giovedì 18 settembre 2014

LIFE - CAPITOLO N. 21

Capitolo n. 21 – life



Payne spezzò alcuni grissini, senza assaggiarne mezzo, tra un bicchiere d’acqua e l’altro, seduto al lato opposto del tavolo, dove si erano accomodati Zayn ed il padre.

“Ecco perché vedete in Equador c’è un numero cospicuo di vulcani e” – un nuovo sorso – “Cazzo che sete e che caldo … Cosa stavo dicendo?” – e sorrise teso, fissando i suoi interlocutori, entrambi perplessi davanti alla sua concitazione.

“Dei vulcani Liam …” – accennò Malik, assaggiando il vino bianco, scelto da George, per quell’occasione speciale.

“Dunque dicevo che ce ne sono parecchi inattivi, ma alcuni di loro sono degli autentici bestioni dormienti, pronti a fare il botto!” – esclamò gesticolando, sudato dalla testa ai piedi, nonostante l’aria condizionata.

“Liam forse dovresti darti una rinfrescata” – propose educato l’archeologo.

“De devo pisciare” – e si alzò brusco, quanto alienato, dopo avere espresso la propria impellenza, non senza indispettire Zayn.

“Liam, cosa cavolo”

George rise, poco convinto – “Siete giovani, parlate anche troppo pulito”

“Ma non ha mai fatto così, anzi, sembrerebbe un’educanda confronto a me, papà” – si lamentò il giovane, masticando nervosamente una tartina al salmone.

“Perché non vai da lui, magari ha bisogno di aiuto … Comunque avete chiarito, giusto?”

“In parte sì, la mia reazione è stata un po’ infantile … Divento insicuro quando amo qualcuno”

“Hai detto una bella cosa tesoro” – Malik sorrise, dandogli poi un buffetto.

“Adesso mi faccio un giro ai bagni, se non torno entro dieci minuti, non pensare male” – e rise, allontanandosi veloce.




Colin tagliò l’hamburger di Peter, mentre Kevin e Tim gli condivano l’insalata.

“Wow quante cose buone … Grazie papi, grazie zii”

“Grazie a te cucciolo” – disse assorto l’avvocato, dandogli poi un bacio tra i capelli.

“E’ bello viziare i bimbi educati” – osservò Tim.

“Infatti … Hai molti compiti per le vacanze tesoro?” – domandò Kevin, distribuendo le patatine fritte.

“Non vado a scuola, mi insegna tutto papà Glam!”

“Ah ecco … Sì, lui è un professore in gamba” – scherzò il bassista.

“Dai ancora lezioni a distanza, Glam?” – chiese l’irlandese.

“No, anche se i miei studenti mi scrivono spesso …”

“Sono gentili …” – mormorò l’attore, imbarazzato.

“Sì, loro hanno un buon ricordo di me …” – fece una pausa, poi sorrise – “Dunque eccoci qui, ma per poco: domani torniamo a Los Angeles, questo è il mio programma e volevo scusarmi con voi, ma lo studio mi reclama” – disse, rivolgendosi a Kevin e Tim.

“Lo studio o” – l’ex sorrise complice.

“Ma voi potete fermarvi allo chalet, per una vacanza” – propose Geffen giocherellando con le posate.

“Io torno con te, vero papi?”

“Sì amore … Tranquillo” – poi fece un cenno a Kevin.

“Pepe hai visto il pony in giardino? E se ci facessimo un giro?” – intervenne Tim ed il bambino accettò subito.

Una volta soli, Glam si passò le mani sulla faccia tirata.

“Tim è sveglio, che Dio lo benedica” – sussurrò – “Il fatto è che Peter teme che io lo lasci o che voglia chiedere a voi di adottarlo”

“E’ questo che vuoi daddy?”

Farrell rimase in silenzio.

“No … No, lui è … E’ stata la mia salvezza Kevin … Certo mi ricorda Lula, ma non voglio fare questo sbaglio, di confonderli, di … di usarlo come se fosse un surrogato, sarebbe orribile ed io ho dei timori … Psicologicamente mi sento fragile su questo fronte” – rivelò amareggiato.

“Puoi chiedere consiglio a Hugh e contare su di noi, perché già lo adoriamo ed a mia volta, ma credo di parlare anche a nome di Tim, non vogliamo invadere questa tua nuova esperienza, Glam, anzi, semmai vorremmo … collaborare” – sorrise solido.

Geffen gli diede una carezza – “Tu hai sempre avuto buon senso, Kevin, un essere meraviglioso, che solo io potevo”

“Zitto!” – rise – “Non andare avanti con certi discorsi, te ne prego, ok?”

“Ok Kevin … Scusami” – rise nervoso, guardando Colin.

“Pepe è una gioia, la nostra famiglia lo accoglierà nel migliore dei modi Glam, non vedo l’ora di vederlo giocare alla End House, con i nostri bimbi … Così Jared, sai?”

“Sì … Ne sono certo, anche se ora lui deve riprendersi: la fase della terapia di Mason non sarà semplice ed anche tu dovrai fare delle sedute, anche se sei solo sieropositivo”

“Sono pronto e spero di uscirne da questo incubo, al più presto, con il nostro Jay”

“Sarà così”

Peter tornò veloce, seguito da un Tim premuroso e sorridente.

“Papi guarda, ho fatto un disegno!” – e gli mostrò il foglio, che stava sventolando felice.

C’erano Glam, lui ed una figura gialla, alle spalle del bambino, come una luce, dai contorni incerti.

“Bello … Sì, ma chi è questo Pepe?”

“Il mio angelo custode!”

Gli adulti risero compiaciuti.

“Credevo fosse il tuo amico invisibile, anch’io ne avevo uno” – disse Tim, riaccomodandosi.

“No, no zio, questo è il mio angelo custode, ne abbiamo tutti uno, ma non potrete vederlo, solo io posso, già già!” – e rise buffo.

Geffen si alzò, prendendo Peter sul petto – “Ok, ora andiamo a pagare il conto, ho visto dei trenini in legno vicino alle casse …”

“Li ho visti anch’io papi”

“Eh mi pareva” – il legale rise, dirigendosi all’uscita, a scegliere l’ennesimo giocattolo per la sua piccola peste.

I tre rimasti seduti seguirono i suoi passi e la sua ritrovata serenità, non senza qualche incertezza, che lo rendevano ciò che era.

Una brava persona.




Payne diede di stomaco un paio di volte.
Alla seconda sobbalzò, nell’udire bussare Zayn, con una certa insistenza.

“Ehi Liam, tutto bene?!” – domandò concitato il paleontologo.

“Sì … Devo avere fatto un po’ di indigestione” – e spalancò la porta, con il fiato corto.

“Ma se non hai mangiato nulla … Cristo, stai uno schifo”

“Ti ringrazio, quanto sei delicato!” – e lo scansò malamente, fiondandosi ai lavabo, per sciacquarsi il volto paonazzo.

“Era … Era per dire Li”

Anche Malik gli aveva trovato un diminutivo affettuoso.

Il giovane gli posò i palmi sulle spalle, mentre Payne era riverso sotto al rubinetto, baciandolo anche tra le scapole – “Ti chiedo scusa Liam, è stata una giornata frenetica … E poi quella discussione”

“Abbiamo fatto pace oppure no?” – bissò con un sorriso forzato, tornando a fissarlo.

“Certo … Certo, ci vedremo nei fine settimana liberi, torneremo a Los Angeles oppure andremo a New York, d’estate ci sono cose pazzesche, concerti, mostre e poi settembre sarà ancora più incantevole passeggiare tra Central Park e”

“Quanti progetti, come cambi in fretta le carte in tavola” – replicò insensato.

Malik fece un passo indietro.

“Se mi incazzo per la lontananza non ti sta bene, Liam, se faccio progetti ed accetto certe condizioni, nemmeno!! Cosa diavolo vuoi o pretendi da me, posso saperlo??!”

George arrivò in quell’istante, a sedare quel nuovo litigio.

Payne era come nel panico, palesemente pentito di avere detto una sciocchezza, dopo un comportamento a dire poco fuori luogo e senza spiegazioni plausibili, almeno per Zayn ed il padre di questi, visibilmente turbato dal disagio della coppia.


“Ora vi riaccompagno, ok?”

“No papà, facciamo un giro in spiaggia, così prendiamo una boccata d’aria e ci diamo una calmata, che ne pensi Liam?”

Payne annuì, mortificato.

“D’accordo tesoro … Ti telefono stasera, ciao Liam, abbi cura di te” – e se ne andò.




“Ho saputo di Robert, daddy … Mi spiace, anche se non puoi dargli tutti i torti, non credi?”

Kevin e Glam si erano appartati nel salone, mentre Colin si era diretto alla clinica e Tim riposava al piano superiore con Peter, dopo avergli raccontato una favola.


“Gli errori si pagano … Così i sentimenti, ne sono consapevole”

“Quelli per Jared lo terranno distante da te, anche se Rob mi è sempre sembrato comprensivo”

“Anche tu lo eri, nonostante tutto” – sorrise, guardando avanti a sé, un po’ perso.

“Forse perché coltivavo la speranza di avere l’esclusiva, presto o tardi” – l’ex rise timido.

“Tu mi hai perdonato, vero Kevin?” – Geffen lo guardò secco, nel domandarglielo.

Il musicista deglutì a vuoto, poi gli diede un bacio sulla guancia destra – “Sì daddy, io ti ho perdonato.”









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