domenica 18 dicembre 2011

One shot – Resta qui

One shot – Resta qui


Londra, dicembre 2011
Pov Jude Law

§ Perché un amico “scemo” mi avrebbe canzonato, incitando il pubblico e quell’altro a scoprire il mio segreto, magari allungando egli stesso le mani per strapparmi dispettosamente la cuffia e poi … Invece, tu, Rob, hai trattenuto il respiro, me ne sono accorto, come se stessero facendo un torto od una pressione a te, ma avresti risolto con ironia, da istrione straordinario quale sei, mentre invece per me li avresti insultati tutti, di smetterla, di non toccarmi, con le loro scherzose invettive, di non permettersi … Per questo so che mi ami, anche più di prima Robert … La mia risposta è sì … ti aspetto e … scusami.
Tu ne conosci il motivo. §

E’ arrivato.
Lui è qui con me.
Sento il suo cuore investire il mio, tornando in un’eco assordante sino alle nostre orecchie, sature di risate e giochi, di fronte agli estranei, che comunque ci adulano ad ogni intervista.
Robert sa che non mi importa del denaro e di questo rinnovato successo, se non potessi condividerlo con lui.
Robert Downey Junior sa di me qualunque cosa possibile, ma vorrei donarmi ancora, in questo mio nuovo giorno, alla ricerca della stabilità, che ambivo restandogli accanto.
Ho chiuso con il passato e quelle relazioni, che non mi davano più niente.
Lui esisteva e si era innamorato di me.
Lo disse con una spontaneità imbarazzante, che mi fece arrossire, tre anni prima.
“Non è solo amicizia ed intesa professionale … Certo, c’è intimità tra noi Jude … Eppure se non te lo dico adesso, perderò il coraggio e questa punta di follia. Ti amo … Ed è incredibile racchiudere in due parole, i milioni di pensieri che hanno abitato questa zucca vuota da quando ci hanno presentati.”
Deglutii un paio di volte, accarezzandoti le guance infreddolite.
Presi la mia sciarpa, avvolgendoti e riparandoti da quel vento gelido londinese.
“Jude …”
“Ti amo anch’io … non sapevo come dirtelo e forse non ce l’avrei fatta se tu …”
Un bacio.
Il primo.
Di moltissimi altri.

Pov Robert Downey Junior

Sai di zucchero … e cioccolato.
Ti amo Jude.
Hai resistito credo quattro secondi davanti a quella scatola, che ti piaceva tanto, per la forma, bugiardo, puntando poi al sodo, ovvero i cioccolatini ripieni di creme deliziose.
Ti comprerei il mondo, se portasse con se, ad ogni mio dono, qualcosa che realmente desideri.
Scivoliamo appiccicati alla porta, è troppo tempo che non succede … che ci stringiamo, che ci baciamo, che ci respiriamo, così.
§ Sei ancora mio? §
Una semplice domanda, una agognata risposta: sì.
Per il resto, non devi scusarti, per cosa poi Jude?
Se c’è uno che deve farlo, per gli appuntamenti mancati, per le promesse non mantenute, quello sono io: una valanga di impegni, sono mancato a Londra, quando hai esordito a teatro, per non parlare poi di Parigi e Barcellona.
Due fine settimana, che avevi organizzato minuziosamente e che ho disatteso.
I tuoi sorrisi che andavano a spegnersi, ad ogni telefonata di giustificazioni da parte mia: non meritavi una simile tortura.
Avevi ragione: non esistono gabbie abbastanza solide ed inespugnabili, per chi ama sul serio qualcuno.

Ho mancato mille opportunità per dimostrarti il contrario, in questi interminabili mesi.
Giravo a vuoto, senza alcuna parvenza di gioia, che con te ho ritrovato immediatamente.

Ora, però, siamo qui, tra lacrime, risa, baci … amore puro.
“Voglio sentirti Jude … ho … ho bisogno di sentirti.”
Potrei gemere per ore, supplicandoti di non rimandare il nostro viverci più audace ed unico.
Tutto si confonde: i confini di questa camera, i lineamenti dei nostri visi stravolti, il profilo del tuo corpo, che ritrovo perfetto e caldissimo.
Io sono sempre stato tuo Jude.
Con una forza spasmodica, mi schiacci contro alla testiera imbottita e trapuntata del letto, alta come quelle del settecento, mettendoti in ginocchio, per riprendermi.
Resto aggrappato a te, che mi cinturi, senza smettere di baciarmi e poi spingi, sali, per riscendere e quindi colpire più duramente, ma con una dolcezza infinita nei tuoi occhi commossi ed avidi di noi.
Con una presa robusta non mi abbandoni, quando con la mano sinistra percorri l’incavo sotto il mio mento, sollevandolo, per infilarci le labbra tumide e leccarmi, con lo stesso impeto delle tue dita, che tracciano la mia bocca, il mio naso, gli zigomi, le palpebre e la fronte, mentre reclino il capo madido e sento i capelli incastrarsi nelle tue falangi affusolate.
Annaspi virtuoso ed audace, tremando per il nostro secondo orgasmo, ci segniamo a vicenda, potrei farmi marchiare a fuoco, per te, giuro che lo farei Jude.

Precipiti sul mio petto, sei un angelo.
Ti avvolgo, il mio cuore è appeso alle stelle, posso vederlo, ora che sei con me, non importa dove, non importa come …
“Resta qui …” – sussurri, tramortito dall’eccessiva emozione.
“Puoi giurarci Jude … Puoi giurarci.”


THE END

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