Capitolo n. 21 – life
Payne spezzò alcuni
grissini, senza assaggiarne mezzo, tra un bicchiere d’acqua e l’altro, seduto
al lato opposto del tavolo, dove si erano accomodati Zayn ed il padre.
“Ecco perché vedete
in Equador c’è un numero cospicuo di vulcani e” – un nuovo sorso – “Cazzo che
sete e che caldo … Cosa stavo dicendo?” – e sorrise teso, fissando i suoi
interlocutori, entrambi perplessi davanti alla sua concitazione.
“Dei vulcani Liam …”
– accennò Malik, assaggiando il vino bianco, scelto da George, per
quell’occasione speciale.
“Dunque dicevo che ce
ne sono parecchi inattivi, ma alcuni di loro sono degli autentici bestioni
dormienti, pronti a fare il botto!” – esclamò gesticolando, sudato dalla testa
ai piedi, nonostante l’aria condizionata.
“Liam forse dovresti
darti una rinfrescata” – propose educato l’archeologo.
“De devo pisciare” –
e si alzò brusco, quanto alienato, dopo avere espresso la propria impellenza,
non senza indispettire Zayn.
“Liam, cosa cavolo”
George rise, poco
convinto – “Siete giovani, parlate anche troppo pulito”
“Ma non ha mai fatto
così, anzi, sembrerebbe un’educanda confronto a me, papà” – si lamentò il
giovane, masticando nervosamente una tartina al salmone.
“Perché non vai da
lui, magari ha bisogno di aiuto … Comunque avete chiarito, giusto?”
“In parte sì, la mia
reazione è stata un po’ infantile … Divento insicuro quando amo qualcuno”
“Hai detto una bella
cosa tesoro” – Malik sorrise, dandogli poi un buffetto.
“Adesso mi faccio un
giro ai bagni, se non torno entro dieci minuti, non pensare male” – e rise,
allontanandosi veloce.
Colin tagliò
l’hamburger di Peter, mentre Kevin e Tim gli condivano l’insalata.
“Wow quante cose
buone … Grazie papi, grazie zii”
“Grazie a te
cucciolo” – disse assorto l’avvocato, dandogli poi un bacio tra i capelli.
“E’ bello viziare i
bimbi educati” – osservò Tim.
“Infatti … Hai molti
compiti per le vacanze tesoro?” – domandò Kevin, distribuendo le patatine
fritte.
“Non vado a scuola,
mi insegna tutto papà Glam!”
“Ah ecco … Sì, lui è
un professore in gamba” – scherzò il bassista.
“Dai ancora lezioni a
distanza, Glam?” – chiese l’irlandese.
“No, anche se i miei
studenti mi scrivono spesso …”
“Sono gentili …” –
mormorò l’attore, imbarazzato.
“Sì, loro hanno un
buon ricordo di me …” – fece una pausa, poi sorrise – “Dunque eccoci qui, ma
per poco: domani torniamo a Los Angeles, questo è il mio programma e volevo
scusarmi con voi, ma lo studio mi reclama” – disse, rivolgendosi a Kevin e Tim.
“Lo studio o” – l’ex
sorrise complice.
“Ma voi potete
fermarvi allo chalet, per una vacanza” – propose Geffen giocherellando con le
posate.
“Io torno con te,
vero papi?”
“Sì amore …
Tranquillo” – poi fece un cenno a Kevin.
“Pepe hai visto il
pony in giardino? E se ci facessimo un giro?” – intervenne Tim ed il bambino
accettò subito.
Una volta soli, Glam
si passò le mani sulla faccia tirata.
“Tim è sveglio, che
Dio lo benedica” – sussurrò – “Il fatto è che Peter teme che io lo lasci o che
voglia chiedere a voi di adottarlo”
“E’ questo che vuoi
daddy?”
Farrell rimase in
silenzio.
“No … No, lui è … E’
stata la mia salvezza Kevin … Certo mi ricorda Lula, ma non voglio fare questo
sbaglio, di confonderli, di … di usarlo come se fosse un surrogato, sarebbe
orribile ed io ho dei timori … Psicologicamente mi sento fragile su questo
fronte” – rivelò amareggiato.
“Puoi chiedere
consiglio a Hugh e contare su di noi, perché già lo adoriamo ed a mia volta, ma
credo di parlare anche a nome di Tim, non vogliamo invadere questa tua nuova
esperienza, Glam, anzi, semmai vorremmo … collaborare” – sorrise solido.
Geffen gli diede una
carezza – “Tu hai sempre avuto buon senso, Kevin, un essere meraviglioso, che
solo io potevo”
“Zitto!” – rise – “Non
andare avanti con certi discorsi, te ne prego, ok?”
“Ok Kevin … Scusami” –
rise nervoso, guardando Colin.
“Pepe è una gioia, la
nostra famiglia lo accoglierà nel migliore dei modi Glam, non vedo l’ora di
vederlo giocare alla End House, con i nostri bimbi … Così Jared, sai?”
“Sì … Ne sono certo,
anche se ora lui deve riprendersi: la fase della terapia di Mason non sarà
semplice ed anche tu dovrai fare delle sedute, anche se sei solo sieropositivo”
“Sono pronto e spero
di uscirne da questo incubo, al più presto, con il nostro Jay”
“Sarà così”
Peter tornò veloce,
seguito da un Tim premuroso e sorridente.
“Papi guarda, ho
fatto un disegno!” – e gli mostrò il foglio, che stava sventolando felice.
C’erano Glam, lui ed
una figura gialla, alle spalle del bambino, come una luce, dai contorni
incerti.
“Bello … Sì, ma chi è
questo Pepe?”
“Il mio angelo
custode!”
Gli adulti risero
compiaciuti.
“Credevo fosse il tuo
amico invisibile, anch’io ne avevo uno” – disse Tim, riaccomodandosi.
“No, no zio, questo è
il mio angelo custode, ne abbiamo tutti uno, ma non potrete vederlo, solo io
posso, già già!” – e rise buffo.
Geffen si alzò,
prendendo Peter sul petto – “Ok, ora andiamo a pagare il conto, ho visto dei
trenini in legno vicino alle casse …”
“Li ho visti anch’io
papi”
“Eh mi pareva” – il legale
rise, dirigendosi all’uscita, a scegliere l’ennesimo giocattolo per la sua
piccola peste.
I tre rimasti seduti
seguirono i suoi passi e la sua ritrovata serenità, non senza qualche
incertezza, che lo rendevano ciò che era.
Una brava persona.
Payne diede di
stomaco un paio di volte.
Alla seconda
sobbalzò, nell’udire bussare Zayn, con una certa insistenza.
“Ehi Liam, tutto
bene?!” – domandò concitato il paleontologo.
“Sì … Devo avere
fatto un po’ di indigestione” – e spalancò la porta, con il fiato corto.
“Ma se non hai
mangiato nulla … Cristo, stai uno schifo”
“Ti ringrazio, quanto
sei delicato!” – e lo scansò malamente, fiondandosi ai lavabo, per sciacquarsi
il volto paonazzo.
“Era … Era per dire
Li”
Anche Malik gli aveva
trovato un diminutivo affettuoso.
Il giovane gli posò i
palmi sulle spalle, mentre Payne era riverso sotto al rubinetto, baciandolo
anche tra le scapole – “Ti chiedo scusa Liam, è stata una giornata frenetica …
E poi quella discussione”
“Abbiamo fatto pace
oppure no?” – bissò con un sorriso forzato, tornando a fissarlo.
“Certo … Certo, ci
vedremo nei fine settimana liberi, torneremo a Los Angeles oppure andremo a New
York, d’estate ci sono cose pazzesche, concerti, mostre e poi settembre sarà
ancora più incantevole passeggiare tra Central Park e”
“Quanti progetti, come
cambi in fretta le carte in tavola” – replicò insensato.
Malik fece un passo
indietro.
“Se mi incazzo per la
lontananza non ti sta bene, Liam, se faccio progetti ed accetto certe
condizioni, nemmeno!! Cosa diavolo vuoi o pretendi da me, posso saperlo??!”
George arrivò in
quell’istante, a sedare quel nuovo litigio.
Payne era come nel
panico, palesemente pentito di avere detto una sciocchezza, dopo un
comportamento a dire poco fuori luogo e senza spiegazioni plausibili, almeno
per Zayn ed il padre di questi, visibilmente turbato dal disagio della coppia.
“Ora vi riaccompagno,
ok?”
“No papà, facciamo un
giro in spiaggia, così prendiamo una boccata d’aria e ci diamo una calmata, che
ne pensi Liam?”
Payne annuì,
mortificato.
“D’accordo tesoro …
Ti telefono stasera, ciao Liam, abbi cura di te” – e se ne andò.
“Ho saputo di Robert,
daddy … Mi spiace, anche se non puoi dargli tutti i torti, non credi?”
Kevin e Glam si erano
appartati nel salone, mentre Colin si era diretto alla clinica e Tim riposava
al piano superiore con Peter, dopo avergli raccontato una favola.
“Gli errori si pagano
… Così i sentimenti, ne sono consapevole”
“Quelli per Jared lo
terranno distante da te, anche se Rob mi è sempre sembrato comprensivo”
“Anche tu lo eri,
nonostante tutto” – sorrise, guardando avanti a sé, un po’ perso.
“Forse perché coltivavo
la speranza di avere l’esclusiva, presto o tardi” – l’ex rise timido.
“Tu mi hai perdonato,
vero Kevin?” – Geffen lo guardò secco, nel domandarglielo.
Il musicista deglutì
a vuoto, poi gli diede un bacio sulla guancia destra – “Sì daddy, io ti ho
perdonato.”
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