Capitolo n. 199 – gold
Le gocce di sudore, infinitesimali e luminescenti, imperlavano i pettorali evidenti di Xavier, che intrecciava le proprie mani a quelle di Phil, disteso sotto di lui, che lo stava dominando pur offrendo tutto sé stesso a quell’uomo, che sentiva di conoscere a fondo, non solo per il suo sesso virile ed instancabile, ma soprattutto per le confidenze, che si erano scambiati da quando stavano insieme.
Phil ammirava il suo giovane entusiasmo, di vivere il sesso: Xavier, a propria volta, non era mai stato amato con tanta dolcezza, premura ed attenzione ad ogni sua esigenza.
Il primo pensiero del regista franco spagnolo era il benessere di quell’amante straordinario, che gli si stava rivelando con generosità.
Un colpo di reni più deciso e Phil raggiunse un orgasmo magnifico, unendosi a quello che spontaneamente sgorgò dal membro di Xavier, senza neppure essere sfiorato.
Il ragazzo sembrò spegnersi sul busto di Phil, che lo strinse ansimante ed appagato: “Finalmente Xavier …” – e cercò di uscire piano da lui, ma venne bloccato – “Ti prego Phil … rimani ancora un po’ dentro di me. Mi sento così felice.” – e si addormentò, sorridendo.
Colin cambiò Isotta, facendole indossare un abitino delizioso, dono di nonna Rita, che lo stava come studiando, in quei gesti, che sembravano così congeniali al figlio minore dei Farrell.
“Sei davvero innamorato di questa bimba, forse perché somiglia a Jared, vero tesoro?”
“Sì mamma, forse anche per questo. Eccoci qui, guarda che meraviglia.” – disse raggiante.
“Hai di nuovo ritrovato il tuo equilibrio con lui …” – disse prendendo Isotta in braccio.
“Jared ed io potremmo ritrovarci anche dopo mille anni di lontananza, ne sono certo.”
“Dov’è ora?”
“E’ uscito. Più tardi c’è la festa per il compleanno suo e della nostra Violet, ma Glam e Kevin non potranno esserci, così è passato a salutarli.”
“Ma non andate ad Haiti insieme a loro domani?”
“Ci sarà solo Geffen. Jude e Robert sono agitati, come me del resto.”
Miss Rita aggrottò le sopracciglia – “Sicuro sia una buona idea andare sull’isola con Jared?”
“Con Jared e Glam, intendi?”
Lei non disse nulla, ma il figlio era sereno – “Andrà tutto bene mamma.”
Geffen aprì, quasi inciampando negli scatoloni ammassati nell’ingresso del suo vecchio appartamento.
“Ma non l’avevi venduta questa casa, Glam?”
“Ciao Jay, entra dai … diciamo che i miei soci l’hanno riacquistata e ci hanno messo l’archivio della fondazione.”
“Vedo … e Kevin?”
“Ha portato Lula in piscina con Josh, poi vengono al b.day … A proposito, auguri.” – e rise, passandogli una scatola di colore blu.
“Oh grazie, ma non dovevate disturbarvi tu e Kevin …”
“So che ti piaceva, dai aprilo.”
Era un orologio sportivo e particolare.
“Accidenti, il cronografo Steel ice … accidenti, grazie Glam.” – e lo abbracciò, dandogli un bacio sulla guancia destra.
“E’ solo un pensiero … un giocattolo direi, anzi, quelli li abbiamo riservati a Violet, ma sarà il fattorino del Joker a consegnarli alla End House.”
“Farà i salti di gioia, ma le mancherai … le mancherete.” – si corresse, con un sorriso imbarazzato.
“Che succede Jared?”
Il cantante dei Mars non disse niente, ma gli passò una busta.
“Ho … ho scritto questa Glam … era da un po’ di tempo che volevo dirti alcune cose ed ho preso il coraggio finalmente …”
Geffen la prese, sentendo il respiro venirgli meno.
“Grazie, la leggerò subito.”
“Ok, devo andare e …” – “No. Voglio che tu rimanga, per favore.”
Jared si appoggiò alla parete, lo stomaco chiuso – “Va bene, resto.”
Geffen spiegò il foglio, scritto a mano, con grafia sicura, posandovi lo sguardo azzurro ed assorto, mano a mano che le righe gli entravano nel cervello, come stilettate impietose.
§§§
Eccomi qui.
Ciao Glam, pensavi che la smettessi di tormentarti?
Sbagliavi …
Questa volta sono io che ti scrivo i miei pensieri, come hai fatto tu in un passato non troppo lontano.
Sono accadute troppe cose in questo ultimo anno … tra queste, noi.
Come mai prima.
Devo ammettere che è stato fantastico, ma questo potrei dirlo ad un amico come Kurt, magari facendogli delle confidenze così intime, quanto segrete, fidandomi di lui, ma non servirebbe a lenire ciò che ho dentro.”
Vorrei uscirne, sai?
Da questa voragine, dalla quale non riesco a riemergere dopo Haiti, nonostante Colin, Isotta, i nostri figli, mio fratello, la musica …
Possedere tante certezze e persone che mi amano … dovrei essere felice, finalmente, ma non posso dirlo, non riesco a raccontarti questa bugia Glam.
Riesco soltanto a pensare a quei bambini che ti corrono incontro sorridendo: hai notato che quando un piccolo vuole bene ad un adulto, gli corre incontro felice, chiamandolo, arridendo al suo sorriso … ti sei mai chiesto perché ciò avvenga?
Me lo sono chiesto spesso, ma poi, più che una risposta, ho trovato una similitudine, in ciò che mi succede, quando sei tu ad arrivare, come in spiaggia, poi mi chiami, “Ehi mascalzone!” ed io corro verso di te Glam …
Io correvo … verso di te, Glam.
Ed era tutto così speciale.
Ti amavo … ti amo … da morire …
Il destino mi ha ucciso, ora ne sono sicuro.
Ha ucciso quel bambino che ti volava tra le braccia e che tu portavi lontano, con una risata, una carezza, un gesto qualsiasi, fino ad arrivare all’apice del cielo, in cui mi sentivo portare dal vento, quando ti muovevi dentro di me …
E quando finivi entrambi, con forza, facendomi comprendere quanto ti appartenessi.
Sono orribile nel gridarti il mio amore, adesso, che con Colin le cose si sono sistemate, adesso che ho di nuovo tutto sotto controllo ed invece non controllo niente, tanto meno me stesso.
Fuggirei via, ma non posso, perché ho creato tali e tante sovrastrutture sulla mia carcassa di illusioni, da rimanerne schiacciato, finchè avrò vita Glam … una vita senza di te.
Senza averti veramente, anche se ci sarai, ad ogni ricorrenza, ogni compleanno, come oggi, in cui mi porterai un regalo, un frammento del tuo sconfinato amore … perché tu mi ami e non smetterai tanto facilmente, perché sai come non arrenderti, come essere vinto dalle circostanze.
Tu sai quale decisione prendere e scegli, anche di non essere felice, come me …
Quando faccio l’amore con Colin, io penso solo a lui.
Quando accadeva con te, io ero tuo Glam.
Forse è l’unica vigliaccata che vi ho risparmiato.
Sì a voi due che vi siete anche … amati? O semplicemente perduti, sempre a causa mia, che non sono più il centro di nessun mondo, quando invece credevo fosse l’esatto contrario.
L’amore punisce l’arroganza, anche se non mi sono mai reputato tale.
Io non sono niente, Glam.
Questo è il dono che oggi mi sono voluto fare: essere sincero con me stesso.
Perché tu tutte queste cose già le sapevi.
E se mi chiedessi di vederci, di stare insieme, io ti direi di sì.
Ora il re è nudo, ridete pure tutti, denigratemi, distruggetemi, compiangete Colin, commiserate la mia scelleratezza, insultatemi.
Ho amato Colin come un pazzo, quando mi faceva a pezzi, con le sue paure, le sue debolezze, anche quando mi ha umiliato, abusato, distrutto …
Io lo amo Glam … ed amo te …
Ti amo, mio dolcissimo uomo …
E ti amerò … io ti amerò.
Perdonatemi.
Tuo Jared
26 dicembre 2016
§§§
L’avvocato inspirò, rammentandosi di quanto fosse necessario per sopravvivere, così come lo era fissare gli occhi blu zaffiro del suo interlocutore, impallidito nel frattempo, per la tensione.
“Jared dove dovrebbe portarci questa bellissima … confessione?”
“Od ammissione di colpa?”
“Qualunque cosa sia, mi ha sconvolto, ma tu questo lo sai Jared.”
“Da nessuna parte, temo, ma se non te lo avessi detto in qualche modo, ciò che tu già sapevi, sarei impazzito … e tornare ad Haiti sta solo peggiorando le cose, ma lo faccio per Colin, per Jude e Robert, per voltare pagina, ma non serve, purtroppo, perché per tanto che mi voglia convincere io …”
Glam gli afferrò le spalle con delicatezza – “Torna dalla tua famiglia, è tardi Jay …”
Jared annuì, stringendosi a lui con naturalezza e sconforto – “Tienimi con te Glam …”
L’uomo non disse altro, i loro corpi parlavano al posto loro, sostituendosi a qualunque supplica o speranza.
Era doloroso e inquietante, sentire quel piacere sordo, esplodere ed investire i loro ventri contratti, senza che facessero il seppur minimo movimento per favorire quell’amplesso tacito.
Jared stava in sostanza rivivendo un momento simile a quello che lo travolse con Colin.
Il suo compagno irlandese poche ore prima si commosse nel risvegliare Isy, lasciandosi andare a quell’onda di emozioni, delle quali non si era mai vergognato e fu come un fotogramma dal sapore lancinante, per ogni singola fibra di Jared.
Avrebbe voluto baciare Glam, ma solo un gemito li destò da quella dimensione assurda: “Jared cosa mi fai fare …” – disse colmo di angoscia nelle iridi lucide di pianto, come quelle di Leto, tremante e scosso come non mai.
“Scusami Glam … scusami.” – e fuggì via.
La pioggia lo accompagnò sino alla soglia della loro residenza, dove Colin gli andò incontro sbigottito – “Jared, ma cosa hai combinato …?”
“Ero in bicicletta … volevo solo tornare.” – e gli volò al collo.”
“Sei fradicio … e sei un pazzo …” – rise incerto, per poi baciarlo intensamente.
“Vado … vado a farmi una doccia, puoi salire da me tra quindici minuti?”
“Va bene angelo mio … sistemo gli addobbi con Simon e ti raggiungo.”
“Promesso?”
“Sì Jared … sì …” – sospirò ad un centimetro dalle labbra di Jared, che stava trattenendo le lacrime a fatica.
Voleva soltanto appartenergli, senza rendersi conto dei dubbi che stavano lacerando l’animo di Colin: per un attimo aveva creduto che Jared e Glam avessero trascesero, magari cogliendo l’opportunità di ritrovarsi in un posto carico di ricordi, come quell’alloggio dove avevano fatto l’amore per la prima volta.
Farrell si rese presto conto che stava sbagliando, ma era solo un dettaglio, forse il meno importante, se avessero fatto sesso senza sentimenti il tutto si sarebbe ridotto all’ennesimo tradimento fisico di Jared, che comunque non avrebbe mai ceduto ad un uomo che non fosse Colin, solo per un gretto compiacimento.
Era come una tempesta, fatta di torbida afflizione, alla mente ed al cuore di Colin, che si pentì di avere spinto Jared ad unirsi a quel viaggio del giorno dopo, un giorno che da carico di gioia, probabilmente si sarebbe trasformato in un volo oscuro verso le coscienze frammentate di ognuno dei partecipanti, così sensibili, così smarriti.
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