giovedì 2 maggio 2013

ZEN - CAPITOLO N. 102


Capitolo n. 102  -  zen


Kevin prese una boccata ampia di fumo, buttandolo fuori, senza guardare Glam, appoggiato alle sue spalle, contro la balaustra del terrazzo della camera arancio, dove il suo ex alloggiava a villa Meliti.

“Un altro figlio … Il nostro lo sa, daddy?” – e si voltò, fissandolo, provando una strana sensazione.
“Da come posa le zampe di Brady sul decolté di Pamela, temo di sì” – e sorrise nervoso, grattandosi la nuca.
Kevin gli si avvicinò, abbracciandolo, ricambiato a pieno da quel gesto colmo di affetto sincero.
“Io amo tutto di te, Glam, dal bambino che ci ha scelto, a quelli che hai concepito con … parecchie donne” – sorrise, scuotendo la testa, dove Geffen posò un bacio ugualmente amorevole.
“Tu sei molto comprensivo”
“Che diritto avrei di giudicarti? Perché ti senti in colpa, verso chi?”
“Di certo sento una pesante responsabilità verso Pam …” – accennò timido.
Il bassista ridacchiò senza cattiveria – “Stiamo parlando di Jared, non nascondiamoci dietro ad un dito … per giunta storto”
Risero, più sollevati.
“Antonio mi ha accennato del siparietto a tavola” – rivelò l’avvocato.
“Io penso a Colin, sai Glam? Alla sua pazienza, direi eroica”
“Jared ha avuto dei problemi di salute piuttosto gravi, forse non ha la necessaria integrità”
“E’ fragile? Il piccolo, indifeso Jared? … L’anno prossimo avrà cinquanta anni, ti rendi conto, daddy?”
“Forse dovremmo perderci di vista …”
“Lui impazzirebbe … e forse anche tu”


Colin riordinò alcune carte in biblioteca, poi avvertì i passi del compagno, mescolati ad una cantilena, che il leader dei Mars soleva eseguire per addormentare Florelay.

“Questa principessa ha bisogno di una coccola dal suo papà … ed anche io Cole”
Una lacrima gli segnò lo zigomo destro, ma Farrell si affrettò ad asciugarla, stringendoli entrambi sul petto, baciando Jared, senza più pensare a nulla.


Owen accompagnò Julie dai cuginetti, apprendendo da un loquace Xavier le ultime novità.

“Antonio e Glam non sbagliano un colpo” – ironizzò, al terzo champagne, gorgogliante nel suo stomaco vuoto.
“Sono dei fenomeni”
“Anche Pam non scherza”
“Lei è una mamma stupenda”
“Chi meglio di te può dirlo, eh Xavy? Ed il tuo nuovo amichetto, chi sarebbe?”
“Ti riferisci a Taylor?” – bissò distratto.
“Cosa ci combinate tu e Derado, con quel puledro scalpitante?” – gli bisbigliò il gallerista, soffiandogli nel collo un aroma alcolico fastidioso.
Xavier si irrigidì, osservato a distanza da Denny, teneramente abbracciato a Preston, durante una passeggiata a piedi nudi, intorno al laghetto delle ninfee.

“Nulla che ti riguardi, Rice”
“Ullallà come siamo riservati” – rise aspro.
“Phil ed io siamo una coppia disinibita, ma non esibizionista” – eccepì serio.
“Tu sai essere molte cose ragazzino …”
“E tu dovresti crescere, tenendoti la cinta ben allacciata”
“Alla lunga ti rendi conto che nessuno merita tanta devozione, sai?”
“Questo lo pensi tu”
“Sì … Può darsi” – ed un bacio appassionato tra Denny e Preston gli arrivò dritto al cuore, mentre non riusciva a smettere di spiarli.


Le dita di Colin gli scivolarono dentro, sino al loro attaccatura, a mano aperta tra i glutei di Jared, che si schiudeva a lui senza remore.

Le palpebre di Leto tremolavano, come il suo addome asciutto e teso, mentre Colin gli baciava le tempie, allungato al suo fianco; ancora per poco.
Gli si infilò tra le gambe, dopo alcuni secondi, penetrandolo con accortezza, mordendogli il mento e gemendo dal primo affondo, interrotto a metà di quella spinta, nonostante fosse piuttosto fluida.
“Guardami Jay …”
“Amore … Io … io non ti merito” – ed aggrappandosi all’irlandese, provò un disagio lancinante.
“Va tutto bene … tutto Jay” – e riprese a colpire lateralmente le pareti pulsanti di quell’abisso lussurioso ed irrinunciabile, finché non vennero entrambi, suggellando con l’appartenenza fisica, quel legame sempre in bilico, come se fosse una maledizione.


Jim volle ripetere le analisi un paio di volte, per essere sicuro di dimettere Robert in buone condizioni.
Jude aspettava trepidante l’esito, mantenendo il contatto via cellulare, sia con Glam che con Colin.
Era una mattina di giugno molto assolata.
Downey sperava di non dovere più rimanere in quella sorta di gabbia dorata.

Finalmente Law ebbe il nulla osta per raccogliere gli oggetti personali del marito e lasciare la clinica, dove si sarebbero ripresentati dopo una settimana per un controllo.

Il viaggio in auto fu allungato verso le colline, su richiesta di Downey.
Se ne stava appoggiato alla portiera, disteso sul sedile, a godersi il vento tra i capelli, a bordo della decappottabile, appena acquistata da Jude, che di tanto in tanto lo guardava, notando la sua magrezza, ma anche l’indiscusso fascino.

“Glam lo sa?” – chiese improvviso.
“Sì, gli ho inviato un sms tesoro …”
“E tu lo sai?”
“Cosa Rob?”
“Di lui e Pamela” – e lo fissò, togliendosi i Ray-Ban.
“Me l’ha detto … Temeva la tua reazione”
“In che senso Jude?”
“Nel senso che potevi vivere male questa novità inattesa”
“Se avessi messa incinta tu Pam, direi di sì” – e rise lucido.
I farmaci sembrarono dargli un minimo di tregua.

“Eccoci qui amore …” – l’inglese accostò nel piazzale di un ristorante italiano.
“Pensi che abbiano già sfornato le lasagne?”
“Dal profumo direi di sì …”
“Un bicchiere di chianti potrò concedermelo? In memoria dei vecchi tempi”
Jude si sporse, baciandolo senza lasciargli respiro – “Che torneranno … te lo prometto Robert.”


Jared si tolse le cuffiette, controllando l’ora.
Tom era in lieve ritardo.
Il fruscio della porta scorrevole sembrava confermarne l’arrivo, così Leto, seduto sul lettino, si girò, con aria triste.

“Glam …” – disse a mezza voce, vedendolo.
“Ho chiesto a Tom dieci minuti, lui non voleva, quindi prenditela con me” – e gli sorrise.
“Non ho voglia di arrabbiarmi … per poi cosa?” – replicò con una certa stanchezza.
“Cosa ti succede, tesoro?” – gli chiese dolce, accomodandosi al suo fianco.
Jared si alzò, ma Geffen lo trattenne per un polso, senza veemenza.
“Lasciami”
“L’ho fatto Jay. O sei stato tu? Nemmeno lo rammento”
Il cantante si divincolò brusco – “Che stronzo che sei!”
“Ti devo qualcosa, Jared? No, spiegamelo, perché a me dà i nervi sbagliare”
“Non ci sono equivoci tra noi oppure pendenze, se vogliamo essere fiscali” – sbottò irritato.
“Il tuo astio è fuori luogo Jared” – si alzò, fronteggiandolo – “E se proprio vuoi odiare qualcuno, odia me, non il bambino che deve nascere” – disse severo.
Gli zaffiri di Leto si riempirono di lacrime.
“Ma … io non lo odio” – balbettò smarrito.
Glam gli cinse le spalle scarne e vibranti – “Pensavo che Jay Jay fosse l’ultimo, perché Lula lo definì il mio amore più grande e tu eri quasi morto per quella maledetta droga, nell’attimo in cui lo strinsi sul cuore e lui mi guardò, non potrò mai scordarlo, come se un cerchio vitale andasse a chiudersi e per fortuna sbagliavo …” – prese fiato – “Sarei impazzito di dolore se te ne fossi andato, se mi avessi privato di te … Forse sei tu quello che ha cancellato la consapevolezza di quanto ti ho amato”
“No! No Glam …” – scoppiò a piangere.
“Mi sono fatto bastare la tua presenza, mi sono rassegnato ed ho provato a ricominciare, ad innamorarmi di nuovo, perché tu eri, sei e rimarrai di Colin! Lo sa persino la stella in fondo all’universo, possibile che tu non voglia accettarlo?”
“E’ … un lungo percorso … fatto di perdono, per una serie di innumerevoli sbagli, commessi da Colin, ma anche da me …”
Geffen si emozionò, inevitabilmente – “E quando si arriverà alla meta, potresti dirmelo, tesoro?”
Lo abbracciò, quasi soffocandolo, ma Jared non si sarebbe mosso da lì.
Per l’eternità.


Robert






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