Capitolo n. 185 – gold
La colonna sonora di quel pomeriggio di shopping selvaggio divenne So what di Pink, un vecchio successo della cantante amata sia da Xavier che da Jude: stavano consumando il cd, per poi ascoltarla anche con un mp3 a testa.
Passavano da un negozio all’altro di Rodeo drive, facendo fondere le carte di credito, regalo di Robert per l’occasione.
“Secondo te mi sta bene rosso o verde?”
“Un altro cappello Xavier? Ne hai già presi quattro!”
“Ma lo sai che mi piacciono!” – e si imbronciò, anche perché quell’acquisto toccava a Jude ed il copricapo era costosissimo.
“Poi mi piacciono questi!!!” – e saltellò fuori dal camerino, con dei bermuda di jeans chiaro, tagliuzzati in più punti, anche sotto al sedere.
“Ti si vedono le chiappe!”
“E chi se ne…” – “Xavier!!”
“Ok… torno dentro…” – replicò mogio mogio.
“Va bene prendili!!”
“Yeahh!!” – e gli volò al collo, baciandolo sulla guancia sinistra, stritolandogli due costole.
Finalmente, carichi di borse colorate, si fermarono in un locale a mangiare qualcosa.
“Io prendo la pizza vegan!” – esordì Xavier.
“Per me una fetta di crostata e tè caldo, grazie.”
“Come sei british!”
“Come sei rompi!” – e sorrise, accarezzandogli la fronte.
“Grazie Jude…” – disse il ragazzo sospirando.
“E per cosa? Mi sto divertendo come un pazzo…”
“Lo spero… a volte esagero…”
“Maddai… davvero? Ahahahah”
“Uffi… però mi volete bene tu e Rob, vero?”
“Certo… non avere dubbi su questo.” – e gli strinse la mano.
“Io vi adoro!” – ed esplose in un sorriso molto tenero.
“Lo so Xavier, anche se è incredibile questa alchimia tra noi tre…”
“Potrei essere vostro figlio…”
“Tecnicamente sì. Come età intendo…” – e sorrise a propria volta complice.
“Perché non ne adottate uno, vi aiuterei io a tenerlo…”
“Credo che Robert lo desideri, ma io non mi sento pronto. Ho già cinque figli naturali…”
“Ma nessuno con Rob… e se lui lo vuole…”
“Dovrei accontentarlo?”
“Non se non lo vuoi davvero Jude.”
“Ci penserò. Te lo prometto.”
In quel momento entrò Geffen, a prendere del cibo da asporto.
Frequentavano gli stessi posti e non fu una sorpresa vederlo lì.
“Ciao Glam!” – esordì Xavier.
“Ciao ragazzi, buon appetito.”
“Cosa prendi? La pizza è ottima!”
“Lo vedo… ciao Jude come stai?”
“Buongiorno Glam, tutto bene e tu? Kevin?”
“Kevin è a casa malato, temo che salterà il concerto di Natale voluto da Jared per la fondazione.”
“Che gli succede?” – domandò preoccupato Xavier, fissando gli occhi chiari di Geffen.
“Un’influenza, infatti gli sto prendendo i suoi piatti preferiti…” – disse sedendosi con loro.
“Hai l’aria stanca…” – mormorò il più giovane, osservato da Jude, che coglieva molta confidenza nei loro atteggiamenti.
“Forse mi sfugge qualcosa o forse non voglio semplicemente vedere la realtà.”
“Cosa intendi Glam?” – “E’ solo una spiacevole sensazione Jude: temo che Kevin non voglia più vivere qui, ma per Josh e Lula dovremmo fare uno sforzo e rispettare il loro legame ritrovato. Si aiutano, studiano e giocano con entusiasmo, sono fratelli, non dobbiamo separarli.” – affermò convinto.
Law respirò forte, provando rammarico di fronte a tanta incertezza: pensava soprattutto a Jared ed a quell’amore che condivideva con Glam fino a poche settimane prima.
Pensò che il problema fossero esclusivamente loro due, ignaro di quanto successo tra Kevin e Chris.
Una volta che Geffen fu andato via, Xavier si confidò con Jude su ciò che sapeva, omettendo ovviamente il suo incontro troppo ravvicinato con il compagno di Kevin.
“Ha… ha fatto davvero una cavolata del genere?!”
“Forse era il minimo Jude…”
“Non da Kevin… chissà se Robert lo sa, forse Chris si è sfogato con lui…”
“Chris è una mina vagante. Tu non lo vivi più come un rivale?”
“Hai notato anche tu che mi dà noia la sua presenza, anche se poi me ne pento, ripensando a cosa ha passato quel ragazzo…”
“Lui ha una cotta per Robert, però…”
“L’essenziale è che il mio uomo non l’abbia per lui.” – e rise nervosamente.
Downey era rientrato per primo nel loro appartamento.
Jude arrivò dopo dieci minuti.
“Mi aiuti tesoro? Il tuo figlio creativo ha saccheggiato dieci boutique!”
“Ciao Judsie… ma è roba sua?”
“No, ehm… mia… ma l’ha scelta Xavier!” – e sgranò i due opali luminosi e colmi di amore per Robert, che lo baciò, profondamente.
“Ehi… che succede Rob…?” – chiese ad un millimetro da lui, scrutandolo, in quell’abbraccio caldo e pieno di loro.
Downey massaggiò le proprie labbra alle sue, con intensità e calma, come a goderne ogni minima sfumatura.
Cinse la vita di Jude, per poi scivolare ai suoi polsi, brandendoli con cura e sollevandoli oltre le spalle del biondo, che si ritrovò contro la parete, senza neppure rendersi conto del movimento veloce con cui ci arrivò vicino.
La lingua di Robert era capace ed imperiosa, si intrecciava alla sua, come stava accadendo alle loro dita febbrili a quel punto e smaniose di attenzioni più vive ed audaci.
I fianchi dell’uno, si scontravano con quelli dell’altro, in una simbiosi perfetta.
“Ti voglio… anima mia…” – sussurrò il moro, partendo dai bottoni della camicia di Jude, per spogliarlo di tutto, tranne che dal folle desiderio reciproco.
“Aiutami…” – aggiunse, distribuendo piccoli baci sugli zigomi di Jude, che aveva ogni senso fuori controllo ormai.
Capovolsero le posizioni ed ora era Robert con la schiena premuta contro alla carta da parati francese.
Furono nudi dopo pochi secondi.
“Anch’io ti voglio Rob…” – e gli morsicò il mento, mentre lo afferrava sotto ai glutei sodi, per farlo aggrappare completamente a sé.
“No… no ti prego… così mi farai male Judsie…” – protestò senza convinzione, succhiandogli ogni porzione di pelle disponibile.
“Non voglio farti male…” – e con un ringhio virile, gli invase la gola con l’indice ed il medio.
“Succhia anche queste, da bravo…”
Robert assecondò anche quella richiesta, mugolando per la posizione scomoda.
Quando lo sentì dentro, ad aprirsi un primo varco, Downey gemette ancora più forte, ma mai come nell’istante in cui Jude lo penetrò, con forza.
“Nooo!!” – inveii al soffitto, per le fitte continue, come le spinte, che aumentavano ogni minuto che passava.
“Lo so che ti piace… ti è sempre piaciuto Rob!”
Jude sembrava così debordante e sicuro, Downey amava quei momenti tra loro.
“Non… non farmi cadere Jude…” e riprese a baciarlo, asciugandosi le lacrime contro al suo viso, madido e vibrante – “Non lo farò…sentimi…” – ed iniziò a tormentarlo anche con un dito, dilatandolo allo spasimo.
I respiri di Robert divennero ansiti febbrili, le sue iridi scure, rotearono un paio di volte: stava venendo e cercava aria in modo osceno, mentre lo sperma di Jude gocciolava tra le sue cosce aperte a lui il più possibile.
Fu sublime.
Geffen trovò Kevin addormentato.
Vide un blister di sonniferi, ricordando che erano quelli che il ragazzo assumeva dopo essere stato gambizzato, nella loro casa sul mare.
Si sentì lo stomaco contorcere, ma inspirò per non perdere la calma e l’intenzione di proteggerlo come meglio poteva.
Kevin stava farfugliando qualcosa di incomprensibile, per poi svegliarsi di soprassalto.
Era sudato e spaventato – “Glam… Glam… sei qui…”
“Amore non vorrei essere da nessuna altra parte, credimi.”
“Davvero…?” – chiese ansioso.
“Te lo giuro…” – e lo baciò, infilandosi sotto alle coperte con lui.
Si era tolto jeans e maglietta, pronto a prendersi cura dei suoi incubi e di tutte le incertezze, che stavano progressivamente distruggendo Kevin.
“Andiamo via daddy…”
“Sì, lo faremo appena starai meglio.”
“Sto bene… dov’è Lula?”
“Vado a prenderlo tra un’ora.”
“Allora partiremo subito dopo… ti prego daddy…”
“Come vuoi.”
“Ho già preparato il necessario…” – disse rassicurato.
“Lo vedo…” – replicò Geffen, notando i trolley accanto al mobile occupato da televisore e lettore dvd.
“Ti… ti dispiace…?”
“Assolutamente, ne sono entusiasta.”
“Mi fai un altro favore daddy?”
“Quello che vuoi cucciolo…”
“Telefona a Colin, sai che sono in Irlanda lui e Jared, con tutti i loro bambini… Se ci raggiungono allo chalet, potremo sciare e trascorrere delle belle giornate, anche per Lula…”
Glam provò l’impulso di opporsi a quella richiesta, ma per come lo guardava Kevin, capì che non poteva sottrarsi.
“Sì Glam, capisco…”
La voce di Colin era serena – “Ne parlo con Jared, poi ti confermo il tutto via sms… Del resto noi saremmo ripartiti tra quattro giorni…”
“Non volevo disturbarvi Colin, ma Kevin è… guarda ci sono dei problemi.”
“Mi dispiace, davvero Glam… ah ecco Jay…”
Lo aggiornò su quella novità.
“Ok… ma Kevin sta male?”
Farrell annuì, riprendendo poi la conversazione con Geffen.
“Ti faccio sapere gli orari del nostro volo da Dublino, così ti scrocchiamo un passaggio…”
“Vi ringrazio, saluta Jared da parte nostra.”
“Lo farò… alla prossima settimana, ciao Glam.” – e riattaccò.
Jared cercò subito il suo abbraccio – “Kevin è in crisi…”
“Tu sai qualcosa, vero Jay?” – chiese con cautela, visto che quel periodo all’apparenza negativo tra Glam e Kevin, non doveva turbare la loro ritrovata armonia.
“Ha… ha fatto un casino… con Chris.”
“Miseria…”
“E’ successo. Ora, però, temo che non ne sia ancora uscito se si sente a pezzi…”
Farrell provò un certo sollievo, nel conoscere i motivi di quel turbamento di Kevin: Jared questa volta non era coinvolto.
“Gli staremo accanto, non lo abbandoneremo mai. Siamo una famiglia Jared, non scordarlo.” – e lo baciò con trasporto, facendolo sentire terribilmente speciale.
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