One shot – Adesso dormi > RdJude
Londra, dicembre 2011
Pov Jude Law
Ed essere così felice, adesso che sei qui, dopo troppi giorni, settimane, mesi, fatti di semplici telefonate, rubate ad un tempo davvero ingrato con noi ed i progetti disciolti come neve al sole.
Robert sai che ti amo, potrei nasconderlo?
Potrei illudermi che un’altra persona abbia lo stesso deflagrante effetto sul mio cuore, da quando ti conosco ed in un domani, dove esisti soltanto tu?
Sei dentro di me, in tutte queste domande, per le quali è già stata scritta una risposta.
Sposto e ricompongo i soprammobili, sopra al caminetto, mentre ti aspetto.
Ho preparato una cena semplice, hai promesso di arrivare al più presto da Malibu e sganciarti dal tuo entourage fedele e protettivo.
Susan è rimasta a casa, forse non avrebbe fatto differenza, ma io non sono ancora pronto ad affrontare la sua gioia, il suo orgoglio, che capisco, ne farei il senso di ogni risveglio, se potessi dare io un figlio a Robert … al mio Robert.
Mio e basta.
E’ così, lo ripeto, tra un sorso di acqua minerale ed una mentina, che Rob mastica in continuazione, quando è qui con me: gliene ho comprato un vaso, di quelli che si vedono negli empori di caramelle … è un cucciolo, quando lo vide la prima volta, sembrava che avesse trovato dell’oro nella credenza, invece …
Lui è così … innocente ed io, che volevo odiarlo, mi ritrovo ad amarlo più di prima.
E’ arrivato.
Gli ho chiesto di usare le chiavi, così da immaginare il suo ritorno a casa, dopo una giornata di lavoro, un qualcosa che si rinnova, quando invece non è mai esistito.
Nei sogni racchiudo molte scene, carpendo dettagli da altre, realmente avvenute, come questa: è un gioco massacrante, ma non riesco a farne a meno.
Cosa faccio?
Fingo di dare un’occhiata all’arrosto oppure gli volo tra le braccia o faccio il sostenuto, davanti al caminetto, per nascondere quanto sono rosso in viso, emozionato per averlo di nuovo in questa casa, che avevo comprato solo per noi?
Cosa diamine faccio? Anzi, cosa diavolo sto facendo ancora qui, tra la poltrona ed il divano, quando Rob è nell’ingresso e mi sta chiamando??
Accidenti …
A me,
a noi,
a quello che non ci è stato dato, quando abbiamo avuto in verità anche più di quanto sperassimo.
Amore …
“Amore, ciao, bene arrivato … dammi il cappotto …”
“Jude … Jude!” – e mi sorride, mi stritola, mi bacia, piange, ride, caschiamo tra l’attaccapanni e la specchiera vittoriana.
“Amore …” – ma non so dire altro, cazzo?
In fondo è ciò che sento e ciò che Robert sa di me, che lo adoro, letteralmente.
Ricordavo il suo profumo, il sapore della sua bocca, nei momenti in cui non facevamo del sesso, che ci piaceva quanto un delirio, ma prima, sì prima, in quei frammenti di noi, ricomposti sul set, tra un fondale e l’altro, come due ragazzini, sempre a toccarci, a baciarci …
Volevamo esistere, contro tutto e tutti, semplice, vero?
“Hai cucinato per me …?”
Sei sorpreso: in effetti il ruolo di casalinga disperata non mi si addice granchè, piuttosto cancellerei il termine casalinga e lascerei … il resto, che sono io, adesso.
Cioè ieri, aspettandoti …
Ti bacio, stai zitto, taci che almeno non finiamo per litigare, perché ho un misto di rabbia e dolore ed amore e voglia di te, che mi sta bruciando il cuore …
Le lacrime dirottano verso il mio collo, dove ritrovo le tue labbra, incerte, perché sai che non è semplice, poi più coraggiose, infine avide …
Siamo nudi, stabilendo un record, ci avremmo riso sopra un anno fa, ma al momento vorrei picchiarti e sfogarmi, come un bimbo dispettoso ed ingrato, geloso persino dell’aria, che ti aleggia intorno, figurarsi il resto …
I tuoi polsi saranno lividi, domattina, per quanto li stringo, spingendomi in te, mentre ti lecco e succhio qualsiasi cosa abbia il tuo odore, forse impazzirò prima dell’alba, magari ne morirò, di questa veemenza, con la quale ti possiedo.
Tu sei arrendevole … sei dannatamente inerme e mi accetti, mi accogli e mi tieni con te … Robert io ti … amo … ti amo … balbetto, singhiozzando … venendoti a fondo, facendoti commuovere e godere … ammiro il tuo volto, l’estasi pura, che ti assale, ti pervade, poi esplode anche da te e voglio assaporarne ogni singola goccia, calda, speziata, con la lascivia più assoluta … rimane infinitamente bello non vergognarsi l’uno dell’altro, la completa confidenza creatasi, da questo all’andare in bagno insieme … e poi cose, che meglio non dire, ommioddio, ci penso, mi viene da ridere …
Sono … felice …
Sono … veramente felice …
I nodi vanno a dissolversi, per l’ennesima volta, in questi tre anni …
“Judsie … vieni qui …”
Mi accarezzi, incastrati in un diadema, creato dai nostri corpi, un cesellatore deve averlo pensato e noi l’abbiamo realizzato: è nostro, soltanto nostro Robert.
“Sono qui …”
“Guardami … Jude ti amo, ti amo anch’io, non ho mai smesso.”
Forse tra una frazione di secondo sarò di nuovo incazzato, ma adesso …
“Adesso dormi … Rob.” – e l’ennesimo bacio, che si schiude come un fiore, che nessuno ha ancora visto e che non conoscerà mai.
THE END
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