Capitolo n. 314 - gold
Geffen si stava rivestendo, mentre sbirciava Jared, con le gambe ciondolanti dal lettino della tac, assorto in chissà quale pensiero.
L’infermiera stava preparando l’iniezione del liquido di contrasto ed il cantante dei Mars la guardava con apprensione.
Era abituato ad essere tormentato in quel modo, ma sembrava più preoccupato del solito.
“Ehi campione, guarda che non ti farà male.” – gli disse l’avvocato sorridente, per rassicurarlo, ma Jared ebbe un sussulto.
“Sono stanco Glam …” – disse debolmente.
“Jay … che ti succede?”
“Niente … non temere, non scapperò per l’ospedale con questo camice pallido e triste …”
“Non vedo differenze con il tuo faccino.” – e gli diede un buffetto affettuoso, restando in piedi davanti a lui.
Jared si sporse, abbracciando il busto di Geffen, solido ed affascinante in quella stoffa azzurrina.
“Mi dispiace Glam …”
“Tesoro, vuoi che …?” - “Chiama Colin per favore …”
“Certo.”
Sulla via del ritorno, Colin lo teneva per mano, mentre guidava.
“Jared ti senti meglio?”
“Sì … il responso è stato negativo, dovrei saltellare, ma mi sento strano … Tu cos’hai, sei troppo taciturno da quando siamo usciti dal reparto.” – chiese con un mezzo sorriso.
“Non ne vale la pena parlarne …”
“Sicuro Cole?”
Farrell sospirò – “No … Ho avuto una discussione con Kevin, gli ho detto qualcosa che lo ha infastidito, mi ha … mi ha frainteso o forse neppure io sapevo ciò che gli stavo dicendo, in compenso lui mi ha steso.”
“Ti ha … steso?”
“Infatti, non l’ho mai visto tanto aggressivo.”
Jared avvertì un forte disagio, ma provò a reagire: “Sarà stato nervoso, a volte Kevin sorprende anche me per certe reazioni inaspettate.”
“Ci chiariremo … adesso voglio soltanto passare il pomeriggio con te ed i nostri figli.” – replicò, stritolandogli le dita esili.
Lula gattonò sul lettone, sistemandosi tra Glam e Kevin, seduti ed appoggiati a dei grandi cuscini, pronti ad ascoltare il contenuto della sua letterina.
“Ehm, dunque … Caro Babbo Natale … per queste feste vorrei tanti giocattoli, ma non per me! Li devi mandare ai miei fratellini ed alle mie sorelline all’orfanot … orfa … all’asilo di Haiti!” – e si grattò la testolina riccioluta, come accadeva sempre quando non riusciva a leggere o scrivere correttamente.
Geffen sorrise, dandogli un bacio tra i capelli, imitato da Kevin, che non aveva mai smesso di guardare entrambi.
“Infatti io non ho bisogno di nulla, visto che ho già sue super papà, che adoro e che mi vogliono bene … giusto?” – e li fissò velocemente, per trovare un cenno di assenso, che si tramutò subito in un mare di coccole.
“Bravo soldino di cacio …” – “Papà Glam guarda che non è uno scherzo … ho preparato anche i giochi che non uso più … Papake mi ha aiutato!”
“Ed io … ehm e Babbo Natale ne manderà altri sull’isola, promesso.” – e lo prese sul petto, portandolo nella sua camera.
“Ciao amore, dormi bene …” – “Notte papake!” – e lo salutò con la manina sventolante.
Geffen tornò con un paio di bicchieri di champagne, chiuse la porta a chiave ed accese il baby control.
“A cosa brindiamo daddy?”
“Ad oggi, agli esiti che sono andati bene sia per me che per Jared e … ed a ciò che più desideri Kevin …”
Lo baciò, prima di porgerli la coppa, colma di quel nettare fresco e delizioso.
“Ti amo Glam …”
“Anch’io … a questi giorni felici … salute.”
“Salute … Mmm buono, posso averne un altro daddy?”
“No, ti voglio sobrio.”
“Per cosa …?” – gli chiese sinuoso, leccandogli il collo taurino.
“Per … un mare di cose … Kevin …” – e spogliandolo del pigiama leggero, spense le luci, infilandosi sotto al lenzuolo e tra le gambe del suo ragazzo, che ebbe un tremito.
“Anima mia … daddy … non lasciarmi più …”
Geffen sottolineò i suoi zigomi, con la punta dei propri pollici, riprendendo a baciarlo, per convincerlo definitivamente.
Jamie scrutava l’abete, che Marc aveva acquistato in un grande magazzino del centro.
“Spero ti piaccia …” – disse timidamente Hopper, notando che Jamie era perplesso.
“E’ … molto grande …”
“Temo di sì …”
Jamie a quel punto rise.
“Posso farti una richiesta Marc?”
“Certo.”
“A volte so di avere un caratteraccio … Ciò non toglie che tu possa fare tutto quello che vuoi, senza soppesare le mie eventuali reazioni … Non riesco a spiegarmi …”
“Ho capito Jamie.” – e gli sorrise.
“Davvero?”
“Il nocciolo della questione Jamie è che questo periodo è particolare per ognuno di noi ed io vorrei conoscerti abbastanza per non fare gaffe … Forse adesso sono io quello che non riesce a spiegarsi …” e rise nervoso.
“Credo che … che questo periodo appartenga a noi Marc. Ed a nessun altro. Quindi viviamolo e basta … per me è un’immensa gioia condividerlo con te.”
Hopper lo strinse, con una delicatezza, che Jamie agognava, per quanto lo faceva stare bene.
Si baciarono a lungo, prima di pensare agli addobbi.
Il loft di Kurt era il rifugio ideale per Shan e Jared.
Il batterista stava ringhiando da circa mezz’ora, allungato sopra al divano, di fronte al caminetto acceso, avvinghiato al suo fratellino scapestrato.
“Fallo di nuovo … fallo ed io ti strangolo … e poi dico che sei morto di freddo!”
Jared lo spiò, asciugandogli poi una lacrima dispettosa, con un bacio colmo di affetto.
“Sei il mio animale preferito …”
“E tu sei un demente … non dirmi che avevi quel coso … qui … fammi vedere.” – e gli sfilò la maglietta, notando la minuscola cicatrice sotto all’ascella di Jared.
Vi posò un bacio fugace, per poi dargliene un altro sulle labbra ed affondare nel collo di quello che restava il suo mondo.
“Ti amo da morire Jared e mi verrà un infarto prima o poi, per colpa dei tuoi casini.”
“Avanti sfogati … so di avere commesso una cazzata, ma tu e Colin non meritate un disastro come me.”
“E tu invece meriteresti un sacco di legnate … accidenti …”
“Come vanno le cose con Owen? Cosa sono tutti questi succhiotti ahahahha”
“Sono il simbolo del nostro amore ahahahh E’ fantastico, con July poi … mi sento realizzato ecco …”
“Ti auguro sia così per sempre … ve lo meritate.”
“Con Colin è lo stesso, vero?”
“Certo … è ciò che voglio.”
Robert sembrò dare il cambio a Shan, dopo avere accettato quell’invito da parte di Jared a raggiungerlo in quell’appartamento vista oceano.
Lo stava osservando, nelle increspature ed in mille riflessi cupi, quel mattino.
“Ciao Rob …”
Si abbracciarono.
Downey era in giro per compere, da solo, visto che Jude aveva un impegno con Colin, per il loro film.
“Ehi fenomeno, ma cosa mi combini …? La tua e-mail era così …”
“Ridicola?”
“Non direi Jared …”
“Eppure quello che è accaduto un paio di giorni fa rasenta l’assurdo Rob … devo … devo dirlo a qualcuno, se no impazzisco!”
“Ti ascolto …” – e si mise in poltrona, lasciando Jared appoggiato alla parete.
“Si tratta di Kevin … di me e di lui.”
Rob sgranò i suoi pozzi di pece, cogliendo la sostanza di quell’affermazione.
“E’ … imbarazzante Jared …”
“No, è … è come una … violenza … Lui mi ha … cioè, non pensare che …” – balbettò disperato.
“Jared potevi impedirglielo, potevi andartene, dovunque sia avvenuto …”
“Non è così semplice.” – e crollò sul tappeto, raggomitolandosi in lacrime.
“Colin lo sa?”
“No.”
“Fai che non ne abbia neppure il sospetto, questa volta ne morirebbe Jared.”
“Kevin ci ha messi all’angolo … forse inconsapevolmente ha avuto la sua vendetta, con me e con Glam … per poi inveire contro Colin, ieri, quando lui ha criticato il suo modo di subire le scelte di Geffen.”
“Piuttosto paradossale, non credi?”
Jared annuì, strofinandosi la faccia sconvolta.
“A te piace fare l’amore con Kevin?” – gli domandò dolcemente Downey.
“Sì … è … non so come descriverlo …”
Robert si mise accanto a lui, sfiorandogli le tempie con una carezza.
“Tanto tempo fa frequentavo un uomo più grande di me Jared … Avevo venticinque anni, lui quarantacinque, era un produttore piuttosto famoso. Correvo da lui per motivi differenti: il lavoro, ne avevo bisogno, la droga, che non mi faceva mancare mai … A lui piaceva sapere che io dipendevo da ciò che poteva darmi, senza coinvolgimenti, da parte sua, mentre io … Io elemosinavo anche una sua occhiata sorridente, quando invece era un ghigno di lussuria … Aveva moglie e figli, è … è morto l’anno scorso, l’ho saputo per caso, era fuori dal giro da parecchio, anche se mi turbò quella notizia. Quando conobbi Jude, dal primo istante, pensai: Dio fai che lui mi ami, anche solo un poco, anche un niente, visto che mi basterà, non so come, ma sarà così, perchè lui è sincero con me … lui è …” – ma un nodo in gola spezzò il suo racconto.
Jared rimase senza fiato di fronte alla sua emozione: “Rob non conosco nessuno che si ami quanto voi due …”
“Tu ed io quando vediamo un briciolo di amore in un altro essere umano, per noi, siamo disposti a qualunque cosa, ma è sbagliato, quando sacrifichiamo la dignità di chi ci ama davvero, come Jude e Colin.”
“Rob so che non hai mai ceduto, come me, da quando stai con Jude …”
“E devi farlo anche tu, assolutamente. Non voglio giustificarti, vedendo in te i miei errori del passato, ma hai la mia comprensione ed il mio sostegno, questo lo sai.” – e gli sorrise, raccogliendo i brandelli di Jared, tra le sue ali paterne.
Nessun commento:
Posta un commento