Capitolo n. 15 – life
Gli infermieri
sistemarono Jared, facendolo accomodare in poltrona, aiutati nell’operazione da
Shannon, che non aveva rivolto una sola parola a Farrell, durante il trasporto
del fratello, verso l’aerea riservata ai jet privati.
Vas giunse nello
spiazzo, a bordo dell’hummer blindato, scortando insieme a Peter, il piccolo
Pepe, che venne accolto dall’irlandese, con un sorriso compiaciuto.
“Tesoro voglio
presentarti una persona speciale … Anzi due” – e guardò il cognato, in attesa di
Tomo, per accompagnare il leader dei Mars in quel viaggio verso la Svizzera.
Leto jr strabuzzò gli
zaffiri, alla vista del bimbo.
“Ciao Jared!” –
esordì Pepe, agitando la manina e sporgendosi dal petto di Colin, a quello del
consorte.
“Ciao cucciolo … E tu
chi sei?”
“Ti presento Peter,
detto Pepe … E’ in affido a Glam”
“A Glam …?!” –
sussurrò lui.
“E’ il mio papà!”
“E questo è Shan …”
“E suona il dum dum!”
– Pepe rise.
“Sì, ci provo … E’
una sorpresa molto bella conoscerti Peter, piacere” – disse il batterista.
Geffen giunse in quel
momento.
“Papi!!”
Pepe corse da lui,
volandogli tra le braccia forti, appena l’uomo si inginocchiò, con l’aria
stanca.
“Hai pianto?” –
chiese il bambino, preoccupandosi per lui.
“Sì, un po’
scricciolo, ma non pensarci, va tutto bene”
“E zio Robert?”
“Lui … Lui non viene
più, mi dispiace”
I suoi occhi
incontrarono quelli di Jared, commosso nel vederlo così simbiotico con Pepe,
almeno quanto lo ricordava insieme a Lula, ma turbato dalla notizia su Downey e
l’evidente epilogo, alla richiesta di matrimonio avanzata da Glam, che adesso
li stava salutando ad uno ad uno.
“Jay come ti senti,
sei comodo?” – chiese premuroso, ma come in uno sforzo estremo di trattenere le
lacrime incipienti.
“Sì, ti ringrazio …
Per tutto e … E se vuoi parlare un po’, io sono qui”
Geffen rise mesto –
“Sì, ci sei, in qualche modo …” – e si allontanò, tenendo a sé Pepe, divertito
dal suo primo volo e da quel gruppo di zii, che già adorava, completamente
ricambiato.
Arrivò anche il croato,
con la sua simpatia e la complicità, mai svanita, con Jared e specialmente
Shannon, con il quale aveva consolidato un rapporto, sopravvissuto a mille
traversie.
Il loro amore
appariva solido e questo confortava il front man, pronto ad affrontare quella
nuova battaglia, insieme a Colin, che non sapeva più come essergli grato.
Harry gli baciò i
palmi delle mani, seduto al centro del letto, con le gambe incrociate a quelle
di Louis, che reggeva il suo sguardo, con una fierezza ritrovata e solida.
“Quando rientriamo
inizierò a lavorare al Dark Blue” – esordì composto.
“Con Brent?”
“Sì, cioè non
proprio, farò lo sguattero” – e sorrise, fermando il mondo.
Era bellissimo,
semplicemente perfetto.
Styles gli segnò gli
zigomi, con i pollici, che sapevano di loro e dell’amore appena consumato.
“Ora capisco Boo …
Ok, ti darò il mio appoggio, anche se vorrei tu pensassi che al traguardo della
laurea manca così poco, che sarebbe un peccato non tagliarlo con successo, come
di certo sei in grado di fare” – replicò sereno.
“A me non è mai
interessata Paleontologia, mai per davvero intendo, come a te Giurisprudenza: è
stata solo la facoltà dove potevo prendere alcune scorciatoie, cedendo ai
compromessi di uomini squallidi e corrotti, come Ivo Steadman”
“Seppelliamo questo
passato una volta per tutte Louis: facciamolo e basta, per noi e per nostra
figlia” – disse risoluto.
“Anteponi noi a lei
…?” – bissò perplesso.
“Tu sei il mio mondo,
lei è il nostro sole: le gireremo intorno, facendola crescere con amore e
rispetto, per quanto vorrà scegliere ed ottenere, per i sogni, che vorrà
realizzare, perché ci siamo assunti un impegno concreto e lei lo merita, così
come entrambi meritiamo di avere un futuro insieme, Louis”
Si baciarono.
I loro battiti si
fusero in un unico ritmo sinergico.
Bastava crederci.
Crederci abbastanza.
Nuvole.
Cavalloni di panna,
disse ridendo Peter, per poi salutare Geffen ed andare a dormire in una sezione
apposita, di quel jet nuovo di zecca.
Geffen tornò a
scrutarle, bevendo il suo secondo whisky.
“Ciao Glam …”
Jared gli si avvicinò,
con circospezione e lentezza.
“Ciao Jay, non
dovresti affaticarti, su, avanti, siediti”
“Non me lo faccio
ripetere, comunque non sono ancora così grave ed a pezzi” – sorrise.
“Come me?” – bissò sarcastico,
fissandolo.
Il resto della compagnia
stava ormai dormendo.
“Se ora te la senti
di”
“Parlare? Di chi, di
cosa? Di me, di Robert?”
Jared arricciò il
naso.
“So essere un ottimo
ascoltatore”
“Sì, senza dubbio …” –
inspirò, scolandosi il contenuto di quel cristallo di pregio.
“Non dovresti bere
così tanto”
Geffen rise, gli
occhi lucidi.
“Oh ma sentilo, non
sono io che sto per morire, non questa volta e nemmeno tu, se è solo per questo”
“No, nessuno se ne
andrà …”
Glam tornò a
guardarlo, pungente.
“Robert aveva ragione”
“A che proposito?”
“Su di te, anzi no,
su di me Jay: io tornerò sempre al tuo cospetto, come un cavaliere dal proprio
sovrano” – divenne serio.
“E’ la ragione del
suo rifiuto, per”
“Oh sì, sì” – lo interruppe
con enfasi amara – “Non convoleremo da nessuna parte, anzi, mi ha liquidato
vomitandomi addosso ciò che pensa da sempre e, lo ripeto, aveva maledettamente
ragione, su tutto”
“Mi dispiace Glam …”
“Devo accettare la
sua analisi o diagnosi, perché sono malato di te, così come devo rassegnarmi,
una volta per tutte, che tu non lascerai mai Colin, anzi … Ti ha fatto soffrire
ed hai resistito ad ogni avversità, ti ha abusato e non gli hai negato un
perdono anche poco logico, ma l’amore non lo è mai; infine ti ha contagiato e
lo ami anche più di prima Jay” – sorrise, versandosi un terzo calice.
“Ora basta con questa
roba, Cristo”
“No, non mi fa male,
il cuore è a posto, il resto è persino più solido di quando avevo quarant’anni
e combinavo solo stronzate” – rise sconsolato – “E poi non sono cambiato, sono
peggiorato, sai?”
“Dovrei sentirmi in
colpa per amare Colin? Cambierebbe qualcosa per te?”
“No Jared, anzi:
forse penserai che io sia alterato o semplicemente brillo, ma ti sbagli … In
compenso posso farti una rivelazione, anzi no, una predizione: tu guarirai dall’Aids,
ma non guarirai mai da Farrell ed io l’ho realizzato a pieno. Dovresti fare
altrettanto, senza più incertezze, ovvero senza più venirmi a cercare, perché potrei
davvero pentirmi di esserci ricascato, in questa famiglia di grandissimi
stronzi”
Leto deglutì a vuoto,
annuendo – “Sei ferito ed incazzato per Rob, non parleresti in questo modo”
“Credi a ciò che
vuoi, Jared, vi sto dando solo un passaggio sino a Ginevra, dopo di che andrò
al mio chalet con Peter e non voglio più nessuno in mezzo ai coglioni, chiaro?”
L’auto di Mark era
comoda e sportiva.
“Ti accompagno a
casa?” – domandò improvviso, fermandosi ad un semaforo.
Niall si morse le
labbra – “Proviamoci, se il mio coinquilino non è occupato con la sua ragazza,
ho via libera, se no nisba”
“E dove vai di
solito?” – Ruffalo sorrise.
“Veramente dormivo in
studio, da Harry … Cosa che non posso più fare”
Dopo un’iniziale
diffidenza, avevano mangiato una pizza insieme, raccontandosi il meno
possibile, l’uno dell’altro, come se ne avessero paura.
“Imposta il
navigatore, così ci togliamo subito il pensiero, ok?”
“Ok Mark … Ecco
fatto, è vicino comunque”
Le tende tirate erano
il segnale stabilito.
“Cavoli, è già
tornata da Londra … E’ simpatica, anche se con Dylan facevamo un po’ di sesso,
ogni tanto … E’ bisex”
“Ah ecco … Credevo
avessi un ragazzo fisso”
“Bel tipo sarei, non
trovi? Tradirlo con il mio capo, tanto per”
“Scusa, scusami Niall”
– avvampò.
“Io non sono così,
ok? Non so cosa mi sia preso con Harry, forse mi sentivo solo, forse ero
invidioso della loro unione, del fatto che avessero realizzato un progetto, che
io sogno da anni: sposarmi, adottare un bambino …”
“Sei così giovane,
hai tempo per tutto”
“Certo, ma se
assecondo uomini impegnati, non andrò da nessuna parte” – ribatté deluso.
Ruffalo inarcò un
sopracciglio – “Non dovresti essere così severo con te stesso”
“Altre frasi da soap?
Ne hai?” – scherzò.
“No … Ma io lo pensavo
davvero”
“Perdonami è che ho
perso gli unici amici, che avevo in città … Anzi, erano molto di più”
“Allora è tempo di
fare nuove conoscenze … E questa non l’ho riciclata da alcun film, ok?”
Risero, dopo avere
accostato, per decidere come concludere la serata.
“Chiamo Glam!”
“Glam …? Glam Geffen?”
– domandò Mark, incupendosi.
“Lo conosci?”
“Quel nome strano ce
l’ha solo lui … E poi sì, lo conosco”
“Bene … Il numero è
libero, vediamo se … Ehi ciao, ti disturbo?”
Erano in
videochiamata.
“Niall …? Ciao, hai
bisogno di me?”
“Sono con un amico e
non posso tornare né al mio misero loft e tanto meno all’ufficio di Styles,
potresti darmi una mano tu? Mi avevi detto che se”
“So cosa ti ho detto:
vai al Majestic, abbiamo tre stanze sempre prenotate per i nostri clienti
stranieri, li avviso io”
“Wow, tu sei l’uomo
dei miracoli Glam” – sorrise sbarazzino.
“No, sono un
coglione: ti servono soldi?”
“No … Ma stai bene …?”
“Sì Niall, grazie per
l’interessamento. Ora devo chiudere, faccio quella telefonata”
“Grazie a te … Passo
a trovarti quando torni, se non ti scoccio …”
“Prendi un
appuntamento con Flora, ti aspetto, ciao pulcino” – e chiuse.
Ruffalo lo squadrò
più infastidito, che perplesso.
“Geffen non cambierà
mai: lui decide e chiunque gli obbedisce come un soldatino”
Niall lo guardò
incuriosito.
“Lo dici come se anche
tu lo avessi fatto”
“Sì l’ho fatto …
Credo sia opportuno che ti racconti come.”
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