Capitolo n. 45 - sunrise
Lo guardava volare, su quel parquet lucido, catturando l’attenzione della sua agente e di quell’insegnante severa, che rigida, ma orgogliosa, non perdeva un solo passo di Jamie.
Marc rimaneva in disparte, quasi nascosto da un tendone di velluto rosso.
Le quinte erano sempre affollate ed in subbuglio durante un’esibizione, ma quelle erano prove generali, lo spettacolo sarebbe stato la sera stessa e tutti erano pronti.
Jamie più di ogni altro.
Appena si accorse di Hopper, congedò i presenti con un in bocca al lupo ed un arrivederci frettolosi.
Li avrebbe rivisti dopo poche ore, ma prima voleva stare un po’ con Marc, cenare come stabilito ad un localino della costa e poi danzare unicamente per lui, piazzato in prima fila, sorridente e solido.
“Tu sei il mio mondo …”
Jamie glielo sussurrò, dopo numerosi ed intensi baci, seduti in auto, nel parcheggio dietro il teatro, una volta concluso quel pasto leggero.
“Ti amo Jam … ti amo anche oltre questo mondo, sai?”
“Perché piangi Marc …?” – chiese con dolcezza, abituato comunque alla sua commozione.
“Sono … felice di noi … e domani, anzi stanotte, andremo via da qui.”
“Cosa …?”
“A Venezia, ne avevamo parlato, giusto?” – e si sforzò di ricambiare i suoi sorrisi luminosi.
“Venezia?? Mio Dio sì … Sì!” – lo strinse forte, entusiasta come un bambino, quello che avrebbero voluto adottare una volta che la sua salute non ponesse più ostacoli.
Quello peggiore era dietro l’angolo.
Il corpo di Glam sprofondava in quello di Kevin, a metà di quella notte carica di ansia.
Il giovane si sentiva in balia di quell’uomo, amato qualunque errore facesse, dei suoi baci, rapito da quello sguardo, che diventava oltremodo apprensivo al solo pensiero di perderlo di nuovo.
Quando lo sollevò, mentre gli veniva dentro, accovacciandosi al centro del materasso, con Kevin sulle gambe, esausto per quell’amplesso, almeno quanto Geffen, l’avvocato lo investì di lacrime, mentre si baciavano.
“Non lasciarmi Kevin …”
“Come puoi pensare che io lo faccia, daddy …? Sono qui e non rinuncerò mai a noi.”
Finirono sotto alla doccia, senza separarsi.
Tornati a letto, Glam indossò solo dei boxer e recuperò Lula nella camera comunicante.
Il piccolo stava dormendo profondamente, ma quando si ritrovò sul petto del suo papà, gli fece il solletico con la folta capigliatura, ridendo sereno.
Sulla restante metà di quel busto spazioso, riposava Kevin, avvolto nelle ali di quel marito imperfetto, ma che entrambi adoravano senza confini.
Meliti assecondò la richiesta di Hopper, non senza pretendere una spiegazione, intuendo qualcosa di grave dalla voce di Marc.
Quando la sua curiosità fu esaudita, ebbe quasi un malore per il dispiacere.
Jamie gli piaceva, per quel carattere indomito e l’orgoglio formidabile.
La notizia si diffuse in fretta all’interno della sua residenza, che poche ore prima era invasa dalla gioia e dalla consueta allegria.
Xavier e Phil iniziarono a pregare insieme a Pamela ed alle gemelle Geffen.
“Affinchè non soffra … che possa spegnersi nel conforto e nell’amore generoso di Marc …” – mormorò la donna, invitando i presenti a prendersi per mano.
“Ma noi … noi dovremmo stargli vicino come Marc … non credete?” – propose singhiozzando Xavier.
Derado lo strinse – “E’ giusto che sia così, anche se distante da questa famiglia che lo ama, Jamie lo sa.”
“Quando torneremo daddy, potrei accompagnare Sveva al suo controllo mensile … come feci con Pam per Derek.”
Si stavano preparando per scendere a colazione e poi ripartire per Los Angeles.
Glam perse un battito.
“Dici sul serio tesoro …?”
“E’ … è tuo figlio … forse un po’ … anche mio.” – e sorrise timido, scrollando le spalle.
Geffen sorrise – “E’ un’autentica liberazione sapere che questo bimbo potrà contare su di te Kevin …”
“E sul suo fratellino, vero Lula?”
“Sìì papake!” – esclamò, correndo incontro a Kevin, che lo prese in braccio coprendolo di coccole.
Colin stava tormentando una ciambella al limone da almeno un quarto d’ora.
“Cosa ti ha fatto?” – chiese ridendo tirato Jared, provando a smorzare il clima tetro di quegli istanti.
“Non ho fame … vado a prendermi una boccata d’aria, vi aspetto in auto … Pensate voi ai cuccioli?”
Kevin annuì, mentre Jared toglieva i bavaglioli a Ryan e Thomas.
Isotta era in braccio a Glam, che si alzò a propria volta – “Ti seguo, devo fare un paio di telefonate. Avvisatemi quando avete terminato, così vi aiuto, ok Kevin?”
“Ok daddy … su Lula, finisci il tuo latte.”
Geffen provò a contattare Marc, inutilmente.
“Ne daresti una anche a me, Colin?”
“Certo … non avevi smesso come me?” – e gli passò una sigaretta.
“Appunto.” – e si sporse, accendendola da quella che Farrell aveva tra le labbra.
L’attore fece poi un passo indietro, come turbato da quel gesto.
“Adesso dimmi cosa volevi dimostrare con questa gita in campagna?” – domandò secco Glam, avanzando verso di lui, ormai addossato al cofano del van.
“Che tu ci creda o no, l’ho fatto solo per Jared, visto che sembra essere felice solo accanto a te, ultimamente.”
“E’ solo confuso e tu non fai molto per risolvergli i problemi, se te ne esci con queste cazzate, dopo quello che è successo tra noi quattro!”
“E cosa dovrei fare secondo te, sentiamo!?!”
“Cosa non avresti dovuto fare, piuttosto Colin!”
“Perché ancora una volta devo passare soltanto io come lo stronzo della situazione, quando tu per primo hai fatto ciò che volevi con lui quando ne hai avuta l’occasione, cazzo!!” – ringhiò afferrandolo per il bavero della giubbotto sportivo.
“Non rivangare il passato, non dopo averlo portato ad un passo dalla morte con i tuoi tradimenti con Justin, non dopo i sei mesi in Irlanda, per poi finire a scoparti Kevin accidenti!!” – e lo gettò a terra, seguendolo per inerzia, avvinghiato a lui.
Iniziarono a malmenarsi, ma furono fermati dall’intervento di Jared, che li aveva visti dalla vetrata, distante da Kevin, che rimase con i piccoli, mentre il cantante saldava il conto dell’hotel.
“Siete impazziti??!!” – urlò Jared, contro i loro visi stravolti dalla furia.
“Jamie sta morendo e voi vi pestate come due ragazzini??!!” – e si spostò contro un muretto, tremandoci contro, le gambe molli, per sostenerlo a malapena.
Colin provò a calmarlo, finendo poi per cullare il suo compagno – “Scusaci Jay … non volevamo farti anche questo.” – ed incenerì con un’occhiata torbida Geffen, che si ricompose, avviandosi verso l’interno del ristorante per scortare Lula e gli altri sino alla vettura.
“Fare l’amore a … quanti saranno Marc?”
“Cosa scricciolo?”
“I metri … la quota … sembriamo sospesi tra le nuvole …” – disse in piena estasi di emozioni.
“Parecchi direi … come gli applausi per te, ieri sera …”
“Non credevo di farcela … a … ad un certo punto ho sentito come delle palpitazioni … qui” – e prendendogli il polso, avvicinò il palmo di Hopper al suo sterno.
“Jamie …”
“Invece eri tu … che mi stavi accompagnando durante la coreografia, sentivo il tuo respiro Marc … è stato meraviglioso, irripetibile temo.”
“Perché dici così?” – chiese con una punta di ansia.
“Non lo so … ok, era una stupidaggine.” – e si schernì, accucciolandosi cinturando i fianchi di Marc.
“Ti amo Jamie …”
“Anch’io … sono stanco … dormo un pochino …” – disse flebile.
Hopper ingoiò quel devastante rammarico, che si impose di non fare trapelare finchè Jamie stava bene.
Era un compito arduo, ma lui doveva riuscirci, non aveva scampo, come Jamie, del resto.
CHANNING TATUM is Marc Hopper
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