Sunrise - Prologo
Prima parte
Los Angeles, 8 Dicembre 2017
Le dita di Colin scorrevano i lineamenti perfetti di Jared.
Aveva quasi quarantasei anni, ma non li dimostrava affatto: forse non si sarebbe mai deciso ad invecchiare e lui adorava ogni singola cellula di quel ragazzo americano, che custodiva il suo cuore da sempre.
“Ciao …” – gli sussurrò, baciandogli la tempia destra.
“Ciao Cole …” – rispose a fatica, ma sorridendo.
“Il medico dice che sei fuori pericolo ed io oggi sono l’uomo più felice del mondo, sai?”
Le lacrime sembravano aspettare un cenno da parte di Jared, prima di scendere copiose, però lui voleva ben altro dal suo compagno: “Portami via Colin … portami via da qui.”
Irlanda, 26 dicembre 2017
“Dormono?”
“Sì, dopo quattro ninne nanne diverse Cole, anche tu saresti crollato … spero!”
La sua risata riempiva le stanze di quella casa, che tanto amavano.
“La vogliamo tagliare questa torta Jay?” – e si sfregò i palmi gelidi, dopo avere riempito di neve due bicchieri, che troneggiavano sul tavolino, insieme ad una brocca di caffè ed ad un dolce di cioccolato.
“Solo se mi fai posto nella tua coperta orso …” – gli mormorò, rannicchiandosi sul suo petto.
Si baciarono, a lungo.
I cristalli divennero acqua, così le pareti di quella stanza, così liquide, da mescolarsi ai gemiti di Jared, che stava arcuando il suo corpo, unito a quello di Colin da quel tramite pulsante e virile, di cui non sembrava saziarsi mai.
Le mani forti dell’irlandese erano salde ai suoi fianchi, smagriti dopo la degenza in ospedale, ma ancora tonici e lisci: pur puntandosi sulle ginocchia, in quella cavalcata sublime, alla vista dell’altro, Jared non sentiva alcuna fatica, ma solo un immenso desiderio che non finisse mai.
“Brandon mi ha chiesto di farlo Colin … Ci aiuterà ad andare avanti oppure …” –
“Non dirlo! Non dirlo …” – protestò, per poi baciarlo al centro del collo.
Jared reclinò il capo all’indietro, ma riprese in fretta e con determinazione il controllo di sé, consegnandogli una busta.
Farrell fece altrettanto, sospirando, come spaventato da quel momento.
“Sì, per lui è il modo migliore: essere sinceri su quanto è successo quel maledetto giorno Jared …”
“Quando … quando avremo finito di leggere le nostre …” – sorrise – “ … confessioni … Secondo Brandon dovremo dire ciò che vogliamo, reciprocamente.”
“D’accordo Jay … lo farò.”
“Anch’io Cole. Promesso.”
Si accovacciarono nudi agli angoli opposti del divano, davanti al caminetto scoppiettante, avvolti nei plaid colorati, dono di mamma Rita ed iniziarono quella sorta di terapia, consigliata dal dottor Cody.
§ Ciao Jared.
So che queste righe ti faranno male, in ogni caso spero di non perderti, nel rivelare quello che ho fatto … oggi.
Questo giorno, è stato il peggiore da quando siamo insieme: sei attaccato ad una macchina e so che la colpa è soprattutto mia.
Hai ceduto ad una fragilità oscura, che come un cancro è cresciuta dentro di te ed io non ho fatto nulla per impedirlo.
Ho coinvolto in questo massacro, nuovamente Justin.
Prima di lui, la vecchia amica bottiglia.
Questi sono i miei peccati.
Mi sono sbronzato sul set, dopo avere pensato che portarmelo a letto fosse un ottimo sistema per dimenticare quanto fossi distrutto dal nostro quotidiano, dove non sapevo più cosa fare con te.
Alla fine, ci sono finito, in un resort, con Justin, nel pomeriggio, dopo quell’intervista, che non era una scusa, ma un’opportunità ideale e concreta di commettere un errore madornale.
Sono stato stronzo e vigliacco, probabilmente lo avresti scoperto appena varcata la soglia della nostra camera …
E’ stata una scopata e basta, temo non farà differenza.
Ho tanta paura Jay …
Tanta paura.
Ti amo, tuo Cole §
§ Oggi ho chiuso un cerchio, Colin.
Oggi ho toccato il fondo, cercando tra le braccia di Glam l’amore che non riuscivo più a trovare nel nostro legame.
Ero sconvolto da un fatto precedente, a causa del quale speravo che tu rimanessi con me, preferendomi all’appuntamento con quel giornalista.
I sensi di colpa mi hanno impedito di insistere: non avevo più diritto di chiederti qualcosa, quando invece, tu ed io, ci eravamo rassicurati all’infinito sul contrario.
Pensavo di avere un tumore, lo sai, invece tutto si è risolto a meraviglia: volevo coinvolgere Brian nel mio entusiasmo, trascinandolo alla mensa dei poveri, con l’aiuto di Kevin, ma quando me lo sono trovato di fronte, lui …
Non riesco neppure a scriverlo …
E non ho fatto nulla per impedirlo Colin …
E’ successo, anche se non era il mio obiettivo, anche se non l’avevo deciso io, capisci? … Eppure ho … ceduto … o semplicemente ho colto questa occasione, per ricomporre qualcosa dentro di me, sperando di non sentirmi più tanto vuoto ed inutile …
Ho provato a capire la natura della mia volubilità, senza riuscirci.
Ho affrontato Kevin, abbiamo litigato, del resto è accaduto anche con te, ma lui non smetteva di dirmi quanto io fossi importante e quanto mi amasse …
Il rimorso ha macchiato ciò che di me restava ancora pulito …
Oggi non ho fatto l’amore con Glam per chiedergli scusa, sappilo.
Come un randagio ho bussato anche alla sua porta, non senza prendere delle pasticche …
Era solo il principio Colin …
Alla sera, infatti, ero pronto ad andarmene definitivamente.
Adesso, che mi sono liberato mettendo nero su bianco i miei sbagli, sono come ai piedi di un patibolo.
Se solo potessi addormentarmi sul tuo cuore …
Se solo potessi Colin … ti amo.
Tuo Jay §
Si fissarono.
Le loro bocche ebbero un tremito, nel deglutire a fatica, ma con fermezza, quell’ennesimo boccone amaro.
Quasi all’unisono iniziarono a muoversi, a fare qualcosa, prendendo una decisione.
“Perdonami …”
Pronunciarono contemporaneamente la parola, che esprimeva le rispettive intenzioni.
Per ricominciare, non serviva altro.
Nessun commento:
Posta un commento