Capitolo n. 3 - Sunrise
Da ascoltare, se si vuole, mentre si legge …
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Il bello di Ball era che non disturbava Jamie e Marc nella loro intimità.
Sembrava capire quando loro volevano rimanere da soli, senza che lui saltellasse sulle loro pance, come un pazzo, assalendoli con la sua frenesia da cucciolo.
Jamie gli aveva fatto delle foto, inserendole in due cornici digitali, posizionate in cucina ed in camera, oltre ad una classica, che custodiva nel portafogli.
Lo portava fuori un paio di volte al giorno, oltre ad avere installato in terrazza una cuccia con una mini area per le esigenze irrevocabili di Ball, come le definiva spensieratamente Jamie.
“Dov’è quel maniaco, divoratore di croccantini?” – chiese Hopper, baciando la schiena del compagno, in completo relax.
“Maniaco??”
“Sì, scorrazzava in corridoio stamani con un paio dei miei boxer, presi dallo stendino in lavanderia.”
“Buongustaio!” – e ridacchiò sereno.
Si girò lento, cercando la bocca di Marc, che non gli negò nulla quella notte.
“Amo Londra, anche se questa pioggia è così triste …”
Jared lo disse assorto, mentre in taxi con Colin raggiungeva il quartiere residenziale, dove Jude aveva acquistato un nuovo appartamento più ampio per lui, Robert e Camilla, oltre agli altri figli, che abitavano in città con la sua ex moglie Sadie.
“Preferisco la nostra Dublino Jay … invecchieremo lì, nel nostro cottage … a novant’anni brontoleremo ininterrottamente, tra un pasto e l’altro …” – e sorrise solare.
Era bellissimo.
Jared si perse per un lungo istante nei suoi abissi di inchiostro – “Ti amo Colin … quindi ora dovremmo fare l’amore ininterrottamente, ogni giorno, non credi?” – e rise in modo irresistibile.
Farrell annuì, per poi distrarsi controllando i numeri civici.
“Eccoci … un bel respiro, si va.”
Tomo stava rovistando nell’armadio, alla ricerca di un vecchio spartito.
Aveva promesso a Chris di partecipare ad uno spettacolo di beneficenza, in un orfanotrofio alla periferia di Los Angeles.
“Eccolo!” – esultò, facendo cadere un paio di scatole.
Contenevano vecchie polaroid, di vacanze, di Josh, ma soprattutto di Shannon e dei concerti in giro per il mondo con i Mars.
Il chitarrista si mise a sedere sul parquet, osservandole in ordine sparso.
Ce n’erano alcune anche di Colin e Jared, in Africa, durante una delle frequenti vacanze: gli fecero tornare alla mente che proprio durante una di esse, lui e Shan si misero finalmente insieme, dopo molte esitazioni e litigi.
Erano ricordi malinconici, ma oltre modo toccanti.
Chris lo chiamò dal piano di sotto, con la sua voce cristallina e vivace.
“Sì, scendo subito …” – gli rispose Tomo, riprendendo fiato, nel riporre tutto dove l’aveva trovato.
Quando Jude se li trovò davanti, ci mancò poco che svenisse dalla gioia.
Stritolò prima Colin, poi Jared, quindi entrambi, scoppiando a piangere.
Farrell tentò di calmarlo, con delle battute idiote, ma Law era tra l’euforico ed il disperato, senza freni ormai.
“Rob non c’è?” – domandò timidamente Jared.
“No, ha portato Camilla da una certa Linda, che le fa le treccine, con le perle ed i fiocchi in plastica colorati … le stanno una meraviglia, è cresciuta sapete? Accomodatevi, preparo un caffè?”
“Sul serio? Non la solita brodaglia?” – disse con enfasi Colin, ritrovando l’allegria.
“Ah spiritoso … mi hanno regalato questa macchina per l’espresso, pensa riesco ad inserire la cialda e fare uscire un ottimo caffè … spero!” – e sorrise impacciato.
Iniziarono a conversare sugli ultimi mesi, senza accorgersi che Downey era rientrato.
L’attore americano riconobbe subito l’accento di Farrell e la risata di Jared, avrebbe voluto andarsene, ma Camilla sembrava felice nel saperli lì, esclamando un “Zii!!”
Jared fu il primo a correre verso l’ingresso, per salutare Downey.
“Ciao … perdona l’intrusione, ma avevamo davvero voglia di salutarvi Rob …”
“Ehi … siete di passaggio?” – domandò pacato.
“Decolliamo da qui per tornare a Los Angeles, avevamo un appuntamento e … No, non è vero, siamo piombati direttamente sul Tamigi per riprenderci i nostri due più cari amici Robert.” – affermò serio.
Nel frattempo anche Colin e Jude si erano palesati.
Trasudavano imbarazzo, ma mai quanto Downey.
“Metto Camilla a nanna e torno subito. Jude ne prepari uno anche a me?” – disse dolcemente.
“Certo tesoro … vuoi … vuoi che parliamo un attimo da soli Rob?”
“Non è necessario, aspettatemi in salotto. Grazie.”
“Gravitare nella vostra orbita, ha significato per me e per Jude schierarsi su due fronti opposti. Credo sia la sola verità tangibile: i vostri casini sentimentali, i tradimenti, le scelte, ci venivano confidate, secondo il vostro punto di vista, è logico, scatenando però discussioni tra noi, visto che potevate avere entrambi delle ragioni valide o delle motivazioni. Siamo stati incapaci di analizzare l’insieme di vicende anteponendo la nostra coppia, a questi legami di fiducia: è stato uno sbaglio, che io non ho voluto ripetere, anche perché stavate diventando peggio di due amanti ovvero fonte di insostenibili tensioni o bugie. Perché credo che ci siamo anche nascosti delle confidenze, Jude ed io, che voi ci avevate affidato, innescando un meccanismo contorto e per me inaccettabile.”
Il discorso di Robert fu chiaro e senza alcun astio: in lui albergava la maturità di un genitore, provato dall’esperienza di Camilla, ma fedele al suo immenso amore, concentrato in Jude e nella piccola.
“Quello che dici non … non fa una piega Rob … voi ci mancate, perché ci avete insegnato tanto, con la vostra esperienza e ci avete assistito, con forza e determinazione, quando Colin ed io eravamo precipitati in un baratro … Siamo un po’, noi quattro intendo, dei sopravvissuti … ad una serie di drammi ed errori … Il sapere che ci siete, ci ha salvati o confortati … Ma io rispetto la tua posizione e sono certo che un domani, spero prossimo, cambierai idea, permettendoci di riscrivere le pagine del nostro rapporto, conoscendo anche i nostri due gemelli, Ryan e Thomas …” – poi Jared sorrise – “Ehm … un nuovo pasticcio … hai ragione tu Robert, ma è anche qualcosa di straordinario potere cullare quegli scriccioli, te lo assicuro. Ok, Cole togliamo il disturbo, dobbiamo salire su di un aereo.”
Farrell era rimasto come attonito, di fronte al loro confronto, restando accanto a Jude, che tremò in diversi passaggi, quando Robert parlava.
“D’accordo Jay … Comunque Rob, il dottor Foster il mese prossimo seguirà James per un protocollo d’avanguardia, proprio per l’epilessia … Se ti interessa gliene parlo ed iscrivo Camilla, fammi sapere con Jude … Arrivederci.”
Downey deglutì, indeciso sull’alzarsi o meno, ma rimase immobile.
Jude li scortò all’uscita, stringendoli ancora una volta, nel salutarli affettuosamente.
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