Capitolo n. 116 - zen
C’era troppa luce.
Gli trafiggeva il
cervello, così che Kevin socchiudeva a mala pena le palpebre, non sapendo
rinunciare alla vista di lui, che lo teneva sulle gambe piegate in ginocchio al
centro del letto, penetrandolo, come quel chiarore accecante.
“Sono qui Kevin …”
Il palmo destro di
Glam gli premeva il ventre, mentre con il sinistro lo sorreggeva per la nuca,
accompagnando il movimento fluido e sinergico del giovane, che ansimava,
tremando per quanto se lo sentiva dentro, avvinghiandosi maggiormente a lui.
“E qui piccolo …” – l’uomo
gemette, toccandogli il cuore, mentre i suoi baci e morsi gli invadevano il
collo – “E qui Kevin” – gli afferrò il capo spettinato e madido, per
significargli quanto quel piacere arrivasse anche al cervello del suo ex, che
grondava di sudore, di lacrime, di risa e gioia pura.
Il ritmo crebbe, così
i colori intorno, mentre ora le mani di Glam lo accarezzavano e lo toccavano, facendoli
venire insieme.
“Daddy … Mio Dio …”
Infine un urlo, che
assordò la mente di Kevin.
Sobbalzò nel
risvegliarsi, in preda ad un fremito ed un piacere devastante e tangibile.
Le risa di Tim e Lula
salivano dalla piscina.
Il bassista prese un
asciugamano, dimenticato tra le lenzuola e si pulì velocemente, ancora troppo
agitato per quel sogno così reale, da fargli perdere la ragione.
Il cellulare stava
suonando sopra al comodino da qualche secondo, ma lui se ne accorse solo in
quell’istante.
Rispose, con il fiato
corto.
“Perché non sputi
fuori ciò che ti passa per la testa e per il cuore, eh Jared?” – esordì Farrell
a metà strada verso la End House, mentre guidava ed il compagno osservava
assorto il panorama, offerto dalla costa al tramonto.
“Va tutto bene Cole”
“No, non lo credo
affatto, sai?”
“Io non voglio”
“Lo so perfettamente
Jay, TU non vuoi litigare con me a causa di Geffen” – bissò asciutto, senza
guardarlo.
“E’ accaduto così
tante volte in passato, ma è lì che ora Glam vive, nei miei ricordi, non posso
cancellarli, questo so che tu lo capisci Cole” – disse triste.
Farrell accostò,
prendendogli i polsi, dopo essersi girato verso di lui, fissandolo, senza
severità.
“Sì, ma vorrei ti
rassegnassi e che convincessi anche quell’altra parte di te, che lo ama contro
ogni logica, viste le sue decisioni ed i suoi casini, a relegarlo sul serio in
una dimensione finalmente innocua per il nostro matrimonio: pensi di riuscirci
Jay o di darmi anche una minima garanzia in proposito?”
“Io … Io non voglio
che tu pensi questo Cole … Una parte di me”
“Esiste Jay!” – quasi
ringhiò, poi più sommesso inspirò – “Esiste, purtroppo.”
Jared provò a
stringersi a lui, ma Colin era freddo, quasi costernato – “Non voglio scopare
questa volta per risolvere i nostri problemi …”
Leto lo scrutò, gli
occhi lucidi – “Chiedevo unicamente un … un abbraccio Cole”
Farrell sorrise amaro
– “Non te lo negherei per niente al mondo” – e lo avvolse, baciandogli le
tempie, piangendo insieme a lui.
“Ti voglio così bene
Jay … Non riuscirò mai a fartelo capire abbastanza”
“Sbagli … Io vivo
grazie al tuo amore, al sostegno che mi doni ogni giorno Colin”
“Vorrei portarti via
da qui, da questa angoscia … Partiamo per qualche giorno, che ne dici?” – gli chiese
sorridendo, ma in crisi di ossigeno, per l’urgenza di baciarlo.
“Ma il tuo film …?”
Farrell deglutì a
vuoto.
“Ecco io volevo
parlartene, chiederti un consiglio …”
“Tesoro sono a New York
e sto per imbarcarmi, verso l’Europa, ti ricontatto appena arrivo”
“Glam …”
“Volevo
tranquillizzarti, ma ti sento così strano Kevin …”
“Daddy io … Io vorrei
farti capire quanto sei importante per me, per noi” – ribatté disperato.
“Ti ho fatto una
promessa, ho giurato, non stare in ansia” – gli disse paterno, sforzandosi di
rimanere sereno in quella conversazione struggente.
“Io non ho parlato a
Lula …”
“Nostro figlio è al
sicuro ed io sono oltre modo felice di sapervi vicino a Tim: è un ragazzo meraviglioso,
questo tu lo sai Kevin” – sottolineò dolce.
“Sì daddy … So anche
che non smetterò mai di amarti e di essere legato a te per la vita … Sono
cresciuto insieme a te Glam …”
“Tu sei parte di me,
la migliore, Kevin, questo non dimenticarlo: sei onesto, non un coglione quanto
il sottoscritto, non merito una sola parola, delle tue, così speciali, credimi”
“Sbagli” – tirò su
dal naso, sedendosi contro la testata – “Tu sei l’uomo che ha reso felice
questo stupido cuore … Ti ho deluso a mia volta, è capitato …”
“Per colpa mia, Kevin”
– rise, asciugandosi una lacrima impietosa.
“Daddy …”
“Devo andare … Abbi
cura di te”
“Ti … ti amo Glam,
anche se”
“Ti amo anch’io, ti
amerò sempre” – e riagganciò, dopo pochi attimi di silenzio, dove i loro respiri
sembrarono incontrarsi, vedersi, sorridere, anche se sprofondati nello sconforto più assurdo.
“Taylor è solido
nella sua giovinezza … Quasi spavaldo”
“Lo eravamo tutti
alla sua età, Colin” – replicò mite, il leader dei Mars.
Tenendosi per mano, stavano
camminando sulla spiaggia, dove si erano diretti, senza esitare.
Le ombre della sera
lambivano i loro gesti complici.
“L’ho offeso con le
mie insicurezze, temo vittima di un trascorso assai discutibile Jared”
“Ti sono sempre
piaciute le colleghe di set … ed anche i colleghi” – rise, rammentando, senza
dirselo, il Marocco e quel film magico.
“Ho persino coinvolto
Adam”
“Lui non è gay” –
rise – “E pretendi che si strusci con Taylor?”
“E’ un professionista
… Più di me a quanto pare” – sospirò.
“No, è un artista,
che spera di emergere, ne abbiamo parlato e non gli basta più fare la contro
figura di Colin James Farrell … Il quarantacinquenne più sexy del pianeta” –
Leto si fermò, appoggiando la propria fronte a quella dell’irlandese, che
arrossì.
“E più stupido …”
“Sì: devi superare
questa prova, baciare Taylor, sentire l’odore della sua pelle, infilarti anche
tra le lenzuola o fartelo sopra il tavolo della cucina, come da sceneggiatura,
dimostrando a te stesso ed a me, che state rispettando esclusivamente un
copione, senza trascendere, anche se proverai eccitazione, anche se ti piacerà
farlo, visto che è un tipo davvero bellissimo e spregiudicato.”
“Ma Jared …”
“E’ così che
funziona, perché a pensarci, Cole, il tuo rifiuto verso parti del genere,
preferendone altre assai caste, potrebbe scocciarmi molto di più, sai?”
“Sì, ho afferrato il
concetto” – rise, spostandogli i capelli dal viso di eterno ragazzo, posandovi
dei baci leggeri ed infine catturando il suo corpo esile, ma solido, come le
certezze, che Leto dimostrava di avere sul loro legame.
“Vorrei comunque fare
quella vacanza di cui parlavi Colin …”
“Chiamo Phil e gli
assicuro la mia presenza per la settimana prossima: ora è tempo di andarcene …
Ho scovato un luogo incantevole”
“Prendiamo il jet del
nonno?”
“Affare fatto.”
Downey chiuse la
valigia, sotto lo sguardo amorevole di Jude.
“Owen ha detto che
possiamo decollare tra un paio d’ore … Ti dispiace volare di notte, Rob?”
“Assolutamente no,
poi Camilla è più a suo agio, dormirà sino a destinazione”
“Infatti … E’ la
prima volta che ce la portiamo nel nostro nascondiglio sul Mediterraneo” –
sorrise, versando una tisana.
“Le cose cambiano
Jude … Dovremo essere morigerati” – rise solare.
“Come ti senti?”
“Quel tonico, che
Mason mi ha prescritto, mi dà parecchia energia … Ed appetito”
“Ottimo …”
Qualcuno suonò.
“Chi può essere alle
nove di sera?”
“Vado
io Jude …” – disse incerto l’americano, pensando, in cuor suo, si trattasse di
Geffen, ma sbagliava.
“Kevin
… Ciao, accomodati”
L’attore
lo accolse cordiale, seppure leggesse nelle iridi di lui un astio palpabile.
“Ti ringrazio,
volevo parlare giusto con te”
“Ok … Jude è in
salotto, vuoi bere qualcosa?”
“No, sto bene
così” – ed avanzando salutò anche Law, notando i bagagli.
“Siete in
partenza?”
“Buonasera
Kevin, sì in effetti … Qual buon vento?”
“Non è una
visita di cortesia, sia chiaro” – replicò serio.
Downey gli si
parò davanti – “Cosa ti prende, come mai sei così ostile, all’improvviso?” –
domandò adombrandosi.
“Si tratta di
Glam: vorrei sapere cos’hai fatto per farlo letteralmente fuggire da Los Angeles,
per destinazione ignota!”
“Di che parli …?”
“Robert non
puoi fingere, non con me!”
Jude si
intromise, a protezione del consorte – “Smettila Kevin, siete entrambi convalescenti
e Rob non ha bisogno di questi attacchi insulsi e”
L’inglese sembrò
spegnersi di botto, nella sua invettiva, come se gli fosse balenato nel
cervello un pensiero nitido.
Guardò la fede
nuova, brillare all’anulare del suo sposo.
Downey si era
ammutolito, ma colse quel sentore e la deduzione consequenziale.
“Lui è … Lui
era passato a salutarci … Noi avevamo appena rinnovato le nostre promesse … Un
rito tra Jude e me, con Cami, in terrazza …” – spiegò assorto.
Law annuì – “Volevamo
brindare insieme a Glam … Sono stato avventato, così preso dal mio entusiasmo …
Maledizione” – andò a sedersi.
Robert si
appoggiò alla parete, lasciando Kevin al centro della stanza.
“Quindi è così
che è andata … Lo avete ferito a morte, dopo tutto quello che daddy aveva fatto
per voi!” – ruggì.
Downey tacque
la faccenda degli anelli, intravisti all’interno del taschino di Glam: sarebbe
stato umiliante per Jude, confessargli le proprie emozioni, anche se lui gli
aveva dimostrato una sconfinata comprensione, durante il decorso della
malattia.
“E’ stato un
malinteso Kevin, gli telefonerò immediatamente oppure andremo da lui e”
“NO!! No, voi
non farete un cazzo, lo avete ridotto una larva, un relitto, per come mi ha
salutato, senza nemmeno portarsi dietro Lula, visto che teme di non farcela, di
crollare o di morire in questo viaggio, accidenti!!” – singhiozzò, senza più
frenarsi.
Robert gli si
avvicinò, tentando di consolarlo, ma Kevin fuggì via, scansandolo malamente.
La blindata
fece un rumore sordo.
Poi più nulla.
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