Capitolo n. 101 - zen
Jared lesse il copione,
mentre Farrell si lavava.
La cena sarebbe stata
servita sotto il patio di villa Meliti, dove Antonio stava già gratificando la
moglie con nuovi gioielli, per dare il benvenuto alla gravidanza, appena
confermata, insieme a quella di Pam, di cui nessuno sapeva ancora nulla, tranne
Geffen, le figlie e la migliore amica della sua ex, appunto.
“Interessante” –
disse il leader dei Mars, provando un vago disagio.
Aveva spiato
l’interagire tra Xavier e Taylor, vedendoli sparire entrambi, in contemporanea
a Derado.
Jude aveva ancora i
capelli umidi, Glam lo notò, mentre si cambiava per entrare da Robert.
“Ciao, tutto a
posto?”
“Ehi, bene arrivato,
sì, una meraviglia” – disse solare l’inglese.
“Lo vedo …” –
sorrise.
Law arrossì.
“Davvero … si vede?”
“Sì, insomma …
Ascolta Jude, volevo dirti una cosa, che sanno ancora in pochi … E volevo la
sapessi prima di comunicarla anche a Robert, se non ti spiace.”
Al biondo saltò il
cuore in gola.
“Si tratta di Pam”
Un sollievo immediato
lo illuminò nuovamente – “Pamela …?”
“Sì …” – Geffen prese
fiato – “Lei vedi … Noi, cioè, aspettiamo un bimbo”
“Ma scherzi?”
“No Jude”
“Miseria …
Congratulazioni, ma io non sapevo che voi due”
“In effetti non
abbiamo una relazione, è successo una volta sola, quando ho appreso della
recidiva di Rob, ero a pezzi, sì insomma anche per altre ragioni”
“Glam non devi mica
giustificarti” – gli sorrise sincero – “E’ un dono inatteso, ma tu ci hai
abituati a queste sorprese, lo dico con rispetto”
“Sì … Ti ringrazio …”
“Pensi che Rob la
prenderà male?”
“Non lo so Jude, è un
periodo delicato, vorrei proteggerlo anche dall’aria, come fai tu e poi … Poi
forse sto azzardando delle conclusioni illogiche, perché lui reagirà come hai
fatto tu, ovvio”
“Sì … Può darsi.”
Tim stava bevendo il
latte direttamente dal bricco, completamente nudo, davanti al frigorifero
aperto.
Lo chiuse,
accorgendosi di Kevin, appoggiato allo stipite e pronto per uscire.
Alcune gocce di
nettare bianco, caddero sul busto del giovane, scivolando veloci verso il suo
ombelico.
Tim si tamponò le
labbra con il dorso della mano destra, ammiccando un sensuale - “Non sgridarmi adesso …”
Kevin gli si
avvicinò, brandendo lentamente i suoi fianchi sottili – “Cosa sei disposto a
fare, affinché io non ti sgridi come meriti …?” – chiese roco.
Il compagno si
abbassò, con altrettanta calma, slacciandogli i jeans, durante quelle breve
discesa, in ginocchio tra le sue cosce muscolose e da subito frementi.
Gli sfilò anche i
boxer firmati, scoprendo un’erezione già pronta, per la sua bocca, che da lì a
poco si sarebbe gonfiata di un rossore adorabile e lascivo, così caro a Kevin,
premuroso nell’accarezzare le guance di Tim, invitandolo tacitamente a non
esitare oltre.
“Scoparti così … Non
hai idea di quante volte lo farei, in qualsiasi posto Tim” – ansimò,
penetrandolo fino alle tonsille.
Con il palmo sinistro
aperto sotto il mento del ragazzo, mentre il destro premeva sulla nuca, Kevin
lo stava trattenendo con una prepotenza, che mandava in visibilio ogni senso di
Tim.
Lo rilasciò,
ammirando come succhiava e pompava, alzando lo sguardo verso di lui, che si
sentiva esplodere in ogni piega del proprio addome.
Kevin si aprì la
camicia con uno strappo vigoroso, liberandosi dei pantaloni e dell’intimo, gli
sembrava di soffocare per l’ardore del momento.
Le falangi di Tim
affondarono nei glutei dell’altro, che urlando di piacere, gli tappò le narici,
bloccandolo ancora, pieno di sé, quasi a soffocare.
Una volta libero, Tim
prese fiato, ma Kevin non gli lasciò il tempo di respirare, sollevandolo di forza,
per sbatterlo sul divano ed invaderlo, senza molti preliminari.
Avvinghiati, il ritmo
dei loro corpi divenne febbrile ed esigente.
Kevin infilò la mano
alla ricerca dell’eccitazione del suo amante, pronto a soddisfarlo come
meritava, durante quell’amplesso così intenso.
Avvertì il piacere di
Tim colargli dal polso all’avambraccio, mentre egli stesso esplodeva nel
forzare l’anello di muscoli, dove il proprio sesso era ostaggio di una smania
avida e capace.
Fu devastante, come
ogni loro orgasmo, destinato a ripetersi almeno una seconda volta, sotto ad una
doccia ristoratrice ed ugualmente provvida di sano erotismo.
“Mi sento un pochino
rotto …”
Robert rise, mentre
Geffen gli stava sbucciando della frutta fresca.
“Buone queste fragole
… Grazie Glam” – ed allungandosi, lo baciò, esitando finché le labbra
dell’avvocato non si schiusero, accogliendolo in un contatto caldissimo e
bagnato.
“Dio Rob … non … non
dovresti” – quasi gemette, nel distaccarsi da lui, che volle rimanergli
incollato, almeno con le rispettive fronti, madide per una serie di emozioni,
che andavano ad accavallarsi, senza più alcun limite.
Ad occhi chiusi,
riuscivano a sentirsi, a vedersi, come nessuno.
“Glam scusami … non
volevo …”
Geffen lo strinse –
“Non smettere, anche se è sbagliato” – disse tremando, commuovendosi.
Downey lo fissò,
turbato – “Che succede? … Hai qualcosa che non va”
Glam scosse la testa,
trovando incredibile quanto si conoscessero a vicenda.
“Vorrei solo che tu
non ne avessi a male, Rob”
L’attore annuì – “Pam
è incinta, vero?”
Geffen sgranò i suoi
turchesi.
“Lei mi ha fatto
capire che siete stati insieme e quindi, anche se non sono un genio” – sorrise,
accarezzando la schiena di Glam, che tornò a tenerlo sul petto.
“Devo smetterla di
incasinare la vita a tutti, capisci Robert? Da qui nasce il mio tormento”
“Tu la vita la
migliori al prossimo, non pensare il contrario” – replicò sincero.
“Ho quasi sessant’anni
Rob”
“L’anno prossimo” –
rise complice.
“In ogni caso io”
Downey gli aprì la
casacca, improvviso, sfiorando con i polpastrelli il torace di Geffen, poi i
suoi addominali – “In ogni caso, tu, spiegami, come fai ad essere ancora così
bello …”
“Robert, ma”
“Stai un po’ zitto,
ora …” – e togliendosi la maglietta, con l’effige dei Rolling Stone,
l’americano si allungò, cinturandolo affinché potessero aderire nel modo
migliore possibile, mentre lui si addormentava, con il viso sereno e rilassato.
“Gli somministriamo
degli oppiacei, diversamente avrebbe dei dolori acuti un po’ ovunque, anche se
il quadro clinico è nettamente migliorato: ciò non esclude dei momenti di
confusione psicologica oppure degli atteggiamenti … equivoci, capisci Glam?”
Scott si era spiegato
alla perfezione, durante quell’aperitivo.
“Tu continui a
propinarmi questa solfa, però io conosco Robert e”
“Nessuno qui dice che
sta mentendo” – ribatté aspro.
“Ok Scotty … Credevo
fossi finalmente felice, grazie a Jimmy, ma ti ritrovo spesso ostile quando
parlo delle persone che mi amano”
Il medico avvampò – “Sei
talmente egocentrico, è da non credere. Fossi almeno altrettanto scaltro, hai
mai pensato ad una bella vasectomia?”
Geffen scattò in
piedi, lasciando sul tavolo una banconota da venti dollari – “Qui abbiamo
finito, visto che il livello di stronzaggine ha ormai passato la misura. Buona
giornata Scott.”
Jared bevve un
secondo sorso d’acqua.
Carmela disse una
parola di troppo.
Pam era come
cristallizzata, nonostante le congratulazioni, che si susseguirono, tra i
commensali, arenandosi freddamente agli occhi fissi di Leto, su di lei.
“Avrebbe voluto
dirvelo Glam, cioè lui ed io l’avremmo fatto …”
“Come una vera coppia”
– disse flebile il cantante.
“No, assolutamente,
non la siamo … una coppia” – replicò perplessa.
“Siete due pazzi” –
concluse, alzandosi per andarsene.
Colin si scusò con
Pamela, seguendo il consorte, per chiarire subito quel suo comportamento, assai
irritante.
“Jay aspetta!”
“Non voglio litigare
con te, ho solo bisogno di metabolizzare questo casino!”
“Di cosa diavolo
parli!?”
Leto si bloccò,
affrontandolo – “Non lo so Colin, ma mi ha fatto male questa … questa cosa” –
iniziò a tremare, balbettando tra singhiozzi ed incredulità.
Farrell lo abbracciò –
“Glam, forse, ti avrà deluso, ma le tue reazioni mi uccidono … ogni volta Jared
… Possibile tu non lo capisca?” – esternò affranto.
“E’ più forte di me …
La sua superficialità mi devasta …”
Colin lo guardò
severo – “Se lui fosse il tuo uomo, lo capirei, ma ti rendi conto che Glam è
libero e può fare ciò che vuole, con CHI vuole?!”
“La sua … la sua indifferenza
mi ha lasciato un malessere, che ha radici troppo profonde per essere sanato …
Non riesco ad estirparlo Cole … Io non ci riesco” – e si piegò sul suo petto.
“Io ti amo così
tanto, però è deprimente assistere a queste tue crisi” – gli si spezzò la voce,
ma il pianto di Jared lo stava frantumando senza soluzione.
Si diedero un bacio
disperato, poi se ne andarono, senza che nessuno li fermasse.
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