lunedì 29 aprile 2013

ZEN - CAPITOLO N. 101


Capitolo n. 101  -  zen


Jared lesse il copione, mentre Farrell si lavava.
La cena sarebbe stata servita sotto il patio di villa Meliti, dove Antonio stava già gratificando la moglie con nuovi gioielli, per dare il benvenuto alla gravidanza, appena confermata, insieme a quella di Pam, di cui nessuno sapeva ancora nulla, tranne Geffen, le figlie e la migliore amica della sua ex, appunto.

“Interessante” – disse il leader dei Mars, provando un vago disagio.
Aveva spiato l’interagire tra Xavier e Taylor, vedendoli sparire entrambi, in contemporanea a Derado.


Jude aveva ancora i capelli umidi, Glam lo notò, mentre si cambiava per entrare da Robert.

“Ciao, tutto a posto?”
“Ehi, bene arrivato, sì, una meraviglia” – disse solare l’inglese.
“Lo vedo …” – sorrise.
Law arrossì.
“Davvero … si vede?”
“Sì, insomma … Ascolta Jude, volevo dirti una cosa, che sanno ancora in pochi … E volevo la sapessi prima di comunicarla anche a Robert, se non ti spiace.”
Al biondo saltò il cuore in gola.
“Si tratta di Pam”
Un sollievo immediato lo illuminò nuovamente – “Pamela …?”
“Sì …” – Geffen prese fiato – “Lei vedi … Noi, cioè, aspettiamo un bimbo”
“Ma scherzi?”
“No Jude”
“Miseria … Congratulazioni, ma io non sapevo che voi due”
“In effetti non abbiamo una relazione, è successo una volta sola, quando ho appreso della recidiva di Rob, ero a pezzi, sì insomma anche per altre ragioni”
“Glam non devi mica giustificarti” – gli sorrise sincero – “E’ un dono inatteso, ma tu ci hai abituati a queste sorprese, lo dico con rispetto”
“Sì … Ti ringrazio …”
“Pensi che Rob la prenderà male?”
“Non lo so Jude, è un periodo delicato, vorrei proteggerlo anche dall’aria, come fai tu e poi … Poi forse sto azzardando delle conclusioni illogiche, perché lui reagirà come hai fatto tu, ovvio”
“Sì … Può darsi.”


Tim stava bevendo il latte direttamente dal bricco, completamente nudo, davanti al frigorifero aperto.
Lo chiuse, accorgendosi di Kevin, appoggiato allo stipite e pronto per uscire.
Alcune gocce di nettare bianco, caddero sul busto del giovane, scivolando veloci verso il suo ombelico.
Tim si tamponò le labbra con il dorso della mano destra, ammiccando un sensuale -  “Non sgridarmi adesso …”
Kevin gli si avvicinò, brandendo lentamente i suoi fianchi sottili – “Cosa sei disposto a fare, affinché io non ti sgridi come meriti …?” – chiese roco.
Il compagno si abbassò, con altrettanta calma, slacciandogli i jeans, durante quelle breve discesa, in ginocchio tra le sue cosce muscolose e da subito frementi.
Gli sfilò anche i boxer firmati, scoprendo un’erezione già pronta, per la sua bocca, che da lì a poco si sarebbe gonfiata di un rossore adorabile e lascivo, così caro a Kevin, premuroso nell’accarezzare le guance di Tim, invitandolo tacitamente a non esitare oltre.
“Scoparti così … Non hai idea di quante volte lo farei, in qualsiasi posto Tim” – ansimò, penetrandolo fino alle tonsille.
Con il palmo sinistro aperto sotto il mento del ragazzo, mentre il destro premeva sulla nuca, Kevin lo stava trattenendo con una prepotenza, che mandava in visibilio ogni senso di Tim.
Lo rilasciò, ammirando come succhiava e pompava, alzando lo sguardo verso di lui, che si sentiva esplodere in ogni piega del proprio addome.
Kevin si aprì la camicia con uno strappo vigoroso, liberandosi dei pantaloni e dell’intimo, gli sembrava di soffocare per l’ardore del momento.
Le falangi di Tim affondarono nei glutei dell’altro, che urlando di piacere, gli tappò le narici, bloccandolo ancora, pieno di sé, quasi a soffocare.
Una volta libero, Tim prese fiato, ma Kevin non gli lasciò il tempo di respirare, sollevandolo di forza, per sbatterlo sul divano ed invaderlo, senza molti preliminari.
Avvinghiati, il ritmo dei loro corpi divenne febbrile ed esigente.
Kevin infilò la mano alla ricerca dell’eccitazione del suo amante, pronto a soddisfarlo come meritava, durante quell’amplesso così intenso.
Avvertì il piacere di Tim colargli dal polso all’avambraccio, mentre egli stesso esplodeva nel forzare l’anello di muscoli, dove il proprio sesso era ostaggio di una smania avida e capace.
Fu devastante, come ogni loro orgasmo, destinato a ripetersi almeno una seconda volta, sotto ad una doccia ristoratrice ed ugualmente provvida di sano erotismo.



“Mi sento un pochino rotto …”
Robert rise, mentre Geffen gli stava sbucciando della frutta fresca.
“Buone queste fragole … Grazie Glam” – ed allungandosi, lo baciò, esitando finché le labbra dell’avvocato non si schiusero, accogliendolo in un contatto caldissimo e bagnato.
“Dio Rob … non … non dovresti” – quasi gemette, nel distaccarsi da lui, che volle rimanergli incollato, almeno con le rispettive fronti, madide per una serie di emozioni, che andavano ad accavallarsi, senza più alcun limite.

Ad occhi chiusi, riuscivano a sentirsi, a vedersi, come nessuno.

“Glam scusami … non volevo …”
Geffen lo strinse – “Non smettere, anche se è sbagliato” – disse tremando, commuovendosi.
Downey lo fissò, turbato – “Che succede? … Hai qualcosa che non va”
Glam scosse la testa, trovando incredibile quanto si conoscessero a vicenda.
“Vorrei solo che tu non ne avessi a male, Rob”
L’attore annuì – “Pam è incinta, vero?”
Geffen sgranò i suoi turchesi.
“Lei mi ha fatto capire che siete stati insieme e quindi, anche se non sono un genio” – sorrise, accarezzando la schiena di Glam, che tornò a tenerlo sul petto.
“Devo smetterla di incasinare la vita a tutti, capisci Robert? Da qui nasce il mio tormento”
“Tu la vita la migliori al prossimo, non pensare il contrario” – replicò sincero.
“Ho quasi sessant’anni Rob”
“L’anno prossimo” – rise complice.
“In ogni caso io”
Downey gli aprì la casacca, improvviso, sfiorando con i polpastrelli il torace di Geffen, poi i suoi addominali – “In ogni caso, tu, spiegami, come fai ad essere ancora così bello …”
“Robert, ma”
“Stai un po’ zitto, ora …” – e togliendosi la maglietta, con l’effige dei Rolling Stone, l’americano si allungò, cinturandolo affinché potessero aderire nel modo migliore possibile, mentre lui si addormentava, con il viso sereno e rilassato.


“Gli somministriamo degli oppiacei, diversamente avrebbe dei dolori acuti un po’ ovunque, anche se il quadro clinico è nettamente migliorato: ciò non esclude dei momenti di confusione psicologica oppure degli atteggiamenti … equivoci, capisci Glam?”
Scott si era spiegato alla perfezione, durante quell’aperitivo.
“Tu continui a propinarmi questa solfa, però io conosco Robert e”
“Nessuno qui dice che sta mentendo” – ribatté aspro.
“Ok Scotty … Credevo fossi finalmente felice, grazie a Jimmy, ma ti ritrovo spesso ostile quando parlo delle persone che mi amano”
Il medico avvampò – “Sei talmente egocentrico, è da non credere. Fossi almeno altrettanto scaltro, hai mai pensato ad una bella vasectomia?”
Geffen scattò in piedi, lasciando sul tavolo una banconota da venti dollari – “Qui abbiamo finito, visto che il livello di stronzaggine ha ormai passato la misura. Buona giornata Scott.”


Jared bevve un secondo sorso d’acqua.
Carmela disse una parola di troppo.
Pam era come cristallizzata, nonostante le congratulazioni, che si susseguirono, tra i commensali, arenandosi freddamente agli occhi fissi di Leto, su di lei.

“Avrebbe voluto dirvelo Glam, cioè lui ed io l’avremmo fatto …”
“Come una vera coppia” – disse flebile il cantante.
“No, assolutamente, non la siamo … una coppia” – replicò perplessa.
“Siete due pazzi” – concluse, alzandosi per andarsene.
Colin si scusò con Pamela, seguendo il consorte, per chiarire subito quel suo comportamento, assai irritante.

“Jay aspetta!”
“Non voglio litigare con te, ho solo bisogno di metabolizzare questo casino!”
“Di cosa diavolo parli!?”
Leto si bloccò, affrontandolo – “Non lo so Colin, ma mi ha fatto male questa … questa cosa” – iniziò a tremare, balbettando tra singhiozzi ed incredulità.
Farrell lo abbracciò – “Glam, forse, ti avrà deluso, ma le tue reazioni mi uccidono … ogni volta Jared … Possibile tu non lo capisca?” – esternò affranto.
“E’ più forte di me … La sua superficialità mi devasta …”
Colin lo guardò severo – “Se lui fosse il tuo uomo, lo capirei, ma ti rendi conto che Glam è libero e può fare ciò che vuole, con CHI vuole?!”
“La sua … la sua indifferenza mi ha lasciato un malessere, che ha radici troppo profonde per essere sanato … Non riesco ad estirparlo Cole … Io non ci riesco” – e si piegò sul suo petto.
“Io ti amo così tanto, però è deprimente assistere a queste tue crisi” – gli si spezzò la voce, ma il pianto di Jared lo stava frantumando senza soluzione.
Si diedero un bacio disperato, poi se ne andarono, senza che nessuno li fermasse.





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