Capitolo n. 308 - gold
Jamie contava mentalmente le goccioline, che lente scendevano nel tubicino collegato al suo braccio sinistro, con un ago a farfalla, di colore verde chiaro.
“Non finisce mai …”
“Lo so purtroppo, sono stato mesi in ospedale e non sapevo più a cosa pensare, per distrarmi. Per fortuna che ricevevo spesso visite, mi leggevano libri, parlavamo, magari guardando un film … C’è la tv satellitare Jamie, vuoi vedere se c’è qualcosa di interessante?”
“No Kurt, magari facciamo due chiacchiere …” – e sorrise.
“Volentieri … A proposito, Marc si è arrabbiato per questa mia invasione di campo?”
“Sì.”
“Mi dispiace …” – disse imbarazzato.
“Non importa, ci siamo chiariti intendo, gli ho spiegato quanto sia importante per me che tu sia qui, un po’ come ieri da Meliti, quel gioco con Xavier, siete stati … in gamba!” - e rise.
“Beccati … ok, era premeditato, ma ti avevamo quasi convinto ahhahah e ci siamo divertiti, vero?”
Jamie annuì, inspirando sereno – “Hai voglia di parlarmi di Marc? E di Brandon … prima di lui.”
“Brandon mi ha salvato, è stato adorabile … Sai, ho sempre superato i momenti bui da solo, restando comunque pulito da molte cose, come la droga e l’alcol, insomma senza degenerare, anche perché se vai con certa gente devi essere o pazzo oppure fatto … Avevo selezionato i miei … clienti, quindi c’era questo splendido loft, dono di uno di loro, che mi voleva bene, ma era piuttosto anziano e cagionevole di salute, poi arrivò Crane ed iniziarono le botte, il sesso cattivo e sporco insomma …”
“Quindi Cody ti ha portato via da lui …”
“Più o meno sì, facendolo incazzare di brutto, alla follia, del resto era e resta un uomo malato, ma ormai ho solo compassione per lui.”
“E’ vero che ti ha regalato un attico?”
“Sì, una sorta di risarcimento, visto che i soldi ottenuti con la causa legale li ho dati in beneficenza.”
“E Marc?”
“Prima di Marc ti vorrei parlare di Martin, nostro figlio, mio biologicamente, con utero in affitto … Questo per spiegarti che con Brandon ho realizzato tutti i miei sogni, per un lungo e meraviglioso periodo. Credo che Marc abbia rappresentato un ritorno a quel mio lato oscuro, eccitante e piacevole, anche se lui è stato una bella persona, seria, motivata … un tantino frettolosa …” – e rise complice con Jamie, che confermò quell’impressione benevola.
“Marc vuole tutto, subito e come piace a lui, ma è talmente buono e generoso, da non metterci arroganza o prepotenza, io lo amo anche per questo Kurt.”
“E probabilmente, anzi, sicuramente, me ne sono innamorato un po’ anch’io, in quelle poche ore trascorse insieme, comportandomi invece da vigliacco e giocandomi la sua stima. Inoltre gli ho fatto dei rimproveri, una scenata di gelosia, quando mi ha detto di voi ed ho commesso un errore madornale, per il quale ti chiedo perdono Jamie: ti ho giudicato ed insultato, senza alcun diritto.” – confessò, con gli occhi lucidi.
Jamie gli accarezzò il volto con una dolcezza, che bastò ad entrambi per perdonarsi qualunque screzio, ormai dimenticato.
Jared stava raccogliendo i giochi di Isotta ed Amelie, in una borsa che Carmela gli aveva recuperato dalla lavanderia.
Colin aveva portato le piccole al piano inferiore dal nonno, che stava parlando con Glam e Kevin, per poi risalire dal compagno, chiedendosi il motivo di quel ritardo.
“Tesoro dovremmo andare …”
“Ho quasi finito.” – replicò freddamente.
“Passata l’emicrania Jay?”
“No. Justin come sta?”
“E’ andato via presto, aveva appuntamento con Brian in un locale sulla spiaggia, territorio neutro, ma gli ho detto di chiamarci se sorgono problemi.”
“Se anche fosse, indosserai il tuo costume da super eroe Cole e volerai a salvarlo, giusto? Tieni.” – e gli passò quel fardello, con gli zigomi rigati da un pianto recente.
“Jared cosa ti prende?” – domandò l’altro interdetto da quel suo atteggiamento ostile.
Il cantante rimase in silenzio, indossando un secondo maglione.
“Jared … Jay non stai bene, hai freddo?”
“No!”
Farrell buttò la sacca sul divano dietro di lui, per poi afferrare Jared per le spalle.
“Ora mi spieghi! Cazzo!!”
Gli bastò il suo sguardo ferito, per comprendere quale fosse il problema.
“E’ … è per quello che ho detto a Justin per consolarlo? Stavi origliando?”
“Credo sia l’unico sistema per sapere la verità sulla vostra storia, visto che da te non ho mai avuto una risposta seria Colin!”
“Non l’hai avuta perché non esisteva, non la sapevo! E comunque a me non importa nulla, sono stato gentile per non mortificarlo ulteriormente, possibile che tu non lo capisca?!”
“A me importa invece … visto che l’hai frequentato quando noi eravamo felici … Senza alcun senso, eppure è successo …” – disse provando a staccarsi da quella morsa.
“Sì è successo, così come sono successe un milione di cose tra di te e Glam, a mia insaputa!”
“Non tirare di mezzo sempre Glam, quando non sai come giustificare le tue scelte!”
“Ok … ok Jared, allora senti … Mi sarò di certo innamorato di Justin, anzi, voglio dirti di più, mi sono sicuramente innamorato di lui, ma anche di Glam, cosa dico, persino di Jude!! D’ACCORDO TI BASTA?!! Solo il tuo cuore può essere invaso da mille altri cuori?? Geffen, Kurt, Kevin, persino Brandon ed anche Shannon!!”
“Co-cosa farnetichi …” – balbettò, indietreggiando, finalmente libero dalle falangi gelide di Colin, che era adirato pesantemente.
“Non ti è mai bastato il mio amore, mi hai sempre punito … mi hai lasciato, quando credevo che le cose andassero per il meglio, ributtandomi in quel non vivere dove poi si sono insinuate persone come Alicya … E’ passato un secolo, ma sembra ieri e tu mi hai cercato, illudendomi che potessimo ricominciare, ma nonostante tutto quello che hai avuto da me, non ti sono bastato mai!”
“Ti ho punito perché solo tu sei riuscito a farmi così tanto male da desiderare la fine per me …” – il suo pianto spezzò le ultime sillabe, che sembrarono mandare a picco ciò che restava di Jared, appoggiato alla parete, unico sostegno alla sua disperazione.
Colin si gettò su di lui, avvolgendolo, baciandolo, per poi accasciarsi, soffocati da singulti carichi di rimorso, per ciò che si erano vomitati addosso.
“Non ci lasceremo mai Jared … e non smetteremo di essere gelosi e … e possessivi … ma se dici di avermi perdonato, allora credici, se no il mio cuore non riuscirà a sopravvivere alle tue incertezze … non sono abbastanza forte e non riuscirei davvero a superare un’altra crisi tra noi … Non riesci a comprendere quanto sono pentito ed innamorato SOLO di te? … ti prego guardami … amore …”
Xavier sistemò un cuscino dietro alla schiena di Pamela, che prosperosa, aggiustò la scollatura di quel nuovo abito, regalo di Derado.
“Sono una balena, per fortuna che ormai ci siamo …”
“Sono nel panico … ma ci sei tu a rassicurarmi tutte le volte, per non parlare di Phil …” e le diede un bacio sulla guancia e poi in mezzo ai seni – “Grazie mia splendida signora …” – mormorò, prendendole le mani, baciando anch’esse, in segno di ulteriore gratitudine, ammirandola come se fosse una dea.
“Vieni qui nino …”
Xavier si accucciolò al suo fianco, custodito dalla sua ala, in un modo così affettuoso ed unico, da farlo addormentare sereno, dopo una notte piuttosto movimentata e sensuale con il suo regista.
Brian stava resistendo, davanti alla birra, che aveva chiesto, mentre Justin sorseggiava un caffè.
“Certo che se cominci così alle dieci di mattina …” disse distratto il grafico, che si era imposto di non cedere alle richieste di quello che considerava un ex, dopo lunghe riflessioni, protrattesi sino all’alba.
“Come vedi non sto bevendo, anche se avrei voglia di farlo Just …” – ribattè sconfortato dalla sua indifferenza.
“Buon per te. Allora cosa vuoi?”
“Dove sei stato Just?”
“A casa di amici.”
“Da Farrell?”
“No, da Meliti e sì, c’era anche Colin, Jared e non solo, sono stati gentili e premurosi, anche se non voglio più dare loro motivo di preoccuparsi per me, a causa dei miei fallimenti sentimentali.” – e lo fissò con risolutezza.
“Mi avrai dipinto come un mostro …”
“No, come uno stronzo Brian, ti stupisci?”
“Affatto …” – ed inspirò.
“Vorrei riprendere la mia roba nel tuo alloggio, quindi se mi dici un orario in cui non ci sei o se me la prepari io …” – “E smettila cazzo smettila!!!” – gridò piano, esasperato, brandendo il suo polso destro.
“Piantala … o chiamo la polizia!!”
“Justin … Justin non volevo … io non so più quello che faccio o … o che dico …”
“Io volevo aiutarti, sono passato sopra a quella puttana che ti sei scopato sotto ai miei occhi, ma tu niente, hai rivisto quel coglione quante volte, eh??”
“Non mi importa di lui … l’ho fatto per … occupare il tempo … mi mancavi …”
“Che bugiardo … che incredibile bugiardo!! Se volevi tenerti impegnato ci sono decine di fondazioni a Los Angeles, dove potevi essere d’aiuto! Invece bere e fumare sono scelte facili, ma distruttive ed infatti hai buttato nel cesso il nostro rapporto!”
“Ti chiedo un’ultima possibilità … Justin non lasciarmi affogare … non farlo.”
Farrell parcheggiò il suv nel piazzale davanti ad un resort; i bimbi erano rimasti da Meliti e li avrebbero rivisti il giorno seguente.
Jared si guardò intorno, smarrito.
“Abbiamo sempre risolto con il sesso i nostri diverbi Cole … senza risolvere nulla temo …”
“Appunto … Ora ci chiudiamo in una suite e parliamo, non desidero altro Jay.”
“Esistiamo ancora noi, da qualche parte nell’universo, secondo te, Cole …?” – e finalmente lo guardò spaventato.
Farrell lo strinse sul petto: “Anch’io ho paura sai …? Una paura fottuta, ma non dubiterò mai su quello che siamo e che abbiamo conquistato Jared: è troppo prezioso, non posso più vivere senza e non mi riferisco ai nostri figli, ma in questo preciso istante, sei tu, al centro di questo universo, dal quale non me ne andrò. Mai.”
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