giovedì 25 settembre 2014

LIFE - CAPITOLO N. 26

Capitolo n. 26 – life



Le erotiche sue forme, ben collimavano con i palmi di Jude, che ne raccoglieva ora i glutei, ora la vita sottile, per poi scendere all’inguine di Robert, per dargli piacere, mentre lo baciava, al centro del letto, stando seduto, con lui sopra, in un intreccio di gambe e braccia, stando come annodati l’uno all’altro.

Downey teneva gli occhi chiusi, sino quasi dal principio, del loro amplesso.

Si erano già consumati in un primo orgasmo e fu davvero semplice risalire in quel canale stretto, per Law, che non aveva, invece, mai smesso di ammirarlo: Rob era magnifico, nel suo dolore consapevole, che non sarebbe servito a nulla.

Venne così l’alba e poi il tempo sembrò scorrere in un sonno profondo, interrotto da un suono, dapprima lontano, poi più insistente.

I suoi carboni liquidi, erano cerchiati e leggermente gonfi, così le sue labbra, divorate dall’ex consorte, in una miriade di baci, finché riuscirono a rimanere svegli.

Downey si alzò, guardando dallo spioncino.

Era un tecnico.

“Sì, che succede?” – domandò senza aprire.

“Mi scusi, stiamo iniziando dei lavori di ristrutturazione al piano di sopra, faremo un po’ di rumore”

“Ma che ore sono …?”

“Quasi le due … di pomeriggio” – il tizio sorrise.

“Ok … Non importa … Ok” – e tornò verso la camera, ritrovando Jude in piedi, davanti alla porta finestra, avvolto in un asciugamano.

Si era appena fatto una doccia.

“Perdonami Rob, avrei voluto aspettarti, ma fa un caldo … Non hai il condizionatore?” – domandò con un sorriso luminoso.

“No … Cioè sì, ma non lo accendo” – replicò a disagio, rivestendosi velocemente.

Trovò solo i jeans, il resto degli abiti sparsi per la stanza erano dell’inglese.

“Quanta fretta … Scendiamo a colazione?”

“Vattene” – disse secco, senza guardarlo.

“Robert …” – inspirò, infilando boxer e camicia.

“Robert cosa?!” – tuonò livido – “Era una scopata tra divorziati, un classico, l’hai avuta ed ora vattene!!”

Law si ammutolì, ma fu esclusivamente un attimo di smarrimento.

“Un classico?! C’eri anche tu o sbaglio? Lo volevi quanto me!!”

Il moro si schiantò contro la parete, allargando le braccia – “Eccolo, il solito bambino cattivo, che quando gli si nega il giocattolo, diventa una belva”

“Io non sono né un bambino e tanto meno una belva, Rob!”

“Ma cosa pensavi di ottenere?! No, spiegamelo eh Jude!?”

Di nuovo il campanello.

“Miseria, dev’essere ancora quello scocciatore, ma che diavolo vuole!?” – e si precipitò alla blindata, spalancandola stavolta, incurante di essere mezzo nudo.


“Glam …”

L’aria gli bruciò in gola.
Ed avrebbe voluto sparire, perché quel sorriso non meritava ciò che stava per accadere.

“Tesoro buongiorno, spero che la mia sorpresa non ti dispiaccia, volevo solo”

Geffen non finì di concludere il proprio discorso, gentile ed amorevole, che Law spuntò alle spalle di Downey.

“Rob io non pretendo che tu” – ed anche le sue parole, andarono a morire, da qualche parte, in quel silenzio assurdo ed imbarazzante.

Robert chiuse lento le palpebre, poi le riaprì su Geffen, rimasto immobile, ma lucido.


“Ho capito Rob …” – e fece un passo indietro.

“No, non hai capito Glam, aspetta … Aspetta!!”

Ormai era in fondo al corridoio, poi in ascensore, rimasto in sosta a quel pianerottolo, le porte si chiusero, contro le mani di Downey, che ci andò a sbattere letteralmente contro, nel rincorrerlo.

Inutilmente.




Niall si guardò intorno.
La suite era magnifica, così il resort.

Fece un saltello giù dal letto, dove Mark stava ancora riposando, nudo e caldissimo, dopo ore di sesso intenso ed anche un po’ scabroso.

Eppure la sua dolcezza finiva sempre per prevalere, per il suo piccolo: lo chiamava in quel modo, di continuo.

Horan ne era pazzo.

Il ragazzino appese i loro acquisti nell’armadio, poi ordinò il pranzo, con il tablet in dotazione alla loro camera.

“Fico …” – mormorò soddisfatto.

“Ehi cucciolo, torna qui!” – lo pretese Ruffalo e lui corse da lui felice come non mai.

“Tra poco arrivano i viveri, così non usciamo” – rivelò allegro.

“Perfetto … Hai già fatto un tuffo in piscina?”

“No, come vedi … Altrimenti avresti dovuto asciugarmi con la bocca, non credi? Centimetro, per centimetro” – gli sussurrò lascivo, per poi baciarlo con tenerezza.

Ad occhi aperti.

“Niall … tu sei speciale”

“Nessuno mi aveva mai fatto sentire così …” – e si strinse saldo a lui.

“Sei tu che mi ispiri” – sorrise – “… e non mi fai finire di raccontarti tutto su di me”

“Forse un po’ mi spaventa il tuo … racconto”

“Sul serio?”

“Ma no Mark, anzi” – sorrise tranquillo.

“Ok dunque …” – e prese fiato – “Avrai capito che il denaro, per me, non è un problema”

“In effetti non ho mai visto un infermiere, anche se specializzato, guadagnare così tanto … presumo” – rise.

“No, vedi, io vengo dal Texas … Hai mai sentito parlare dei fratelli Ruffalo?”

“No, non sono mai stato nelle tue zone …”

“Taylor è mio padre, Terence mio zio, sono petrolieri”

“Accidenti …”

“Ho cinque fratelli e due sorelle”

“Che famiglia numerosa” – Niall ascoltava con interesse.

“Mio madre è morta due anni fa di cancro …”

“Mi dispiace Mark”

“Era una donna devota al marito, alla chiesa, ai valori … A noi, entro certi limiti ed infatti non accettò mai la mia omosessualità e le mie scelte professionali, così il vecchio, che gode di ottima salute” – sorrise amaro.

“E’ da tanto che non lo vedi?”

“Sì, dai funerali di mamma … Il resto degli eredi lavora nella sua azienda, ma io ho preferito la psichiatria … Ed appunto mi liquidò con una frase sul tipo: lo strizzacervelli è il mestiere che ti si addice, sai Mark? Sei un finocchio, sei malato nel cervello!

“Simpatico, vorrei conoscerlo!” – e si tirò su, con un’espressione un po’ beffarda.

Avrebbe preso volentieri a calcio quell’uomo, se mai lo avesse incontrato.

“Non ti perdi niente Niall … Ho avuto il mio fondo fiduciario, un appartamento a San Antonio, che ho affittato …”

“Pensavo a Dallas”

“I miei sono di lì, come nei telefilm” – rise gioioso, raggiungendo Niall, ormai alzatosi, per immergersi per mano, in quella vasca ovale, in terrazza.

“Tu, però, hai scelto la California per gli studi, come mai?”

“Ero rimasto abbagliato da Scott, dal suo staff, durante un convegno nella mia città, dove avevo iniziato il corso da infermiere: volli puntare più in alto, optando per Medicina e Chirurgia, magari credendo di fare colpo su mio padre … Non funzionò, per lui ero un diverso, nemmeno fossi arrivato sulla luna a piedi mi avrebbe voluto bene” – si rabbuiò.

Per poco, quindi proseguì.

“Scott fu molto gentile, ma non avevo speranze con lui, era un tale donnaiolo” – rise – “E fu allora che conobbi Geffen, spesso veniva a prenderlo, ma lui non si ricordò di me, quando ci incontrammo dopo un secolo alla clinica … Per Matt” – e ridivenne serio.

Niall annuì, mordendosi le labbra – “Poi che accadde?”

“Un mio collega, un coinquilino alla città universitaria, perse la vita, per un’overdose: mi sentii responsabile, perché sapevo e non agii per impedirgli di ammazzarsi con quel veleno … Lui ne prendeva a dosi sempre più massicce, per restare sveglio, per superare al massimo gli esami e per un po’ funzionò, ma poi le conseguenze furono letali … Mollai tutto e tornai a Dallas, ma fu anche peggio”

Horan si appese al suo collo, scrutandolo – “Tu sei una brava persona e non dovevi sacrificare te stesso per la stupidità di questo tizio”

“Gli volevo bene …”

“Era il tuo”

“No, no, ma andavamo d’accordo, ci divertivamo … Erano tempi spensierati … e sepolti”

“Comunque ti diplomasti?”

“Feci rientro a Los Angeles e mi specializzai, come infermiere appunto”

“Scott si incazzò?”

“Abbastanza” – sorrise, dandogli un bacio.

“Lui ora è … molto gay” – osservò buffo.

Scoppiarono a ridere all’unisono.

“Ho perso una buona occasione dunque”

“Ora che lo so, Mark, della tua cotta giovanile, vi terrò d’occhio, sappilo!” – e si imbronciò adorabile.

Fecero di nuovo l’amore: non ne avevano mai abbastanza.




Guidare scalzo non fu il massimo per Downey.

La sua auto sportiva, gelosamente conservata dopo i film su Iron Man, sfrecciava sul litorale, provando a raggiungere la Ferrari di Geffen, più potente e nuova, nel modello e nell’aerodinamica.

Ogni tanto l’avvocato controllava la corsa del suo inseguitore, rallentando nelle curve più pericolose, finché non giunse alla scogliera.

A quella scogliera.

Inchiodò nei pressi della balaustra, scendendo poi lento.

Tolse gli occhiali da sole ed avanzò sino al bolide dell’artista, che rimase a bordo, solo con i Lewis addosso.

Geffen tornò indietro, azionando l’apertura a distanza del portabagagli.

Recuperò una maglietta e la passò a Robert, che abbassò il viso.

“Grazie Glam …”

“Prego”

“Volevo parlarti … Per prima, per ciò che hai visto … e frainteso”

“Riconosco ancora due che hanno appena fatto sesso … E poi il tuo ex marito, in mutande, era piuttosto esaustivo, non credi?”

Downey scese.

“Anche scalzo …” – sospirò Glam – “Rimani a bordo”

“No, voglio chiarirmi, voglio che tu mi stia a sentire!”

“Allora mi accomodo io, che ne pensi? Lato passeggero, anche se non andremo mai da nessuna parte” – sottolineò acre, mentre prendeva posto accanto al moro.

“Ok … Ok, tanto decidi tu, come al solito”

“E’ questo il NOSTRO problema Rob? La mia autorità o la mia arroganza, per essere onesti? Facciamolo questo esercizio di umiltà e schiettezza, magari per l’ultima volta, ci stai?!”

“Non ci siamo mai presi in giro Glam”

“Ottimo, quindi …” – ed inspirò – “… Quindi così come ho cambiato il mio interagire con Jared, così farò con te: è semplice, solo un coglione non potrebbe afferrare l’evidenza. Lui ama Colin, tu ami Jude: fine della storia.”

“Ma che stai dicendo …? Io ho appena divorziato da Jude, dove lo vedi tutto questo amore?!”

“Ti stai incazzando per cosa, Robert?!”

“Non alziamo la voce … Non voglio fare scenate, non con te, almeno” – replicò svilito.

“Non ne avrei neppure il diritto, hai ragione, sai? Noi non stiamo insieme, cosa mi arrabbio a fare? Cosa mi ingelosisco, se tu non sei mio? Mai stato, peraltro” – e rise aspro.

“Sei odioso …”

“Lo so, ma non a sufficienza negli ultimi tempi” – e scese.

“Ma dove stai andando??!”

“Sai che c’è? Tu pensavi a Peter, a come spiegargli la nostra ipotetica separazione, quando io ti avrei ipoteticamente tradito e lasciato per Jared: bene, come vedi hai preso una cantonata, perché io ti sono rimasto fedele, come uno stronzo e tu”

A Downey partì uno schiaffo, sulla guancia destra di Geffen.

Un gesto di frustrazione.
Di rabbia.
D’amore.

Glam si guardò intorno, poi fece un cenno con il capo, massaggiandosi la faccia arrossata nel punto, in cui l’altro aveva colpito.

“Sì, noi siamo morti in questo posto, in un’altra vita Rob … Oggi me ne farò una ragione.”

Rinforcò quindi i Ray-Ban, per poi andarsene, lasciandolo lì.

Tra il cielo e la polvere.







 ROBERT E MARK PRESTO INSIEME ANCHE IN LIFE :) PER UNA BELLA AMICIZIA XD

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