Capitolo n. 2 - sunrise
Kevin stava mostrando alcune immagini digitali a Jared, contraendosi impercettibile sulla poltrona davanti al pc.
Avevano avuto un chiarimento sul loro rapporto tempo prima, ma solo via e-mail, anche se il cantante dei Mars sembrava molto rilassato in sua presenza e persino allegro.
“E qui è daddy, durante la nostra vacanza ai Caraibi di febbraio scorso … Gli piace fare sci d’acqua.” – disse timido, senza accorgersi che Geffen era appena entrato nella biblioteca dello chalet, seguito da Colin.
“Ehi Glam, questa foto è ritoccata!” – esclamò ridendo Jared.
“Davvero? Non ho nulla da dichiarare, se non in presenza del mio legale di fiducia!” – replicò divertito.
“Ok gente, dobbiamo andare, spiacente di fare il guasta feste, ma Sonia ci sta aspettando.” – intervenne Colin, teso per quell’incontro inevitabile.
La sera precedente, Londra.
“Oggi sul set eri piuttosto assente Judsie. Un po’ come da quando ci siamo messi a letto …” – disse con una punta di malinconia Downey, accarezzando i capelli del compagno, mentre questi cercava di addormentarsi sul suo addome smagrito.
“Sono solo stanco Rob … non preoccuparti, adesso dormiamo per favore.”
“Come vuoi. Scusa.”
“E per cosa?” – chiese sollevandosi, per poi mettersi seduto, contro lo schienale in ferro battuto, dove appoggio il cuscino, per non sentire altro gelo nel proprio sangue.
“Non … non lo so Jude, sembra che io non ne faccia una giusta da qualche giorno!”
“Di che parli? Io … io sono solo stressato dagli impegni Robert, da questo ritmo senza freni.”
“A me pare che Guy non ci abbia mai pressati invece … cosa ti inventi accidenti?”
“Ok, stiamo parlando entrambi con il muro, io faccio un discorso, tu ne fai un altro, nessun problema, voglio solo prendere sonno ed un sonnifero, credo sia meglio.”
“No, non farlo! Sai che … cioè i farmaci … Ti faccio subito una camomilla od un tè Jude …” – disse con aria smarrita, quanto premurosa.
“Rob …”
Downey gli volò al collo, improvviso ed in lacrime.
“Jude non comportiamoci come due estranei … io non lo sopporto … farò quello che mi chiedi, senza obiettare, ma non escludermi … ti prego.” – disse sgranando gli occhi in quelli di Law, che si commosse inevitabilmente.
“Che splendido vaso di gardenie Colin, chi te lo ha mandato?”
Erano nell’ingresso alla ricerca delle giacche, prima di mettersi in viaggio.
“E’ di Jude … c’era anche questa ed un biglietto: dai la card a Jared, tu sei troppo imbranato irish buddy … e gli auguri per il mio compleanno.” – disse arrossendo leggermente.
Jared lo strinse con gioia – “Ma è fantastico Cole! Hai visto che qualcosa è cambiato? Qui c’è di sicuro un video messaggio, magari anche di Robert …”
“Magari sì cucciolo mio … Ci pensiamo stasera, ok?”
“Ok, ora siamo in missione.” – disse confortato da quella novità, sotto lo sguardo vigile di Geffen, che a propria volta era osservato da Kevin, piuttosto a disagio in quella strana occasione.
“Ball vieni qui!!”
Il minuscolo jack russel, che Marc aveva regalato a Jamie, correva in tutti gli angoli del loro alloggio, facendo morire dalle risate Hopper, che assisteva ai tentativi vani del ballerino di afferrare quella peste a quattro zampe.
“Preso! Ok, il guinzaglio è qui … sei un amore, diabolico!” - e lo ricopriva di baci, tanto da fare storcere il naso all’avvocato, pronto per recarsi al lavoro.
“Non vorrai mica amoreggiare con me, dopo avere coccolato lui in quel modo?!” – ringhiò buffamente.
Jamie esplose in una risata e poi passandogli quell’esserino irresistibile, gli accarezzò gli zigomi – “Tu hai dimostrato un estremo coraggio, amandomi Marc.” – e si sporse, raccogliendosi in un bacio colmo di gratitudine e passione.
Sonia stava preparando le valige.
Accolse i quattro amici, con una certa freddezza, distratta da quella partenza.
“Vado a Barcellona, ho avuto un ingaggio importante, Colin tu mi capisci vero?”
“Sì … cioè sono felice per la tua carriera, ma dobbiamo assolutamente discutere di Ryan e Thomas.” – disse allibito, mentre Jared notava uno scatolone pieno zeppo di cornici, contenenti esclusivamente scatti dei gemelli.
Sonia piombò su quel contenitore, tappandolo e portandolo verso lo sgabuzzino, dove la sorella lo sistemò rapidamente.
Era una ragazza taciturna, al contrario di Sonia, che sembrava in preda ad un logorroico sfogo.
“Sei venuto qui con Glam, mi fido di lui Colin, ditemi soltanto dove devo firmare.” – disse risoluta.
Geffen la scrutò perplesso: “Sonia ti ringrazio per la stima, ma preferirei confrontarmi con qualcuno che ti rappresenti a dovere, visto l’argomento delicato e …” – “Ma quale argomento delicato?! … Io … ho sopravvalutato me stessa, pretendendo di assumermi responsabilità pesanti, che avrebbero compromesso il mio lavoro e l’equilibrio raggiunto, sia economico che personale … Ero da sola, forse volevo rivalermi sulla mia ex, dimostrarle che ero in grado di conquistare i miei sogni anche senza di lei, con la gravidanza … Mi ero illusa e sbagliata.”
“Evidentemente.” – aggiunse lui, come rassegnato a quella spiegazione.
Aprì il dossier e le porse una penna.
Sonia appose il suo autografo senza neppure prendere visione completa del contenuto di quell’accordo, che in realtà avrebbe potuto impugnare in qualsiasi momento successivo.
Geffen aveva approntato un affidamento esclusivo, senza invalidare i suoi diritti genitoriali: nessun giudice avrebbe ritenuta valida una piena rinuncia da parte della madre, riconoscendole un domani la potestà, tanto scomoda nel presente, ma che poteva mutare in mille pretese in futuro.
Farrell aveva accondisceso a quella strategia, appoggiato da Jared, che annullava la pessima sensazione prevedibile, in caso dell’eventuale perdita dei neonati.
Una volta risaliti in auto, Geffen di mise alla guida, affiancato da Kevin; Cole e jay si sistemarono sui sedili posteriori, tenendosi per mano.
Glam era nervoso e scandalizzato: “Quella è uscita di senno! Non trovo altre spiegazioni, una mina vagante!”
“Daddy dovresti considerare l’idea che non tutti riescono a gestire certe situazioni, come faresti tu.”
“Ovviamente ognuno di noi ha reazioni diverse, ma qui è come se avesse buttato via Ryan e Thomas. Inaccettabile. Come padre naturale di un figlio, vivo questo dramma come Colin e Jared, giusto?” – e li puntò, quasi a pretendere il loro assenso.
Jared spostò il proprio sguardo sensibile su Kevin, che aveva abbassato il proprio, annuendo flebile – “Sì … hai ragione Glam.”
Jude indossava eleganti pantaloni neri, come la t-shirt e l’immancabile sciarpa.
Aveva un sorriso tirato ed armeggiava con la telecamera.
Colin e Jared notarono quanto fosse sciupato, anche se sempre atletico.
“Quanti chili avrà perso Cole?”
“Parecchi direi … forse per interpretare un Watson più longilineo …” – provò ad ironizzare, sentendo, però, un nodo allo stomaco.
“Ci sono, va bene, sono un disastro … Auguri Colin. Mi sei mancato ed anche Jared, se no mi uccide, vero? … Ragazzi perdonatemi, per questo assurdo silenzio, ma speravo di calmare Robert o meglio, di fargli cambiare idea … Può darsi che un giorno ci riesca, ma questo giorno sembra non arrivare mai …” – ed arricciò le labbra e le palpebre, tirando su dal naso – “E’ difficile accettare questa sua chiusura … Il problema è il nostro, voi non centrate niente, perché dovremmo esplorare quelle stanze del nostro rapporto ancora chiuse e dove abbiamo il terrore di entrare. Forse è la gelosia reciproca … forse è quello che sento per te, Colin, che lo infastidisce da quando ci conosciamo, ma Robert non me lo rinfaccia … lui non …” – a quel punto iniziò a piangere.
Si tamponò con il bordo della maglietta e poi proseguì.
“Anche fare l’amore non è più come prima … Camilla è con noi, come a Los Angeles, ma ogni soffio o rumore distrae Robert … lui è terrorizzato al pensiero che lei possa avere nuove crisi, ma era in preventivo, vero Jared? Con James intendo … Nonostante la consapevolezza, il mio Rob pregava che accadesse un miracolo, senza rendersi conto che Camilla è quel miracolo, per noi, per il nostro amore immenso … Voglio riavervi nella mia vita … ma non so che fare, io non lo so davvero … mi dispiace.” – e chiuse la registrazione.
Colin avrebbe voluto spaccare tutto, Jared lo intese immediatamente, quindi si preoccupò di calmarlo, prima che esplodesse.
“Ora noi faremo qualcosa Cole. Te l’assicuro.”
Kevin era deciso a farsi una doccia.
Geffen sistemò quelle carte odiose e provò a bloccarlo.
Lula era rimasto con Violet ed i nonni irlandesi, quindi potevano godersi la suite prima di ripartire il giorno seguente.
L’atmosfera, però, non aveva niente di accattivante ed intimo.
“Tesoro … senti, per prima, in macchina, volevo chiederti scusa.”
“Non ti capisco Glam.” – disse con freddezza.
“Sì che capisci invece …”
“Voglio lavarmi, ordina la cena, se ti va.” – e sgusciò via dalle sue ali massicce.
Glam ascoltò per brevi istanti il suono dell’acqua, che andava a frammentarsi sul sembiante di Kevin, frustrato e svilito, mentre si appoggiava alle piastrelle annebbiate dal vapore.
La porta del box si aprì e poi richiuse veloce.
“Cosa vuoi ancora daddy …?” – domandò Kevin senza voltarsi.
Geffen lo avvolse, tremando.
“Te lo ridico, cosa voglio … scusarmi … Tu sei un padre più lodevole del sottoscritto, senza ombra di dubbio Kevin.” – ribadì sommesso, ma convinto.
Il bassista si girò finalmente, abbandonandosi ad un bacio struggente.
Nell’istante in cui Glam scivolò lungo il suo collo, sino alla spalla, per poi risalire, i gemiti di Kevin intossicarono l’aria, già bollente.
Si sentì afferrare per le cosce, spingere contro alla parete liscia ed umida, come la sua apertura, che Geffen violò con un’unica spinta.
Kevin si sentì quasi svenire, ma il ludibrio di quei colpi in inebriante successione, reclamò tutto il suo corpo in un orgasmo senza limiti.
JAMIE BELL is Jamie Cross
SAOISE RONAN is Sonia
Nessun commento:
Posta un commento