lunedì 13 febbraio 2012

SUNRISE - CAPITOLO N. 44

Capitolo n. 44 - sunrise


La riga bianca scorreva veloce sotto alle ruote del van di Colin.
Guidava sereno, verso una meta stabilita al momento della partenza, scegliendo a caso le coordinate sul navigatore.
Geffen era seduto accanto a lui, mentre sul sedile posteriore riposavano i gemelli, sorvegliati da Jared ed alle sue spalle si erano sistemati Kevin con Lula ed Isotta, sommersa di coccole dal bimbo haitiano.
Glam non aveva accolto nel migliore dei modi quel viaggio inatteso.
Alla Joy’s house, dopo la colazione, voleva dissuadere Kevin, senza riuscirvi.
“Credi sia una buona idea?”
“Sì daddy, abbiamo trascorso altre vacanze con loro …”
“In circostanze differenti.” – protestò debole.
“Ci siamo divertiti …”
“Sono successe delle cose nel frattempo”-“Credevo mi avessi perdonato daddy.” – lo interruppe secco.
Geffen lo abbracciò - “Certo che l’ho fatto amore e non per compensazione.” – affermò convinto, ma Kevin si scostò brusco.
“Già, ogni tanto lo dimentico, come sta la signora?”
L’avvocato sospirò – “Bene … ha fatto un’ecografia.”
“Che emozione …” – disse passandosi le mani nei capelli – “Vado a vedere se nostro figlio è pronto.” – e sparì nel corridoio, nonostante Glam lo avesse richiamato.


“Passeggeri tutto bene?” – chiese improvviso Colin con un sorriso, fissando dallo specchietto il volto contratto di Jared, che ebbe un lieve sobbalzo.
Lui e Kevin annuirono, mentre il bassista pescava dal frigo interno alcune lattine, distribuendole con snack salati.
“Facciamo una sosta Colin?” – domandò Glam, forzatamente distratto dalla sua vicinanza, che lo imbarazzava.
“Ok, c’è un locale poco distante secondo quel cartello.”


Hopper sembrava frugare tra le riviste disseminate sul tavolino nella saletta di Foster.
Era teso per la telefonata ricevuta mezz’ora prima.
Aveva lasciato Denny nei guai, con una causa complicata, per la quale erano stati delegati da Geffen.
Il medico arrivò trafelato – “Scusa il ritardo Marc, ho avuto un’emergenza. Accomodati pure.” – disse il primario, adombrato da una preoccupazione palpabile.
Marc prese fiato, sentendo uno strano formicolio allo stomaco.
“Sediamoci, vuoi bere qualcosa?”
“No, vorrei solo sapere il motivo di questa convocazione urgente. Ci sono problemi per il mio Jamie?” – chiese con apprensione.
Foster strizzò le palpebre, sfogliando la cartella, che conteneva i risultati delle ultime analisi di Jamie.
“Ho delle brutte notizie e sai che a me non piace tergiversare Marc … Ormai ci conosciamo abbastanza per non prenderci in giro, non lo farei neppure per scherzo, anche se questa è una doccia fredda innanzitutto per me, che avevo delle concrete aspettative su questo protocollo.”
Marc deglutì a fatica – “Quindi … non ha funzionato …?”
“Terapie come queste, ci hanno dimostrato di essere piuttosto invasive e devastanti negli effetti collaterali, ma temo di avere fatto un errore di valutazione, se queste sono le conseguenze.”
“Vorrei solo che tu me le spiegassi …”
“L’organismo di Jamie collasserà presto, forse tra tre settimane al massimo. Ora è in forma, l’ho incontrato giusto ieri …”
“Cosa succederà esattamente?” – domandò innervosendosi.
“Febbre alta … molto alta, poi convulsioni ed un’emorragia interna, stato di coma e … arresto cardiaco, in poche ore.”
“Soffrirà?” – chiese alienato.
“Noi faremo il possibile per …” – “Voi??”
“Ovviamente Marc, noi conosciamo la sua storia …”
“Non se ne parla. Anzi, ora tu farai esattamente quello che ti chiedo!”
“Marc ascolta …”
“No ascoltami tu!! So che avete fatto il possibile per aiutare Jamie, ma ora lui non dovrà sapere niente!” – affermò con aspra risolutezza
“Dovresti lasciare decidere a lui, ha il diritto di sapere …” – replicò incerto.
Hopper iniziò a piangere sommessamente, rialzandosi a fatica – “Penserò io a lui … è il mio compagno, è lui la mia sola vita.”


Geffen tossì, allontanandosi dalla saletta dove si era sistemato con gli altri.
“Che diavolo succede Marc?? Io non posso rientrare e la pratica Holder è importantissima, mi sono fidato di voi due e Denny mi ha comunicato l’ennesimo rinvio, doveva chiudersi oggi cazzo!!” – inveii, senza cogliere da subito il disagio del suo più caro amico.
Hopper era seduto sulla sabbia, sconvolto e distrutto dalla notizia ricevuta da Foster.
“Glam … io devo … devo andarmene … forse l’intero mese di ottobre …”
“Cosa farnetichi, ma sei fuori??!!”
“Glam …” – a quel punto crollò, singhiozzando – “ … si tratta di Jamie … sta morendo …”
Geffen ebbe come un capogiro: si appoggiò appena in tempo contro la parete a vetri, il fiato spezzato – “Cosa …?”


“Cosa mangi Jared?”
“Non saprei, tu Colin?”
“Ci sono le frittelle di soia.” – intervenne Kevin, notando il ritorno di Glam.
“Ehi daddy hai una faccia …”
Lui si mise a sedere, trangugiando una cola gelida.
“Glam calma, guarda che …”
“Jamie è …”
“Jamie cosa?” – disse Colin con un pessimo presentimento.
“Le cure che ha fatto, lo stanno … uccidendo …”
“Daddy …”
“Marc è a pezzi, non gli resta molto e vuole portarlo via, senza dirgli nulla.”
Straziato dal pianto, Geffen fornì i dettagli appresi da Hopper, ricevendo il conforto di tutti e l’abbraccio del suo soldino di cacio, che volle capire cosa stesse accadendo.
Kevin glielo spiegò con dolcezza, mentre Jared e Colin non volevano credere che non ci fossero speranze.
Decisero di passare la notte nell’albergo di fronte, per poi fare rientro a Los Angeles.


“Neppure tu riesci a dormire?”
Colin glielo domandò a bassa voce, come se persino l’aria potesse turbare il fragile equilibrio, che leggeva in Jared: lo cingeva da dietro, custodendolo come d’abitudine, come aveva imparato sino dai primi momenti del loro legame.
Il cantante dei Mars strinse il cuscino maggiormente, aprendo gli occhi.
“A volte … a volte mi sento come un malato che non riesce a guarire, ma neppure a morire, sai Cole …?”
Farrell respirò il profumo dei suoi capelli, dove affondò un bacio.
“Mi dispiace Jay.”
“Per cosa?”
“Vorrei saperlo da te, ma la verità è qui, dentro il mio cervello, ma soprattutto nel cuore, che tu rendi felice, quando … quando non sei arrabbiato con me.”
“Io non lo sono Colin.” – replicò triste.
“Sono stato uno stupido a volere questa esperienza, l’ho decisa soltanto io e Kevin ha approvato perché si illudeva, come il sottoscritto, che potesse funzionare.”
“Era questo che volevi Colin? Che funzionasse …? Ma cosa esattamente?” – e si girò, guardandolo nella penombra.
I vagiti di Ryan e Thomas li distrassero.
Jared accennò un sorriso – “Valli a prendere, io preparo i biberon …”
“Grazie Jared, li … li porto qui?”
“Sì, sai che a loro piace e poi preferisco rimanere disteso.”
“Non ti senti bene?”
“Sono solo afflitto per Jamie … è terribile.”

Jared si occupò di Thomas, che sembrava incollarsi al suo cuore, mentre succhiava la sua cena di mezzanotte.
“Come lo capisco …” – disse sorridendo Colin, rivelando una timidezza disarmante, come se dicesse sempre qualcosa di sbagliato.
“E’ un piccolo Colin, anzi … ne ho due …” – e prese anche Ryan, baciandolo sulle guance.
Farrell si sentì bruciare dentro.
“Sono innocenti e … innocui …” – mormorò poi, prendendo una salvietta.
“Avranno mille occasioni per combinare guai, ora sono angeli …” – ribattè Jared senza dare peso al ragionamento dell’altro.
Colin volle invece insistere.
“So di averti fatto del male, in passato Jay … e so che una parte di te, nonostante i buoni propositi, non riuscirà mai a perdonarmi completamente.”
“Colin ascolta …”
“L’abbiamo già affrontato questo discorso, ma ci siamo presi in giro. Io temo che non esista una soluzione e che da certe strade non si possa tornare indietro, ma questo esiste per chi non sopravvive a tragedie come … come una violenza, uno … stupro, non riesco neppure a dirlo!” – urlò silenziosamente.
Jared rimise i bimbi nelle culle, controllando anche Isotta, poi rientrò nella loro stanza, attivando il baby control e versando dell’acqua, che porse a Colin.
“Ora non agitarti, se vuoi esorcizzare questo demone, lo farai con me Cole.” – e gli accarezzò le spalle, risedendosi di fronte a lui.
“Glam ti aiuta ad esorcizzare i tuoi, che comprendono me?” – domandò oppresso.
Jared annuì.
“Ormai lo fa malvolentieri, vedendolo come un torto a Kevin ed il serpente ha un teschio in più, da quando tu e lui siete finiti nello stesso letto a fare l’amore Colin.” – affermò serio.
“E questo serpente ti toglie la voglia di vivere …?”
“Rappresenta i nostri errori Cole … talvolta riesco persino a dimenticarne alcuni …” – rise amaro – “Visto che sono in quantità eccessiva …”
Farrell gli diede un bacio casto sulla bocca, ma Jared lo ricambiò più intensamente.
Slacciò la sua camicia, facendo ansimare l’irlandese, che si ritrovò allungato sotto di lui.
“Nonostante i nostri abissi, siamo ancora qui Jay … potresti credere ad un giorno diverso, vuoto di noi?”
“Assolutamente no … no amore mio …”
Furono improvvisamente nudi, Jared pronto a dominare quell’amplesso e Colin a riceverlo, i rispettivi corpi lo reclamavano.
“Hai ragione, siamo vivi, abbiamo superato ostacoli assurdi e terribili Cole … Dio mi è testimone, non ho mai smesso di amarti, né quando stavo con Glam ad Haiti e neppure quando sei piombato nel mio alloggio sull’isola e mi hai violentato!” – nel dirlo gli afferrò i capelli con entrambe le mani, spingendogli la testa all’indietro.
Una rabbia cruenta lampeggiò dai suoi zaffiri, ma Colin capì che anche quello era una forma di amore puro, che solo Jared gli avrebbe fatto conoscere.
Lo penetrò con una lentezza esasperante, umettandosi le dita con della crema dimenticata dopo il cambio di Thomas: sapeva di talco e magnolia, solleticava i sensi in modo inconsueto.
Si amarono sino all’alba, senza mai smettere di baciarsi e senza un’altra parola, non era necessaria.



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