Capitolo n. 50 - sunrise
“Vuoi scopare?”
La domanda non era in sé un problema e neppure una novità per Sam.
Quei modi bruschi, assenti e gretti di Dean erano un’abitudine, ormai consumata ai suoi sensi.
Seduti sul divano, davanti ad un film in bianco e nero visto almeno duecento volte, ma che non li stancava mai: c’era qualcosa da condividere con una certa passione, quella per il passato, che entrambi apprezzavano.
Giravano per mercatini, tenendosi per mano, anche se l’ultima volta doveva essere stata almeno due anni prima.
Era da tre che stavano insieme, Dean ora trentenne, Sam da poco venticinquenne, quasi nessun punto in comune, se non la raccolta di cianfrusaglie, loro che un ieri non ce l’avevano sul serio, da una casa famiglia all’altra, fino a ritrovarsi e quindi conoscersi in un gruppo di ascolto per giovani disadattati.
Dean era come un pugno in un occhio, con quei completi costosi, tra un appuntamento e l’altro in prestigiose holding, dove forniva una consulenza valida: aveva lavorato sodo per ottenere ottimi risultati, almeno nella propria attività.
Sam sempre a tormentarsi le unghie, intrise di farina, così come i suoi occhi, intrisi, però, di stelle: Dean glielo aveva sussurrato prima di baciarlo, improvviso e bellissimo, in un angolo di quel centro, dove non tornarono più, perché erano loro ad essersi trovati e non avrebbe avuto fine.
Mai.
La discesa era più semplice.
Marc si era attardato con Geffen, sciupandolo di abbracci.
“Ora se non la finisci, Jamie mi strozza!”
“No, lui ti adora, come me Glam … Sono talmente sollevato che potrei volare!” – e rise, brandendo poi Jamie, facendolo roteare.
Kevin fischiò, come le marmotte, incontrate lungo il sentiero alla mattina mentre salivano al rifugio, appena vide due sagome in lontananza.
“Chi sono …?” – disse Jared rivolgendosi a Colin, attaccato alla borraccia di Gatorade.
“Non saprei amore … ma si sono accorti di noi pare.”
Jamie fece un saltello, poi strizzò le palpebre.
“Non posso crederci … non … Ehi!!! E’ Kurt!!” – ed iniziò a correre.
L’amico fece altrettanto, lasciando Brandon seduto su di un prato, accanto al torrente, che costeggiava la Malga Rossa, un punto di ristoro, meta incantevole lungo la Valle, che prendeva lo stesso nome.
Era il percorso tipico, per chi si muoveva dal Giogo Lungo e tornava verso Predoi, ritrovandosi per boschi e cascate, oltre alle vecchie miniere di rame.
Quando collisero, fu un’esplosione di gioia e lacrime.
Kurt finì in ginocchio, trascinando Jamie, che tremava e rideva come un pazzo.
“Fallo di nuovo ed io ti uccido!!” – gli disse strangolato dal pianto.
“Voleva farlo anche Glam …” – e si schernì, tornando poi a stringerlo forte.
“Certo che salire con l’elicottero è comodo, vero Brandon?”
Colin stava canzonando lo psicologo, una volta che si ritrovarono intorno ad un tavolaccio, a rifocillarsi.
“Dio questo luogo è pazzesco …” – disse con enfasi Jared, ammirando lo spettacolo di una natura incontaminata e resa ancora più spettacolare da una giornata di sole pieno.
“Hai ragione tesoro … sta arrivando il rancio truppa!” – esclamò Farrell, coinvolgendo la comitiva in un applauso corale per l’anziana proprietaria, pronta a rientrare nella sua casa di Campo Tures.
Avrebbe lasciato loro le chiavi della baita, per trascorrervi la notte, ormai prossima.
Lei con il marito ed il figlio non si faceva problemi a scarpinare al tramonto e di certo non era altrettanto distrutta da una miriade di emozioni e peripezie.
“Che notizia meravigliosa! Xavier dillo subito al nonno!”
“Sì Jude, corro!!”
Law e Downey erano a casa Meliti, invitati con Chris e Steven, per un pranzo informale, in attesa di buone notizie dall’Italia.
Il cantante dei Red Close si presentò con un dolce elaborato.
“Scommetto che è di Sam …”
“Giusto papi! Anche Steven ha apprezzato la novità.”
“Lo sai Jude che Chris ha dei nuovi vicini?”
“Interessante … Cosa ne pensi Steven?” – domandò versando un aperitivo.
“Carini, ma quel Dean … una frana!” – e rise, baciando poi tra i capelli Chris, sempre al sicuro tra le sue braccia, ovunque fossero.
Robert spostò lo sguardo in altre direzioni, paragonandolo mentalmente ad una piovra, ma poi si sentì osservato dai topazi screziati del figlio, a cui non sfuggiva mai nulla di lui.
“Questi puntini neri cosa sono?” – chiese Jamie, scomponendo una poltiglia bianca, che doveva essere formaggio.
“Cacchine di mosca!” – spiegò Jared, sogghignando.
“Maddaiii!!!”
“Sì, Jared ha ragione, vero Brandon?” – “Kurt, per favore ahahahah”
“A prescindere, mi concentrerei sulle cipolle sotto aceto …” – si intromise perplesso Glam.
“Daddy non esagerare con quelle … potresti avere delle turbe notturne.” – e cominciò a sghignazzare insieme a Jared, prendendolo per i fondelli abbondantemente.
Sempre al buio.
Dean gli aveva regalato quella casa prestigiosa, ma a Sam non era concesso di viverla come desiderava davvero.
Come una coppia qualunque, con orari normali, con ritmi banali, se necessario.
Era come un reticolato di tensione perenne, che gli tormentava il cuore, come le dita di Dean stavano facendo con i suoi polsi e un istante dopo i capezzoli, troppo turgidi per l’eccitazione di averlo dentro, volutamente rozzo.
Quando le posizioni si capovolgevano, Sam gli faceva l’amore, perdendosi nei suoi occhi, con cura, con calma, baciandolo senza opprimerlo.
A Dean, però, sembrava dare fastidio e tentava inutilmente di spegnere quell’unica applique, peraltro un riverbero arancione tenue, senza riuscirvi, perché almeno in quel caso Sam riusciva ad imporsi, a decidere qualcosa.
Continuando, da tre anni, a porgli un quesito, senza riscontro, sul motivo per quella che a lui sembrava un’autentica fobia, da parte di Dean.
Geffen sbuffò.
Prese una pillola, poi una seconda, scolando l’ennesimo bicchiere di acqua fresca di sorgente.
Era un sollievo, ma non risolutivo.
Appoggiò la fronte all’avambraccio sinistro, schiacciato contro lo stipite di una finestrella, che aveva appena aperto.
“Ehi, stai al buio Glam …?”
“Ciao Colin, in piedi anche tu?”
“Jared ha ancora fame, c’era del latte se non sbaglio …”
“Sì, nel frigo, due brocche.” – e sorrise.
“Non stai bene?”
“Una … crisi, adesso passa.”
L’attore non si era reso subito conto delle condizioni di Geffen, ma poi notando il suo busto imperlato di sudore, come il viso, gli andò immediatamente vicino.
“Siediti … chiamo Kevin?” – domandò ansioso.
“No, tranquillo … lui è abituato a vedermi così.”
“Ma io no!”
“Non agitarti Colin, anzi, accomodati, prima che collassi, non sto mica morendo …” – e rise mesto, tamponato dall’altro, che aveva preso una salvietta da un cassetto.
“Kevin e Jared ti accudiscono, questo lo so …” – replicò assorto.
“All’inizio mi spaventavo, ma poi … comunque sto aspettando che il farmaco faccia effetto …”
“Ok …” – mormorò, le iridi lucide.
“Colin … è stata una sfacchinata epica ed io sono un tantino acciaccato.” – e gli posò la mano sulla spalla.
“Sì … certo …” – disse rialzandosi, mentre Glam faceva lo stesso.
“Jared starà aspettando il suo beverone … torniamo a nanna Colin?” – disse sereno.
“L’avevo quasi scordato … è stata inverosimile questa avventura …” – ma il suo tono si spezzò in un pianto.
Geffen rimase interdetto e dispiaciuto per quella sua reazione; decise di abbracciarlo, quasi con cautela, come nel timore di turbarlo ulteriormente.
“Colin abbiamo risolto …”
“Mi … mi manca mio fratello … voglio andare da lui … mi manca Eamon …”
Ormai stava singhiozzando, ma le carezze pacate di Glam sulla sua schiena solida sembrarono ridargli una minima pace.
Nella cucina entrò Jared, senza fare rumore.
Cinse Colin da dietro, baciandolo tra le scapole, sulla t-shirt nera – “Cole non preoccuparti … ci andiamo da Eamon, ne abbiamo parlato …” – gli disse con dolcezza.
Farrell si strinse a lui, scivolando da Glam al compagno, che sembrava sapere gestire quel momento delicato.
“Vero Glam?”
“Sì Jared … ci andremo direttamente, ok?”
“Ok … Cole ti va di stenderti?” – e tornò a guardarlo, sorridendo.
“Il tuo latte Jay …”
“Lo recupero io, tra un istante.” – e se ne andarono.
Jared lo fece, un paio di minuti dopo.
“Sta meglio?”
“Sì, ti ringrazio per prima Glam.” – disse indaffarato con una caraffa sigillata.
“Aspetta ti aiuto …” – propose incerto Geffen, affiancandosi a lui.
“Non serve … non me lo merito, faccio solo casini!” – gridò piano, gettando nel lavatoio quel contenitore ostinatamente ermetico.
“Jared …”
“Jared cosa? Vi ho … rovinato la salute, vi ho … fatto solo del male!”
“Stammi a sentire, non ci hai mica costretti …”
“Lascia stare Glam …” – disse come sfiancato da una marea di sensazioni – “Colin ha amplificato una sensibilità fatta di eccessi malinconici … per Eamon, per i bimbi … lui perde il controllo, si commuove per un dettaglio e …”
“Questo fa di Colin una persona bellissima.” – disse convinto Glam.
Jared lo fissò stravolto – “Hai perfettamente ragione, sono io l’elemento guasto del cesto di mele … ho … ho sbagliato anche con Kevin, che è ugualmente amorevole … e speciale …” – sembrò quasi soffocare con quell’ultimo commento.
Fu proprio Kevin a distoglierlo da quel senso di inadeguatezza, accogliendolo sul petto, per poi ritrovarsi entrambi tra le ali di Glam, che baciò le loro tempie – “Siete incredibili … e darei la vita per voi, sempre.”
La soffitta era spoglia di arredi, ma quel giaciglio, fatto di materassi di lana, direttamente sulle tavole in legno del pavimento, era perfetto per Jamie, Marc, Kurt e Brandon.
Tra cuscini e coperte rappezzate, scherzavano sugli ultimi eventi.
“E così eravate in Australia …” – disse Hopper.
“Sì, la mia ultima figlia si è trasferita lì con la madre, nella stessa città dove abitano Richard, il primogenito di Geffen, con moglie e pargoli.” – spiegò Cody.
Jamie e Kurt erano nel mezzo, mentre i rispettivi mariti, restavano avvinghiati alle loro schiene.
Continuavano a farsi dispetti, finchè Jamie crollò esausto.
“Io e Marc … ci siamo sposati …” – disse assonnato.
“Sì lo sappiamo …” – ribattè Kurt.
“E poi … poi aspettiamo un bimbo … Julian … che ha i piedi ciccioni come il suo papà …” – bofonchiò già nel dormiveglia, ma con un bel sorriso.
Hopper gli diede un bacio sulla nuca – “Dormi piccola peste … ti amo da impazzire.”
Spensero l’ultima lanterna e si rannicchiarono, le mani di Jamie tra quelle di Kurt, come a saldare quell’amicizia unica per il resto dei loro giorni.
SAM & DEAN
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