Capitolo n. 18 – life
Kevin gli sorrise
affettuoso, così Tim.
Geffen li salutò,
dando loro il benvenuto, in quella video chiamata, dai toni sereni, sin dal
principio della conversazione.
“Buongiorno ragazzi,
è bello vedervi di nuovo insieme” – esordì il legale.
“Ciao daddy, come
procede la tua vacanza?” – domandò l’ex.
“C’è stato qualche
contrattempo, però ora sono tranquillo, anzi siamo” – sorrise, cercando con lo
sguardo qualcuno, ancora fuori inquadratura.
“Glam, tu volevi
presentarci una persona …” – proseguì Tim.
A quel punto apparve
una testolina, appena sotto il bordo del tavolo, dove Geffen si era accomodato,
poi due occhioni blu cobalto, sorridenti, come il resto, che ben presto si
rivelò, in tutta la sua simpatia.
“Mio Dio …” – mormorò
il bassista.
“Papi ci sono gli zii
Kevin e Tim?”
La sua voce era
squillante, ma gradevole.
Kevin perse un
battito, appena quelle manine si appesero al collo di Geffen, pronto a
sollevare il bimbo, che aveva preso in affido.
“Eccolo qui, Peter,
detto Pepe … Saluta gli zii”
“Ciao! Papi Glam mi
ha detto che sareste stati felici di conoscermi … Per me è così!”
“Ce certo … Ciao
tesoro … Daddy, ma cosa è”
“Peter era ospite di
Miss Gramble ed il nostro incontro è stato un po’ particolare, come la
decisione di adottarlo, anche se tecnicamente siamo entrambi ancora in … prova”
– sorrise, arrossendo, per poi dare un bacio tra i capelli della sua birba.
Tim aveva perso le
parole, troppo preso ad immaginare quanto sarebbe stato bello stringere sul
petto quel cucciolo adorabile ed educato.
“E’ … è stata una
scelta coraggiosa …”
“Sì Kevin, ma avrei
preferito che questo appuntamento fosse stato di presenza, ma non potevo
rimandare oltre”
“Ti ringrazio per
averci resi partecipi di questa … questa cosa bellissima”
“Sai Tim, se non
avete altri programmi, Peter ed io vorremmo avervi qui, al più presto ecco …”
La coppia si guardò,
annuendo all’unisono – “Prepariamo i bagagli e domani sera saremo da te … Cioè
da voi” – Kevin rise – “Parlo con il nonno e vedo se ha il jet disponibile”
“Se ci fossero
problemi, c’è anche il mio ora … Un acquisto folle direi” – sospirò.
“L’hai usato per
accompagnare lì Colin e Jared, lo so da una sua e-mail … Come il resto Glam …”
“Ne parleremo al
vostro arrivo Kevin, ok?” – propose più serio, cullando Pepe, che giocava con i
bottoni della sua camicia.
Fuori il sole stava
per tramontare.
I gabbiani sulla
spiaggia salutarono chiassosi il loro arrivo.
Mark e Niall si erano
messi delle tute bianche, con la casacca completa di cappuccio, tirato su, a
coprire i loro capelli ancora bagnati, per un tuffo veloce nell’oceano.
Si abbracciavano,
scambiandosi baci bollenti, come due ragazzini.
Niall lo era.
Indubbiamente.
“Possiamo sederci un
attimo Mark?”
“Che succede?”
“La gamba … Credo sia
un nervo infiammato” – e quasi scivolò sulla sabbia, portandosi dietro Ruffalo,
che provò a sostenerlo, affinché Niall attutisse la propria caduta.
“Tesoro guardami” –
disse apprensivo, iniziando a massaggiargli il punto, segnato dal ragazzo.
“E’ già passato” –
sorrise puro, accogliendo un nuovo bacio del più adulto, che lo strinse forte –
“Ti porto in ospedale, non mi piace questa cosa piccolo”
“Ma non è niente”
“Facciamo un esame
veloce e lo sapremo, ok?” – propose dolce.
Niall acconsentì,
ritrovandosi al centro del mondo di Mark, con immensa gratificazione.
Geffen tamponò i
riccioli di Peter, avvolto in un accappatoio coloratissimo.
“Ti sono piaciuti
Kevin e Tim?” – domandò l’avvocato, iniziando a vestirlo.
“Posso stare in
pigiama?”
“Ok …”
“E babbucce!” – Pepe rise.
“Non mi hai risposto”
– anche Glam sorrise, contagiato.
“Sono carini … Ma
papi, non ci sono signorine nella nostra famiglia? O signore, come Miss.
Gramble?”
“Certo che ci sono …
Pamela, Carmela”
“Ela, Ela” – gli fece
eco, saltellando sul lettone del genitore.
“Poi c’è Sveva, la
mamma di Jay Jay … Hai molti fratellini, sai? Anche sorelle”
“Piacerò a tutta
questa gente? Uhm quanti regali a Natale, vero?” – chiese assorto, seguendo
Glam in cucina.
“Infatti … Comunque
Kevin e Tim vogliono un bambino, sai?”
“Eh? … Io? Non mi
vuoi più?!” – si imbronciò subito, gli occhi lucidi.
“Accidenti, ma no,
che dici Pepe?!” – e lo prese in braccio immediato e scosso – “Io rimarrò con
te per sempre, te lo giuro”
Peter sorrise,
schioccandogli un bacio sulla guancia sinistra – “Ah volevo ben dire”
Era comico.
Era così simile a
Lula; ma non era soldino.
Assolutamente no.
Appena Scott li vide
arrivare, andò loro incontro con un sorriso.
“Mark …?! Ma sei tu,
veramente?”
Si strinsero la mano,
poi si abbracciarono – “Ciao, sì, sono io, in carne ed ossa”
Appena staccatisi, il
diagnosta salutò anche Horan, un po’ in imbarazzo.
“Non sapevo fossi
rientrato in città”
“E’ una lunga storia …
Adesso vorrei chiederti un favore, perché Niall ha avuto delle fitte agli arti
inferiori, forse è solo un’infiammazione, però vorrei fargli fare una tac”
“Addirittura una tac”
– si intromise il biondino, un po’ allarmato.
“Non ti infileremo in
un tubo” – scherzò Scott – “Facciamo una RXPAC, è l’ultimo ritrovato in fatto
di esami non invasivi, con un liquido di contrasto praticamente all’acqua di
rose …”
“Niall si è appena
iscritto a Medicina, era già infermiere a Chicago”
“Non mi sono
diplomato, però …” – precisò il ragazzo – “Mai sentito parlare di questo
macchinario …”
“Nemmeno io, però di
Scott mi fido ciecamente”
“D’accordo, cosa devo
fare?” – Niall abbozzò un sorriso, mentre Ruffalo non gli aveva mai lasciato la
mano, notato da Scott.
“Seguitemi, magari
Mark mi assiste”
“Sarà un onore, tu
stai tranquillo ok?” – e gli diede un bacio nel collo, facendogli venire mille
brividi.
“Peter mentre finisci
i tuoi disegni e ripassi l’alfabeto, io penso alla cena, ok?”
“Ok papi … Mi fai il
sugo rosso?”
“Certo … Se hai
bisogno lì c’è il baby control, basta che mi chiami, io sono di sotto ed arrivo
in un secondo, va bene?”
“Capito tutto!” –
Pepe rise, spargendo i pennarelli sulla moquette verde scuro.
Geffen lo guardò per
un lungo istante, poi scese.
Il telefono dello
chalet stava squillando, a volume basso.
Scattò la segreteria,
mentre Glam recuperava pentole e mestoli da uno scaffale alto.
Per poco non gli
cadde tutto in testa, al sentire la voce di Robert, piuttosto agitata.
“Glam ciao, sono io …
Non vorrei disturbarti, ma devo dirti … devo dirti subito una cosa”
Geffen alzò il
ricevitore con uno scatto, il cuore in gola.
“Perché respiri in
questo modo?” – domandò brusco, ma pieno di apprensione.
“Glam …”
“Glam cosa? Rispondi!”
“E’ per … per quello
che sto per dirti … Matt Miller è a Los Angeles, internato alla Mayer, capisci?”
“Matt …?”
“A quanto pare è
rientrato con il suo fidanzato, dev’essere accaduto qualcosa di grave a Parigi,
dove tu li avevi mandati, ricordi?”
“Sì, lo ricordo
perfettamente” – bissò asciutto.
“Volevo tu lo sapessi
al più presto, vedo che nessuno ti ha informato” – proseguì più calmo.
“Tu dove sei?”
“In uno dei miei
alloggi sfitti, a due passi da villa Meliti, dove sono le bimbe … Zona franca,
come al solito … Jude è al loft, credo … Non so più nulla di lui …”
“Fate i turni per
vedere Diamond e Camilla?”
Il suo
interessamento, anche se espresso con freddezza, come se fosse un
interrogatorio, fece comunque piacere a Downey.
“Sì, ma prima o poi
ci incontreremo … Anche per il divorzio”
“Il divorzio?” –
replicò più sommesso, ora.
“Ho deciso di
camminare da solo Glam … Di prendermi una pausa e fare unicamente il genitore”
Il silenzio, che ne
seguì, fu greve.
“Come … Come stai
facendo tu, con Peter … Come sta?”
Ancora silenzio.
Geffen stava
stritolando il bordo della penisola, con un tremore, che gli percorreva i
bicipiti e l’addome, come se gli stesse per scoppiare una bomba tra le viscere
e lo stomaco.
“Papi è pronto?”
Sembrò un cinguettio,
improvviso, dalla trasmittente posata sopra ad una mensola.
“Pepe …” – disse con
tenerezza l’attore.
“Devo andare”
“Glam, senti”
Un suono metallico si
frappose tra loro.
Geffen aveva chiuso.
BRAD PITT is SCOTT
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