata e serena.
Lo psicologo si interessò al suo stato d’animo con la consueta tenerezza paterna, anche se professionale.
“Sto metabolizzando il fatto di avere avuto una figlia, sai? Glam è rimasto a due passi da me e questo non è semplice, ma Colin è comprensivo ed io lo amo … non potrei fare diversamente, lui non sbaglia niente ed io … io sto ritrovando l’essenza di noi o almeno lo spero.”
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