lunedì 20 giugno 2011

GOLD - Capitolo n. 195

Capitolo n. 195 – Gold







Jude mescolò i colori in una tinozza quadrata, dove Robert aveva immerso un rullo nuovo di zecca.

“Cosa vorrebbe essere quella tonalità Judsie?” – chiese dubbioso.

“Verde pistacchio!” – esclamò soddisfatto della sua miscela creativa, come la definì, dando un buffetto sul naso di Downey, ovviamente sporcandolo.

Lui ringhiò – “Stiamo forse per adottare un… ramarro?!”

“Maddai Rob, non abbiamo deciso se maschio o femmina, quindi optiamo per qualcosa di unisex!”

“E questa tinta sarebbe unisex?!” – aggrottò la fronte, per poi roteare le orbite, come ad auto convincersi: in fondo avrebbe permesso a Jude qualsiasi cosa.

“Direi di sì … e poi gli stencil che hai preso sono ad oc, giallo sole!”

“In effetti… lei o lui porterà un raggio di luce nella nostra vita Judsie.” – disse dolcemente, abbracciandolo.

“Mio Dio Rob ho tanta paura di non essere all’altezza…” – sospirò, commuovendosi.

“Tu sarai perfetto.”

“Con i miei figli naturali non lo sono stato … così dicono le mie ex.”

“Per questo sono ex, non ti hanno mai capito ed appoggiato o sbaglio?”

“No, non sbagli amore … allora questo capolavoro di cameretta …Tra poco arrivano i facchini con i nostri acquisti, per non parlare dei regali di Meliti e di Colin…”

“Loro sono pronti e lo saremo anche noi, te lo prometto Jude.” – e lo baciò con forza, come piaceva ad entrambi.





Jared stava armeggiando con le forbici ed i nastri da regalo: doveva preparare un centinaio di pacchetti ed ebbe il timore di avere esagerato, accollandosi anche il confezionamento di quelli di Shannon e Tomo.

I bambini avrebbero avuto la fetta più grossa di quella massa di doni e la stanza apposita era già in una confusione totale.

Colin si era messo davanti al caminetto, aspettando che Jared finisse, senza aiutarlo molto.

Nella notte non era stato bene ed aveva una leggera febbre.

“L’influenza proprio adesso Jay … che scalogna!”

“Stai già meglio, prendi ancora due pastiglie e domani sarai come nuovo Cole.” – disse amorevole, per poi urlare sottovoce invettive colorite per un fiocco che non ne voleva sapere di stare dritto.

“Ok mi arrendo, metterò quelli già pronti!”

“Ecco bravo, così fai più in fretta e poi torni qui … ho bisogno di coccole…” – e fece un broncio adorabile.

“Sì … come no… anche quando ti ho preso la temperatura, mi hai palpeggiato! Maniaco ahahahah”

“Eri sexy come dottore …”

“Fai così con tutti i medici che ti visitano?” – ruggì scherzoso.

“Certo, ma solo se sono carini.”

“Guarda che potrei farti scontare questa tua sfrontatezza, occhi neri!”

“Ed io non vedo l’ora, occhi blu … ti amo Jared.” – disse inclinando il capo, in quel modo assurdamente sensuale e meraviglioso.

“Ti amo anch’io, mio sposo adorato.”

Farrell si emozionò, ormai era da tempo che Jared non usava quell’espressione e provò un brivido nell’ascoltarla.





“Quindi vorresti farmi credere che sei ancora illibato!” – bofonchiò Antonio, scrutando Xavier, che sembrava estremamente giulivo per credergli.

“Certo! Phil ha voluto aspettare!”

“La prima notte di nozze?! Ahahhah”

“E se anche fosse!?” – gridò stizzito, per poi accoccolarsi sul petto dell’anziano boss.

“Lui mi vuole bene… davvero.”

“Lo so Xavier, era ora che ti dessi una regolata.”

Xavier si sollevò, cercando di avere delle risposte da Meliti – “Tu sai di me e Glam, vero?”

“Sì, non ci vuole una scienza. Hai sbagliato, avete sbagliato. Questo tu lo sai, giusto?”

“Io… avevo perso la testa…ed anche lui.”

“Posso immaginare che Geffen sia travolgente, ma tu hai diritto ad una stabilità, che lui non puo’ offrirti, mentre Phil sembra un… miracolo!”

“Puoi ben dirlo nonno!” – esclamò raggiante.





“Rob e Jude si sposano il giorno di Natale, questo è l’invito.”

Kevin lo prese dal cassetto del comodino, tornando poi tra le braccia calde di Glam.

Avevano fatto l’amore tutto il pomeriggio, approfittando dell’assenza di Lula, che trascorreva più tempo possibile con Josh, questa volta al cinema con Tomo e Shan.

“Vediamo … ah però, bello il resort che hanno scelto.”

“Sì daddy, poi ci fermiamo tutti lì a dormire. Gli ho preso delle cose per il nuovo arrivato.”

“Sicuro di non volere venire ad Haiti con noi cucciolo?”

“Sicurissimo, vorrei stare con i piccoli e poi ci sarà Kurt in città, con Brandon e Martin, senza dimenticare Owen e Chris, abbiamo già fatto programmi, anche per il 31, quando tu sarai di ritorno.”

“A proposito Kevin … da New York arrivano anche le gemelle con Pamela.”

“Jared mi ha detto che le ospiteranno alla End House.”

“Ah, già lo sapevi, tu e lui siete sempre in contatto diretto.” – e sorrise.

“Sì, in particolare quando la tua ex piomba qui per le feste.” - disse scostante, piegando il labbro inferiore, come un bambino deluso.

“Kevin …”

“Kevin cosa, sai che la detesto!”

“E’ pur sempre la madre di… ok, non tocchiamo questi tasti, non vorrei trovarmi chiuso fuori sul terrazzo.” – replicò sornione, facendogli il solletico.

“Daddyy! Tu sei mio!” – e gli si mise a cavalcioni sopra le gambe, torturando il suo sesso, con massaggi molto provocanti, per poi scendere a leccarlo e succhiarlo, indomito e ribelle.

Geffen si distese, mettendosi le mani prima sul volto e poi portandole alla nuca del giovane – “Non vedrò il ramo di vischio … sento già l’ambulanza qui sotto…” – mormorò, ansimando.

Sarebbe stato il quarto amplesso ed anche Kevin pensò di stare esagerando, ma non volle fermarsi, vista la reazione positiva del compagno a quegli stimoli incessanti.

“Devo fare … scorta… prima che tu vada sull’isola…” – gemette, mentre Glam lo penetrava, impalandolo con un’unica spinta.

Le dita di Geffen premevano sui fianchi di Kevin, che non riusciva a prendere un ritmo regolare, visti gli spasmi e le contrazioni del suo canale stretto ed inondato dal seme del suo uomo generoso – “Mi hai fatto venire troppo daddy… ommioddioo…!”





Jared crollò sul tappeto, ai piedi di Colin, che si era assopito sorridente.

Era sereno, in ogni gesto, con la consapevolezza che il suo amore più grande era tornato a casa.

Jared si sentì al proprio posto, anche se il pensiero di quel viaggio a Port au prince, lo faceva dubitare su parecchie cose.

Temeva di perdere il controllo, di dire cose sbagliate, di offendere Colin, ma anche Glam, per il quale nutriva dei sentimenti ancora concreti.

Avrebbe voluto dimenticarlo, ma era semplicemente impossibile.

Rimuginava su di una lettera, da unire al suo presente per le feste, una camicia del marchio preferito da Geffen, ma continuava a rimandarne la stesura.

Niente computer, bensì la cara vecchia penna stilografica.

Continuava a pensare ad una frase – Quando l’amore non basta – credendo fosse l’essenza di quel breve scritto, in cui ricomporre ricordi e sensazioni, messi da parte per altre scelte, non sempre fonte di gioia assoluta.

Eppure non poteva esistere o forse c’era, loro due l’avevano conosciuta, ma evitata per il timore di viverla sino in fondo.

Farrell si svegliò – “Jared … ho sete …”

“Sì subito, stai calmo, cosa c’è Colin?”

“Un brutto sogno … ma è passato.” – e sorrise.

Forse aveva ascoltato i pensieri di Jared: il cantante ne ebbe il timore, per un attimo.





Rice aveva notato come tutti ammirassero Chris al suo fianco, mentre entravano in un lussuoso ristorante.

Ci aveva portato anche Shannon una sola volta e l’effetto non era stato lo stesso.

Lui e Leto erano davvero diversi e quasi incompatibili, soprattutto in ambienti come quelli.

Il cantante dei Red Close venne poi riconosciuto da alcune ragazze, che gli chiesero l’autografo.

Lui le accontentò, senza però dare corda alle loro chiacchiere.

“Cosa prendi amore?”

“Vorrei prendere te, Chris.” – e gli infilò repentino un anello all’anulare sinistro.

Era bombato, in oro bianco, con un prezioso brillante incassato e di forma quadrata.

Un oggetto costoso e molto raffinato.

“Owen, ma … Dio è bellissimo.”

“Tu lo sei: non esiste niente di questo mondo che potrebbe essere in pari su ciò che rappresenti Chris.” – disse convinto, baciandogli il polso e poi il palmo, che il ragazzo aprì sulla guancia arrossata di Rice.

“Il matrimonio non mi porta fortuna Owen…” ribattè sconsolato.

“Lo so, ma io non sono Tomo.”

“Certo Owen …”

“Gli anni che ci separano sono venti e non voglio più fare cazzate. Ho le intenzioni più serie e motivate con te, vorrei consolidare il nostro legame sotto ogni punto di vista, anche legale.”

“Mi rendi orgoglioso di noi, Owen.”

“Perfetto … ora brindiamo alla nostra unione, nessuno riuscirà a dividerci, mai.”

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