mercoledì 24 settembre 2014

LIFE - CAPITOLO N. 25

Capitolo n. 25 – life



Tim bussò leggero.

“Posso …?”

“Tesoro ciao, sì certo, entra pure” – gli disse Geffen, facendolo accomodare.

“Io ho già fatto, un po’ alla rinfusa, le valigie non sono il mio forte” – disse avanzando, mentre sorrideva appena.

“Di solito quando torno a casa mi riescono meglio, non so perché … Tutto bene? Kevin?”

“E’ in giardino, con Jared e Colin, li ho visti salendo” – e tossì, sedendosi su di una seggiola, verso le finestre.

“Posso fare qualcosa per te?” – domandò gentile l’avvocato, strofinandosi le palpebre.

“Hai pianto?”

“No … Sì, cioè, ho avuto un attimo di sconforto” – anche lui andò a sedersi, ma sul davanzale, vicino al ragazzo.

“Come mai?”

“Per Robert … Gli ho telefonato, per sapere come stava ed invitarlo a cena, domani”

“Ti ha risposto picche?” – bissò simpatico e più rilassato.

“Infatti” – Glam sorrise stanco – “Forse sto sbagliando tutto, sai? Forse dovrei lasciarlo in pace”

“E dare campo libero a Jude? Secondo me, anche lui non lo mollerà mai”

“Come un cane fa con un osso? Temo di stare dando questa idea anche a Rob, in sostanza sono disperato ed affamato d’amore …”

“E cosa c’è di male?”

“Nulla Tim. Credo … E poi con lui non funzionano i soliti giochetti da grandioso, che a me riuscivano benissimo, un tempo, modestamente” – rise depresso.

“Ma tu non cambierai mai, Glam … Con i tuoi difetti ed i tuoi pregi, che di misura superano i primi, anche se devo confessarti una cosa”

“Sentiamo” – sorrise curioso.

“Tu mi hai sempre trattato bene, mi hai pure tirato su dalla Senna, mentre stavo affogando e, in senso metaforico, mi è successo spesso anche insieme a Kevin e tu mi lanciavi un salvagente, ricordi?”

“Lo lanciavo più a lui, che a te, perché Kevin ci avrebbe rimesso troppo, nel perderti” – replicò sincero.

“Già … Forse”

“No, no, te lo assicuro, senza contare Lula, che ti adorava” – si commosse istantaneo – “Tu eri il suo terzo papà, non ci sono dubbi in merito”

“Così credevo ed altresì pensavo di meritare un minimo di considerazione, anche dopo avere appreso la tua scomoda, quanto tremenda verità su soldino”

“Avrei voluto cercarti, Tim, però la famiglia mi ha isolato e pensavo che anche tu ce l’avessi con me”

“Era così, almeno quanto Kevin, però, al contrario di lui, non mi sono né attaccato alla bottiglia e tanto meno agli antidepressivi: ti avrei accolto con un abbraccio, Glam, se solo mi avessi dato l’opportunità di condividere il mio dolore, insieme a te, di sfogarmi” – ed i suoi occhi si colmarono di lacrime.

Geffen si alzò, aprendogli le proprie ali.

“A volte, Tim, non ci si incontra, ma tu hai ragione, avrei dovuto farlo, perché volendole le cose, prima o poi si ottengono … Maledetta paura …” – e lo strinse.

“Mi dispiace tanto per ciò che hai vissuto ad Haiti, nel vederlo morire, sai?” – singhiozzò sul suo petto.

“Ti chiedo scusa Tim … Avevate il diritto di salutarlo anche voi … di vederlo andare via, anche se poi Lula è tornato, è rimasto con noi per alcuni mesi, in una forma, che nessuno saprebbe spiegare"

“Lula è sempre qui” – ed indicò il cuore di Geffen – “E qui” – si segnò anche il suo, poi gli diede una carezza e se ne andò.




Niall deglutì a vuoto, arrossendo.

“Piccolo che succede?”

“Nulla Mark è che sono appena entrati Harry, Louis e Petra”

“Vuoi andartene?”

“No” – replicò fermo – “Penso di avere lo stesso loro identico diritto di rimanere qui”

“Hai pienamente ragione” – disse con un sorriso Ruffalo, andandosi a sedere sul divanetto di Horan, per cingerlo amorevole.

La bimba, appena accortasi di lui, iniziò a chiamarlo, gioiosa.

Styles avvampò quanto Niall, incrociando il suo sguardo a quel punto, mentre Louis restò rigido, con il menu in mano – “Allora avete scelto?” – chiese brusco infatti, ma ormai Haz era in piedi, con in braccio la figlia.

“Boo andiamo a salutarlo, se no la cucciola ci fa impazzire …”

“Come vuoi, io resto qui”

“Ok … Abbi pazienza”

“Sì, come no, ne ho da vendere” – mormorò scocciato.

Mark si alzò, vedendo avvicinarsi il giovane, con quella principessa, di cui Niall gli aveva tanto parlato.

“Salve …”

“Buongiorno … Ciao Niall”

“Ciao …”

“Petra voleva”

“Zio!! Perché non lavori più con il mio papi?”

“Devo studiare tesoro” – e finalmente la prese sulle ginocchia, avvolgendola con immenso affetto.

Tomlinson li stava osservando.

“Ah vai a scuola … come me! Ma adesso è vacanza”

“Sì, ma andrò via con zio Mark, mi porta a fare un viaggio” – abbozzò, cercando con i suoi fanali, l’appoggio del compagno.

“Ci fermiamo in città ancora qualche ora, poi decolliamo per le Hawaii” – precisò l’infermiere.

“Noi ne siamo appena tornati”

“E’ stato bello?” – chiese Horan, confuso ed a disagio.

“Sì, tanto sole … Mare stupendo, vi piacerà … Dai Petra, torniamo da Boo, vuoi?”

“Ok … Però poi ci vieni a trovare Niall? Anche tu zio Mark!”

Ruffalo annuì sereno, ripassandola dalle braccia di Horan a quelle di Styles, che si stava chiedendo da dove fosse sbucato questo nuovo fidanzato per Niall.

Forse era un ex, pensò il legale.

“Ci vediamo al ritorno peste … Lo spero, almeno” – sospirò il ragazzino.

Haz non disse nulla e tanto meno Mark, che si riaccomodò svelto.

“Pago il conto e ce ne andiamo, ok? Devo spiegarti ancora delle cose, tesoro e questo non è il luogo adatto”

“Perdonami per le cazzate che ho sparato, non sapevo cosa inventarmi per”

“Nessun problema, Niall” – sorrise – “Non abbiamo ancora una casa a Los Angeles, quindi l’idea di andarcene per una settimana è perfetta, non trovi?”

Horan spalancò le palpebre – “Ma io …”

“Andiamo al Lax, non servono bagagli … Te lo assicuro.”


https://www.youtube.com/watch?v=0jF6XyW3QY4


Downey spalancò le finestre del terrazzo, affacciato sull’oceano.

Odiava l’aria condizionata e preferiva di gran lunga la brezza marina, che dall’esterno lo investì gradevole.

C’erano giusto due panche ed un vaso alto, che si accendeva alla base, con un bosso finto, ma costellato di lampadine dorate.

L’attore lo accese, creando un’atmosfera intima, anche se solitaria.

Si rannicchiò sulle assi levigate di bianco, raccogliendo le gambe ed inspirando, mentre scrutava le luci del lungo mare, il marciapiede semi deserto e l’arrivo di un furgone, carico di bambini.

Pensò ad una festa sulla spiaggia, notando anche un paio di adulti, con degli scatoloni, dei palloncini e quelle, che da subito riconobbe come lanterne di carta, pronte per essere accese e fatte volare verso le stelle, in quella notte dalla luna piena.

Nonostante il riverbero, Robert faticò a distinguere cosa stesse facendo uno dei presunti genitori, ma poi capì che, con un paio di mamme, il tizio stava allestendo un piccolo cinema, con tanto di schermo bianco, fissato davanti ad un mare di cuscini.

Downey sorrise, pensando che avrebbero guardato un cartone, ma sbagliava.

Di lì a poco, quei monelli abbigliati con vestiti multicolore e cappellini luccicanti, iniziarono ad applaudire una sequenza di diapositive.

Erano in bianco e nero.

Robert da piccolo.
Robert adolescente.
Robert giovane uomo.
Robert sul set di Holmes.

Apparì quindi Jude, nelle immagini successive, con lo stesso ordine cronologico, sino al loro incontro, con un primo scatto e da lì almeno una ventina, insieme, durante le tappe non solo della carriera, condivisa spesso, ma, soprattutto, di un privato, dove erano stati immortalati unicamente frammenti di vita felici.

Il matrimonio, le adozioni.

La coppia con Camilla e poi Diamond.

Donwey perse un battito, mentre si alzava in piedi, riconoscendo Jude, con Pam e Carmela, che verso la fine della serie di foto, iniziò ad accendere i lumini, passando ad ogni bimbo una lanterna, affinché la spingesse verso il cielo.

Da lì a poco, divennero decine, a tempestare l’oscurità, mentre Law, commosso, non aveva mai smesso di guardare nella direzione di Robert, anche se questi era praticamente immerso in una semioscurità.

Il cellulare dell’americano squillò improvviso.

Era Jude.

“Ciao Rob … Se scendessi, anche pochi minuti, le bambine vorrebbero salutarti”

Il respiro di entrambi era carico di interrogativi.

“Ok … Sì, arrivo, dammi un secondo, cerco le scarpe e”


“Ti ringrazio Robert. Grazie davvero, amore.”



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