Capitolo n. 309 - gold
I loro respiri erano appesi a quel silenzio, che nessuno dei due riusciva a rompere per primo.
Jared inspirò, provando a spiegare a Colin, ciò che lui non sapeva ancora, un frammento di quel passato tanto doloroso, che il cantante dei Mars avrebbe voluto soltanto cancellare, senza mai riuscirci.
In esso, forse, erano racchiuse molte spiegazioni, a ciò che era avvenuto in tanti anni di convivenza, litigi, separazioni e ritorni.
“Cole … prima mi hai detto di quando ti ho lasciato … dopo quella notte sulla spiaggia, dove le cose, tra noi, sembravano essersi sistemate …”
Farrell sfiorò la sua fronte con un bacio leggero: erano sul letto, completamente vestiti, in una luce soffusa e calda, mentre le loro mani, seppure intrecciate, erano gelide.
“E’ stato uno dei momenti peggiori della mia vita Jay.”
“Sì, ti capisco, tu non sai quanto, amore mio.”
“Ancora oggi fatico a dimenticare quel dolore, che mi ha frantumato ogni certezza su di noi …”
“C’è una cosa che non ti ho detto mai Colin …”
“Quale cosa?” – domandò, con il terrore puro, di ascoltarlo.
“Quando … quando rimasi da solo, mi sentivo soffocare e … e volevo soltanto dormire, per superare quell’ansia, mi sentivo così in colpa, anche se lo avevo fatto per te, volevo che camminassi con le tue gambe, riprendendo quella dignità perduta in mille sbagli … Presi dei sonniferi, ero frastornato, non la smettevo di piangere e … e li ripresi, stupidamente … Solo per un miracolo Shannon e Tomo erano da quelle parti e salirono …”
Colin era sbigottito da quella rivelazione e tornò con la memoria a quella discussione avuta con il fratello di Jared, quando andò con Owen alla End House, informandolo che con Tomo era finita.
“Sono rimasto una settimana in una clinica ed ho fatto giurare loro di non dire a nessuno quello che mi era accaduto …”
“Shan mi aveva rinfacciato che non poteva lasciarti solo, neppure per andare in bagno, per il timore che tu facessi qualche sciocchezza …”
“Sinceramente avevo avuto delle crisi quando tornammo dal Marocco e mentre tu giravi Miami vice, temo si riferisse a quei momenti Cole …”
“Lui non ha mai tradito il tuo segreto Jay … Posso assicurartelo … Shan è l’unico uomo, che ti sia stato fedele, giusto …?” – e sorrise amaramente, accarezzandogli il volto sconvolto.
“Lui è stato molte cose, ma ad un certo punto anche lui ha fatto le sue scelte, conoscendo Tomo soprattutto … era il ragazzo più dolce e sincero che potessimo incontrare, anche per il lavoro del gruppo ed anche se adesso non stanno più insieme, hanno raggiunto un equilibrio … ammirevole.” – e rise mesto, piegandosi in avanti ed appoggiando la tempia sinistra alla spalla di Colin, che gli stava massaggiando la schiena fredda e tremante.
“Jared … perché mi avete escluso da questa … tragedia?” – gli domandò a bassa voce, sentendosi aprire un varco dalla gola al cuore, in cui voleva soltanto precipitare ed annullarsi.
“Forse l’hai dimenticato, ma andasti via da Los Angeles, subito, per l’Irlanda, ti rifugiasti da Eamon …”
Farrell se ne rammentò – “Presi un taxi e poi un aereo prima dell’alba, hai ragione tesoro …” – ed iniziò a piangere sommessamente.
Jared tornò a guardarlo, cristallizzato anch’egli in un pianto senza fine.
“Shan provò a cercarti, ma appena ripresi i sensi, fortunatamente dopo poche ore, lo informai sulla nostra separazione … Si infuriò, pensando che tu mi avessi mollato o fatto incazzare per l’ennesima volta, ma io gli spiegai che era proprio il contrario, fino a persuaderlo … Quando tornai a casa, c’era mia madre, gli amici, nessuno sapeva, per loro eravamo andati a fare una vacanza noi della band … Ci mettemmo a suonare, mangiare, ridere … ed io pensai a come diavolo avessi fatto a rinunciare alla mia famiglia, al mio mondo … per un soffio, avevo incontrato la morte e questo fatto iniziò a germogliare, come un seme dell’odio Colin, che non ho mai affrontato e superato … E’ come un peso, qui …” – e gli afferrò il polso destro, posando il palmo di Colin sullo sterno, sotto alla camicia aperta a metà – “Qui, lo senti amore? … Ed ad ogni ostacolo, spingeva ed urlava, annebbiando e stravolgendo la mia obiettività su di te, portandomi soltanto a punirti, anche ingiustamente … a condannarti ad agonie, che non meritavi … mi dispiace … mi dispiace così tanto Cole …” – e singhiozzando tornò a stringersi a lui.
“Ja-Jared … Jay … adesso ascoltami …”
“Colin …”
I loro occhi si incontrarono nuovamente, ma le loro anime provarono la medesima sensazione, come se si fossero sporte su di un baratro.
“Se potessi … se potessi elencarti tutti i sacrifici, che ti ho visto fare, da quando ci siamo innamorati … rimarremmo qui ad oltranza … Spesso ti ho ripetuto di non meritarti Jared, Dio solo sa quanto sia vero, anche se penso di avere rimediato, purtroppo in minima parte, ad errori che solo tu hai avuto la forza di perdonare …”
“Colin …”
“Lo so che sarà … terribile …” – ed inghiottì un singulto.
“Colin …”
“So comunque che ce la faremo … io … io ci sarò Jared, non … non ti sto abbandonando, però non posso più starti vicino … L’ho pensato ad ogni rottura drastica, ci ho provato, ma non ci ho mai creduto fino in fondo, ma tu … tu devi avere quella libertà, che ti ho rubato, decine di volte, addossandoti la piena responsabilità del nostro legame …”
“Colin …”
“Non ci sarà più alcun amore nella mia esistenza, ma il vederti felice, mi basterà sai? … Ed accadrà, senza di me, perché è giusto che sia così, con chi vorrai, chiunque sarà meglio di me Jared, credimi …”
“No Colin …”
“Lo dirò io ai bambini … mi vedranno ogni giorno … Saremo dei genitori in gamba, lì non abbiamo mai fallito … mai …”
“Colin …”
Ripeteva il suo nome, non smise, nemmeno nel fare l’amore con lui, con la stessa spontaneità con cui entrambi riversarono le loro lacrime, ininterrottamente.
La strada verso casa, era lastricata di pioggia.
Quella città riservava giornate di sole, anche nei mesi autunnali, dove una brezza fresca ricordava agli abitanti che erano sul finire di ottobre.
Colin aveva bevuto un caffè, pregando Jared di fare colazione senza badare a lui, che si rivestì con calma.
La sua mente immaginava quella scena, in cui Shannon e Tomo avevano scoperto Jared, riverso sul tappeto della veranda, tramortito e pallido come un morto.
Voleva convincersi che per ogni decisione, occorreva una motivo capace di non darti scampo e pensare a cosa sarebbe accaduto, se Jared non ce l’avesse fatta, era come un chiodo ficcato alla base della sua nuca.
Nonostante esistessero, lui non voleva trovare scuse od attenuanti per quell’episodio gravissimo.
Volle riflettere per un istante a come avrebbe reagito Geffen: lui aveva scelto Kevin e Lula, per Jared sarebbe stata un’ulteriore prova, ma lo avrebbe sostenuto, esortandolo a guardare avanti, finchè non avesse trovato una persona che potesse essere una degna destinataria del suo amore, visto che Jared ne aveva da vendere … di amore … sì, ma non per Colin, per lui non più.
No.
Andarono al piano superiore, tenendosi per mano.
“Isy ed Amelie saranno da cambiare Cole …” – disse flebile, senza spostare lo sguardo sull’altro, che sembrava perdere un battito ad ogni scalino.
“Certo … lo … lo faremo tesoro … Prendo poi solo due cose e …” – ma si interruppe, strizzando le palpebre – “Prenderò due cose.”
Jared annuì, incurvandosi impercettibilmente, quando arrivarono al pianerottolo.
Amelie stava dormendo profondamente, mentre Isotta sgambettava, osservando gli animaletti della giostrina fissata sopra alla sua culla.
Farrell si avvicinò, sforzandosi di sorridere, ma era a pezzi, almeno quanto Jared, che si appoggiò alla parete, incapace di andare oltre.
Li guardava, avvolti da un chiarore dorato, a causa dei vetri tinta ocra, che avevano scelto il mese prima, cambiando l’arredamento di quell’ambiente, testimone di attimi colmi di gioia.
“Ehi principessa … cosa mi racconti …?” – Colin nel dirlo sorrise, commuovendosi per quanto fosse adorabile quella bambolina, ormai prossima a festeggiare il suo primo compleanno.
“Pa … papà …” – e rise.
“Isy … mioddio lo sapevo che saresti stato il primo a …” – mormorò Jared, che sembrò destarsi da quello stato, in cui sembrava essersi irrigidito.
Farrell la prese in braccio, per poi cadere in ginocchio – “Isotta … Isy …”
Jared corse da lui, anche se erano pochi passi, precipitando sul parquet, per abbracciarli, con forza e disperazione.
“Come puo’ finire tutto questo … Colin … come …” – e sembrò un ruggito, ribelle e determinato.
“Jared …” – “Sì, io sono qui, con te, sono qui e non permetterò a niente ed a nessuno di distruggere il nostro domani Colin!” – e lo baciò, con una foga ed un impeto, che non ammettevano repliche.
Definitivamente.
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